Il lessico di Papa Francesco: La cultura dello scarto

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Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha deciso di puntare su pochi ma significativi concetti da far ‘metabolizzare’ ai fedeli che, praticamente quotidianamente, lo ascoltano. Uno di questi temi è sicuramente il no a quella che il Pontefice chiama la ‘cultura dello scarto’. In più di una occasione Papa Bergoglio ha ribadito la sua contrarietà – e quella della Chiesa – a questa ‘cultura’ multiforme, perfino tentacolare.

Il Papa ha puntato il dito contro il denaro, la finanza senza regole ed il consumismo sfrenato. Un mix letale che porta – appunto – a favorire la cultura dello scarto. ‘Quello che comanda oggi – è stata la denuncia di Francesco – non è l’uomo, è il denaro, il denaro, i soldi comandano. Uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la cultura dello scarto. Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità. Un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti’. Il j’accuse del Papa si estende anche al caso concreto dell’intollerabile spreco di cibo, in un mondo dove la frattura tra ricchi e poveri si fa sempre più marcata. ‘Il consumismo – ha aggiunto il Pontefice – ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. Ricordiamo bene, però, che il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame!’.

In Brasile, nel corso della celebrazione della GMG, Papa Francesco è tornato nuovamente ad attaccare la cultura dello scarto. Questa volta presentandola sotto la forma dell’esclusione. ‘Purtroppo – spiegava – in molti ambienti si é fatta strada una cultura dell’esclusione, una cultura dello scarto: non c’è posto né per l’anziano né per il figlio non voluto; non c’è tempo per fermarsi con quel povero sul bordo della strada. A volte sembra che per alcuni, i rapporti umani siano regolati da due dogmi moderni: efficienza e pragmatismo’. Invece – ribatteva il Papa – il cristiano ha il dovere di contrastare questi atteggiamenti attraverso ‘l’incontro e l’accoglienza di tutti, la solidarietà e la fraternità’ che ‘sono gli elementi che rendono la nostra civiltà veramente umana’.

Anche, e soprattutto, la vita umana è soggetta alla cultura dello scarto. Il Papa lo sa e non dimentica di denunciarlo, in un messaggio in occasione della Settimana nazionale della famiglia brasiliana. Questa cultura – ha osservato Francesco – ‘relativizza il valore della vita umana. I genitori sono chiamati a trasmettere ai loro figli la consapevolezza che essa deve essere sempre difesa, sin dal grembo materno, riconoscendovi un dono di Dio e garanzia del futuro dell’umanità, ma anche nella cura degli anziani, specialmente dei nonni, che sono la memoria viva di un popolo e trasmettono la saggezza della vita’.

La cultura dello scarto è dunque un male che il Papa intende contrastare. Con le parole e con i fatti. E c’è da scommettere che da qui a breve Francesco tornerà a tuonare contro questa deriva. Una deriva frutto di quella ‘dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie’ (Card. Joseph Ratzinger, Omelia Missa pro Eligendo Romano Pontifice 18.4.2005).

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