Il professore che nacque tre volte
Un autoritratto. Il racconto di tante esperienze e dei personaggi che hanno accompagnato la sua vita, così che la narrazione alla fine diviene ampia e corale. S’intitola “Pagine. Narrare per narrarsi o narrarsi per narrare?”, porta la firma di Angelo Lizzio, professore di Geometria presso l’Università di Catania, ed è un volumetto destinato agli amici, apparso nel 2012 in occasione dei suoi 70’anni.
C’è il ricordo della propria adolescenza, che corre parallela allo sviluppo socio-culturale di un dopoguerra vissuto in provincia, nella città di Acireale, nel catanese. V’è l’epopea della Voce dell’Jonio, settimanale nato nel giugno 1958, che tra alterne vicende è ancora attivo e figura nell’elenco dei periodici diocesani. E c’è la vita accademica, narrata dal punto di vista del docente, che ha anche girato l’Italia, chiamato a presiedere parecchie volte commissioni di esami di maturità.
Angelo Lizzio rievoca le fasi e le circostanze della sua esistenza, senza voler assurgere a protagonista, ma con profonda semplicità, annotandone vicende e pensieri. Ogni periodo diviene tuttavia stimolo per considerazioni e domande più vaste sul senso della vita e del cammino dell’uomo. Come la storia di una donna morta a 106 anni, mentre il figlio primogenito era scomparso appena 24enne in un incidente aereo, durante un’esercitazione militare. E che dire, riflettendo sulla prima Guerra mondiale, della “ricchezza di sentimenti, di attività… di ‘vita’ ” che avrebbero offerto “le migliaia di giovani che rimasero uccisi tra le rocce delle Alpi, nelle doline del Carso, sulle secche del Piave. Settecentomila morti costò quella guerra. Perché loro?”. O ancora, a partire dalle traversie della propria salute, l’indagine dei rapporti tra medicina del cuore e matematica. “Il mondo reale è permeato di problemi matematici – rileva Lizzio – e le soluzioni incidono su aspetti della vita quotidiana. L’applicazione di un modello matematico permette di effettuare previsioni e dare maggiori elementi di giudizio”.
Ma tra tutti spiccano tre episodi, tre date, sulle quali l’autore concentra la riflessione: la propria nascita, il 2 febbraio 1942, in pieno conflitto bellico, giorno in cui ad Acireale rivive una devozione particolare, la festa della Madonna della Salute; poi l’8 dicembre 1984, solennità dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria, data di un delicato intervento chirurgico al cuore affrontato da Lizzio; infine il 13 maggio 2006, anniversario della prima apparizione della Madonna a Fatima, dopo cinque giorni di terapia intensiva e un nuovo intervento al muscolo cardiaco. L’autore ravvisa in queste tre date “come un gioco di coincidenze”. “Scorrendo le date della mia vita – nota in un passaggio del libro – mi sembra che gli episodi salienti si siano verificati in date che sul calendario sono dedicate alla Madonna, come se ci fosse stata per me una ‘protezione’ speciale. Io ritengo di essere nato, in qualche modo, tre volte”. Nella vita ci sono “coincidenze e incroci”. “E se sono venuto fuori da rischi tremendi – riflette ancora Lizzio – penso di dover riconoscere che non tutto si deve al ‘caso’. Questa traccia ‘divina’ nella vita può essere motivo di gratitudine e di fiducia… Molto c’è, nella vita dell’uomo, che non si spiega con il semplice ‘accidens’ ”. Lo crediamo anche noi.