La giovane partecipante alla GMG di Lisbona: “I giovani cercano qualcosa di sacro che li avvicini a Dio. Tutto quello che cerchiamo è la tradizione della Chiesa Cattolica”

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 12.08.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi, La Nuova Bussola Quotidiana è tornata su due questioni in riferimento alla XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù (le criticità soprattutto nei confronti di Gesù Sacramentato, tra cui l’esposizione in scatoloni di plastica per l’adorazione e il prete deejay techno che ha creato un’atmosfera da disco prima della Messa conclusiva), di cui nei giorni scorsi ci siamo occupati.
Prima con il comunicato-appello e l’atto di riparazione di Padre Jarek Cielecki, il 2 e il 5 agosto 2023: Gesù Ti chiediamo perdono… Padre Jarek a difesa della Santa Comunione [QUI] e Atto di adorazione e riparazione al Santissimo Sacramento nell’Eremo di San Charbel a Florencja [QUI].
Poi a seguire con due riflessioni, il 9 e l’11 agosto 2023: Alcune riflessioni sulla GMG di Lisbona [QUI] e Una riflessione sul prete deejay techno alla GMG di Lisbona [QUI].

In un’intervista con Nico Spuntoni per La Nuova Bussola Quotidiana di oggi [QUI] – GMG: “In preghiera davanti a Gesù chiuso… in una scatola” – la 23enne Savannah Dudzik di Tampa in Florida, Marketing Agent presso Live Action e precedentemente Communications Assistant presso Illinois Right to Life, ripete lo sdegno per il trattamento riservato all’Eucaristia e la testimonianza di amore e riparazione di tre giovani statunitensi tra cui Savannah, che alla Bussola racconta ciò che davvero i giovani chiedono alla Chiesa Cattolica.
Introduce Spuntoni: «Che i giovani siano la speranza della Chiesa, come insegna il Concilio Vaticano II (Gravissimum educationis, n. 2: EV 1/825) se n’è avuta una bella dimostrazione nei giorni della GMG. Non tanto – o almeno non solo – per la straordinaria partecipazione con oltre un milione e mezzo di pellegrini. Una delle immagini iconiche di questa edizione dell’evento, infatti, si sta rivelando quella di tre ragazzi inginocchiati in preghiera di fronte a tre scatoloni grigi posti uno sopra l’altro. Contenitori in plastica in cui qualcuno aveva deciso di riporre, poco dignitosamente, la Sacra Eucaristia. Lo sdegno per il trattamento riservato al Corpo di Gesù è stato riscattato dalla testimonianza di fede di questi tre giovani cattolici statunitensi. Quando ormai lo scatto era diventato virale sui social, la ventiduenne Savannah Dudzik, arrivata a Lisbona dal Florida, si è riconosciuta nella ragazza col vestito bianco in adorazione ed ha rivendicato il gesto sul suo profilo Facebook, non nascondendo l’indignazione per essere stata testimone di quella che considera una mancanza di rispetto a Nostro Signore».

Segue la conclusione dell’intervista con Savannah Dudzik pubblicata su La Nuova Bussola Quotidiana, che prima ha ricordato cosa è successo e come lei e i suoi amici fossero arrabbiate quel trattamento nei confronti della Santissima Eucaristia. Conferma anche che ha segnalato l’episodio alle autorità ecclesiastiche, con una mail alla Santa Sede, alla Conferenza dei Vescovi Cattolici degli USA, a diversi vescovi e segretari, così come agli organizzatori della GMG, ma che finora non ha ricevuto risposta… Ecco, “la Chiesa in ascolto sinodale”, ma mancano le risposte.
Savannah Dudzik, a domanda di Nico Spuntoni se durante la sua permanenza a Lisbona avesse visto altri episodi di mancanza di rispetto a Cristo nell’Eucaristia oltre a quello della riposizione nei scatoloni di plastica, risponde: «Ho sentito alcune persone parlare di altri abusi, ma non ho visto alcun abuso in prima persona quindi non voglio dare informazioni sbagliate».

