Sul palco degli Stati Generali della Natalità totale sintonia tra il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Pontefice

La Papessa: «I figli nascono da uomo e donna» e il Papa in piedi per applaudirla con entusiasmo. Sulla famiglia nasce il patto tra Chiesa Cattolica Romana e Governo italiano. Tra i due si è generata non solo una intesa chiara sui contenuti e le ricette per sconfiggere «l’inverno demografico» in cui si ritrova l’Italia; si è mostrata anche una evidente simpatia umana, fatta di battute scherzose sull’abbigliamento, strette di mano, applausi di approvazione. II Presidente del Consiglio dei Ministri, a un certo punto, non ha nemmeno resistito alla tentazione di allungarsi sulla sua poltrona per raggiungere il Santo Padre e toccarlo. Un gesto che non sarebbe consentito dal protocollo, ma che è stato accolto da Francesco come un normale gesto di simpatia di Giorgia. «Oggi ci siamo vestiti uguali…». Papa Francesco scherza con Giorgia Meloni sui loro abiti bianchi che staccano sul fondale blu e subito scatenano critiche e ironie. Parole accompagnate da sorrisi e risate a testimonianza, non solo della sintonia sui temi in discussione, ma anche della simpatia umana nata tra il Santo Padre e il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, che alla fine commenta: «Una bella mattinata».

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.05.2023 – Renato Farina] – Per Giorgia niente armocromia da Vogue come Elly, ha scelto la papacromia da Osservatore Romano. Risultato: Francesco e Giorgia si sono vestiti “uguale”, come ha scherzato il Papa sorridendole, dopo aver risolto salomonicamente la questione del titolo giusto per lei chiamandola «Signora (femminile) Primo Ministro (maschile)». L’unico dissenso tra i due, diremmo non proprio decisivo.
Papa e Papessa sono intervenuti insieme, nella mattina di ieri all’Auditorium della Conciliazione, per indicare diagnosi e terapie perché l’Italia possa guarire da una sterilità crescente (393mila nati nel 2022, record negativo dal 1861, anno uno dello Stato unitario) il cui motivo sta nelle teste, nei cuori e nei portafogli più che – si spera – in carenze dell’apparato riproduttivo. Insieme i due anche nei concetti e nella gerarchia di valori. Avrebbero potuto persino scambiarsi certe parti dei discorsi, e il loro argomentare avrebbe funzionato lo stesso.

Insomma, come una coppia di bianche volpi siberiane, parevano essersi messi in tinta rimata con l’inverno demografico per non farsi ghermire dal suo gelo. Uguale, ugualissima divisa, stessa tonalità di bianco lievemente tendente alla crema. Va bene così, felix culpa se mai lo è stata quella di Giorgia, ha funzionato come prova di alleanza, combattono dalla stessa parte: non si deve cedere alla meccanizzazione delle nascite da ordinare a qualche batteria di uteri in affitto, dimenticando che sono persone uniche e cariche di dignità infinita, sia chi porta la creatura in seno, sia chi ne riceve per nove mesi calori e nutrimento, salvo essere scartato se la merce risulta ammaccata. La famiglia al centro della politica e della cultura, ha promesso Meloni, trovando l’incoraggiamento del Papa: questa la risposta per tornare a riempire le culle e arrivare alla fatidica quota 500mila entro il 2030. Compito degli adulti, e delle agenzie educative è rendersi conto del «desiderio di felicità» dei ragazzi, sostenendoli nella loro speranza di una vita buona e utile. Fornendo loro testimonianze credibili e costruendo per loro strade effettive di amicizia e di lavoro che li allontanino dalla voragine del nulla esistenziale.
Concordia assoluta tra i due, compreso l’invito del Papa a non chiudersi nell’egoismo difensivo, che nega l’accoglienza, e con ciò la possibilità di una società felice. Al di là delle parole, è stata visibile una totale empatia, lo dimostrano il linguaggio del corpo e le rispettive posture. C’è stato un istante in cui Giorgia non è riuscita a trattenersi dal prendere tra le dita, per entusiasmo e senso di protezione ricevuto e dato, un lembo della manica di Francesco. II quale ha applaudito alla fine del discorso della Signora Premier, mostrandole anche il segno del pollice alzato.
Immaginiamo a questo punto i sentimenti di chi – da D’Alema a Lula fino a Fratoianni – lo ha eletto capo della sinistra mondiale. Magari lo fosse davvero, per cinque minuti, ed emanasse un «contrordine compagni» rispetto all’odio dedicato a lei e al suo governo da comunisti e affini in nome di quell’antifascismo che si inventa il fascismo di Giorgia e del governo per trovare una ragione di esistenza. Franciscus dixit: «Visto che il terreno è comune, come comuni sono la società e il futuro, è necessario affrontare il problema insieme, senza steccati ideologici e prese di posizione preconcette».

II commento di Giorgia Meloni alla storica giornata di ieri è stato: «Una bella mattinata con Sua Santità Papa Francesco e tanti giovani agli Stati Generali della Natalità». Nelle prime tre parole, «Una bella mattinata», si concentra il giudizio estetico, etico, politico, esistenziale su un incontro che apre mondi nuovi.
A proposito di abbigliamento. Prima della rasserenante battuta di Bergoglio, contento come di rado lo si era visto dopo la morte di Benedetto XVI, c’era stato chi aveva malignato sullo sfregio al dress code da parte della premier: sfacciataggine dannunziana. Il galateo delle tonache infatti consentirebbe in presenza del Papa abiti candidi solo alle Regine cattoliche, per le altre Dame obbligatorio il nero-nerissimo. Figuriamoci. Ci sarebbe mancato solo che arrivasse tutta nera come un catafalco: è Giorgia Meloni, non è una vedova del fascismo.

Il Ministro Roccella: «La maternità surrogata deve diventare reato universale»
«L’utero in affitto è lesivo della dignità della donna e dei diritti fondamentali dei bambini per questo vogliamo che diventi reato universale». Il Ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, commenta le parole del Premier e sottolinea l’affinità tra il pensiero del pontefice e di Giorgia Meloni: «Entrambi, pur partendo da prospettive diverse, hanno lanciato un messaggio di speranza nel futuro e un invito alla vitalità. Un segnale importante, perché è la vitalità sociale la condizione essenziale per invertire la curva demografica».
Poi il Ministro torna sul tema della maternità surrogata: «In Italia è reato ormai da molti anni. Solo che non è mai stato realmente perseguito, e così si va all’estero a praticarlo con la certezza che tornati qui non succeda niente», ha detto la Roccella spiegando perché in Parlamento c’è una proposta per rendere l’utero in affitto perseguibile anche se commesso fuori dai confini italiani. «È importante anche per non svilire la maternità, non ridurla a un bene di mercato».
Questo articolo è stato pubblicato oggi su Libero Quotidiano.