La Corona di Re Carlo III di Borbone. Ricostruzione storica da un documento d’archivio

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 19.05.2023 – Vik van Brantegem] – Una Regina-madre ambiziosa. Un Re-figlio illuminato. Una Corona di straordinario valore. Una misteriosa sparizione durante la fuga di Re Ferdinando IV di Borbone a Palermo. Il ruolo di Horatio Nelson ed Emma Hamilton. Un famoso gioiello può nascondere un insospettabile giallo. Una storia vera che supera ogni fantasia. Un viaggio fra tesori reali ed enigma. Perché enigma?

Si tratta della replica della Corona con cui Re Carlo III di Borbone fu incoronato nella Cattedrale di Palermo il 3 luglio 1735. Gioiello voluto dalla madre di Carlo, Elisabetta Farnese, Regina di Spagna, era considerato il più prezioso dei suoi tempi, con oltre 300 diamanti di varie dimensioni, dai dieci al mezzo carato che ne facevano risaltare il più impressionante di tutti, il “diamante Farnese” violetto, 42 carati di un colore mai sperimentato prima. Era una splendida realizzazione del gioielliere e cesellatore avignonese Claudio Imbert, che è risorta per l’entusiasta iniziativa di Ciro Paolillo col supporto professionale di orafi come Armando Arcovito e di Claudia Romano per la modellazione al computer attraverso un moderno software.

Venerdì 12 maggio 2023 alle ore 10.30 è avvenuta presso la maestosa Sala Filangieri dell’Archivio di Stato di Napoli l’apertura della mostra La Corona di Re Carlo III di Borbone. Ricostruzione storica da un documento d’archivio, organizzata dall’Archivio di Stato e dell’Istituto Cervantes di Napoli. Ha introdotto e moderato Candida Carrino, Direttore dell’Archivio di Stato di Napoli. Sono intervenuti: Anna Navarro Ortega, Direttore dell’Istituto Cervantes di Napoli; Ciro Paolillo, Docente di Gemmologia dell’Università La Sapienza di Roma; e Giulio Sodano, Ordinario di Storia Moderna dell’Università Luigi Vanvitelli della Campania.

L’apertura della mostra è stata accompagnata dalla presentazione del volume L’Enigma della Corona. Carlo III di Borbone e i diamanti Farnese (Gangemi Editore 2023, 128 pagine), uscito in libreria il 15 maggio 2023. In questo prestigiose volume, Ciro Paolillo ha racchiuso – in collaborazione con la giornalista Anna Maria Barbato Ricci – tutta la sua ricerca, partita da fonti di archivio ed in particolar modo da un disegno custodito nel Fondo della Casa Reale di Borbone del monumentale Archivio di Stato napoletano, Non solo, in aiuto alla realizzazione, è arrivata l’attenta analisi dei ritratti dipinti dei reali hanno fornito non pochi particolari utili alla sua riproduzione.
Della Corona si era persa ogni traccia durante il regno del figlio di Carlo, Ferdinando IV. Si ipotizza che avesse seguito la famiglia reale con una quantità incalcolabile di beni preziosi, durante la fuga nel 1798 di Ferdinando IV per Palermo che avvenne sulla nave ammiraglia inglese Vanguard, di cui era al comando Horatio Nelson. Tornati indietro i reali l’anno seguente, dopo che fu soffocata la Rivoluzione partenopea, non ne risultano più notizie.

