Si allungano i tempi del processo al prete per abusi sessuali su minori ad Enna. Ascoltato in aula le parole del Vescovo di Piazza Armerina a Don Rugolo: «Per te ci sono i presupposti per diventare Santo»

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.07.2023 – Ivo Pincara] – Il 14 marzo 2023 era stata svolta la 10ª udienza del processo penale di primo grado con rito abbreviato a carico di Don Giuseppe Rugolo, il prete 40enne di Enna che è imputato per violenza sessuale aggravata a danni di minori, iniziato il 7 ottobre 2021, che avrebbe dovuto concludersi l’11 luglio 2023 con la sentenza, ma il tutto è slittato. Arrivati dopo l’11ª udienza del 4 aprile, la 12ª udienza del 23 maggio, la 13ª udienza del 27 giugno, alla 14ª udienza dell’11 luglio, sono state fissate ulteriori udienze per il 26 settembre e il 17 ottobre, durante le quali dovrebbero essere sentiti ancora testimoni della difesa. In attesa della sentenza prevista per il 7 novembre, secondo la stampa locale sull’esito del processo filtra ottimismo da parte della difesa dell’imputato, che continua a dichiararsi innocente.

Nel corso della 14ª udienza dell’11 luglio 2023, al Tribunale di Enna si è concluso l’interrogatorio di Don Giuseppe Rugolo, iniziato nell’udienza precedente ma durato solo poche ore, perché l’imputato aveva dichiarato di dover rientrare a Ferrara per motivi di salute.

Secondo quanto scrive Elisa Rizzo su La Sicilia, l’11 luglio sono state sentite in aula delle tracce audio del Vescovo di Piazza Armerina, Mons. Rosario Gisana, registrato a sua insaputa dall’imputato. “Caro Giuseppe per te ci sono tutti i presupposti per diventare Santo”. Questa la frase ascoltata durante l’udienza. La conversazione risalerebbe al periodo in cui Don Rugolo, dopo le prime segnalazioni dell’archeologo 28enne Antonio Messina – all’epoca minorenne che è stato il primo a denunciare – era già stato trasferito nell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio nell’Emilia Romagna, dove fu arrestato nell’aprile del 2021, a conclusione delle indagini che erano partite dopo la prima denuncia. “Quel file già acquisito nel corso dell’indagine e la riproduzione in aula, è stata richiesta dalla difesa della parte civile. Proprio al fine di provare le responsabilità di chi ha interagito con Rugolo”, hanno dichiarato i legali delle parti civili.

“’Caro Giuseppe per te ci sono tutti i presupposti per diventare  Santo’. Così il Vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, registrato all’insaputa, si rivolgeva a Giuseppe Rugolo il sacerdote accusato di violenza sessuale su minori. Alcune tranche di quella registrazione, fatta proprio da Rugolo dopo che era stato spostato a Ferrara e allontanato da Enna, sono state ascoltate nell’aula del tribunale dove è in corso il processo. Un’udienza anche questa lunghissima, iniziata poco prima di mezzogiorno e conclusasi a notte fonda, intorno alle 23.30 con il controesame del Presidente del collegio giudicante, Francesco Pitarresi. Rugolo ha continuato a professarsi innocente e si è difeso dicendo che, le migliaia di frame e fotografie a sfondo sessuale, che ritraggono anche giovanissimi, archiviate nel suo computer, sarebbero state frutto di una sorta di test, a cui autonomamente si sarebbe voluto sottoporre, per provare a capire a se stesso anche se ammette, che alcune erano frutto di una ‘caduta’. ‘Le pagine si aprivano da sole e anche quando provavo a chiuderle non ci riuscivo’. Prolisso e lunghissimo nelle risposte ha risposto prima alle domande della parte civile, della difesa e al quelle del Pm Stefania Leonte e del Presidente Pitarresi nel controesame che più volte, durante l’udienza, ha sottolineato all’imputato che stava eludendo le domande. Tra le parti di quella registrazione fatta da Rugolo a Gisana, in aula, è stato fatto ascoltare anche un altro pezzo nel quale il vescovo avrebbe detto a Rugolo che nella diocesi c’era un altro sacerdote “che ha fatto cose molto peggiori delle tue, ma non viene fuori. Nessuno lo denuncia e, certo, non posso farla uscire io. Invece tu, un giovane di 38 anni stai passando tutto questo’. Rugolo, nel corso di questa conversazione invita più volte il vescovo a raccontare la sua vicenda personale, facendo intendere che tra le due vicende, quella che stava vivendo Rugolo e quella vissuta da Gisana ci sarebbero molti punti di contatto. L’udienza conferma il linguaggio volgare che Rugolo utilizzava nelle chat con ragazzi, frutto, a suo dire, solo di goliardia.  Per provare a chiarire come mai Rugolo avesse nel suo computer copia della denuncia ecclesiastica, presentata dalla vittima alla diocesi, il sacerdote ha spiegato di avere ricevuto tutte le carte dalla segretaria di Gisana” (Pierelisa Rizzo, La Sicilia).

