Un vescovo “risponde” a qualche domanda imbarazzante

Condividi su...

Con quanto segue, gli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo intendono aggiornare i lettori di questo Blog dell’Editore circa le domande sulle infinite novità, che hanno stravolto la liturgia e la dottrina evangelica, e che molti fedeli hanno inviato ai loro vescovi, con una lettera che riportiamo di seguito. Abbiamo illustrato la retroscena e lo spirito di questa campagna degli Alleati il 9 maggio scorso, nell’articolo Dal centro l’accusa di “indietrismo” e 24 domande dalla periferia [QUI]. Dopo che il Signor Pietro, aderendo agli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo, ha rivolto al suo vescovo le domande, che toccano molteplici argomenti, molti altri fedeli hanno fatto altrettanto, scrivendo ai vescovi delle loro diocesi, formulando delle domande semplici e concrete, che hanno bisogno di risposte. Ma i vescovi sono disposti o sono in grado di darle con spirito sincero, in modo altrettanto semplice e concreto? [V.v.B.].

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 24.05.2023 – Veronica Cireneo] – Di recente Monica, un’Alleata dell’Eucaristia e del Vangelo residente in Lombardia, ha ricevuto una risposta dal suo Vescovo, sempre via email. Secondo la sua volontà, la condividiamo con chi ha seguito la vicenda. Lo scopo è di tracciare più chiaramente, se ce ne fosse bisogno, la cornice e la tela dell’incoerente quadro spirituale, che i fedeli legati alla Tradizione sono costretti a veder oggi nella Chiesa, tramato e ordito ai loro danni e della Regalità di Cristo, da quei pastori che pur dichiarandosi accoglienti verso tutti, mostrano grave indifferenza se non esclusione nei confronti delle necessità spirituali dei più fedeli al Vangelo e al Magistero.

Ecco quindi il testo della risposta a firma del vescovo:
«Gent.ma sig.ra Monica,
grazie per i suoi rilievi. Ogni domanda che Lei pone richiederebbe un ampio discorso.
Per certi aspetti Lei contesta tutto il cammino della riforma liturgica del Vaticano II e dei Pontefici che hanno promosso l’attuazione del Concilio.
Per certi aspetti, invece, le sue domande rimproverano ai preti e alle persone addette al servizio ecclesiale comportamenti discutibili e maldestri.
Nel complesso mi sembra di trovare nelle sue parole amarezza e rammarico e non sempre mi sembra che siano giustificati.
La partecipazione alla celebrazione eucaristica e alla vita della Chiesa dovrebbe avere come frutto la gioia e la comunione tra fratelli e sorelle che diventano per grazia un cuore solo e un’anima sola.
Preghi per me e per questa povera Chiesa che le causa tanta amarezza
».

Non vogliamo commentare troppo a lungo questa risposta. Ciascuno tragga per sé e da sé le proprie conclusioni, confrontandola con la lettera inviata (che segue). Solo alcune brevi osservazioni.

Diciamo, senza timidezze, che alla destinataria, e non solo, la risposta del vescovo non è piaciuta neanche un po’.

Possiamo dire che è stata una dichiarazione di commiserazione, comprensiva di malcelato rimprovero? Il tono condito dal disdicevole e compassionevole sarcasmo, non è piuttosto ammissione di tiepidezza nei confronti del sacro?

Osserviamo che il vescovo non accenna a nessun tentativo di dialogo e di accordo, termini tanto sbandierati dalla Chiesa inclusiva e ospedale di campo, e puntualmente contraddetti dalla realtà. Primo dovere del vescovo sarebbe invece quello di venire incontro alle necessità dei fedeli, perché vivano serenamente e sempre più profondamente la propria fede. Ma il presule è sembrato quasi infastidito. D’altronde, cosa ci potremmo aspettare da quei vescovi, che se si muovono verso il Bene lo fanno solo su minaccia di essere segnalati alla Curia Romana?

Cosa ci potremmo aspettare se spontaneamente promuovono l’ideologia del gender e permettono veglie cosiddette anti-omo-transfobiche, facendo finta di non sapere?

«La novità ha preso il posto della Verità», ebbe a dire Don Divo Barzotti.

Cosa ci possiamo aspettare da questo clero che manipola il Vangelo per piegarlo meschinamente ai propri scopi? Chi accoglie voi accoglie me è stato il motto della veglia condivisa in diverse diocesi italiane a partire da quella di Vicenza [QUI].

Sì, le parole «chi accoglie voi accoglie me» sono parole vere del Vangelo, ma quello non era il contesto giusto dove trovare la migliore applicazione.

