Papa Francesco incontra il Catholicos Marthoma Paulose II, nel solco della cultura dell’incontro
“Penso che nel cammino ecumenico sia importante guardare con fiducia ai passi compiuti, superando pregiudizi e chiusure”. Papa Francesco incontra il Moran Baselios Marthoma Paulose II, Catholicos della Chiesa ortodossa siro-malankarese. E, in un breve discorso, ricorda gli incontri ecumenici che ci sono stati, i passi avanti che sono stati fatti nel cammino del dialogo. Tutto all’insegna di quella “cultura dell’incontro” che è ormai una delle cifre del Pontificato di Papa Francesco.
Marthoma Paulose II è arrivato ieri a Roma, ed è andato in pellegrinaggio sulla tomba dell’apostolo Pietro. È a capo di una Chiesa radicata in India, che conta circa 2 milioni 500 mila membri in 30 diocesi, servite da 33 vescovi e da oltre 1700 sacerdoti.
È un viaggio ecumenico, quello di Paulose II. Tra gli incontri in calendario, c’è anche quello presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Papa Francesco lo accoglie ricordando le parole dell’apostolo Tommaso “Mio Signore e mio Dio”. È l’apostolo Tommaso che ha fondato la Chiesa di India. Tommaso è colui che viene invitato a toccare i segni concreti di Gesù Crocifisso e risorto. “E’ proprio in questa fede che ci incontriamo, è questa fede che ci unisce, anche se ancora non possiamo condividere la Mensa eucaristica, ed è questa fede che ci spinge a continuare e ad intensificare l’impegno ecumenico, l’incontro e il dialogo verso la Comunione piena”.
Il dialogo con la Chiesa Ortodossa malankarese è inizia da lontano. Giovanni Paolo II ha incontrato il Catholicos Moran Mar Baselios Marthoma Mathews I nel 1983 a Roma e nel 1986 a Kottayam, in India. “Insieme – ricorda Papa Francesco – riconobbero la loro fede comune in Cristo”. Papa Francesco cita le parole di Giovanni Paolo II nell’incontro del 1986, il suo auspicio a proseguire in “amore fraterno” e nel migliorare il “dialogo teologico”, perché è con questi mezzi che “si può concretizzare la riconciliazione del mondo”.
Fu nel 1986 che fu istituita la Commissione mista internazionale per il dialogo tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa ortodossa sira malankarese, e questo portò alla Dichiarazione cristologica comune firmata nel 1990 da Papa Giovanni Paolo II e dal Catholicos Moran Mar Baselios Marthoma Mathews.
Sono tutte tappe che vengono ricordate da Papa Francesco perché vengano superati i “pregiudizi e le chiusure”, che “fanno parte di quella cultura dello scontro che è fonte di divisione”, e perché si lasci spazio alla “cultura dell’incontro che ci educa alla comprensione reciproca e ad operare per l’unità”.
E allora si deve – dice il Papa – “intensificare la preghiera”, perché solo il calore dello Spirito Santo può “sciogliere le nostre freddezze e guidare i nostri passi verso una fraternità sempre maggiore”.
Ma la preghiera non basta. Ci vuole anche l’impegno. Ed è un impegno quello dei due dialoghi paralleli che dal 1989 hanno luogo una volta all’anno nel Kerala (India del Sud), uno con la Chiesa sira ortodossa malankarese e l’altro con la Chiesa ortodossa sira malankarese. Tre le tematiche su cui vertono principalmente gli incontri: la storia della Chiesa in India, l’ecclesiologia e la testimonianza comune.
Papa Francesco ha fiducia, e invita il Catholicos Marthoma Paulose II a percorrere “insieme questo cammino, guardando con fiducia a quel giorno in cui, con l’aiuto di Dio, saremo uniti presso l’altare del sacrificio di Cristo, nella pienezza della comunione”.