Molte ipotesi sulla sua sorte emergono proprio dal libro presentato e si fanno varie congetture. Durante la perigliosa traversata funestata da tempeste, pare che una delle navi della flotta inglese fosse affondata con a bordo il tesoro reale. Ma di questo evento non v’è traccia documentata. Paolillo ipotizza la sua tesi: «La Corona potrebbe essere stata usata per finanziare il Cardinal Ruffo a sostegno della rivolta contro i francesi per la riconquista di Napoli, o altrimenti, potrebbe essere stata smontata delle pietre che furono donate proprio a Nelson che trasse in salvo la famiglia reale e, la cui prova, potrebbe essere individuata in un documento del 1801 dove lo stesso ammiraglio dichiara di aver venduto, per appianare dei debiti, “tremila sterline di diamanti”, una cifra considerevole per l’epoca. Infine, volendo percorrere anche un sentiero più romantico – continua il Paolillo – mentre i diamanti furono consegnati a Nelson la gemma più preziosa, il “viola farnese” probabilmente, fu regalato alla sua moglie morganatica Lucia Migliaccio».
Quel simbolo del potere è stato riproposto pedissequamente, dall’intelaiatura in argento dorato, all’incastonatura delle pietre, con oltre 300 cubic zirconia in taglio antico, simulanti i diamanti bianchi, al cui centro protagonista era il grande “diamante viola Farnese” di 42 carati (sostituito qui da un’ametista quadrata, anch’essa tagliata stile XVIII secolo), mistero nel mistero della sparizione della corona, come ha spiegato Ciro Paolillo durante la presentazione.
La Corona copia perfettamente il disegno di Imbert, conservato nell’Archivio di Stato di Napoli, nel ricco Fondo della Real Casa di Borbone. “La Corona rinata – ha affermato la Dott.ssa Candida Carrino –. è la prova di come la ricca messe documentale che custodiamo nei 70 chilometri di scaffali dipanantisi nei 24mila metri quadrati della nostra sede sostanzi continuamente importanti ritrovamenti che non finiscono mai di stupire”.
Quel diamante simbolo della genia reale di cui si sono perse le tracce, come ironicamente ha ricordato Anna Maria Barbato Ricci, potrebbe essere oggi racchiuso ignaramente in un beautycase conservando tutto il fascino di quel colore di cui si narra e che potrebbe farlo apparire “semplicemente” come una gemma di colore.
Si prospetta un tour in Italia e all’estero per la “replica” della Corona di Re Carlo III di Borbone. Rimarrà per qualche tempo esposto presso la Sala Filangieri dell’Archivio di Stato, prima di partire per i luoghi di Re Carlo III, da Palermo, a Caserta, a Parma, e altre tappe. L’ambizione – ha affermato il Prof. Ciro Paolillo, l’ideatore della ricostruzione della Corona – è di esporla a Madrid, in una cornice prestigiosa come la Sala del Trono del Palazzo Reale. Stiamo valutando anche altre tappe: Venezia, dove fu tagliato il favoloso diamante violetto il cui colore, con tutta probabilità, era stato intensificato dal suo creatore Imbert con l’artificio insegnato da Benvenuto Cellini, di inserire un castone colorato; o Firenze, dove furono reperiti i diamanti bianchi”.

Poi, dopo l’apertura della mostra, alle ore 17.00, la ricostruzione storica da un documento dal Fondo della Real Casa di Borbone dell’Archivio di Stato di Napoli della Corona di Re Carlo III di Borbone, ha incontrato l’attuale Capo della Real Casa delle Due Sicilie, S.A.R. il Serenissimo Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

In occasione di questa storica visita, Don Pedro ha conferito motu proprio la nomina a Dama di Merito dell’Ordine Costantiniano alla Dott.ssa Candida Carrino, Direttore dell’Archivio di Stato di Napoli.

Come abbiamo riferito [QUI], LL.AA.RR. erano a Napoli per partecipare al Gala di beneficenza in favore dell’Azienda Ospedaliera Santobono-Pausilipon per la realizzazione del Centro Ustioni Pediatrico.
Accompagnati dalla Marcia Reale delle Due Sicilie, il Capo della Real Casa delle Due Sicilie, S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta e delle LL.AA.RR. Don Jaime e Donna Charlotte di Borbone delle Due Sicilie, Duchi di Noto, hanno fatto il loro ingresso giovedì 11 maggio 2023 alle ore 20.30 al Circolo Nazionale dell’Unione in via San Carlo 99 a Napoli, per partecipare al Gala di beneficenza in favore dell’Azienda Ospedaliera Santobono-Pausilipon per la realizzazione del Centro Ustioni Pediatrico, promosso dal Real Circolo Francesco II di Borbone e il CIS-Corpo Internazionale di Soccorso OdV, con il sostegno della Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e dell’Archivio di Stato di Napoli.

