Adorazione, Rosario e Coroncina di Fatima. La proposta degli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo per il mese di maggio
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 07.05.2023 – Veronica Cireneo] – Tra tutti i beni presenti sulla faccia della terra, il più prezioso in assoluto è custodito nel Tabernacolo. Eppure lì, non come nelle banche, non come nei negozi di gioielli, non come nelle ville di lusso o nei pressi degli yacht, costantemente sorvegliati da umani armati e sistemi automatici di sicurezza, davanti al Tabernacolo non c’è mai nessuno: né ad ammirare, né a controllare. Che si sappia o no, che nell’Ostia c’è la Presenza Reale di Gesù, non ne cambia la consistenza e il potere. Nel Tabernacolo è custodito il cuore di Dio, vivo e palpitante. Quel Cuore che irradia il mondo intero e che è sorgente e vita di ogni palpito e respiro di ogni creatura sulla faccia della terra.

È molto interessante sapere questo. È bello sapere che in qualunque luogo ci troviamo, qualsiasi cosa stiamo facendo, dormendo o svegliando, piangendo o ridendo, in pace o in guerra, tutti siamo e sono intercettati da quelle onde d’amore che perpetrano la vita tutta, meglio e più potentemente delle onde elettromagnetiche sparse ovunque, che nell’improbabile concorrenza, solo danno alla naturalezza fisica, mentale e spirituale umana, invece producono.
Santa Teresina diceva: “Se la gente si rendesse conto di Chi è custodito nel Tabernacolo l’ingresso nelle chiese dovrebbe essere regolato dalla forza pubblica”. In realtà, ultimamente la forza pubblica è intervenuta nelle chiese. Era il 2020, quando uomini armati entrarono nelle chiese e nelle cattedrali, ma non fu per regolare il traffico d’ingresso. Al contrario: avvenne piuttosto per scoraggiarlo.
L’uomo e la società che perde memoria delle sue radici, perde bellezza e vita, come il tralcio che si staccasse dalla vite. Così si illuderebbe l’uomo che si supponesse vivo, allontanandosi da Dio. Che di fronte al tabernacolo non ci siano atei, pagani, bestemmiatori, ladri, assassini è un bene. Diceva Padre Pio: “La chiesa meglio vuota, che piena di diavoli”. Ma quello che sconcerta è che di fronte al Tabernacolo non ci siano nemmeno coloro che si dicono credenti. Allora, se è vero come è vero, che gli ultimi saranno i primi, si può supporre che farà prima un ladro e un assassino a prostrarsi davanti al Santissimo Sacramento nel momento opportuno, piuttosto che i cattolici tiepidi, rovina della Chiesa più di costoro. Vale soprattutto per i sacerdoti intiepiditi dalle sirene del mondo laico ed ecclesiale, perché se un sacerdote non è santo non solo è inutile alla Chiesa, ma è dannoso perché si porta dietro le anime a lui affidate per custodire santità e salvezza.
Come potrebbe un amante dell’Eucarestia non sostare inginocchiato a mani giunte e in preghiera davanti al Tabernacolo? E se anche credesse di poter trascurare durante l’anno questa sacrosanta attività, nel mese di maggio non gli sarebbe consentito senza dolo e senza danno per la fede.
Maggio è il mese dedicato alla preghiera del Santo Rosario e il Rosario è inscindibilmente unito all’Adorazione Eucaristica. Recita così l’Enciclica di San Giovanni Paolo II, la Redemptoris Mater al N. 44: “Ben a ragione la pietà del popolo cristiano ha sempre ravvisato un profondo legame tra la devozione alla Vergine santa e il culto dell’Eucaristia”.
Siamo tutti a conoscenza dello smantellamento in corso del cristianesimo, cosa più che in ogni altra è garantita dalla pressoché totale assenza dell’Adorazione Eucaristica nelle chiese. E una chiesa dove non si adora il Padrone di Casa, che chiesa è?

Nel loro Vademecum [QUI], gli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo – che non hanno voglia, giacché non serve, di inventarsi nulla, ma intendono restaurare le sane abitudini e le pie pratiche devozionali del passato – hanno posto in elenco, tra le altre, la proposta di organizzare l’Ora Santa di Adorazione, da fare ai sacerdoti. Recitare il santo Rosario di fronte al Santissimo esposto è fonte di grazie necessarie, sia immediate che future.