Il contesto di queste parole del Vangelo, è la conclusione del discorso apostolico di Gesù, che segue le sue parole dure come causa di dissensi e il rinnegarsi per seguire Gesù, che conclude con: «Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà» (Mt 10,39), per poi proseguire: «Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa» (Mt 39-42).

Estrapolare una frase dal contesto e calarla dall’alto in un altro che gli è estraneo, assomiglia tanto all’impugnazione della Verità rivelata, peccato gravissimo contro lo Spirito Santo, che grida vendetta agli occhi di Dio.

E se tali iniziative, da cui i cattolici cristiani si dissociano, non fossero tese più a normalizzare l’omosessualità, che ad occuparsi della salvezza delle anime, non sarebbero stati più adatti altri brani della Sacra Scrittura?
Gesù iniziò la sua predicazione dicendo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1, 15). «Convertitevi a me (…), tornate indietro dal vostro cammino perverso», diceva Dio nei profeti (Zc 1, 3-4; Ger 8, 4-5). San Paolo ammoniva: «O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio» (1Cor 6,9-10).

Questo gruppo di “conservatori”, che hanno “vegliato contro la veglia” [QUI], sono stati sostenuti dai vescovi? Di cosa si stupiscono questi vescovi? Da quanto “conservare” la Tradizione e il Deposito della Fede è diventato disdicevole?

Tuttavia appare, con sempre maggiore evidenza, come l’unione di azioni e di intenti, che ha accordato Regno e Sacerdozio nella gestione pandemica, sia stato più il primo che l’ultimo passo, che queste due gambe – dello Stato e della Chiesa – intendono percorrere insieme sul cammino dell’agenda 2030. Di certo, una Chiesa che è accogliente per tutti, tranne per i cattolici fedeli al Magistero, così gentilmente perseguitati, è una Chiesa che puzza più di zolfo (dixit Paolo VI, un Papa santo), che di pecore (dixit Francesco, Vescovo di Roma). Sono questi i fedeli che l’anti-Chiesa considera nemici e sui quali fa gravare ingenti pesi. In effetti, accade spesso, che chi non combatte il proprio nemico dentro di sé, inventa, trova e combatte nemici esterni. Come è vero, che chi non è disposto a portare la propria croce, normalmente la sistema, colpevolmente, sulle spalle altrui (come osservava il Venerabile Fulton Sheen). E questo non è cristiano.

«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. (…) Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci» (Mt 23, 2-7;13).

«Ma cosa vuoi che sia?», risponde il Maligno quando vuole spingere e radicare nel male (Cfr. San Giovanni Bosco). Il Maligno si insinua nelle azioni quando si dice: «Decido io se è bene o male». Ignoranza e superbia sono come delle autostrade per il Maligno, che si insinua e ha gioco facile nel relativismo di oggi.

Concludendo, ricordiamo che ad iniziative come quelle segnalate prima, e ai loro autori, gli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo, e ogni Cristiano di buona volontà, indirizzano rispettivamente tutta la propria dolente disapprovazione e disistima, mentre invitiamo questo clero, pericolo in primis di e per se stesso, a tenere presente che Dio ha altri progetti. Ciascuno, volente o nolente, prima o poi, ne dovrà prendere atto in prima persona.

Laudetur Jesus Christus.

Per restare aggiornati sulle attività degli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo, collegarsi con i canali Telegram [QUI e QUI].

