… che il tuo Sogno sia più grande della tua paura. 57° viaggio di solidarietà in Perù. In viaggio verso la luna
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.07.2023 – Vik van Brantegem] – Dopo la Santa Messa al Santuario Madonna dei Campi di Stezzano il 27 giugno, Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami è partito il giorno dopo per un nuovo viaggio molto impegnativo, il 57° viaggio di solidarietà e di speranza della Fondazione Santina in Perù. Ha detto, che dopo il trasloco si sentiva molto stanco e che questo viaggio gli ha colto forse impreparato: “Sono le sfide di Dio”. Il suo ritorno è previsto per il 17 luglio, alla vigilia del 10° anniversario dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus. Il 30 giugno scorso abbiamo presentato il programma provvisorio, con l’evento centrale: la visita al Carcere di Yanamayo sulle Ande, dove il 14 luglio verrà inaugurata la cappella alla presenza del Vescovo di Puno [QUI].
Come siamo ormai abituato con Don Gigi, la partenza non è andato come previsto, come ci ha raccontato nel suo Report 57/1. Duemila dollari che segue. Solo Don Gigi riesce a guadagnare soldi, dormendo in un albergo di lusso, che abbiamo pubblicato il 1° luglio scorso [QUI]. L’8 luglio è seguito il suo Report 57/2. La tragica vita nelle miniere di oro illegali dell’Amazonia peruviana [QUI], in cui Don Gigi racconta il suo incontro a Puerto Maldonado con Candy e il suo bambino Azre, dopo l’incontro con le 10 famiglie del programma di adozione dei bambini a distanza 2021-2024. Candy gli spiega il lavoro massacrante nelle miniere di oro illegali nel luogo che si chiama Pedro Luna e dove cucina per i minatori.
Oggi presentiamo il Report 57/3. In viaggio verso la luna, in cui Don Gigi ci dice come è fortunato a vivere le grandi esperienze durante questi viaggi di solidarietà e speranza: «Ogni giorno ringrazio Dio di questo tempo di grazia e di conversione. Vivo davvero una esperienza particolare e forte che mi deve rendere più umile e piccolo, aumentare nell’umiltà e nell’incontro profondo con Dio, perché non sono un assistente sociale».
Report 57/3. In viaggio verso la luna
La stanchezza inizia a farsi sentire. Sono in viaggio ormai da più di dieci giorni ed ogni giornata qui nella foresta amazonica è intensa e contiamo i minuti ed i secondi di ogni incontro. Sto scrivendo mentre scende una di quelle piogge torrenziali proprie della foresta: il cielo riversa acqua con forza ed in grande quantità, come in Vietnam basta un minuto sotto questa pioggia per essere totalmente bagnato fino alle mutande e poi umido, umido, umido.
“Che il tuo Sogno sia più grande delle tue paure”. Oggi abbiamo iniziato la giornata alle ore 07.30 con il primo incontro in una casa di Puerto Maldonado, la bimba di un anno ed otto mesi è nata affetta da una grave patologia genetica; oltre a mostrare visibile ritardo mentale ed una testa deforme ha le dita delle manine e dei piedi uniti si chiama Nancy Briana ed è dolcissima. La prendo in braccio e lei si lascia coccolare. La stringo forte ed il suo martoriato corpicino sprigiona una grandissima carica di affetto. Anche la piccolina mi abbraccia e cura il mio cuore e le mie paure. Paura della solitudine, paura della sofferenza, paura della morte. Ho 62 anni e questi viaggi mi mettono sempre davanti sofferenza, solitudine e morte e tutto questo ti disorienta perché è uno specchio della tua interiorità.
