Da Gasparri a Parolin. I Segretari di Stato di Sua Santità
Monsignor Pietro Parolin (1955) si insedierà come Segretario di Stato di Sua Santità il prossimo 15 ottobre e sarà con i suoi 58 anni il ‘primo ministro’ vaticano più giovane a ricoprire l’incarico dal dopoguerra. Il primato spetta all’allora Cardinale Eugenio Pacelli, Segretario di Stato di Pio XI a soli 54 anni. Con la nomina di Mons. Parolin, proviamo – in breve – a ripercorrere la storia dei Segretari di Stato dalla ‘fondazione’ dello Stato della Città del Vaticano – correva l’anno 1929 – ad oggi.
Il primo della lista è il Cardinale Pietro Gasparri (1852-1934) nominato Segretario di Stato al tramonto del pontificato di Papa Benedetto XV e confermato dal suo successore, Pio XI. Gasparri lavorò in particolare alla stesura del Codice di Diritto Canonico e a quella del Codice di Diritto Canonico delle Chiese Orientali. Ma viene soprattutto ricordato come il grande tessitore della Conciliazione con l’Italia che diede i natali allo Stato della Città del Vaticano nel 1929. Lasciò l’incarico, assunto nel lontano 1914, il 7 febbraio 1930.
La scelta di Pio XI per sostituire Gasparri cadde sul Cardinale Eugenio Pacelli (1876-1958), Nunzio Apostolico di provata esperienza. Nei suoi anni alla guida della Segreteria di Stato il Cardinale Pacelli firmò diversi concordati con Stati esteri, compresa la Germania nazista. La carriera di Pacelli alla testa della Segreteria di Stato ebbe termine con la morte di Pio XI il 10 febbraio 1939. Eugenio Pacelli entrò in Conclave da Cardinale Segretario di Stato e ne uscì Romano Pontefice il 2 marzo successivo.
Papa Pio XII scelse come suo successore in Segreteria di Stato il Cardinale Luigi Maglione (1877-1944), fino ad allora Prefetto della Congregazione per il Clero e già rappresentante pontificio presso la Società delle Nazioni e in Svizzera. Sono gli anni bui della II Guerra Mondiale e il Cardinale Maglione collaborò strenuamente con il Papa per salvare il maggior numero possibile di perseguitati dalla furia nazista. lMaglione rimase al fianco di Pio XII fino alla morte, avvenuta il 22 marzo 1944. Sorprendentemente Papa Pacelli decise di non procedere alla nomina di un nuovo Segretario di Stato, svolgendo di fatto egli stesso l’incarico fino alla fine del pontificato nell’ottobre 1958.
Salito al Soglio di Pietro Papa Giovanni XXIII decise – il 14 dicembre 1958 – di promuovere l’allora Pro-Segretario di Stato Monsignor Domenico Tardini (1888-1961). Ma la collaborazione tra Tardini ed il Papa Buono fu breve: il Segretario di Stato morì d’infarto nel luglio 1961.
Papa Giovanni decise di nominare il Cardinale Giovanni Amleto Cicognani (1883-1973), fino ad allora Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e per molti anni Nunzio Apostolico negli Stati Uniti. Cicognani fu in prima fila nella difficile mediazione diplomatica durante il periodo della Guerra Fredda culminato con la crisi dei missili a Cuba. Alla morte di Giovanni XXIII, avvenuta il 3 giugno 1963, fu confermato dal nuovo Papa, Paolo VI. Il Cardinale Cicognani rimase in carica fino al 1969 quando diede le dimissioni da ogni incarico curiale: nel frattempo, infatti, Papa Montini lo aveva anche nominato Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
Con l’addio del Cardinale Cicognani, Paolo VI scelse per la Segreteria di Stato – il 2 maggio 1969 – il Cardinale francese Jean Marie Villot (1905-1979) già Arcivescovo di Lione e Primate di Francia, nonché Prefetto in carica della Congregazione per il Clero. Lavorando al fianco di Paolo VI, Villot assunse anche l’incarico, nel 1971, di presidente del neonato Pontificio Consiglio Cor Unum. Papa Montini morì il 6 agosto 1978 e il Cardinale Villot fu confermato donec aliter provideatur da Giovanni Paolo I nel suo brevissimo pontificato. Papa Giovanni Paolo II mantenne Villot al suo posto e per la prima volta nella storia della Chiesa sia il Romano Pontefice che il suo Segretario di Stato non erano italiani. Una coincidenza che non si è più ripetuta. La coabitazione terminò tuttavia con la morte del Cardinale francese avvenuta neanche sei mesi dopo l’elezione di Karol Wojtyla, il 9 marzo 1979.
Giovanni Paolo II fece cadere la scelta su Monsignor Agostino Casaroli (1914-1998), fino ad allora Segretario del Consiglio per gli Affari pubblici della Chiesa. Non ancora Cardinale, Casaroli fu nominato Pro-Segretario di Stato e dopo il concistoro del giugno 1979 assunse il titolo di Segretario di Stato. Nel suo lungo servizio Casaroli fu anche contestualmente Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano nonché numero uno dell’APSA. Fondamentale fu l’apporto del Cardinale Casaroli allo scongelamento dei rapporti tra la Chiesa Cattolica e i Paesi del Patto di Varsavia: fu l’artefice della cosidetta Ostpolitik. Casaroli ebbe anche il ruolo di protagonista nell’accordo di revisione del Concordato tra Italia e Santa Sede, siglato il 18 febbraio 1984. Casaroli presentò la rinuncia all’incarico, accolta da Giovanni Paolo II, il 1° dicembre 1990 dopo 11 anni di fruttuosa collaborazione.
Papa Wojytla scelse come successore del Cardinale Casaroli uno dei più stretti collaboratori del porporato: Mons. Angelo Sodano (1927), Segretario per i Rapporti con gli Stati. Già nunzio apostolico nel Cile di Pinochet, Sodano fu nominato come da prassi Pro-Segretario di Stato, creato Cardinale nel giugno 1991 il primo luglio successivo divenne ufficialmente Segretario di Stato. Sodano lavorò a stretto contatto con Giovanni Paolo II per tutta la durata del pontificato, terminato il 2 aprile 2005. Nonostante avesse superato l’età canonica dei 75 anni, Papa Benedetto XVI lo confermò al vertice della Segreteria di Stato per i primi tempi del suo pontificato. Ratzinger ha accolto le dimissioni del Cardinale Angelo Sodano nel giugno 2006, mantenendolo in carica fino al settembre successivo.
Dopo l’addio del Cardinale Sodano, Benedetto XVI chiamò come Segretario di Stato il Cardinale Tarcisio Bertone (1934), suo strettissimo collaboratore ai tempi della Congregazione per la Dottrina della Fede e fino ad allora Arcivescovo di Genova. Per la prima volta un teologo e non un diplomatico ‘di carriera’ veniva chiamato alla guida della Segreteria di Stato. Gli anni del Cardinale Bertone sono cronaca dei giorni d’oggi, l’ultimo periodo è stato segnato da scandali e traversie ma Papa Ratzinger non ha mai pensato di privarsi del suo primo e fidato collaboratore. Dopo la rinuncia storica di Benedetto XVI, Papa Francesco lo ha temporaneamente confermato fino al prossimo 15 ottobre quando sarà Monsignor Pietro Parolin, Nunzio Apostolico in Venezuela, a succedergli e si inserirà così in questa lunga, storica e soprattutto impegnativa cronotassi.