Nel corso del processo sono emersi anche altri casi di violenze su minori da parte di altri sacerdoti della Diocesi di Piazza Armerina. Casi su cui, sebbene molti ne fossero a conoscenza, nessun provvedimento sarebbe mai stato adottato. Tra questi, ci sarebbe anche quello di un catechista di Gela che è emerso di recente nel corso di indagini difensive portate avanti in un altro procedimento da alcuni avvocati delle parti civili.

Le ultime immagini della 13ª udienza del 27 giugno di una seduta fiume, come tutte le altre, lunga e correlata da tante camere di consiglio, sono state quelle di un video, proiettato in aula, in cui si vede l’imputato, in atteggiamenti poco consoni ad un uomo di chiesa, con un ragazzino. L’udienza si era aperta con la testimonianza di un uomo che ha raccontato di essere stato oggetto di attenzioni da parte di Don Rugolo quando era adolescente. Una cifra, questa della passione per gli adolescenti, confermata anche da un ex allievo del sacerdote che ha ammesso di avere avuto rapporti sessuali con Rugolo quando era suo alunno, seppur, ha detto il ragazzo, quando era già maggiorenne.

Il Tribunale aveva escluso dalla testimonianza l’Avvocato rotale Federico Marti, il legale che avrebbe seguito la trattativa tra la Diocesi di Piazza Armerina e la famiglia della vittima, con l’offerta di 25 mila euro in cambio di una clausola di riservatezza, con la quale la giovane vittima si sarebbe impegnata al silenzio sulla faccenda. Marti aveva fatto pervenire al Presidente della Corte, Francesco Pitarresi, una lettera nella quale si diceva che per problemi di salute era impossibilito ad essere presente in aula, ma che, comunque, si sarebbe avvalso del segreto professionale.

Nel corso dell’interrogatorio era emerso che Don Rugolo mentì a Mons. Pietro Spina, allora parroco di San Giovanni, dove si sarebbero consumati alcuni episodi, sui comportamenti a sfondo sessuale tenuti nei confronti dell’allora giovane vittima.

Nel corso della 12ª udienza del 23 maggio 2023 un giovane testimoniando ha raccontato: “Ho visto Don Giuseppe Rugolo in atteggiamenti sessuali intimi con un ragazzo giovanissimo, anni fa, mentre eravamo a un campo estivo». A tirare in ballo il testimone nel corso dell’11ª udienza del 3 aprile 2023 era stato un altro giovane che da lui avrebbe ricevuto questa confidenza. A volerlo in aula sono stati i legali della difesa di Don Rugolo. Nel corso della stessa udienza del 23 marzo sono stati ascoltati anche alcuni consulenti della parte civile (l’Avvocata Eleanna Parasiliti Molica per la vittima che ha denunciato gli abusi, Giovanni di Giovanni che assiste la famiglia del giovane all’epoca minorenne, l’Avvocato Mario Caligiuri per l’Associazione Rete l’abuso e Irina Mendolia per l’Associazione Cotulevi). Dopo uno psichiatra che ha analizzato i traumi che una violenza può provocare in una vittima, è stata la psicoterapeuta del denunciante a rispondere alle domande degli avvocati. Su richiesta dell’avvocato della Diocesi di Piazza Armerina (che, insieme alla Parrocchia San Giovanni Battista di Enna, è responsabile civile nel processo) il Tribunale aveva ammesso a testimoniare l’avvocato rotale che ha assistito la vittima nel processo canonico.