Qualora non si ottenesse l’esposizione del Santissimo Sacramento, poco cambierebbe. Chiunque abbia a cuore la salute dell’anima propria, la conversione dei peccatori ostinati e la riparazione dei sacrilegi eucaristici, non solo Dio sa quanto ce n’è bisogno, si porti quotidianamente davanti al Tabernacolo.
Sarebbe davvero meraviglioso riuscire a recitare in questo mese tre rosari al giorno, quelli indicati dalla tradizione. Maria Santissima garantisce che non c’è problema personale, famigliare, nazionale o mondiale che non possa essere risolto con la pratica del Santo Rosario. Che il disastro in cui ci troviamo dipenda dal fatto che quest’ancora di salvezza sia stata pressoché abbandonata?
Il Santo Rosario, che la tradizione ci ha donato, è composto da 150 Ave Maria: Misteri Gaudiosi, Misteri Dolorosi e Misteri Gloriosi. (I misteri luminosi sono stati aggiunti da San Giovanni Paolo II, ma non appartengo alla tradizione). Le Ave Maria sono 150, numero che emula il Salterio della Chiesa, che ha il medesimo numero di Salmi. Nei 15 Misteri si ripercorrono le tappe di ogni vita umana che passa: dalla nascita, alla morte, Resurrezione. Allora, sia custodito giustamente e santamente il numero 150 Ave Maria del Rosario.
L’ Adorazione che in certe chiese è perpetua, dove il Santissimo è esposto giorno e notte è causa di copiosi e incredibili miracoli, primo tra tutti le conversioni.
Esistono due tipi di Adorazione: quella in cui dei fedeli si riuniscono davanti al Santissimo per recitare ad alta voce il santo Rosario, leggere brani del Vangelo o della vita dei santi e l’Adorazione silenziosa. La scrivente che Le ha sperimentate entrambe, non nega la propria predilezione per l’Adorazione silenziosa. Fare silenzio dentro di sé nel frastuono del mondo è cosa tanto difficile, quanto vitale. Un tempo quando la vita era più naturale, non era così difficile gustarsi il proprio silenzio interiore.
Oggi, a causa dell’incapacità ad osservare se stessi, quando l’attenzione è costantemente proiettata verso l’esterno, spesso motivo di agitazione e fallacia ai danni del vero, la nostra vita personale non è più sotto il nostro dominio. Il cuore si è fatto deserto di pietra. Ma se non c’è silenzio, Dio non abita il cuore dell’uomo. Per restaurarne la Presenza e rinvigorire l’amicizia, opportuna e doverosa, modo migliore di stare inginocchiati al Suo cospetto, non c’è. Nell’adorazione silenziosa Dio si sente libero di parlare all’anima. Ma nel cuore agitato o distratto non lo fa. Si sentirebbe quasi di disturbare: Egli il Padrone e Signore dell’universo si comporta così. È discreto.
Sarebbe opportuno e sacrosanto che la circostanza dell’Adorazione silenziosa venisse offerta soprattutto in riparazione degli oltraggi che Gesù riceve nella Sua Vita Sacramentale.
Particolarmente adatta a questo scopo ci sembra la Coroncina di Fatima, di recente scoperta che vogliamo diffondere, e che nel video che segue è recitata da Padre Justo A. Lo Feudo, MSE.
Era a fine Novecento quando Gesù si lamentava così con Padre Pio: “Con quanta ingratitudine viene ripagato il mio amore verso gli uomini! Sarei stato meno offeso da costoro se l’avessi amati di meno. Mio Padre non vuole più sopportarli! Mi lasciano solo di notte e di giorno, nelle Chiese. Non si curano più del Sacramento dell’altare; non si parla mai di questo Sacramento d’Amore; ed anche quelli che ne parlano ahimè, con che indifferenza, con che freddezza”. Erano gli anni ’60 del Novecento, quando Gesù si esprimeva così. E oggi cosa direbbe? Andiamo a farcelo dire! È lì l’Amante che ci attende.