Poi, le ultime domande e le risposte, sui lati positivi e quelli negativi. Con l’ultima, quella particolarmente sostanziosa.
In generale, che impressione ti ha lasciato la tua esperienza alla GMG?
Penso che sia stato un bellissimo evento. Ha mostrato quanto sia universale la Chiesa Cattolica perché quasi tutti i Paesi erano rappresentati nella GMG. È stato bello vedere che la Messa di apertura è stata molto solenne. La Città della Gioia era bellissima, c’erano centinaia di confessionali, sacerdoti che ascoltavano le confessioni in un campo aperto. E c’erano molte organizzazioni diverse da tutto il mondo.
Lati negativi?
Penso che l’ultima notte, a Campo da Graça dove è avvenuto l’episodio degli scatoloni, abbia dimostrato i lati negativi. Ci sono stati molti abusi, non necessariamente all’Eucaristia ma comunque ci sono stati molti abusi liturgici che avvenivano lì.
Ci torneresti?
Sì, tornerei alla GMG perché penso che nel complesso sia una bellissima opportunità per i giovani di tutto il mondo di incontrarsi. Penso che si sarebbe potuto fare di meglio su certi aspetti, ma comprendo le difficoltà di organizzare un evento con oltre un milione di persone. Quindi, nel complesso penso che la GMG sia stata bellissima. É vero, ci sono stati abusi liturgici ma questo non deve impedire a qualcuno di andare in futuro.
Le immagini di Don Guilherme Peixoto, il prete dj in consolle che domenica mattina ha suonato musica techno prima della Messa del Papa, hanno riportato in auge il tema di come può la Chiesa avvicinare i giovani. Pensi che quella sia la strada giusta?
La domenica mattina, quando i giovani vanno in chiesa non cercano un’atmosfera da discoteca. Ed è quello che ci è stato dato l’ultimo giorno della GMG. I giovani cercano qualcosa di sacro, qualcosa che li avvicini a Dio. E lo abbiamo da migliaia di anni nella Chiesa Cattolica attraverso la bella musica, la musica tradizionale che è sempre stata suonata a Messa. Quindi non pensate che abbiamo bisogno di un prete che cerca di piacere ai giovani. Non è quello che vogliamo. Non è quello che noi pensiamo sia bello. Tutto quello che cerchiamo è la tradizione della Chiesa Cattolica.

Susannah Dudzik è stato intervistato anche da Filipe D’Avillez per The Pillar [QUI], che ha pubblicato ieri, 11 agosto 2023, un grande (e lungo) articolo – Uno sguardo dietro la controversia sull’Eucaristia della GMG – che mostra “ambedue i lati”, cioè le diverse realtà (come abbiamo anche osservato nella nostra copertura e mostrano le foto). Comunque, si legge in un commento «è incredibile come un evento con un budget di 175 milioni di dollari, 10.000 sacerdoti e centinaia di vescovi, non abbia potuto provvedere a sacerdoti in tutte le tende del Santissimo Sacramento e all’esposizione in modo dignitoso, e non ha trovato niente di meglio degli scatoloni di plastica per il trasporto di Nostro Signore Gesù Cristo».
Non è una questione di fare vedere “ambedue i lati” (anche se molto di modo in ambito geopolitico), ma si tratta di episodi di mancanza di fede nella Presenza Reale e di amore per Dio. E della perdita del senso del sacro che ne è la causa-conseguenza (pensando alla musica da disco, che ha sostituito la musica liturgica).
Riportiamo alcuni stralci, nella nostra traduzione italiana dall’inglese, dall’articolo di The Pilar. Ci sarebbero da fare diverse osservazioni, ma ci siamo limitati a formularne soltanto alcune.
«Un’eccezione alla regola.