Il 4 aprile 2023 l’udienza fiume, con ben 21 testimoni da ascoltare, era iniziata intorno alle ore 11.30 e si era conclusa alle ore 20.30. Era stata la volta dei giovani del 360, l’associazione creata da Don Rugolo e dove sarebbero maturate violenze su altri adolescenti. Emergono anche altri episodi di abusi su giovanissimi che si sarebbero consumati nel corso di un ritiro, quando Don Rugolo era ancora seminarista. Momenti di tensione in aula quando l’Avvocato di parte civile Eleanna Parasiliti Molica ha letto una chat intercorsa tra Rugolo e il consigliere comunale del PD, Marco Greco, coordinatore del 360, dalla quale si evince che anche Padre Petralia, lo storico parroco del Duomo era a conoscenza delle violenze subite dal giovane che ha denunciato. Tutto questo farcito di scambi, nelle chat, di volgarità e doppi sensi, oltre che di chiari messaggi a sfondo sessuale. Mentre il Tribunale ha rinunciato a sentire alcuni testi, seppur convocati, acquisendo gli interrogatori ai quali questi giovani erano stati sottoposti dalla Squadra Mobile di Enna nel corso delle indagini, per altri ha preferito l’esame in aula del teste. L’ultimo a deporre, quando era ormai sera, è stato proprio Marco Greco, candidato nelle elezioni e sostenuto da Rugolo, al quale avrebbe inviato, mentre questi era a Ferrara, un costante report sull’attività di Messina, anch’egli candidato ma in altra lista, dai facsimili ai post che quest’ultimo pubblicava. Greco ha confermato che durante i ritiri Rugolo avrebbe dormito con altri ragazzi, tanto che spesso lo apostrofavano “Rugola”, ed in particolare con uno che risulta tra le parti offese del processo. L’attività di controllo continuo e di isolamento di chi aveva osato denunciare, è confermata anche da altri testi che hanno raccontato come Moms. Spina, parroco di San Giovanni all’epoca dei fatti, avesse provato ad allontanare alcune giovani perché amici di Messina.

Stessa operazione di isolamento sarebbe stata messa in campo da Don Rugolo all’interno del 360. Avrebbe avvicinato alcuni ragazzi dicendo loro di allontanarsi dal Fai perché c’era proprio Antonio Messina, mentre montava l’astio contro la parrocchia di Sant’Anna, alla cui guida c’era Padre Fausciana, reo di avere raccontato al Vescovo Gisana le violenze subite da Messina.

Ma il tema cardine dell’udienza del 4 aprile sono state le centinaia di immagini a sfondo sessuale che circolavano tra le chat, alcune private ma altre afferenti a gruppi del 360, dove erano presenti anche minorenni. Immagini come stickers che non lasciavano spazio alla fantasia.

In aula era presente anche Don Rugolo che non si era fatto scrupolo di trascinare in tribunale, seppure come testi, i suoi amati giovani, poco più che adolescenti, vittime degli abusi, vivendo ore di angoscia.

Fonti delle informazioni: stampa locale e Retelabuso.org.

++++ AGGIORNAMENTO ++++

Portale della Diocesi di Piazza Armerina, 14 luglio 2023
Caso Rugolo. Replica all’articolo di “La Sicilia” del 13 luglio 2023


In relazione all’articolo pubblicato sulla testata giornalistica “LA SICILIA” in data 13 luglio 2023, il cui contenuto appare diffamatorio nei confronti del Vescovo Monsignor ROSARIO GISANA, per le illazioni che contiene, le quali nei termini in cui sono state rappresentate non trovano corretto riscontro negli atti processuali, intendiamo precisare, ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall’art.8 della legge 47/1948, quanto segue:

L’articolo rappresenta l’ennesimo capitolo, relativamente al caso di don Giuseppe Rugolo. Si osserva che l’autrice dell’articolo, che non era presente in udienza ma si assume la responsabilità di pubblicare notizie malamente apprese da altri, con una disinvoltura irresponsabile, estrae brani di atti processuali – in barba al divieto di pubblicazione imposto dal Tribunale, ma questa non è una novità e neppure l’aspetto più grave – li decontestualizza e li trasforma secondo i suoi preconcetti in qualcosa che nulla ha a che vedere con ciò che realmente significano, e, in modo osceno, omette gli elementi essenziali per la corretta comprensione del loro significato.
Così diventa tutt’altro il colloquio tra un Sacerdote che non confessa abusi di sorta ed il proprio Vescovo, a cui le risultanze dell’indagine canonica – dallo stesso affidata a due Giudici Rotali – danno conto dell’operato non di un sacerdote abusante ma dei trascorsi di un seminarista che confessa di avere intrattenuto una relazione affettiva non caratterizzata da abusi.
Il Vescovo, nell’occasione narrata non solo non esercitava il ruolo di giudice, ma quello di guida spirituale, ma come è evidente a chi non ha tesi da dimostrare, invitava il Rugolo a fare chiarezza dentro di se ed a rivedere la propria vocazione, ricordandogli che “il pentirsi dei propri peccati è  la premessa che può divenire  occasione di santità”.
Come si sa (se non si è prevenuti), anche coloro che sono POI diventati santi, possono PRIMA aver attraversato momenti bui di sofferenza e/o di peccato anche grave per cui anche chi è colpevole non deve disperare. Ciò dicendo il Vescovo svolge il proprio ruolo di pastore, guida spirituale, che ascolta e da speranza di conversione a colui che confessa di avere peccato, prospettandogli di scegliere un percorso di penitenza e ravvedimento. Tale conversazione chiara e limpida nel contesto e nei contenuti viene trasformata non solo in una ridicola parodia di ciò che invece realmente rappresenta lo svolgimento di una delle più importanti e difficili espressioni, la guida di un penitente verso la riconciliazione, ma viene addirittura radicalmente deformata in insinuazioni gravemente diffamatorie.
La serietà delle finalità del colloquio che, se complessivamente ascoltato appare chiaramente volta ad esortare nel Rugolo una profonda riflessione sui fatti che lo hanno visto coinvolto per come emergevano al tempo del colloquio, ricordandogli che anche i santi hanno attraversato (e superato) momenti in cui hanno peccato o sono stati tentati, sfugge a chi è abituato ad usare gli articoli di stampa come una pubblica gogna, strumentalmente utilizzata persino per insinuare che il Vescovo nell’esortare Rugolo a superare il proprio momento di personale disperazione, ha affermato che nel proprio percorso vocazionale anche lui aveva avuto momenti difficili, viene letteralmente inventata, con un volutamente maldestro uso delle espressioni verbali “pare” ed “avrebbe”, una tanto inesistente quanto diffamatoria analogia tra la vicenda vissuta dal Rugolo e le difficoltà a cui faceva riferimento il Vescovo, che non aveva risvolti sessuali di sorta, per come lo stesso Rugolo ha avuto modo di precisare, rendendo l’inciso dell’articolo secondo cui Rugolo “avrebbe invitato più volte il vescovo a raccontare la sua vicenda personale, facendo in qualche modo intendere che ci sarebbero dei punti di contatto con la sua” una diffamatoria invenzione che non ha assoluto – neppure putativo – riscontro negli atti processuali [QUI].

Articoli precedenti

Sulla scia del Processo Rugolo ad Enna, nella Diocesi di Piazza Armerina si allarga lo scandalo dei preti abusanti sessuali di minori – 16 marzo 2023
– La Cassazione: no all’oscuramento nel diario Facebook della giornalista Pierelisa Rizzo delle chat a sfondo sessuale di Don Rugolo – 13 gennaio 2023
– La II Giornata per gli abusi sessuali nella Chiesa. Il caso della Diocesi di Piazza Armerina e del Vescovo Gisana in un dossier di Domani – 18 novembre 2022
– Diocesi di Piazza Armerina. L’Ordine dei Frati Minori Conventuali ha avviato la procedura di dimissione dallo stato clericale del cappellano-pusher al carcere di Enna – 4 novembre 2022
– Diocesi di Piazza Armerina. Arrestato il cappellano del carcere di Enna – 13 ottobre 2022
– Ottava udienza del Processo Rugolo ad Enna. Il Vescovo di Piazza Armerina sarebbe stato a conoscenza di abusi sessuali da parte di sacerdoti mai rimossi – 11 ottobre 2022
– Processo Rugolo a Enna: nove ore di interrogatorio per la vittima: «Gli abusi sessuali avvenivano anche nella sacrestia della chiesa di San Giovanni» – 8 luglio 2022
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– Caso Rugolo. La Diocesi di Armerina offrì soldi per il silenzio del denunciante: “Denaro della Caritas proposto dal Vescovo Gisana, rifiutato dalla vittima come immorale e illecita” – 30 aprile 2022
– Domani ad Enna la quarta udienza nel processo a carico di Don Giuseppe Rugolo, arrestato per violenze su minori. Il caso sarà presentato all’ONU dall’Associazione Rete l’Abuso – 26 gennaio 2022
– Diocesi di Piazza Armerina rimane responsabile civile, non ammessa parte civile al processo a carico di Don Rugolo, accusato di abuso sessuale su minori – 25 dicembre 2021
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– Petizione di “Solidarietà al Vescovo Gisana”. “L’ipocrisia di una Chiesa che, ad Enna, crolla a pezzi”. Chi sta accanto alle vittime si appella a Papa Francesco di intervenire – 5 maggio 2021

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