La piccolina con la sua esistenza di minorità e sofferenza mi cura, come ieri l’incontro con Lian, un piccolino cieco che vive in una grande miseria, dove non vi è neppure da mangiare. Che il tuo Sogno sia più grande delle tue paure: queste giornate ti chiedono di sognare con forza e motivazione il Paradiso, di sognare Dio, una vita futura che renda significato a questo vivere. Il papà della bimba, Brian, mi dice che per staccare le dita dei piedini, dei medici tedeschi volontari qui nell’Amazonia hanno chiesto a lui 610 euro. Mi guarda con attenzione e cerca di capire la mia risposta… Olinda ed Hernan sono con me. “Brian quanto è il costo per le manine? Per liberare le dita delle manine?” “Padre, non ho una idea precisa… potrei domandare”. “Facciamo così, se la cifra è di 600 euro ci impegniamo noi ad aiutarti per i piedini. Non diamo soldi a te. Parlo con Karol della Caritas, tu porti a lei il documento e la ricevuta del conto e noi saldiamo a lei la fattura. Va bene?” “Brian illumina piano piano il volto di un grande e profondo sorriso del cuore e dice: “Grazie padre!” Mi prende la bimba dalle braccia, la passa alla nonna e mi abbraccia forte.
Usciamo dalla misera casa con un profondo turbamento per la deformità della piccola che annega in una nera miseria. Molte volte mi chiedo quanto questi viaggi disorientino il mio modo cretino di vivere ed esigono radicale conversione. È vero, non risolviamo i problemi del mondo, ma il mondo in questi viaggi risolve i nostri stupidi problemi. Mi trovo spesso la sera in questi giorni a chiudere la pesante giornata pieno di punture di insetti, di escoriazioni per cadute.
Oggi con il motorino abbiamo avuto un bel capitombolo. Con un ragazzo della Caritas stavamo andando in moto verso la casa di Galeb. Un grosso fuoristrada apre improvvisamente la porta e ci sbatte contro il guardrail, la bravura di Alexis ci mantiene in sella ma una bella escoriazione sul braccio sinistro rimane lì con una bella paura. La moto scivola per terra ma grazie a Dio non ci facciamo nulla. Con Alexis ci sediamo al bordo della strada, ci riprendiamo dallo spavento e continuiamo la nostra corsa in moto verso i bambini che abbiamo adottato a distanza.
Le giornate finiscono tutte con profonda e grande stanchezza, che poi si risolve in una pace e calma profonda. Sono fortunato a vivere queste grandi esperienze ed ogni giorno ringrazio Dio di questo tempo di grazia e di conversione. Vivo davvero una esperienza particolare e forte che mi deve rendere più umile e piccolo, aumentare nell’umiltà e nell’incontro profondo con Dio, perché non sono un assistente sociale.
Questa mattina facevo meditazione sulle rive del grande fiume Madre de Dios e la natura mi si imponeva davanti come prepotente segno dell’esistenza di Dio: i colori tenui dell’alba che piano piano si accendono di luce, farfalle, insetti, scimmiette… davvero pensavo al paradiso terrestre. Viaggio pieno di Dio, questo 57° viaggio di solidarietà e speranza in Perù. Nella meditazione del mattino mi venivano in mente alcuni fatti semplici e forti di questi giorni, che vi voglio con semplicità proporre.
Durante il lungo viaggio da Juliaca a Puerto Maldonado ci fermiamo sulle Ande per comperare un formaggio da offrire ai padri del seminario che ci ospitano. Ho perso gli occhiali da sole e gli occhi mi bruciano per la polvere. Cerco un paio di occhiali nella tienda dove ci fermiamo. Olinda dice alla signora che sono un prete, io scelgo gli occhiali e lei, la padrona me li regala: “Padre te li regalo, ricordati di me nelle tua preghiera!” Salgo in macchina ed il dolce ricordo mi accompagna tutto il lungo viaggio e poi recito una decina del rosario… e poi?
Devo parlare di Olinda, sperando che non legga tutto il report. Conoscete Olinda da tanto tempo, come la signora che ha seguito come badante mia madre Santina. Lei nel 2014 è tornata definitivamente in Perù e qui vive a Juliaca nel Barrio di Villa San Roman. Olinda ed Hernan sono due persone semplici e buone che adoro, proprio per la loro semplicità e bontà. Alcuni giorni fa io ed Hernan, sulle Ande passeggiavamo verso casa la sera e nel freddo intenso sottozero guardavo le stelle in cielo e la bianca e bellissima luna. “Sai Hernan, uno dei momenti più belli della mia giornata è quando mi addormento la notte sotto 4 copertone di alpaca che mi proteggono dal freddo. La testa spunta fuori ed io mi proteggo con un cappellino di alpaca con il para orecchie. Guardo la luna e mi addormento sereno“.