«Se siamo riusciti ad attirare l’attenzione su questa iniziativa, a trasmettervi un po’ di entusiasmo a partecipare, allora possiamo dire che abbiamo iniziato con il piede giusto il nostro lungo cammino per completare l’opera. Questo centro permetterà a tanti bambini di potersi curare adeguatamente vicino casa e a tanti familiari eviterà complicati e costosi trasferimenti. Soprattutto auspichiamo che dia ai malati del Sud la dignità che meritano, affidandosi nelle mani dei tanti bravi medici e del personale sanitario che si è formato ed è rimasto qui per scommettere su Napoli e sul Sud dell’Italia. Ci troverete sempre al fianco delle persone di buona volontà per aiutare, sostenere e promuovere valide iniziative che possano restituire speranza e sollievo ai sofferenti e i bisognosi nello spirito del Servo di Dio il Re Francesco II e di Sua madre la Beata Maria Cristina Regina delle Due Sicilie, piuttosto che lustro alla nostra cultura, al ricchissimo patrimonio culturale delle nostre città e alle bellezze naturalistiche delle nostre terre” ma attenzione a chi si frappone al bene. La solidarietà verso il prossimo è una chiave che apre quasi tutte le porte, dietro quelle che non si aprono c’è “durezza di cuore”, individualismo, orgoglio e superbia” per usare le parole di Papa Francesco. Chi antepone i propri interessi al bene non va lontano, chi mette ostacoli alla sua realizzazione si ritrova a dover fare i conti con le sue scelte e ”Il diavolo è un cattivo pagatore, non paga mai bene!”», ha detto nel suo saluto S.A.R. il Principe Don Jaime di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Noto, Principe Ereditario della Real Casa delle Due Sicilie.

L’11 maggio alle ore 17.00, Padre Aleksander S. Iwaszczonek, Cappellano del Real Circolo Francesco II di Borbone, con il Presidente Paolo Rivelli, il Delegato di Malta Vincenzo Palazzo Bloise, il Delegato delle Calabrie Massimo Seminara e il Cerimoniere Umberto Schioppa, ha accolto il Capo della Real Casa delle Due Sicilie e Presidente del Real Circolo Francesco II di Borbone, S.A.R. il Serenissimo Principi Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Calabria, Conte di Caserta, accompagnato dal suo figlio primogenito, S.A.R. il Principe Don Jaime di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Noto, sul sagrato di San Paolo Maggiore a Napoli, ove i Principi hanno venerare la preziosissima reliquia della Santa Croce. Il corteo ha fatto il suo ingresso in Basilica accompagnato dalla Marcia Reale delle Due Sicilie.

S.A.R. il Principe Don Pedro ha sostato in preghiera davanti all’altare maggiore, mentre il Cappellano pronunciava l’antica formula per la visita di un Principe. Il Duca di Calabria e il Duca di Noto hanno poi ricevuto il Collare come Membri del Comitato d’Onore del Real Circolo Francesco II.

Al termine, P. Aleksander ha guidato i Principi e i presenti alla visita della Basilica, iniziata con la Cappella di Sant’Andrea Avellino, Compatrono di Napoli e la Cripta della Basilica, sulla tomba del compatrono di Napoli: San Gaetano di Thiene, fondatore dei Teatini. La visita si è conclusa con uno scambio di doni.