La Fondazione GMG, che ha organizzato l’intero evento di Lisbona, ha rifiutato di commentare ufficialmente la controversia. Ma The Pillar ha parlato con un sacerdote che conosceva i dettagli della Veglia e della Messa finale. Il sacerdote ha confermato che la situazione osservata da Dudzik in una tenda non rispettava le linee guida tracciate dagli organizzatori della Giornata Mondiale della Gioventù. “Le istruzioni erano che ogni tenda avesse le scatole riposte sotto i tavoli, che erano coperti con tovaglie fatte su misura per questa veglia. Cinque o sei pissidi dovevano essere poste sopra le mense, per l’adorazione”, ha spiegato. Il sacerdote ha detto che crede che ciò che ha visto Dudzik sia stata un’anomalia. “Per qualche ragione, queste istruzioni non sono state seguite nella tenda che è apparsa in quella fotografia. Ma questa è stata un’eccezione”, ha affermato».


«Poi, il sacerdote ha fornito a The Pillar una spiegazione sugli scatoloni di plastica: «Gli scatoloni grigie in cui erano conservate le pissidi sono state donate alla Giornata Mondiale della Gioventù e non sono state utilizzate per nessun altro scopo, ha spiegato il sacerdote. “L’unico modo per trasportare 6.000 pissidi era in scatole, ma ogni cura è stata posta per farlo con la massima dignità. Non erano carini, ma era la soluzione che abbiamo trovato. Per il resto, solo le suore si occupavano di pulire le pissidi, pesare le ostie, contarle, metterle nelle pissidi e imballarle nelle cassette. Le pissidi sono state progettate in modo da poter essere impilate in modo sicuro, senza schiacciare le ostie all’interno. C’erano anche istruzioni fornite dall’organizzatore che ci fossero sempre due persone presenti nelle tende, per assicurarsi che nulla andasse storto. “Doveva esserci qualcuno in adorazione per tutto il tempo e, quando possibile, avevamo anche un sacerdote nella tenda per ascoltare le confessioni”, ha spiegato il sacerdote
«Ma Dudzik ha detto a The Pillar, che per un po’ lei e i suoi amici sono stati gli unici nella tenda. “Quando eravamo lì, le uniche altre persone erano i due che erano inginocchiati e pregavano, ma se ne sono andati poco dopo che abbiamo iniziato a inginocchiarci e pregare. Potevano essere dietro la tenda o da qualche altra parte, ma non siamo riusciti a vederli”.
«L’esperienza di Dudzik contrasta con quanto Mariana Silva, che era in servizio come ministro straordinario dell’Eucaristia, ha testimoniato nel suo settore. “C’era gente costantemente all’erta, che avvertiva altra gente che poteva passare, facendo notare che lì c’era il Santissimo Sacramento; le candele sono state accese per tutto il tempo; c’erano sempre persone lì che pregavano”, ha detto Silva. “Penso che, per quanto è possibile in una situazione come questa, sia stato fatto con grande cura e considerazione per la sacralità”.
«Silva e suo marito Miguel hanno trascorso l’intera notte del 5 agosto vicino a una delle tende dove era conservata l’Eucaristia. Al mattino si sono offerti di aiutare a togliere le pissidi dalle scatole grigie. “Le signore che si occupavano della tenda ci hanno ringraziato, ma hanno rifiutato, dicendo che solo loro avevano il permesso di farlo. E quando è arrivato il momento di distribuire la Comunione, nonostante fossimo stati lì con loro tutta la notte, hanno comunque ricontrollato le nostre credenziali”.
«“Quello che vidi quella notte fu un’atmosfera di grande riverenza. Le signore di turno avvertivano spesso i passanti che il Signore era presente nella tenda, molte persone venivano a pregare in adorazione”, ha detto Silva.
