… che il tuo Sogno sia più grande della tua paura. 57° viaggio di solidarietà in Perù. Guadagnando duemila dollari, dormendo in un albergo di lusso ad Atlanta
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 01.07.2023 – Vik van Brantegem] – Dopo la Santa Messa al Santuario Madonna dei Campi di Stezzano il 27 giugno, Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami è partito il giorno dopo per un nuovo viaggio molto impegnativo, il 57° viaggio di solidarietà e di speranza della Fondazione Santina in Perù. Ha detto, che dopo il trasloco si sentiva molto stanco e che questo viaggio gli ha colto forse impreparato: “Sono le sfide di Dio”. Il suo ritorno è previsto per il 17 luglio, alla vigilia del 10° anniversario dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus.
Ieri abbiamo presentato il programma provvisorio, con l’evento centrale: la visita al Carcere di Yanamayo sulle Ande, dove il 14 luglio verrà inaugurata la cappella alla presenza del Vescovo di Puno [QUI].
Partito mercoledì 28 giugno 2023 alle ore 11.45 da Milano Malpensa con il volo della Delta Airlines DL175, Don Gigi come è arrivato ad Atlanta negli Stati Uniti alle ore 17.00 (ora locale), con solo 45 minuti di ritardo sul programma. Quindi, fin qui tutto bene. Poi, la partenza del volo DL 151 da Atlanta che era prevista alle ore 23.55, con arrivo a Lima (Perù) alle ore 05.25 (ora locale), è stato posticipato.
Durante il volo da Malpensa ad Atlanta Don Gigi mi aveva scritto: «Ciao un saluto dall’aereo! Si possono solo inviare messaggi ma è molto buono per avvisare e parlare con persone a terra». Gli avevo risposto: «Sto preparando un primo pezzo sul 57° viaggio e inserisco anche qualche altra cosa. Non so se riesco oggi. Buon viaggio. Vedi di arrivare a destinazione come previsto 🤣». Ma come siamo ormai abituato con Don Gigi, non è andato come previsto, come ci racconta nel suo Report 57/1. Duemila dollari che segue. Solo Don Gigi riesce a guadagnare soldi, dormendo in un albergo di lusso.
Report 57/1. Duemila dollari
Per risparmiare soldi, i viaggi aerei che compiamo sono da capogiro. Basta ricordare lo scorso anno lo sfortunato volo con Air Canada per Colombia, Bolivia e Perù, costatomi ben 36.000 chilometri, la perdita delle valigie per ben due volte e circa 500 euro di spese a motivo del pazzesco modo di viaggiare della compagnia canadese.
Anche questo anno abbiamo scelto un viaggio lungo, alla ricerca di un viaggio economico ed ecco formarsi così l’itinerario: Milano Malpensa-Atlanta, Atlanta-Lima e Lima-Juliana. Partenza mercoledì 28 giugno alle ore 11.45 ed arrivo a Juliaca alle 13.05 del 29 giugno… ed invece, oggi 30 giugno vi scrivo da una stanza dell’Hotel Hilton di Atlanta! E partirò domani sera 1° luglio alle ore 23.55 per Lima dove giungerò domenica 2 luglio alle ore 13.05.
Costo del biglietto andata e ritorno? Ascoltate bene: 1.320 euro, con il ritorno attraverso Parigi. Se pensate che il viaggio per il Kenya lo abbiamo pagato 940 euro e quello della Colombia solo 870 euro, possiamo dire che pur la tariffa più economica di questo periodo Delta Airlines non costa poco, ma – ripeto – ben 1.320 euro e con arrivo e partenza in due aeroporti differenti, la partenza da Milano Malpensa ed il ritorno a Milano Linate.
