La Chiesa Cattolica, gli abusi sessuali, l’omosessualità e la pedofilia
Condividiamo un articolo pubblicato da Infovaticana, che risponde alla domanda se c’è correlazione tra gli abusi sessuali nella Chiesa e l’omosessualità, a cui segue un articolo pubblicato da Avvenire, che scrive dell’educatore allontanato come educatore dal Grest della Diocesi di Cesena-Sarsina, perché avrebbe pubblicato sui social delle foto in cui si evidenziava una tendenza omosessuale. Il parroco gli avrebbe chiesto di restare per l’organizzazione, ma di lasciare le attività educative. La Diocesi nega che c’è stata discriminazione o che il campo estivo sia stato annullato.
Ne hanno parlato anche, con titoli dello stesso contenuto, tra gli altri: Open [QUI] (La Diocesi cancella il centro estivo), Il Corriere della Sera [QUI] (La Diocesi annulla il centro estivo: «Non è adatto». Il sindaco: «Siamo al Medioevo»), Domani [QUI] (Gli vietano di fare l’educatore estivo perché gay), la Repubblica [QUI] (Centro estivo in parrocchia annullato: “No gay come educatore”. Il sindaco: “Inaccettabile, è Medioevo” e TGCom24 [QUI] (La diocesi annulla il campo estivo).
Infine, riportiamo un articolo che Silvana De Mari ha pubblicato sul suo blog, comunicando motivato perché fonda l’associazione Unione Antipedofilia.
Il Cardinal Parolin nega che la causa degli abusi nella Chiesa sia l’omosessualità
InfoVaticana.com, 22 giugno 2023
(Traduzione italiana dallo spagnolo a cura di Marco Tosatti per Stilum Curiae [QUI])
Il Segretario di Stato della Santa Sede ha respinto l’affermazione secondo cui gli abusi sessuali del clero sarebbero legati all’omosessualità, definendola una “associazione grave e scientificamente insostenibile”. L’orientamento omosessuale non può essere considerato né come una causa né come un aspetto proprio dell’abusante, tanto più se staccato dalla disposizione generale della persona”, ha scritto il Cardinale italiano Pietro Parolin.
Il National Catholic Reporter riporta le dichiarazioni del cardinale che sono state pubblicate come prefazione a un nuovo libro, Il dolore della Chiesa di fronte agli abusi, un volume che include contributi di vari teologi, psicologi e altri esperti in materia di abusi sessuali del clero. La tragedia dell’abuso, ha osservato, è sempre più legata a “gravi deficit di personalità”, in particolare per quanto riguarda le capacità emotive e relazionali dell’individuo. Diventa quindi più chiaro come la piaga dell’abuso, dentro e fuori la Chiesa, sia legata piuttosto a personalità discordanti, gravemente carenti dal punto di vista emotivo e relazionale, ha scritto.
Nel nuovo volume, il cardinale italiano respinge anche il legame tra celibato clericale e abusi, invitando invece i seminari e gli istituti religiosi a dedicare più tempo e risorse alla ricerca psicologica dei sacerdoti e alla formazione di tutte le dimensioni della persona umana, prima e dopo l’ordinazione.
Maturità umana: è proprio questo l’aspetto centrale, anche se non esclusivo, che deve essere preso seriamente in considerazione nella valutazione di chi è in cammino vocazionale, nei seminari e nelle comunità religiose, e non solo nella fase iniziale del percorso, ha detto.
I dati smentiscono il cardinale
Se guardiamo ai dati che abbiamo in Spagna, recentemente la Conferenza Episcopale Spagnola ha riferito che l’82% dei casi di abuso nella Chiesa in Spagna sono di natura omosessuale. Nei dati del rapporto presentato dalla CEE all’inizio di giugno, si conferma che ci sono in totale 927 vittime che hanno presentato testimonianze su 728 autori di abusi sessuali nella Chiesa cattolica. Inoltre, in relazione al genere, sebbene oltre il 99% degli aggressori sia di sesso maschile, le vittime sono uomini nell’82,62% dei casi e donne nel 17,38%. Questi dati confermano ancora una volta i problemi che esistono in parte del clero a causa dell’omosessualità.
Il rapporto dell’Ombudsman, presentato nel settembre 2022, era sulla stessa linea. L’Ombudsman, l’ex Ministro socialista Ángel Gabilondo, ha dichiarato che nei due mesi di operatività dell’Unità di assistenza alle vittime (UAV) sono state assistite 201 vittime di abusi sessuali nella Chiesa cattolica. Per quanto riguarda la suddivisione dei dati, i fascicoli aperti dall’UAV fino a quel momento corrispondono principalmente a uomini (167) e il resto (34) a donne. Si può quindi concludere che, nell’ambito della piaga degli abusi in ambito ecclesiastico, quasi l’83% è di natura omosessuale, il che coincide con i dati forniti dalla CEE.
