Il papa: ogni vita umana ha valore
Il Papa torna a fare appello per la difesa della vita in ogni sua forma. “Ogni essere umano ha valore in se stesso, perché creato ad immagine di Dio, ai cui occhi è tanto più prezioso, quanto più appare debole allo sguardo dell`uomo”, ha detto oggi rivolgendosi ai partecipanti al convegno ‘La Pastorale nella cura dei bambini malati’.
Il discorso di Benedetto XVI, tutto incentrato sulla dignità dei bambini, sani o malati, nati o ancora embrionali, cade mentre in Italia prosegue, sulla scia del caso di Eluana Englaro, il dibattito sul valore della vita e sulle terapie a cui viene sottoposto un malato. “Già gli antichi riconoscevano l`importanza di rispettare il bambino, dono e bene prezioso per la società, al quale va riconosciuta quella dignità umana, che pienamente possiede già da quando, non ancora nato, si trova nel grembo materno”, ha detto il Papa. “Ogni essere umano ha valore in se stesso, perché creato ad immagine di Dio, ai cui occhi è tanto più prezioso, quanto più appare debole allo sguardo dell`uomo. Con quanto amore va allora accolto anche un bambino non ancora nato e già affetto da patologie mediche!”. D’altro canto, “la ricerca medica si trova talora di fronte a scelte difficili quando si tratta, ad esempio, di raggiungere un giusto equilibrio tra insistenza e desistenza terapeutica per assicurare quei trattamenti adeguati ai reali bisogni dei piccoli pazienti, senza cedere alla tentazione dello sperimentalismo”.
Non è allora “superfluo”, per Papa Ratzinger, “ricordare che al centro di ogni intervento medico deve esserci sempre il conseguimento del vero bene del bambino, considerato nella sua dignità di soggetto umano con pieni diritti. Di lui – ha detto Benedetto XVI – occorre prendersi cura sempre con amore, per aiutarlo ad affrontare la sofferenza e la malattia, anche prima della nascita, nella misura adeguata alla sua situazione”. Il card. Angelo Bagnasco, intanto, ribadisce che, dopo la sentenza della Cassazione sul caso Englaro, “si impone una determinazione legislativa”. Punti fissi di una legge sul ‘fine vita’, spiega il presidente dei vescovi italiani, “l’assoluta certezza di eventuali dichiarazioni sul fine vita da parte del paziente”, “la responsabilità del medico in rapporto con il malato” e “la chiara distinzione tra le terapie e le funzioni vitali, come sono la nutrizione e l’idratazione, funzioni queste normali di ogni essere umano”.
Fonte: APCOM