E allora partiamo. Blanca con grande gentilezza si rende disponibile ad accompagnarmi in aeroporto. Sono le ore 05.00 del mattino del 28 giugno. Le chiavi entrano nella serratura, la porta si apre e Blanca entra con un grande sorriso: “Buongiorno Don Gigi!”. Guarda la valigia, mi dà un bacio e mi chiede: “Non hai dimenticato nulla vero?” Mezzo addormentato le rispondo: “Certamente no!” ed invece in aereo mi ricordo di aver dimenticato ciabatte e pigiama. Pazienza, sulle Ande userò la roba di Josmell.
Nel grande salone di Passaggio Ca Longa 3, dove da pochi giorni abito, ho preparato tutto per la celebrazione della Santa Messa. Blanca legge la prima lettura. Al termine della preghiera con molta emozione prendo la valigia, spiego a Blanca dove sono le chiavi della Fiat 500 parcheggiata a piazza Rosate e poi Blanca chiude a chiave ed usciamo.
Città Alta di Bergamo è bellissima, sembra una regina addormentata, piazza Vecchia un incanto. Nel silenzio percorriamo le viuzze e scendiamo sulle mura con la valigia in spalla e poi via con l’auto di Blanca verso Malpensa. Parliamo del nostro prossimo viaggio a Gerusalemme, dei due bellissimi nipotini di Silvana e della sua caviglia ingessata. In aeroporto offro a Blanca la colazione e poi con un abbraccio ci salutiamo. Sono stanco, molto stanco per tutte le situazioni legate al trasloco e mi do dell’imbecille a programmare tutto con ritmi così stretti, senza un giorno di riposo.
Malpensa è pieno alla follia, allegri vacanzieri con le loro enormi valigie e le compagnie aeree indaffarate a trovare posti a bordo per tutti. Presento il mio visa e il biglietto. La hostess è gentilissima e mi offre un posto a sedere verso il corridoio: il volo è molto lungo, si tratta di quasi dieci ore, nove ore e quaranta minuti per la precisione. Offro a lei il caffè e poi in perfetto orario l’aereo decolla ed atterriamo alle ore 17.00.
Durante il volo mi sono riposato, ho pregato, ascoltato musica e mi sento meglio. Ho ben 6 ore di attesa, penso proprio che mi posso concedere una bella dormita, ma non facendo casini come ad Addis Abeba dove avevo perso l’aereo. Trovo un luogo dove potermi distendere: una aiuola con un largo bordo sul quale ci si può sedere fa proprio al caso mio. Mi distendo, metto lo.zaino con i soldi e i documenti come cuscino sotto la mia testa e poi sprofondò in un lungo sonno di ben due ore in mezzo al chiasso dell’aeroporto.
Mi sveglio e mi sento ancora meglio. Sono le ore 19.30, in Italia è notte fonda e il mio corpo risente del fuso orario di ben sette ore. Mi avvicino all’uscita B6 e questa volta mi sdraio per terra vicino ad una grande finestra come mi era capitato di fare ad Amsterdam in una notte di inverno di ritorno dal Kenya. Mi metto a ridere pensando ai barboni che mi facevano compagnia.
E così, tra pensieri piacevoli sulle avventure nel mondo per la solidarietà di Santina, mi addormento dolcemente per la seconda volta. E, come se fosse un sogno, vengo risvegliato dalla voce gentile di una ragazza che propone qualche cosa per la quale penso di sognare: “Ladies and gentlemen, stiamo cercando dei volontari per il volo di Lima: chi di voi volesse andare in Perù sabato 1° luglio la compagnia regala 2.000 dollari e copre tutte le spese di soggiorno al lussuoso Hotel Hilton di Atlanta”. Ascolto con gli occhi chiusi e mi dico: ma guarda che cazzate spara la gente sarà uno scherzo, apro gli occhi e mi giro con il volto verso l’enorme finestra che dà sulla pista aerea. Un jumbo decolla con un rumore impressionante. Riprendo sonno e di nuovo l’avviso: regaliamo duemila dollari a chi parte il 1° luglio. Questa volta spalanco gli occhi verso la pista e mi dico: “Cavolo! Non sto sognando ma è realtà. 2.000 dollari? Volare il 1°luglio domenica? Tre giorni tutto spesato in un albergo di lusso? Salto in piedi… sono le ore 22.00, mancano due ore al decollo, non mi costa nulla informarmi.