La pressione della lobby LGTB è forte sia all’interno che all’esterno della Chiesa, per cui poche voci osano alzare la voce per fare questa correlazione.
Nel febbraio 2022, il sacerdote Francisco J. Delgado, uno dei frequentatori abituali del programma sacerdotale di YouTube La Sacristía de la Vendée, ha osato denunciare questa situazione attraverso il suo account Twitter. Il sacerdote di Toledo è stato molto critico nei confronti della revisione contabile effettuata dallo studio Cremades & Calvo Sotelo, che ha presentato il suo rapporto con diversi mesi di ritardo: “Siamo stanchi che i vescovi sprechino denaro e l’immagine della Chiesa per umiliare ulteriormente noi sacerdoti che lavoriamo con la gente, e subiamo le accuse ingiuste che derivano, in molti casi, dalle loro cattive azioni”, ha scritto Padre Francisco J. Delgado. “Infine, spero che Cremades & Calvo siano pronti a ricevere più di una minaccia di una causa per crimini d’odio quando concluderanno, come non possono fare altrimenti, che il presunto problema della pedofilia nel clero è, in realtà, un problema di omosessualità”, ha concluso il sacerdote.
Cesena. L’educatore allontanato dal Grest. La diocesi: nessuna discriminazione
di Francesco Zanotti
Avvenire, 21 giugno 2023
Il tema è di quelli caldi, se non caldissimi. All’inizio dell’estate esplode a Cesena, dopo i guasti creati dall’alluvione e dalle frane del 16 maggio scorso, il caso di un giovane coordinatore maggiorenne che sarebbe stato invitato a lasciare il posto di educatore in un centro estivo parrocchiale. L’attività del Grest sarebbe dovuta partire all’inizio di luglio.
Nei giorni scorsi uno dei due responsabili dell’iniziativa estiva avrebbe postato sui social alcune immagini dalle quali si esplicitava una sua tendenza omosessuale. Alcuni adulti si sarebbero accorti del fatto e lo avrebbero riferito al parroco che, dopo essersi confrontato con alcuni suoi confratelli, avrebbe incontrato il ragazzo. «Tu puoi continuare a svolgere il ruolo di organizzatore del Cre – gli avrebbe detto anche in presenza del vicario zonale – ma non quello di educatore». Per ricoprire questo incarico in un Grest parrocchiale, come quello di catechista, è richiesta la condivisione dei valori cristiani. E questo vale sia per le persone omosessuali che per quelle eterosessuali. Vale per tutti.
Nella comunità locale interessata il caso è diventato di pubblico dominio perché il giovane in questione ha declinato la proposta offertagli, così come l’altro responsabile. In questo modo la parrocchia è stata costretta, suo malgrado, in breve tempo, ad avvisare tutte le famiglie che avevano iscritto i bambini al Grest e ad annullare l’attività programmata. Questo evento ha creato sconcerto e ha diviso gli animi, sia sulla presa di posizione verso il giovane che avrebbe fatto outing, sia perché si è rinunciato ad avviare l’esperienza estiva con i più piccoli, con evidenti disagi per le famiglie.
La parrocchia ha poi chiesto e ottenuto da una comunità vicina di poter dirottare i propri bambini su un altro Grest, ma nemmeno questo ha placato le polemiche. Fino a questa mattina, quando sulla cronaca di un quotidiano è uscita la notizia con il titolo “È gay perciò non può fare l’educatore. Il centro estivo in parrocchia è annullato”.
Ci ha pensato il sindaco di Cesena Enzo Lattuca a incendiare la miccia con un post su Facebook in cui ha scritto, allegando l’articolo in questione: «Pensavo che il Medioevo fosse ormai alle nostre spalle e che episodi di discriminazione come questo, inaccettabili, fossero estranei alla nostra città. Evidentemente mi sbagliavo».
La Diocesi, nel pomeriggio di oggi, ha diffuso una nota in cui ha messo in chiaro che «la Chiesa di Cesena-Sarsina è una casa aperta e accogliente verso tutti. Spiace e rattrista – si legge nel comunicato -. Con questi sentimenti la Diocesi di Cesena-Sarsina intende offrire, nella complessità della vicenda, un chiarimento circa quanto avvenuto in un centro estivo parrocchiale». E poi ha aggiunto la condivisione: «Spiace per la sofferenza arrecata a quanti sono stati coinvolti in maniera diretta e per quella portata alla comunità. Rattrista il clamore mediatico con cui si stanno alimentando opposte fazioni».