«L’unica situazione fuori dall’ordinario a cui ho assistito è stata quando un paramedico di stanza in una tenda vicina si è avvicinato al tavolo con la pisside. Era chiaramente curiosa di sapere cosa stesse succedendo, ma quando ha allungato la mano per aprirne uno per vedere cosa c’era dentro, una delle signore l’ha subito fermato e le ha spiegato la situazione”.
«Le fotografie inviate a The Pillar da altri pellegrini presenti alla veglia suggeriscono che la situazione testimoniata da Dudzik e dai suoi amici sembra essere stata un’eccezione, non la regola.
«“Non perfetto”, ma nemmeno “sacrilegio”?
Don Sean Gough era presente alla veglia in Portogallo, con un gruppo dell’Arcidiocesi di Birmingham, in Inghilterra. Il giovane sacerdote (…) ha detto che l’esperienza della veglia è stata commovente, anche se c’erano aspetti che non erano perfetti. “Ho pensato che 1,5 milioni di persone riunite per l’adorazione del Santissimo Sacramento e la Santa Messa, fosse una cosa incredibile da vedere, ed è qualcosa che quei giovani non dimenticheranno mai. C’erano alcuni aspetti che non erano perfetti, e uno di questi era che l’Eucaristia veniva conservata in scatole di plastica impilabili. Non era l’ideale, ma in generale si cercava di trattare con dignità l’Eucaristia (…). Se dovessi cambiare una cosa al riguardo, sarebbe che le scatole avrebbero dovuto essere velate, o forse la pisside avrebbe dovuto essere tolta dalle scatole e messa in un posto più rispettoso”, ha detto.
«“Tuttavia, le persone hanno reagito con parole come ‘blasfemia’, ‘sacrilegio’, la necessità di riparare e tutto questo genere di cose, che è decisamente sproporzionato. (…) tutto ciò per cui Internet è impazzito è stato un difetto”.
«Sebbene si trovassero probabilmente in settori diversi durante la Veglia, il sacerdote inglese ha confermato la descrizione di Dudzik di un’atmosfera festosa vicino alle tende, ma ha detto di non trovarlo scioccante e molte persone non sapevano che le tende contenevano l’Eucaristia.
«“La tenda era lì per la Messa al mattino, in modo che le persone potessero ricevere la Santa Comunione durante la Messa. Chiaramente non era il modo che le persone potessero avere una cappella per adorare nei loro settori. Non c’era alcun segno all’esterno che indicasse che si trattava di una cappella o qualcosa del genere. Era solo un posto per praticità dove riservare il Santissimo Sacramento durante la notte, in modo che durante la Messa potesse essere distribuita la Santa Comunione. Quando se ne accorsero, le persone si fermavano, si inginocchiavano e pregavano, ma la maggior parte non se ne rendeva conto, quindi continuavano con l’atmosfera gioiosa che è generalmente presente nelle Giornate Mondiali della Gioventù. La gente ballava, cantava e suonava strumenti. È vero. Ma non lo stavano facendo per mancanza di rispetto, penso che le persone semplicemente non se ne rendessero conto”, ha detto.
«Gough ha anche chiesto pazienza verso i pellegrini che non comprendono molto l’Eucaristia. Molti pellegrini “venivano stimolati per andare alla GMG perché forse avevano bisogno di un po’ di evangelizzazione, quindi qualcuno potrebbe non aver riconosciuto l’importanza di non fumare fuori dalla tenda. Ma deve esserci anche un senso delle proporzioni: molte persone si fermavano, pregavano in ginocchio, adoravano. Ho trascorso un bel po’ di tempo lì, e molte persone sono venute quando hanno notato la presenza del Signore, si sono fermate e hanno pregato. Solo perché non tutto è perfetto, questo non rende tutto negativo, direi”, ha concluso.
«Un proxy per le lotte liturgiche?