Mi avvicino al banco B6 dove imbarcano il volo della Delta Airlines per Lima. Un signore gentile nero sui 40 anni mi guarda e capisce quanto voglio domandare. Mi rivolgo a lui: “Daniel – così leggo sulla targhetta che ha sulla divisa rossa – mi spiega di cosa si tratta?” Sorride e compiaciuto mi dice: “Troppa gente vuole viaggiare in questi giorni e la nostra compagnia aerea si trova a terra con un aereo per un guasto imprevisto ed allora abbiamo bisogno di volontari disposti a volare a Lima tra tre giorni. Se lei accetta, le erogheremo carte di credito a scalare per il controvalore di 2.000 dollari o l’equivalente in euro. Spediremo al suo domicilio le carte in 15 giorni lavorativi. Se accetta, mi deve dare la carta d’imbarco e faremo tutto noi”.
Cavolo non mi era mai accaduto nulla del genere. Certo, perdo tre giorni di viaggio ma guadagno 2.000 dollari e di questi tempi di crisi non sono niente male”. Dietro di me una giovane mamma di Lima con tre figli ascolta con occhi pieni di meraviglia. I suoi tre ragazzi hanno 15, 12 e 10 anni. Non lascia finire Daniel di parlare con me e dice: “Scusi signore noi siamo in quattro, vuol dire che ci darebbe 8000 dollari?” “Certo signora, se tutti e quattro decidete di non partire sono 8.000 dollari nello stesso modo che ho detto al signore prima di lei”. Al posto di guardare Daniel, guarda me e mi dice: “Lei cosa fa? Io accetto subito e quando mai mi trovo 8000 euro in tasca ed un albergo di lusso per tre giorni ?”
Ho qualche piccola remora, ma l’entusiasmo della donna mi contagia: “Penso di sì, ma devo fare una telefonata prima”. Mentre lei telefona, chiedo a Daniel di avviare la mia pratica subito”. Lei si avvicina a Daniel e deposita sul bancone una per una le quattro carte di imbarco. Daniel si mette al lavoro dietro il computer, mentre chiamo Olinda: “Possiamo spostare il programma di tre giorni, mi danno ben 2000 dollari”. La donna semplice tradisce la sua emozione e inizia un discorso semplice e bellissimo: “Don Gigi, che fortuna! Sono emozionata per te. Ora tu non hai più lo stipendio di una volta e vivi modestamente, accetta subito!. È un dono di incoraggiamento del Signore, tante volte ti spaventi o dubiti, e questi segni sono bellissimi doni di Dio, che ti incoraggia e poi tu sei molto stanco, me lo ha detto Silvana e tre giorni in un buon albergo ti daranno un po’ di riposo. Noi a Juliaca ti attendiamo a braccia aperte domenica pomeriggio!”. “Olinda i 2.000 dollari li depositiamo sul conto di Fondazione Santina va bene e io mi concedo tre giorni di sonno, va bene?” “Bravo Son Gigi, fai proprio così e fammi sapere appena hai fatto”. “Tu Olinda dormi. Domani ti faccio sapere”.
Chiamo Annalisa in Italia, per dire che non parto più e di non tracciare il volo. La donna rimane piacevolmente sorpresa, anche a lei dico che l’avrei tenuta informata. Ritorno al banco, Daniel mi attende, prende la mia carta d’imbarco e mi dice sorridente: “Non avviene tutti i giorni di guadagnare 2.000 dollari dormendo in un albergo di lusso!”, scherza con me, e io sorridendo rispondo: “No Daniel, non li guadagno io, li guadagnano i miei poveri. Sono un prete e viaggio per la solidarietà, mi sto recando in Perù per inaugurare una cappella in un carcere duro delle Ande del Perú. L’ albergo di lusso lo accetto volentieri, non avrei mai potuto pagarmi una cosa del genere, ma mi servirà per riposare e meglio vivere poi la mia attività pastorale”.