La Diocesi ha voluto anche cercare di chiarire le motivazioni, su un terremo alquanto infido come quello emerso dal caso del centro estivo parrocchiale. «Il tema è molto delicato», si legge ancora, ma «quanto accaduto – viene chiarito – non riguarda un giudizio sui singoli o una discriminazione sui diritti».
E poi il cammino che la Chiesa tutta vive proprio in questi mesi e in questi anni, nelle Diocesi di tutto il mondo. «Con il Sinodo si interroga – scrive la Diocesi di Cesena-Sarsina – su come andare incontro alle persone che si sentono escluse dalla comunità in ragione della loro affettività e sessualità. È una domanda che rimane aperta e sulla quale anche la Chiesa di Cesena-Sarsina è in cammino». Sul caso particolare, la precisazione: «A nessuno è stata impedita l’organizzazione del centro estivo. Questione diversa è il mandato educativo chiamato a trasmettere i valori cristiani». E infine la disponibilità al dialogo. «Resta ferma la disponibilità del vescovo – si legge in conclusione – a incontrare le persone nel rispetto delle loro scelte di vita».
Unione anti-pedofilia
di Slivana De Mari
Silvanademaricommunity.it, 23 giugno 2023
Sono stata condannata in due processi con tematiche simili tra di loro. La condanna è di terzo grado. Nel primo processo sono stata condannata per aver affermato che il movimento LGBT tende a diminuire lo stigma contro la pedofilia. Ho dimostrato che nella storia del movimento ci sono innumerevoli episodi di forte simpatia per le relazioni intergenerazionali, e richieste di abbassamento dell’età del consenso, ma è stato ritenuto irrilevante. Uno dei punti a favore della mia tesi nel primo processo è costituito anche dalle affermazioni dell’intellettuale italiano Mario Mieli, osannato in innumerevoli siti LGBT, intellettuale morto suicida, che mangiava gli escrementi suoi e del suo cane in spettacoli pubblici, che offrì un pane alchemico impastato con escrementi e sperma, e che progettava un mondo dove, cito testualmente “noi checche rivoluzionarie, noi faremo l’amore con i vostri bambini”. Ha scritto Elementi di critica omosessuale e a lui è intitolato un circolo che riceve denaro pubblico. Su Mario Mieli è fondato il secondo processo con relativa condanna. Ho mostrato come nel suo libro lui affermi come il rapporto con il bambino e l’incesto dovrebbero essere non solo permessi, ma raccomandati, e che occorre combattere con tutte le forze coloro che si oppongono, chiamati canaglia reazionaria, e che il fatto che un circolo intitolato a suo nome riceva finanziamenti dallo stato sia una propaganda alle sue idee. I giudici mi hanno spiegato che sono una sciocchina. Elementi di critica omosessuali è descritto nella sentenza come “di un’opera certamente complessa, che affronta il tema della liberazione dell’eros da molteplici punti di vista: filosofici, psicanalitici, culturali, sociali e finanche economici, essendo evidente il legame che l’autore stabilisce tra repressione sessuale e sistema capitalistico”.
Riporto frasi del libro
Istigazione all’abuso su minore e apologia della pedofilia
Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro.
Istigazione all’incesto
Il padre si (rap)presenta come persona decisamente eterosessuale e rifiuta contatti erotici aperti con il figlio (il quale invece desidera «indifferenziatamente» e quindi desidera anche il padre), così come gli altri maschi adulti, in forza del tabù antipederasta, rifiutano rapporti sessuali con il bambino. In modo analogo, la madre e le donne adulte rifuggono dai rapporti sessuali con la bambina.
Istigazione alla ingestione e manipolazioni di feci: contagio doloso di malattie
L’ingestione della merda svela il significato simbolico di molte cose e permette di cogliere chiara la profondissima influenza esercitata su di noi dalla pubblicità… Del coito anale, gli eterosessuali maschi temono anche l’aureola escrementizia…anche per quel che concerne la merda, al di là del ribrezzo repressivo sta un ricco godimento.
Sado masochismo. Istigazione alla lesione dolosa del consenziente
La rivoluzione sarà anche liberazione (pro)positiva del sadismo e del masochismo e la comunità libera in cui i desideri masochistici e sadici si esprimeranno apertamente e si scopriranno trasformandosi…
Istigazione al reato di abuso su cadavere, e potenzialmente anche di epidemia dolosa
Non possiamo raffigurarci l’importanza del contributo fornito alla rivoluzione e all’emancipazione umana dalla liberazione progressiva del sadismo, del masochismo, della pederastia propriamente detta, della gerontofilia, della necrofilia, della zoocrastia, dell’autoerotismo, del feticismo, della scatologia, dell’urofilia, dell’esibizionismo, del voyeurismo, ecc.