Per molti versi sembrerebbe che la discussione su questo aspetto della Giornata Mondiale della Gioventù sia diventata un indicatore di altri disaccordi più profondi e delle cosiddette guerre liturgiche. Molti di coloro che hanno espresso critiche online o sui media, hanno anche messo in dubbio l’uso di ministri straordinari dell’Eucaristia, o l’idea che in occasione di eventi cattolici su larga scala l’Eucaristia debba essere distribuita.
«Dal canto suo, un sacerdote portoghese vicino alla Giornata Mondiale della Gioventù ha detto che i ministri straordinari erano logisticamente necessari. “Non sarebbe stato possibile che i sacerdoti concelebrassero vicino all’altare e distribuissero anche la Comunione a due chilometri di distanza. I sacerdoti davano la Comunione più vicino all’altare, e so che alcuni sacerdoti decisero fin dall’inizio che non avrebbero concelebrato e sarebbero rimasti con le loro comunità, e in alcuni casi hanno aiutato a distribuire la Comunione, come hanno fatto i sacerdoti che avevano confessato, ha detto il sacerdote, che ha chiesto l’anonimato perché non autorizzato a parlare on the record.
«Quanto alla possibilità di non distribuire la Comunione, ha considerato tale prospettiva, ma ha detto che, a suo avviso, la distribuzione dell’Eucaristia ha un valore spirituale. “Non sono d’accordo. Capisco che non sarebbe un problema serio se non ci fosse la distribuzione in un grande evento come questo, se fosse logisticamente impossibile, e che la Messa sarebbe comunque valida e avrebbe un effetto spirituale per i partecipanti. Ma dire che stiamo celebrando la Messa ma i fedeli non possono ricevere la Comunione non ha senso dal punto di vista teologico o liturgico”. (…)
«Parlando con The Pillar, Dudzik ha detto di essere consapevole che il suo post su Instagram viene utilizzato per criticare il concetto della Giornata Mondiale della Gioventù, ma sostiene che non era sua intenzione. “Lavoro nei media, quindi so che ogni volta che dici qualcosa verrà distorto e utilizzato in modi diversi. Questa mattina [il 9 agosto 2023] ho postato [QUI] quanto è stata bella la GMG e alcune persone si sono già arrabbiate con me, dicendo che ho postato proprio ieri su questa cosa terribile che è accaduta. Ma ho postato tutta la settimana su quanto fosse bello. Non credo sia stato un fallimento. Abbiamo potuto vedere il Papa da vicino, è stato meraviglioso, qualcosa che non sapevo avrei mai sperimentato in vita mia”.
«D’altra parte, ha detto, “la sostanza teologica, penso che mancasse. Penso che il messaggio che abbiamo ricevuto sia stato quello di alzarci, essere come Maria e di non avere paura, il che è stato un messaggio meraviglioso, ma non ci è stata data alcuna istruzione chiara su come farlo, o perché, o il suo fondamento teologico. Quindi penso che l’aspetto teologico potrebbe essere migliorato. Ancora una volta, capisco che c’era un pubblico enorme, persone provenienti da così tanti Paesi, è decisamente difficile dare testimonianza a così tante persone”, ha aggiunto.
«“Penso anche che la GMG abbia dimostrato che la Chiesa Cattolica è davvero universale, e questa è una cosa bellissima. Le mie parole non vogliono essere un attacco alla GMG nel suo complesso. Ci sono stati abusi, ma se non avessi pensato che fosse bello, non ci sarei andato”».


In riferimento a quanto scritto da The Pillar, ci risulta che ne era più di una tenda con la “anomalia”, anche se dire si trattava delle “eccezioni” (al plurale) pare corretto.
Comunque, c’erano altre criticità, in tutte le tende. L’istruzione di mettere gli scatoloni di plastica con Gesù Sacramentato sotto i tavoli era possibilmente ancora peggio. Le “mense” erano tavoli da campeggio. Se le tovaglie erano fatte “su misura per questa veglia”, si vede dalle foto che le pissidi da “5 o 6” se erano moltiplicati e disposti in quantità come per un buffet, sempre in un campeggio. Ci si domande se non sarebbe stato possibile di avere degli ostensori in numero sufficiente per tutte le tende, dalle chiese a Lisbona.

