Aibi: la messe è abbondante ma sono pochi gli operai

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Con questo titolo si sta svolgendo fino al 31 agosto a Gabicce Mare, a 30 anni dalla prima adozione, la settimana di studio e spiritualità dell’Aibi; nel saluto iniziale il presidente, Marco Griffini, ha affermato:

“In questi 30 anni, illuminati dalla spiritualità dell’adozione, il ‘grande tesoro scoperto da Ai.Bi’ 10 fa, la missione è rimasta la stessa, ma va perseguita con ancora più forza e determinazione in un momento di crisi come quello attuale che stiamo vivendo. Qual è la missione? ‘Mai più un bambino senza famiglia’, perché ogni bambino ha diritto a una madre e a un padre, perché in ogni bambino c’è il volto di Gesù che urla il suo abbandono. Il compito è grande e si declina in quattro punti fondamentali, che rendono il tema più che mai attuale. L’accoglienza di un bambino abbandonato è ‘il più grande atto di giustizia’ che una persona possa compiere nella propria vita.

I genitori adottivi e affidatari rigenerano, riscoprono, liberandoli da ogni incrostazione, il motivo e la causa per cui sono stati pensati e creati da Dio: essere un dono d’amore, essere l’immagine di Dio e la giustizia di Dio… La volontà del Padre, proclamata da Gesù, è che ‘neanche uno di questi figli si perda’. Ogni bambino abbandonato deve essere salvato, perché l’abbandono è la negazione della vita stessa. Non ci può essere nessun bambino, nessun ragazzo abbandonato per il quale Ai.Bi. non cerchi una famiglia. Anzi, più sano difficili le prospettive per l’accoglienza, più deve aumentare lo sforzo, la preparazione, le preghiere… Ebbene, è proprio nei momenti più impegnativi che occorre impegnarsi di più: o si vince o si perde. E noi vogliamo che sia la vita a vincere. Vogliamo che ogni bambino abbandonato possa rinascere figlio”.

A quale punto è l’adozione in Italia? “L’accoglienza in Italia è drammaticamente in crisi e il fenomeno, invece di arrestarsi, si allarga a macchia d’olio. I dati a nostra disposizione lo confermano, anche gli ultimi, relativi al numero di adozioni. Non solo i decreti di idoneità sono diminuiti del 50% negli ultimi 5 anni, ma le stesse adozioni, portate a termine nel 2012, sono calate di oltre il 22% rispetto al 2011. Per quanto riguarda l’affido i dati dell’ultimo rapporto del Ministero del Lavoro evidenziano che ben 700 famiglie affidatarie hanno deciso negli ultimi due anni di non ripetere l’esperienza. Questo lo spaccato italiano inserito in un contesto globale ove i bambini che hanno bisogno di noi sono diventati 168 milioni”.

In Italia sono 1491 i minori italiani ancora senza una famiglia, che ancora attendono di essere assegnati a dei nuovi genitori: “Questo dato conferma che in Italia vivono ancora bambini che attendono di essere adottati. Considerato che, nel nostro Paese, ogni anno i minori adottati sono un migliaio circa, si capisce come ci sia ancora molto da lavorare per garantire a tutti questi piccoli il diritto ad avere una famiglia”.

Le adozioni internazionali sono in forte sofferenza, come conferma l’ultimo Rapporto della Commissione presieduta dal ministro per l’Integrazione, Cecilie Kyenge. Nel 2012 i bambini stranieri adottati in Italia sono stati 3.106 e le famiglie adottive 2.469, con un calo, rispetto al 2011, del 22,8% per quanto riguarda i minori e del 21,7% per le famiglie. Perché è sempre più difficile l’adozione internazionale? In cosa consiste la riforma da voi presentata sull’adozione internazionale? “Le adozioni internazionali stanno vivendo una crisi che sembra inarrestabile. Le adozioni sono calate del 23% rispetto al 2011; mentre, a partire dal 2006, si è registrato un crollo delle idoneità del 50%. Numeri che fanno paura. Di questo passo, fra cinque anni scenderà definitivamente il sipario su questa stupenda opera di accoglienza: cambiare il destino di un bambino abbandonato. Le difficoltà legate al mondo dell’adozione internazionale sono tante e legate a vari motivi.

Le famiglie interessate ad adottare un bambino straniero continuano a esserci, ma la complicata burocrazia italiana e soprattutto la necessità di diminuire le spese a causa della crisi economica, azzereranno questo bacino di accoglienza. I costi dell’adozione internazionale sono elevatissimi e, in questo periodo di crisi, non si può tener conto di questo aspetto. Proprio per questo motivo, Amici dei Bambini ha presentato una proposta di riforma della legge 184/1983 e successive modifiche, con tutta una serie di proposte concrete, fra cui anche la gratuità dell’adozione internazionale, che porterebbero a una semplificazione delle procedure adottive e a una conseguente riduzione dei costi, non solo per le coppie ma anche per lo Stato”.

Quindi l’associazione ha elaborato anche un manifesto per incentivare le adozioni: “Ai.Bi. ha elaborato un Manifesto dal nome ‘Oltre la crisi, più famiglie, più adozioni’, che è possibile visionare sul sito di Ai.Bi. (www.aibi.it). Parole chiave del manifesto cui la proposta di riforma si richiama sono: accompagnamento e semplificazione delle procedure, ma anche riduzione dei costi e gratuità con delle vere e proprie novità per la normativa italiana come il passaggio della Cai al ministero degli Esteri, il riconoscimento della kafala, che è strumento di protezione del minore abbandonato nella legge islamica (siamo l’ultimo paese europeo, anche la Grecia l’ha riconosciuta), e poi l’adozione del nascituro come prevenzione all’aborto”.

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