Unione anti pedofilia è il nome dell’associazione che sto fondando. Con il termine pedofilia intendiamo una perversione che consiste nel desiderare corpi impuberi e menti ancora troppo immature per poter giostrare con qualcosa di complesso, di magnifico ma anche potenzialmente pericoloso oppure semplicemente orrendo, come la sessualità. La parola perversione significa letteralmente aver perso il verso, aver perso lo scopo. Lo scopo della sessualità è creare la vita della generazione successiva attraverso il piacere, un piacere con uno scopo magnifico e che unisce due persone di sesso diverso, quindi complementari sia nella mente che nel corpo.
La pedofilia quindi è una deformazione della mente, in molti casi si traduce poi in un atto del corpo, un abuso. Il termine però indica semplicemente una deformazione della mente, e non può quindi essere reato. È una deformazione della mente che spesso si accompagna ad altri tratti patologici come il narcisismo o il sadismo. Come ogni situazione mentale, perché la pedofilia è una situazione mentale, può essere corretta e modificata, oppure può essere accentuata e scatenata. Il cervello è plastico. Le neuroscienze lo hanno dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio.
Anche la cosiddetta omosessualità non è genetica e nasce nella mente e anche quella può essere esasperata o risolta. Chiunque affermi che la pedofilia è immodificabile sta semplicemente mentendo, oppure sta facendo un’affermazione ascientifica perché non ha nessuna idea di cosa sia la plasticità del cervello. Forse dovremmo piantarla di far dirigere il mondo a gente con mentalità ascientifica. Discorso analogo vale per la cosiddetta omosessualità e per la cosiddetta disforia di genere.
Al momento attuale chi si dichiara attratto dai bambini non può essere perseguito: non è stato perseguitato Mario Mieli, non sono stati perseguitati coloro che pubblicizzano il suo libro, non sono stati perseguitati gli intellettuali francesi che nel 1974 l’appello dei pedofili per l’abbassamento di tale consenso, non sono stati perseguitati gli appartenenti all’associazione NALBLA, associazione nordamericana per il cosiddetto amore intergenerazionale, non sono stati perseguitati i redattori del Journal of Homosexuality per aver pubblicato numerosi articoli a favore di rapporti tra adulti e bambini, raccolti in un libro che si intitola Male Inter-Generational Intimacy: Historical, Socio-Psychological, and Legal Perspectives (Intimità intergenerazionale maschile: prospettive storiche, socio-psicologiche e legali), redatto da diversi autori, tra cui l’avvocato olandese Edward Brongersma che si definisce lui stesso pedofilo. Questo è un errore gravissimo, perché nel momento in cui comunica di essere attratto da bambini sta facendo apologia di pedofilia. L’apologia di pedofilia è condannata dalla convenzione di Lanzarote che l’Italia firmato, ma non è ancora un reato.
Per questo Mario Mieli può scrivere serenamente nel suo libro: noi checché rivoluzionarie noi sì che possiamo sedurre vostri bambini, noi possiamo fare l’amore con loro, senza che nessun giudice ci trovi nulla di riprovevole e con innumerevoli siti LGBT che dichiarano quanto è magnifico questo libro, imperdibile per ogni gay. Nel Vangelo sono scritte parole durissime contro chi scandalizza questi piccoli: meglio una macina al collo. Gesù non sta parlando dell’abuso su minori: quello è già condannato nel sesto comandamento, non commettere atti impuri. Sta condannando anche solo parlarne. Sta condannando anche il fare pubblicità, o film, o allo scrivere libri, fumetti dove può essere bambino Ceresa. Mentre bambino e piena di sensualità, ma la sessualità è completamente assente. È la terrificante confusione tra sessualità sessualità bambino ha bisogno di concentrarsi sulla propria crescita, bisogno di concentrarsi sui pilastri che deve mettere in età infantile che leggiamo sua vita. Il cosiddetto consenso è semplicemente prostituzione relazionale. È spiegato benissimo nel libro Male Inter-Generational Intimacy: Historical, Socio-Psychological, and Legal Perspectives (Intimità intergenerazionale maschile: prospettive storiche, socio-psicologiche e legali). Il complemento oggetto dell’atto pedofilo è sempre un bambino disorientato, povero, se trattati, che abbia un bisogno disperato di accudimento. Quest’accudimento viene offerto in cambio di prestazioni si favorì sessuali.
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