La preghiera per la pace e il si dei giovani della GMG nell’udienza di Papa Francesco

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Prima udienza generale dopo la pausa estiva di due mesi per Papa Francesco e si ripete l’invasione di  Piazza San Pietro. La maggior parte dei fedeli presenti provengono dall’ Italia e a loro il Papa ha ricordato l’appuntamento per sabato prossimo sempre a San Pietro per la veglia di preghiera per la pace in Siria e Medio Oriente, ma  “anche per la pace nei nostri cuori, perché la pace comincia nel cuore”. “Rinnovo- ha detto il Papa-  l’invito a tutta la Chiesa a vivere intensamente questo giorno, e, sin d’ora, esprimo riconoscenza agli altri fratelli cristiani, ai fratelli delle altre religioni e agli uomini e donne di buona volontà che vorranno unirsi, nei luoghi e nei modi loro propri, a questo momento. Esorto in particolare i fedeli romani e i pellegrini a partecipare alla veglia di preghiera, qui, in Piazza San Pietro alle ore 19.00, per invocare dal Signore il grande dono della pace. Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace!”.

Nel saluto ai fedeli arabi il Papa aveva chiesto:

“Unitevi sempre a Cristo edificando il suo Regno con la fraternità, la condivisione e le opere di misericordia. La fede è una forza potente capace di rendere il mondo più giusto e più bello! Siate una presenza della misericordia di Dio e testimoniate al mondo che le tribolazioni, le prove, le difficoltà, la violenza o il male non potranno mai sconfiggere Colui che ha sconfitto la morte: Gesù Cristo”.

Il tema della catechesi è stato un riassunto del viaggio in Brasile e della GMG, anche se, come ha ricordato il Papa stesso, è passato più di un mese.

“ E’ stato un bel regalo!”  ha detto il Papa ringraziando Nostra Signora de Aparecida che “è molto importante per la storia della Chiesa in Brasile, ma anche per tutta l’America Latina; in Aparecida i Vescovi latino-americani e dei Caraibi abbiamo vissuto un’Assemblea generale, con il Papa Benedetto: una tappa molto significativa del cammino pastorale in quella parte del mondo dove vive la maggior parte della Chiesa cattolica”.

Un grazie anche alle autorità e alle famiglie che hanno accolto i giovani: “Brava gente questi brasiliani. Brava gente! Hanno davvero un grande cuore. Il pellegrinaggio comporta sempre dei disagi, ma l’accoglienza aiuta a superarli e, anzi, li trasforma in occasioni di conoscenza e di amicizia. Nascono legami che poi rimangono, soprattutto nella preghiera. Anche così cresce la Chiesa in tutto il mondo, come una rete di vere amicizie in Gesù Cristo, una rete che mentre ti prende ti libera. Dunque, accoglienza: e questa è la prima parola che emerge dall’esperienza del viaggio in Brasile. Accoglienza!”.

Il Papa ha messo in evidenza lo spirito della festa della GMG  “la festa della fede, quando insieme si loda il Signore, si canta, si ascolta la Parola di Dio, si rimane in silenzio di adorazione: tutto questo è il culmine della GMG, è il vero scopo di questo grande pellegrinaggio”.

E infine la missionarietà, il tema della GMG del 2013 con il  “mandato di Gesù che ho affidato ai giovani che riempivano a perdita d’occhio la spiaggia di Copacabana. Un luogo simbolico, la riva dell’oceano, che faceva pensare alla riva del lago di Galilea. Sì, perché anche oggi anche il Signore ripete: «Andate…», e aggiunge: «Io sono con voi, tutti i giorni…». Lo abbiamo sentito… Questo è fondamentale! Solo con Cristo noi possiamo portare il Vangelo. Senza di Lui non possiamo far nulla – ce lo ha detto Lui stesso (cfr Gv 15,5). Con Lui, invece, uniti a Lui, possiamo fare tanto.”

Ed ha aggiunto: “Anche un ragazzo, una ragazza, che agli occhi del mondo conta poco e o niente, agli occhi di Dio è un apostolo del Regno, è una speranza per Dio!” Poi nel suo stile il Papa ha iniziato un dialogo con i giovani chiedendo il loro si per il loro impegno ad essere speranza per la Chiesa!

I giovani della GMG, ha detto il Papa “non vanno a finire sui giornali, perché non compiono atti violenti, non fanno scandali, e dunque non fanno notizia. Ma, se rimangono uniti a Gesù, costruiscono il suo Regno, costruiscono fraternità, condivisione, opere di misericordia, sono una forza potente per rendere il mondo più giusto e più bello, per trasformarlo!”

Il dialogo si è concluso con un forte si dei giovani in piazza ad accettare la sfida di trasformare il mondo.

Papa Francesco ha concluso la catechesi ricordando le tre parole chiave della sua riflessione: accoglienza, festa e missione. “Queste parole non siano solo un ricordo di ciò che è avvenuto a Rio, ma siano anima della nostra vita e di quella delle nostre comunità.”

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