Papa Francesco a Castelgandolfo per la Solennità dell’ Assunta
Lotta, resurrezione, speranza, le tra parole che oggi il Papa ha offerto alla meditazione dei fedeli che si erano assiepati fin dalle prime ore del mattino in Piazza della Libertà a Castelgandolfo. Un appuntamento fisso che diventa inconsueto per la gente della cittadina laziale che quest’anno non ospita il Papa durante l’estate. Quella di oggi è la seconda visita di Papa Francesco che era venuto la prima volta il 23 marzo per incontrare Benedetto XVI ma senza incontrare la cittadinanza. Poi la visita del 14 luglio e infine oggi solennità dell’ Assunta.
Negli anni precedenti i Pontefici celebravano la messa alle 8.00 nella chiesa parrocchiale, poi alle 12 recitavano l’ Angelus nel cortile del Palazzo. Il tutto dava all’evento una atmosfera familiare, intima e di grande semplicità. La gente, abituata ad avere il Papa come concittadino, viveva la festa con il Papa come con uno di loro.Atmosfera diversa in questo 15 agosto 2013. Migliaia i fedeli di ogni parte del mondo per partecipare alla messa alle 10.30 in piazza. Un grande altare appositamente allestito davanti al portone del palazzo ha reso la piazza una chiesa a cielo aperto. A concelebrare con il Papa i cardinali Bertone e Sodano.
Dalle letture il Papa ha preso spunto per la sua riflessione, a partire dalla lotta tra la donna e il drago. La Chiesa vive il trionfo e il travaglio “se in Cielo è già associata alla gloria del suo Signore, nella storia vive continuamente le prove e le sfide che comporta il conflitto tra Dio e il maligno, il nemico di sempre.” E in questo Maria ci è sempre accanto, “Maria ci accompagna, lotta con noi, sostiene i cristiani nel combattimento contro le forze del male.” Il Papa, con il suo stile diretto, rilancia la preghiera del Rosario che ha una “dimensione “agonistica”, cioè di lotta, una preghiera che sostiene nella battaglia contro il maligno e i suoi complici.”
Poi la resurrezione ,come si legge nella seconda lettura. “Tutta la nostra fede – dice il Papa- si basa su questa verità fondamentale che non è un’idea ma un evento.” E “Gesù è entrato una volta per sempre nella vita eterna con tutta la sua umanità, quella che aveva preso da Maria; così lei, la Madre, che Lo ha seguito fedelmente per tutta la vita, Lo ha seguito con il cuore, è entrata con Lui nella vita eterna, che chiamiamo anche Cielo, Paradiso, Casa del Padre.”
E Maria è le prima dei redenti se “Cristo è la primizia dei risorti, e Maria è la primizia dei redenti, la prima di «quelli che sono di Cristo».”
Poi commentando il Vangelo il Papa spiega che cosa è la speranza: “ la virtù di chi, sperimentando il conflitto, la lotta quotidiana tra la vita e la morte, tra il bene e il male, crede nella Risurrezione di Cristo, nella vittoria dell’Amore.” E’ questo il cantico del Magnificat, dei tanti santi quotidiani che “hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili.” Un cantico che si fa particolarmente intenso là dove il Corpo di Cristo patisce oggi la Passione.
E il Papa conclude ripetendo la frase che spesso usa “non lasciatevi rubare la speranza”. Papa Francesco era arrivato alle 9.30 nella cittadina e si è recato subito in visita dal monastero delle clarisse all’interno della Ville Pontificie.
Anche i predecessori di Papa Francesco hanno incontrato le Clarisse di Castel Gandolfo, un legame antico, è il 18 marzo 1631, infatti, quando, in concomitanza con l’arrivo dei Papi nella cittadina laziale, il Monastero locale viene affidato alla guida delle religiose. Nei due secoli successivi, le guerre e gli assedi costringono le suore a tornare alla vita laicale, ma la preghiera le tiene unite e la loro comunità non si disperde. Con il Concordato del 1929, il Monastero viene riscattato dalla Santa Sede. Ma altre prove attendono le Clarisse: la seconda guerra mondiale stravolge la comunità e nel febbraio del ’44 18 suore perdono la vita a causa dei bombardamenti. Tra gli stenti e le difficoltà di quei giorni, si distingue Sr. Maria Chiara Damato che morirà il 9 marzo 1948 e per la quale è in corso la causa di beatificazione.
Oggi, le Clarisse di Castel Gandolfo vivono la loro missione dividendosi tra la preghiera ed il lavoro: tutti i giorni, dalle 7.30 alle 13.00, la Chiesa del Monastero viene aperta ai fedeli per l’Adorazione Eucaristica, mentre nel laboratorio locale si lavora il legno per la riproduzione di immagini sacre. “Per noi, figlie di Chiara di Assisi – dicono le religiose – il lavoro è dono di Dio che eleva lo spirito, è grazia e missione, è sentire intrecciate le mani di Dio e dell’uomo in un unico gesto di creazione”.