Io ed Hernan parlavamo sereni come vecchi amici delle stelle e del chiarore lunare. Ci attende sulla porta Olinda ed anche a lei parlo della luna. Il giorno dopo partiamo per l’Amazonia, io sono seduto davanti ed ogni tanto guardo ai due sposi ormai non molto più giovani che con delicata dolcezza viaggiano tenendo la mano nella mano. È una scena dolcissima per me, Hernan ha 70 anni ed Olinda ne ha 65, eppure il loro semplice e profondo amore si nutre di gesti semplici e dolci come tenersi la mano nel lungo viaggio. Poi parlano sottovoce, penso dei figli, poi a volte alta mi indicano una cascata od un albero. Momenti lieti di profondo affetto che colgo con ammirazione. Guarda come si amano. Guarda che dolcezza.
Meno male che Olinda è tornata dieci anni fa. La vita di immigrazione ti regala soldi ma ti ruba affetto. Loro vivono in un barrio povero ma con la mano nella mano. Molte volte in Italia giovani donne del Perù vivono in belle case ma stringono con la mano una dolorosa solitudine che spinge alla depressione. Ti riempi di soldi le tasche, ma vuoti il cuore dagli affetti. E così ti avvii alla vecchiaia in una ghiacciata solitudine. Nella vita quello che ci rende felici è il cuore e non le tasche.
La nostra auto sfreccia verso Puerto Maldonado, il sole tramonta e scende la sera. Bellissime stelle invadono il cielo e una enorme rossa luce appare. Mi ricordo di aver visto con Hernan ed Olinda la sera prima bianca e molto più piccola. Rimango preso dallo stupore. Guardo in silenzio il singolare spettacolo astronomico. Anche i due sposi sono con la bocca aperta, mano nella mano e con gli occhioni pieni di stupore. Interrompo il silenzio e dico ad Hernan: “Ma qui nell’ Amazonica mi sembra più grande di quella delle nostre amate Ande”. Lui rimane in silenzio ed Olinda mi dice: “Don Luigi con tutti i chilometri che abbiamo fatto oggi ci siamo avvicinati alla luna”. Forse si accorge di aver detto una cosa non vera e tace. Nessuno di noi commenta, io invece nel mio cuore mi commuovo.
Questa donna semplice è davvero l’immagine di una donna buona. Nel cuore mi ricordo cosa diceva mia madre Santina del sole: “Sai Luigi perché non puoi guardare il sole? Perché li abita Dio”. Crescendo mi resi conto che era una immagine come quella pronunciata da Olinda sull’avvicinarsi alla luna per un semplice viaggio di 800 km. Avvicinarsi alla luna: dolcissimo per due sposi in viaggio con la mano nella mano. Avvicinarsi alla luna, guardare verso la stessa direzione, stupirsi, nella semplicità di una donna che con gli occhi di bambino guarda il fenomeno naturale ed è felice.
Questa donna è un gigante, mentre il prete di Bergamo no. Lui non crede che ci si può avvicinare alla luna con un semplice viaggio in auto e così resta escluso dalla meraviglia dei poveri. Lui, il prete saccente, la sera controlla in internet e viene a sapere che è un raro fenomeno astronomico. Mentre lei si addormenta felice del suo viaggio verso la luna ed è proprio in questa convinzione che il giorno dopo viene a sapere dalla figlia Cynthia che si trattava di un fenomeno naturale ed a tavola c’è lo spiega. Ed io in silenzio imparo: i semplici non sono sprovveduti o stupidi. I semplici hanno in più di noi la capacità di sognare, ed il loro sogno è più grande delle loro paure, perché il loro sogno si chiama Dio e Dio è nel sole.