Infine, per quanto riguarda i piattini dell’Ikea, The Pillar ha fornito delle informazioni, che integrano quanto abbiamo riferito nella nostra copertura: «Le pissidi Ikea [*] sono state utilizzate durante una Messa organizzata dal foltissimo contingente spagnolo, non in una Messa organizzata dalla stessa Giornata Mondiale della Gioventù. Quarantamila pellegrini hanno partecipato alla Messa all’aperto celebrata in un parco di Estoril, in riva al mare, che non rientrava ufficialmente nella Giornata Mondiale della Gioventù.
«Don Nuno Coelho, Parroco di Cascais, vicino a Estoril, è stato il collegamento della Giornata Mondiale della Gioventù con i pellegrini spagnoli. Ha detto a The Pillar che il gruppo ha portato la propria pisside in Portogallo. “Da quanto abbiamo raccolto, queste sono le pissidi che la pastorale giovanile [della Conferenza Episcopale] spagnola utilizza in genere per le grandi Messe all’aperto. Assomigliano un po’ alle ciotole per la colazione”, ha detto.
«“Le pissidi ufficiali della GNG sono state disegnate da artigiani, sono realizzate in lastra d’argento e hanno un coperchio scorrevole articolato, per proteggere dal vento le ostie consacrate durante la distribuzione. Quelle spagnole non avevano copertura, ma nel parco c’era un vento fortissimo, quindi le hanno ricoperte con pellicola di plastica per proteggere le Ostie”.
«“Ho lasciato precise istruzioni di raccogliere tutta la pellicola di plastica dopo la Messa, ed è stata bruciata, perché era stata a contatto con Nostro Signore”, ha spiegato il sacerdote.
«Quanto alle pissidi stesse, la delegazione spagnola le ha conservato, ha detto Coelho, ad eccezione di alcune in cui erano custodite Ostie consacrate inutilizzate, che sono state portate nel tabernacolo di una parrocchia locale subito dopo la Messa in cui erano utilizzate.
«Coelho ha detto che quelle pissidi rimaste in Portogallo non saranno più usate nelle liturgie. “Li abbiamo conservato. Non li useremo, ma ci assicureremo che siano conservati rispettosamente, in modo che non vengano utilizzati per scopi secolari”, ha detto il sacerdote».
[*] Al riguardo va osservato, che una pisside è un arredo sacro a forma di coppa con coperchio e velo, nel quale sono contenute le Ostie consacrate, per lo più di metallo prezioso e almeno dorato all’interno, come è stato osservato per le Celebrazioni Eucaristiche della GMG proprie.
Invece, i piattini IKEA per le pattatine coperte con fogli di plastica da cucina, non sono idonei e non possono essere chiamati “pissidi”, termine che al riguardo non abbiamo usato, appunto.
Dopo aver lette le varie spiegazioni, ci si domanda come mai l’organizzazione della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù non ha risposto (non ha voluto o non ha potuto?) alle legittime domande di Susannah Dudzik e avviata una doverosa valutazione delle varie criticità (e non solo sacramentali e liturgiche). Va benissimo evidenziare quanto di positivo e bello porta con se una GMG, il cui ruolo è innanzitutto dare occasione ai giovani cattolici d i fare esperienza della consapevolezza che Gesù non è una idea, ma una Presenza; e soprattutto della Presenza Reale nel Santissimo Sacramento (al contrario di quanto affermato sulla GMG di Lisbona Mons. Américo Aguiar, cardinale portoghese designato, Vescovo ausiliare di Lisbona e organizzatore della GMG di Lisbona: “Non vogliamo convertire i giovani a Cristo”).