… che il tuo Sogno sia più grande della tua paura. 57° viaggio di solidarietà in Perù. Challapalca: io ti assolvo dai tuoi peccati
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 14.07.2023 – Vik van Brantegem] – Don Gigi il 12 luglio, nella festa della Madonna dei Campi, ha fatto una meravigliosa festa per i 10 anni dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli nel carcere di massima sicurezza di Challapalca, chiamato di castigo in Perù, a 5.050 m.s.l.m. sulle Ande peruviane. Nel Report 57/4. Challapalca: io ti assolvo dai tuoi peccati che segue, Don Gigi ci racconta che in questa incredibile festa a Challapalca, mai immaginata, c’è stato anche un “regalo di compleanno”.

Dopo aver festeggiato, un ragazzo gli si avvicina: ”Padre mi puoi confessare?” Don Gigi si illumina di gioia e risponda: “Sono prete per questo! Sono prete per questo! Sono prete per questo!” Il giovane ha fatto uscire dal suo cuore un male nero, pesante, profondo. Il ragazzo ha vomitato i suoi crimini e Don Gigi adoro nel cuore il pentimento di un uomo che riceve il perdono di Dio. Piange il ragazzo, piange nell’anima il male fatto. Dopo l’assoluzione lo abbraccio forte forte e nel suo cuore dice “Se è vero che questa è la carne di Gesù, è anche vero che questo uomo ha ricevuto il perdono di Dio, perché in quel momento un sacerdote pieno di peccati ha pronunciato parole tremende di perdono, e quel sacerdote sono io, e per questo sono nato e vivo”.

Dopo la Santa Messa al Santuario Madonna dei Campi di Stezzano il 27 giugno, Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami è partito il giorno dopo per un nuovo viaggio molto impegnativo, il 57° viaggio di solidarietà e di speranza della Fondazione Santina in Perù. Ha detto, che dopo il trasloco si sentiva molto stanco e che questo viaggio gli ha colto forse impreparato: “Sono le sfide di Dio”. Il suo ritorno è previsto per il 17 luglio, alla vigilia del 10° anniversario dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus. Il 30 giugno scorso abbiamo presentato il programma provvisorio, con l’evento centrale: la visita al Carcere di Yanamayo sulle Ande, dove il 14 luglio verrà inaugurata la cappella alla presenza del Vescovo di Puno [QUI].
Come siamo ormai abituato con Don Gigi, la partenza non è andato come previsto, come ci ha raccontato nel suo Report 57/1. Duemila dollari. Solo Don Gigi riesce a guadagnare soldi, dormendo in un albergo di lusso., che abbiamo pubblicato il 1° luglio scorso [QUI].
L’8 luglio è seguito il suo Report 57/2. La tragica vita nelle miniere di oro illegali dell’Amazonia peruviana [QUI], in cui Don Gigi ha raccontato il suo incontro a Puerto Maldonado con Candy e il suo bambino Azre, dopo l’incontro con le 10 famiglie del programma di adozione dei bambini a distanza 2021-2024. Candy gli spiega il lavoro massacrante nelle miniere di oro illegali nel luogo che si chiama Pedro Luna e dove cucina per i minatori.
Ieri, il 13 luglio abbiamo presentato il Report 57/3. In viaggio verso la luna [QUI], in cui Don Gigi ha scritto come è fortunato a vivere le grandi esperienze durante questi viaggi di solidarietà e speranza: «Ogni giorno ringrazio Dio di questo tempo di grazia e di conversione. Vivo davvero una esperienza particolare e forte che mi deve rendere più umile e piccolo, aumentare nell’umiltà e nell’incontro profondo con Dio, perché non sono un assistente sociale».

Report 57/4. Challapalca: io ti assolvo dai tuoi peccati
Il 12 luglio 2023 era la festa della Madonna dei Campi a Bergamo. Proprio in questa data mi sono recato ad un carcere terribile, chiamato di castigo in Perù . Il penale si trova a 5.050 m.s.l.m. e vivere in queste condizioni estreme è contro i diritti umani.
Siamo sulle Ande del Perù, ed il carcere è chiamato di castigo per intimorire i prigionieri delle altre carceri del Paese: se un prigioniero uccide un altro prigioniero viene inviato nel deserto dei 5.000 metri tra condor ed alpaca dove la notte la temperatura scende sotto i 10 °C e il respiro è difficile. Si va a Challapalca per 3 anni con tre livelli di castigo A, B e C. Al livello A vi sono solo 2 ore di “aria” contro le 4 degli altri 2 livelli, dopo un anno al livello A, si passa al livello B, e poi al livello C dove si svolgono lavori di pulizia e mantenimento del carcere.
Parto alle 5 del mattino, sbranato dal sonno, e con il direttore regionale dell’Instituto Nacional Penitenciario (INPE), Wilber, l’amico che mi aveva regalato la chiave spezzata che porto al collo dal 2016 [QUI]. Partiamo con un grosso fuoristrada: Juliaca-Puno-Illave-Mazocruz, per 5 ore di macchina.