Sia lodato e ringraziato ogni momento Gesù nel Santissimo Sacramento.
Per seguire su Telegram gli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo [QUI e QUI].

Corona di Riparazione
ispirato dai messaggi dell’Angelo
apparso ai tre pastorelli di Fatima
Si utilizza la corona del Rosario. Qualora fosse possibile, pregare questa corona davanti al Santissimo esposto o al tabernacolo. Altrimenti davanti a un crocifisso.
1. Farsi il segno della croce dicendo: “Per il segno della Santa Croce, liberaci Signore nostro Dio, dai nostri nemici”.
+ Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
2. Credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra; ed in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto, discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò dai morti, salì al Cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente, di nuovo verrà a giudicare i vivi ed i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
3. Signore, abbi pietà di noi. Cristo, abbi pietà di noi. Signore, abbi pietà di noi. Dio mio, perdonami!
4. Sui grani grossi che corrispondono ai Padre Nostro:
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori.
5. Su ogni grano piccolo che corrisponde alle Ave Maria:
Mio Dio io credo, adoro, spero e Vi amo. Vi chiedo perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano (10 volte).
6. Alla fine di ogni decina:
Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose.
7. Finita la corona per tre volte:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà noi, tua Chiesa e del mondo intero (3 volte).
8. La preghiera spontanea che ripetono i pastorelli nella prima apparizione del 13 maggio, nel momento in cui la Madonna apre le mani e loro cadono in ginocchio:
Santissima Trinità, io Vi adoro. Mio Dio, mio Dio, io Vi amo nel Santissimo Sacramento.
9. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Foto di copertina: Tabernacolo in soffitta o al centro? Nell’attuale periodo storico, in più diocesi italiane (ma anche all’estero) si registra un dibattito sulla conservazione delle ostie consacrate, al termine del Sacrificio Eucaristico. Per una lunga fase temporale, le Sacre Specie sono state conservate in un tabernacolo posto in posizione preminente nel presbiterio. Prima, sopra l’altare maggiore, poi – quando l’altare è stato rivolto verso l’assemblea dei fedeli – sempre in un luogo centrale, poggiato su un’apposita mensola. In tempi recenti, un sempre più alto numero di persone si sta accorgendo che, specie nelle chiese di recente costruzione, è posto al centro del presbiterio esclusivamente l’altare, mentre il tabernacolo è messo da parte, posizionato altrove. In alcuni casi (es. parrocchia Santa Paola Romana, Roma-Balduina), a troneggiare è la sedia del presidente dell’assemblea (quasi una “cattedra”), mentre il tabernacolo è posto sopra una colonnina a destra, in posizione defilata e con scarso decoro (esiste poi, semi-nascosta, una cappella dell’adorazione). In altre situazioni, il Santissimo non è conservato nel presbiterio, ma è collocato al di fuori, in un luogo diverso (cappella, altare laterale, struttura di tipo monumentale). A questo punto, tra i fedeli, sono sorti molti interrogativi. Perché il Santissimo non si trova più nel presbiterio? Perché nel presbiterio troneggia la sedia del celebrante? Da varie voci, riportate dai media, deriva pure la seguente considerazione: al di là di ogni concezione “architettonica”, se non addirittura “utilitaristica”, dovrebbe essere semplice comprendere che è dalla dottrina (dall’insegnamento) che scaturisce l’edificio di culto, e non viceversa. Per cui a pari dottrina dovrebbe corrispondere pari edificio. Se oggi si notano delle considerevoli differenze tra gli edifici moderni e quelli passati non si può fare a meno – affermano alcuni – di considerare che “forse” è cambiata la dottrina. A questi punti, si aggiungono poi dei nuovi quesiti: perché nelle chiese di recente costruzione si tende a togliere il Crocifisso? Oppure lo si pone a un lato dell’altare? O lo si sostituisce con immagini del Risorto? Su quanto abbiamo riportato esiste disorientamento, e non mancano criticità mal dissimulate (Carlo Mafera – Zenit.org, 19 Settembre 2015).



