La lettera che ciascuno sensibile al problema può inviare al proprio vescovo

Eccellenza reverendissima,
chi le scrive appartiene ad un gruppo di semplici fedeli innamorati di Gesù Cristo: “Gli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo”, testimoni della Sua Presenza Viva e Vera nella Santa Eucarestia e legati a quella tradizione che per oltre duemila anni ha reso grande la Chiesa: “sponsa Christi”.
Non possiamo non sentirci turbati dalla profonda crisi in atto, che si manifesta nelle Messe con abusi e sacrilegi continui.
Con la presente, comunichiamo che gradiremmo un Suo deciso ed urgente intervento che invitasse i sacerdoti della sua diocesi a ripristinare nelle chiese e nella liturgia quei santi atteggiamenti di devozione ed adorazione, che il Trino Sovrano merita ed attende dai Suoi figli.
In primis riprendere a distribuire la Santa Eucarestia come la Chiesa Universale e Cattolica ha sempre fatto e mai ufficialmente abrogato.
È urgentissimo che la Santa Eucaristia torni ad essere distribuita in ginocchio e sulla lingua, solo dalle mani del sacerdote e dai diaconi.
Troppi sono gli abusi e i sacrilegi commessi ai danni della Vita Sacramentale di Gesù Cristo Nostro Signore, sempre a rischio di essere calpestato dall’afferrare l’Ostia con le mani, che inevitabilmente prevede la caduta di frammenti.
Dio ci è testimone di questa accorata richiesta, che scandalizza profondamente il gregge fedele di Cristo. Sarà Egli stesso a rendergliene merito, qualora volesse ascoltare e mettere in atto quanto sopra richiesto.
Mossi dunque dall’amore verso la Santissima Trinità ci rivolgiamo a lei, quale successore dei Santi Apostoli e le porgiamo queste semplici domande, che manifestano il nostro sconcerto, supponendo, non a torto, che corrispondano in primis al punto di vista divino.
Sono le seguenti:
Perché nessuno ricorda che Papa Pio V scrisse la bolla “Quo primum tempore” in cui lanciava anatema, cioè la scomunica, a chiunque avesse osato, in qualunque tempo modificare l’ordo Missae redatto dal Concilio di Trento?
Perché non ci si chiede come mai prima dei cambiamenti imposti dal Concilio Vaticano II il sacerdote celebrasse rivolto verso l’altare al cui centro vi era il tabernacolo con sopra il Crocifisso?
Perché l’altare su cui si consuma il sacrificio incruento di Gesù Cristo oggi viene degradato al ruolo di semplice mensa?
Perché sopra l’altare non vi è più il tabernacolo e, spesso, nemmeno il Crocifisso?
Perché in molte chiese moderne il tabernacolo è decentrato o addirittura sistemato in posizione defilata rispetto all’altare maggiore?
Perché le omelie, invece di spiegare al popolo la Parola della Sacra Scrittura del giorno, spesso puntano l’accento solo sulla misericordia di Dio, secondo l’idea che Egli perdona tutti ma senza ricordare che Dio oltre che infinitamente misericordioso è anche infinitamente giusto? Perché non si dice che per essere perdonati bisogna pentirsi, confessarsi e adempiere alla penitenza impartita?
Perché i celebranti, prima e dopo l’omelia, non dicono più “sia lodato Gesù Cristo”?
Perché i sacerdoti non parlano più del significato del Sacrificio della Messa, della redenzione dell’uomo da parte di Gesù con lo spargimento del suo sangue, della necessità di confessarsi (sacramento della penitenza sminuito dalla parola riconciliazione) prima di ricevere l’Eucaristia?
Perché tanti fedeli si accostano alla Santa Comunione con superficialità?
Quanti possibili sacrilegi vengono commessi in ogni Messa? I sacerdoti se ne rendono conto?
Perché nelle omelie non fanno un po’ di sano catechismo dal pulpito ricordando come ci si deve comportare entrando in chiesa, come prepararsi a ricevere l’Eucaristia, come riceverla e fare il ringraziamento?
Perché nelle chiese sono state abolite le balaustre e i fedeli che lo desiderano non possono più comunicarsi in ginocchio?
Perché i sacerdoti invece di chiamare chiaramente il peccato col suo nome usano termini più blandi come fragilità, debolezze, cadute, miserie?
Perché i bambini che frequentano il catechismo non hanno coscienza del peccato e spesso non sanno cosa dire al confessore?
Perché i volontari laici che si propongono come catechisti non vengono prima sottoposti a un accurato esame da parte dei parroci per accertarne le sane conoscenze in materia ed eventualmente istruirli su come insegnare?
Perché i catechisti insegnano ai bambini che l’ostia consacrata al momento della Comunione si riceve sulla mano, mentre dovrebbero insegnare a riceverla in bocca, con devozione?
Perché nessuno ricorda che le uniche persone che possono prendere in mano l’ostia consacrata sono i sacerdoti e i diaconi, poiché sono gli unici che hanno le mani consacrate, mentre tutti gli altri commettono sacrilegio?
Perché in poche chiese ormai c’è l’acqua benedetta nelle acquasantiere nonostante dal 1° maggio 2022 la Cei abbia detto che si possono riempire?
Perché i catechisti e i sacerdoti non insegnano più come ci si deve comportare quando si entra in chiesa (fare il segno di Croce con l’acqua benedetta e genuflessione) e come si deve seguire la Santa Messa (quando si deve stare in piedi, in ginocchio o seduti)?
Perché i confessionali sono poco frequentati, ma alla Messa domenicale la quasi totalità dei presenti si comunica?
Perché tanti fedeli, appena terminata la funzione, si intrattengono in chiesa chiacchierando e disturbando quei pochi che desiderano fare qualche minuto di ringraziamento?
Fiduciosi in un Suo tempestivo e concreto intervento che ripristini ordine e decoro nella Casa del Padre, in cui siamo tutti ospiti, ringraziamo anticipatamente. E assicuriandoLe la nostra preghiera, fraternamente salutiamo.
In cordibus
Città, Data
Firma

Foto di copertina: Gesù Pantocratore (Onnipotente), Cattedrale di Monreale.

151.11.48.50