Il 12 maggio 2023 si è svolta una Visita Ufficiale del Capo della Real Casa due Sicilie, S.A.R. il Serenissimo Principi Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Calabria, Conte di Caserta, accompagnato dal suo figlio primogenito, S.A.R. il Principe Don Jaime di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Noto, alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, fondata dal loro augusto antenato, S.M. il Re Ferdinando I di Borbone, e pranzo con i cadetti. Presente il Delegato per Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Nob. Manuel de Goyzueta di Toverena, dei Marchesi di Toverena e Trentenara, Cavaliere di Giustizia.

Inoltre, il 12 maggio 2023 LL.AA.RR. i Principi Don Pedro e Don Jaime hanno visitato con il Real Circolo Francesco II di Borbone anche la storica bottega di Mario Talarico, dove hanno potuto vedere l’artigiano all’opera, spiegando i vari processi della costruzione di un ombrello di altissimo livello. Al termine, Talarico ha fatto una sorpresa speciale per l’ospite speciale: un ombrello da re, realizzato e cucito interamente a mano su un’anima, un pezzo unico, di legno di bambù, che conferisce eleganza fuori dal comune e leggerezza. Un pezzo di pregio, tanto che ne esistono solo sette esemplari al mondo, di cui uno per il “Re di Napoli”, S.A.R. il Principe Don Pedro, Capo della Real Casa delle Due Sicilie e uno per il Re Carlo III del Regno Unito. Un ombrello elegantissimo anche per il Principe Ereditario Don Jaime, al quale è stato proposto un pezzo in castagno naturale con la corteccia e un elegantissima stoffa color ambra puntinata di blu, per le piovose giornate londinesi.

Carlo Sebastiano di Borbone e Farnese (Madrid, 20 gennaio 1716 – Madrid, 14 dicembre 1788) è stato Duca di Parma e Piacenza con il nome di Carlo I dal 1731 al 1735, Re di Napoli senza utilizzare numerazioni dal 1734 al 1759, Re di Sicilia con il nome di Carlo III dal 1735 al 1759 e Re di Spagna con il nome di Carlo III dal 1759 fino alla morte.

Carlo III di Borbone fu incoronato rex utriusque Siciliae il 3 luglio 1735 nella Cattedrale di Palermo, a 19 anni, dopo avere riconquistato alla testa delle sue truppe il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, che erano stati persi dalla Spagna con il Trattato di Utrecht. Questi territori appartenevano politicamente all’Austria da quando nel 1720, col trattato di Den Haag, l’imperatore Carlo VI d’Asburgo, già sovrano di Napoli, aveva ottenuto la Sicilia dai Savoia cedendo in cambio a Vittorio Amedeo il Regno di Sardegna.
Primogenito delle seconde nozze di Filippo V di Spagna con Elisabetta Farnese, era durante l’infanzia solo terzo nella linea di successione al trono spagnolo, cosicché sua madre si adoperò per dargli una corona in Italia rivendicando l’eredità dei Farnese e dei Medici, due dinastie italiane prossime all’estinzione. Grazie a un’efficace combinazione di diplomazia e interventi armati, la Farnese riuscì a ottenere dalle potenze europee il riconoscimento dei diritti dinastici di Carlo sul Ducato di Parma e Piacenza, di cui egli divenne Duca nel 1731, e sul Granducato di Toscana, dove l’anno seguente fu dichiarato gran principe (cioè principe ereditario).
Nel 1734, al comando delle armate spagnole conquistò il Regno di Napoli e l’anno successivo quello di Sicilia, sottraendoli alla dominazione austriaca. Nel 1735 fu incoronato Re di Sicilia a Palermo, e nel 1738 fu riconosciuto sovrano dei due regni dai trattati di pace, in cambio della rinuncia agli stati farnesiani e medicei in favore degli Asburgo e dei Lorena. Capostipite della dinastia dei Borbone delle Due Sicilie, inaugurò un nuovo periodo di rinascita politica, ripresa economica e sviluppo culturale.
Alla morte del fratellastro Ferdinando VI nel 1759, fu chiamato a succedergli sul trono di Spagna, dove, allo scopo di modernizzare il Paese, fu promotore di una politica riformista che gli valse la fama di monarca illuminato.