Papa Francesco: ‘Non si è cristiani per via di una etichetta’

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“Non è importante sapere quanti si salvano, ma è importante piuttosto sapere qual è il cammino della salvezza”. E’ il tema della salvezza l’architrave della meditazione che il Papa ha proposto questa mattina ai fedeli in occasione della recita dell’Angelus.

Citando Gesù nel Vangelo odierno, Francesco ha ricordato che per raggiungere la salvezza occorre passare per la ”porta stretta”, una porta che è Gesù stesso, una porta ”una porta che ci fa entrare nella famiglia di Dio, nel calore della casa di Dio, della comunione con Lui”. E’ Gesù – ha aggiunto il Pontefice – ”il passaggio per la salvezza. E la porta che è Gesù non è mai chiusa, è aperta sempre e a tutti, senza distinzione, senza esclusioni, senza privilegi. Gesù non esclude nessuno, anzi Gesù preferisce il peccatore per abbracciarlo e perdonarlo. Gesù lo aspetta! Tutti sono invitati a varcare questa porta, a varcare la porta della fede, ad entrare nella sua vita, e a farlo entrare nella nostra vita, perché Lui la trasformi, la rinnovi, le doni gioia piena e duratura”.

Papa Francesco ha poi invitato tutti a prestare attenzione, a non confondersi a distinguere bene le ”tante porte che invitano ad entrare promettendo una felicità che dura un istante, che si esaurisce in se stessa e non ha futuro. Vorrei dire con forza: non abbiamo paura di varcare la porta della fede in Gesù, di lasciarlo entrare sempre di più nella nostra vita, di uscire dai nostri egoismi, dalle nostre chiusure, dalle nostre indifferenze verso gli altri. La luce di Cristo non è un flash, un fuoco d’artificio. E’ una luce che da pace”.

La porta di Cristo è stretta – ha proseguito il Papa – ”non perché sia una sala di tortura, ma perché ci chiede di aprire il nostro cuore a Lui, di riconoscerci peccatori, bisognosi della sua salvezza, del suo perdono, del suo amore, di avere l’umiltà di accogliere la sua misericordia e farci rinnovare da Lui”. Non si è cristiani – ha concluso Papa Bergoglio – per via di una ”etichetta” ma lo si è per ”vivere e testimoniare la fede nella preghiera, nelle opere di carità, nel promuovere la giustizia, nel compiere il bene. Per la porta stretta che è Cristo deve passare tutta la nostra vita”. ”Mai – ha ammonito a braccio – un cristiano sia tale per etichetta”.

Terminata la recita della preghiera mariana il Papa ha rivolto il suo pensiero alla Siria, sconvolta da una lunga e sanguinosa guerra civile. ”L’aumento della violenza in una guerra tra fratelli, con il moltiplicarsi di stragi e atti atroci, che tutti abbiamo potuto vedere anche nelle terribili immagini di questi giorni, mi spinge ancora una volta – ha denunciato con preoccupazione – a levare alta la voce perché si fermi il rumore delle armi. Non è lo scontro che offre prospettive di speranza per risolvere i problemi, ma è la capacità di incontro e di dialogo”. Dopo aver pregato per le vittime del conflitto, Francesco si è rivolto direttamente alla “Comunità Internazionale perché si mostri più sensibile verso questa tragica situazione e metta tutto il suo impegno per aiutare la cara Nazione siriana a trovare una soluzione ad una guerra che semina distruzione e morte”.

E dopo aver salutato i fedeli radunati in piazza San Pietro, il Papa ha ricordato che ”per molti questi giorni segnano la fine del periodo delle vacanze estive”. ”Auguro per tutti – ha aggiunto prima di congedarsi – un ritorno sereno e impegnato alla normale vita quotidiana guardando al futuro con speranza”.

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