Ci fermiamo. La natura è stupenda. Alpaca e lama si lasciano volentieri fotografare. Vi è un ruscello vicino alla strada sterrata e scendiamo verso l’acqua che è ghiacciata. Con lo scarpone rompo lo strato di ghiaccio e lo prendo nelle mani, mi sembra un vetro non raffinato, lo guardo con incanto. Il sole è sorto ed i suoi raggi a questa quota – per farmi capire siamo più alti del Monte Bianco in Europa – sono dardi infuocati. Il paesaggio è stupendo e maestoso.

Riprendiamo il nostro viaggio e passiamo vicino alcune rocce che vengono chiamate qualcosa come “città antica”, perché sembrano ùraffigurare una città. La nostra auto si inerpica fino a Challapalca, a poi chilometri dal carcere Wilber prende la radio ed in codice chiama il carcere: “Diamante a carcere, stiamo arrivando” Diamante è il nome dell’ autorità regionale, il direttore del carcere è codificato in Oro… e così via.

Conosco bene il carcere dal 2015. Ci sono venuto diverse volte ed in me convivono due forti sentimenti: il disgusto per i crimini commessi e il radicale desiderio di raggiungere i cuori devastati dal male di quei giovani reclusi con una parola di speranza. Ma tutte le volte incontrando quei giovani sono loro a motivare me, la mia vita e il mio vivere. Sono loro che mi mostrano e rafforzano le ragioni profonde del mio essere prete.
Abituato per anni ad una vita di ufficio, poi ad una vita di ufficio e di incontro con realtà di povertà, da due anni sono una persona diversa. Una persona non più legata ad un ruolo istituzionale – in cui il ruolo è più importante della persona – ma sono semplicemente prete. Mi devo profondamente ristrutturare interiormente, rimettere le cose apposto, senza più sicurezze economiche o di potere o di pensiero, aggrappandomi al Vangelo ed a questi poveri disperati.

Entro nel patio, celebriamo la messa: sono giovani ed i loro occhi sono il ricordo più bello dei 20 giorni di viaggio. Mi guardano con simpatia, mi salutano “Gigi”. Dopo la messa era previsto un breve incontro con loro, ma l’incontro è durato ben due ore e non volevo venire via: abbiamo parlato di tatuaggi, con alcuni abbiamo giocato a dadi, con altri abbiamo insieme modellato nella cartapesta la statuetta di San Michele Arcangelo, con altri ancora ho parlato di Vangelo, si di Vangelo.
Un prigioniero mi mostra la sua usata Bibbia e mi offre un passo delle Lettera agli Ebrei, verso 13,3: “Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che sono maltrattati, perché anche voi avete un corpo”. E Dio inizia ad insegnare al mio cuore con le parole di questo delinquente, che cita la Bibbia e ha un libro usato e sottolineato in giallo. Mi chiedo se in Italia le nostre famiglie abbiano i libri del Vangelo usati come usa la Bibbia questo prigioniero in un carcere di massima sicurezza in un angolo oscuro del pianeta.
Questo incontro sprigiona una forza atomica: un delinquente in questo luogo legge, studia ed ama il Vangelo. Lo abbraccio con forte emozione e conservo nel mio cuore questa citazione che vi ripropongo. E da questa sua citazione mi viene spontaneo prendere il mio consumato vangelo e mostrarlo a lui. Gli altri prigionieri si avvicinano curiosi a guardare il mio amato, vecchio libro. Vi sono commenti di Papa Francesco, di Papa Benedetto XVI, di Papa Giovanni Paolo II. Guardano e con i loro occhioni esclamano oooh, ogni volta che giro una pagina e un nuovo nome appare. Ma non parlo a loro di uomini illustri, che hanno lasciato un loro commento. Dico loro: “Sapete che in questa Bibbia mi hanno commentato il vangelo anche Gerald Oropeza ed il Viejo Paco? I due criminali li ho incontrati proprio qui [QUI] ed il Vijlejo Paco, proprio qui si è confessato davanti a tutti”.
Era il Natale 2016, una Messa bellissima e la confessione del Viejo Paco una sorpresa inaudita. “Ora, lui è morto per il Covid”. “Si Renzino, ho saputo che è morto… E Gerald Oropeza ha chiesto in un video in YouTube di costruire la cappella del carcere di Yanamaio che venerdì inauguro”.
Renzino è un narcotrafficante legato al cartello peruviano dei Barrio King. Mostro a loro gli scritti dei due delinquenti nella mia bibbia e ancora una volta il Signore mi scava nel cuore facendomi capire come il Vangelo non è esclusiva di autorevoli persone, ma che anche i delinquenti possono davvero indicare modi per seguire il Vangelo.