Daniel rimane sorpreso per il fatto che sia prete e lo vedo mettere più passione nella pratica da evadere per i miei 2.000 dollari. Poi con voce solenne, quasi a farsi sentire dagli altri passeggeri mi dice: “Don Gigi sono 1.830 euro. Dammi la tua mail. Ecco, 3 carte Mastercard contenti ciascuna 500 euro per i tuoi poveri. Mentre l’uomo mi parla, dal mio telefonino tre suoni avvisano l’arrivo di tre mail. Sono le carte di credito per un totale di 1.500 euro. Mi commuovo… Daniel continua: ecco ora per i tuoi poveri altri 250 euro in una nuova Mastercard; ora invio per i tuoi poveri una nuova carta del valore di 50 euro ed infine tre dal piccolo taglio di 10 euro. Saranno fisicamente in tuo possesso tra 15 giorni, in Italia, a Bergamo in Passaggio Ca Longa 3“. Lo guardo con le lacrime agli occhi: “Davvero è un sogno questo grande ed immeritato regalo, che mi aiuta a superare le mie paure. Felice lo accetto proprio per i miei poveri come tu hai detto. Non solo viene ripagato il costoso biglietto ma vi è molto di più di significato. I 1.830 euro sono un evidente segno di Dio che mi giunge inaspettato, grazie!”
Il giovane nero sorride ed è felice di sapere come saranno usati quei soldi. “Don Gigi, ora pazienta, mettiti a sedere, devo imbarcare i passeggeri e dopo provvederò al tuo albergo”. Mi metto a sedere, chiamo Annalisa in Italia dove è già mattina per il fuso orario, invio un messaggio ad Olinda e ringrazio la Madonna Calpestata recitando il rosario. Passa il tempo, Daniel chiama tutti i volontari che hanno accettato di rimanere ad Atlanta. Rimango per ultimo in aeroporto. Mi preoccupo ed infine quando tutti sono andati via Daniel mi chiama e mi dice: “Padre, ecco il tuo voucher per l’Hilton. Ti vedo stanco, ed i tuoi poveri invece ti vogliono in gran forma. Senti, mi sono permesso di offrirti una suite a nome della compagnia aerea e sai che ti dico? Il tuo albergo dista 40 miglia dall’aeroporto, ti accompagno io, te lo meriti”.
Guardo meravigliato il giovane e lo ringrazio. Usciamo insieme dall’aeroporto e Daniel mi dice: “Aspettami qui, vado a prendere la macchina… Fa molto caldo ad Atlanta, sono le tre del mattino e ho sulle spalle quasi 10 ore di volo e le piacevoli, quanto estenuanti trattative per i 2.000 dollari… e Daniel non arriva, mi spavento. Cosa faccio nel cuore della notte qui? Sono al termine di una giornata in cui un sogno si è realizzato e 2.000 dollari sono giunti dal Cielo ad incoraggiarmi. Eppure, nel cuore della ardente notte di Atlanta la paura si riaffaccia. Cosa faccio qui da solo? Sono stato uno stupido a fidarmi: ho uno zaino, senza valigia, senza un riferimento. Alcune automobili nella notte passano e mi chiedo: ma chi aspetto? Finalmente una macchina di grossa cilindrata spunta, mi raggiunge e si ferma davanti a me: “Scusa padre se ti ho fatto attendere qualche minuto. Sali, una comoda suite ti attende, sarai stanco ma hai davanti tre giorni per riposarti“. Salgo in macchina, chiudo il pesante sportello e la grande auto parte. Dopo una tonificante doccia, sprofondò felice in un meritato sonno in un letto enorme.
Sto finendo le ultime righe di questo report e sto pensando davvero a come un Sogno possa essere più grande delle mie paure.
Ora mi preparo. Mario e Belinda, due amici argentini, mi hanno invitato a cena.
Da Atlanta abbraccio tutti voi che avete letto questo report fatto di un Sogno che è divenuto realtà.