Ci sediamo e la nostra chiacchierata ci fa più intensa e cordiale. Angel Moreno, altro noto assassino in Perù mi chiede: “Ma perché sei venuto oggi?” Senza saperlo, El Moreno tocca un punto delicato e nascosto in me: “Sono venuto perché avevo bisogno di vedervi, avevo bisogno di condividere con voi una data importante per me, quella del 18 luglio. In quella data nel 2005 mia madre Santina veniva operata al cuore e per questo motivo nel 2013 proprio in quella data ho fatto nascere l’Associazione Amici di Santina Zucchinelli. Vedete, mi sono disperato per fare una festa solenne in quella data. Ma tutto è andato storto, un importante cardinale non è potuto venire a Roma, un evento preparto con profonda riflessione si è polverizzato. A Bergamo? Tutti in vacanza e così il 18 luglio 2013 alla sera ho celebrato la Messa ad un santuario in onore della Madonna dei Campi, con una decina di persone. Ma guardate che coincidenza. Se in quel giorno io sarò lontano da qua, proprio oggi la Madonna dei Campi è qui con noi. Ed allora? Quando mi chiederanno con chi ho festeggiato i dieci anni della nostra associazione, dirò che ho festeggiato con i peggiori delinquenti del Perù nel posto più nascosto e lontano del mondo che è Challapalca. E credetemi, sono così contento di dirvi queste parole, di passare con voi queste giornate che nemmeno se avessi avuto la possibilità di passare questo giorno con il Papa, avrei preferito voi, perché Papa Francesco mi dice che voi siete la carne di Cristo. Lui non ha mai detto che il Santo Padre è la carne di Cristo, ma lo dice di tutti voi, sempre. Credetemi, voi per me siete la carne di Gesù e sono contento di trascorrere questo giorno con voi e solo con voi. Non è un ripiego, ma è una scelta consapevole. Stasera per favore dite per me una Ave Maria alla Madonna dei Campi, perché la vostra preghiera se è fatta con il cuore è più forte di quella di una monaca di clausura”.
I ragazzi si commuovono e scoppia un forte applauso. Chiedo ad un ragazzo seduto vicino a me: “Perché sei qui?” Risponde: “Ho ammazzato più di venti persone!” Lo guardo, mi chiede il mio cappello di lana. Glielo regalo e lo abbraccio forte. Il fratello di Sonico, carcerato a Lampa (i fratelli rubarono quintali di oro alla pista dell’aeroporto di Juliaca), mi dice: “Gigi siamo onorati di vivere con te il giorno di anniversario della tua associazione, forse non è così male come credi: vedi nella tua associazione possiamo dividere due tipi di persone, quelle che si iscrivono e ti danno i soldi per le opere di solidarietà e poi noi disperati che invece aiuti. Vedi tu avevi pensato una festa importante per i benefattori nell’intento di ringraziarli e magari di ‘mungere’ un po’ di soldi e quindi inviti cardinali, monsignori, manager, giornalisti… Ma la tua Madonna dei Campi aveva un’altra idea per te: non fare festa con i benefattori, ma con i poveracci che tu aiuti… E questa è una festa a sorpresa in un logo molto diverso dalle scelte raffinate che facevi: sei a Challapalca a 5.050 metri tra assassini e ladri, amico mio! E se devo essere sincero, le persone che ti aiutano, ti aiuteranno comunque anche senza importanti eventi, quando hai deciso di festeggiare con tutti noi”.
Mi salgono i brividi dalla schiena, in questi anni arrivano al mio cuore parole forti e che mi rincuorano, non dai ricchi e potenti o da uomini influenti. Un narcotrafficante è capace di umiliarmi con parole sagge e profonde e di dare al mio cuore calore e pace. Molte volte in Italia il cuore rischia di gelare se non mi butto a capofitto in Dio e nella preghiera. Davvero questa nuova vita da due anni rilancia sfide su sfide e nel cuore senti disorientamento. Poi parto, arrivo in un carcere tanto spaventoso e disgustoso e proprio qui riparte il riscatto, proprio qui mi ricarico e torno in Italia con una meravigliosa festa nel cuore, che riscalda ed illumina il bellissimo e nuovo appartamento in cui vivo nella mia amata Città Alta.
Che meravigliosa festa a Challapalca, incredibile festa a Challapalca, mai immaginata. E vi è stato anche un “regalo di compleanno”. Dopo aver festeggiato giocando a dadi, guardando i tatauggi, un ragazzo mi si avvicina: ”Padre mi puoi confessare?” Mi illumino di gioia e rispondo: “Sono prete per questo! Sono prete per questo! Sono prete per questo!” Ci sediamo al sole ed il giovane fa uscire dal suo cuore un male nero, pesante, profondo! Il ragazzo vomita i suoi crimini e io adoro nel cuore il pentimento di un uomo che riceve il perdono di Dio. Piange il ragazzo, piange nell’anima il male fatto. Mi alzo in piedi, lui si mette in ginocchio e lentamente recito le parole: Io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Lo abbraccio forte forte e nel mio cuore devo dire “Se è vero che questa è la carne di Gesù, è anche vero che questo uomo ha ricevuto il perdono di Dio, perché in quel momento un sacerdote pieno di peccati ha pronunciato parole tremende di perdono, e quel sacerdote sono io, e per questo sono nato e vivo”.
Riparto da Challapalca con la pace nel cuore, con la gioia di essere prete e con la gratitudine alla nostra Associazione per il bene che mi regala. Questo bene sei anche tu, che mi hai letto fino ad ora. E con il cuore ti ringrazio.



























