“I Giusti tra le Nazioni”. In un fumetto la commovente storia della “rete Marcel” in Francia che salvò 527 bambini ebrei

Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 02.04.2023 – Vik van Brantegem] – Presentiamo il lancio di una nuova serie di fumetti con la magnifica storia degli eroi nell’ombra, intitolato Les Justes parmi les Nations (I Giusti tra le Nazioni), la cui scopo è far conoscere la storia e onorare la memoria di uomini e donne di ogni estrazione, uniti da un coraggio eccezionale in circostanze tragiche, pronto a correre tutti i rischi di fronte alla barbarie nazista. Hanno rischiato la vita per salvare degli Ebrei, secondo l’elenco ufficiale riconosciuto dallo Stato di Israele. I primi tre volumi sono dedicati al dipartimento delle Alpi Marittime. Il primo di questi tre, intitolato Les réseaux de la liberté (Le reti della libertà), si basa interamente su fatti e figure storiche; solo il narratore, che funge da filo rosso per tutti gli album della serie, è fittizio.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, alcune persone salvarono a rischio della propria vita persone condannate a morte certa, il cui unico crimine era quello di essere nati Ebrei. Questi eroi nell’ombra, di tutte le fedi e di tutte le appartenenze socio-professionali, riuniti da coraggio eccezionale in circostanze tragiche, sono i “Giusti tra le Nazioni”.

La pubblicazione da parte delle edizioni Plein Vent del primo fumetto della serie, intitolato Les Justes parmi les nations. Les réseaux de la liberté (I Giusti tra le Nazioni. Le reti di libertà), è l’occasione per ricordare le gesta eroiche dei membri della “rete Marcel”, che durante l’occupazione nazista della Francia salvarono la vita a 527 bambini ebrei.

Il fumetto apre con la lettera pastorale Et clamor Jerusalem ascendit del 13 agosto 1942 di Mons. Jules-Géraud Saliège, Arcivescovo metropolita di Toulouse, letta nelle chiese della Alta-Garonna il 23 agosto 1943 (che riportiamo di seguito nella nostra traduzione italiana dal francese). Nel novembre dello stesso anno, dopo l’armistizio, Nizza è ormai sotto l’occupazione italiana. Contrariamente alle direttive di Vichy e a quelle del prefetto, Alberto Calisse, il Console generale d’Italia e Capo dell’ufficio della Commissione Italiana di Armistizio con la Francia a Nizza, che allora amministra la regione, si rifiute di applicare le leggi antisemite del regime.

La preoccupazione riappare, quando l’armistizio di Cassibile concluso tra l’Italia e gli Alleati segnò, due giorni dopo, l’arrivo dei Tedeschi che presero il controllo dei territori e invasero la zona italiana. A Nizza, la popolazione era stata particolarmente disponibile per le migliaia di profughi, tra cui almeno 20.000 Ebrei stranieri, per sfuggire alla politica di sterminio che continuava ovunque. Ma quando i tedeschi invadono la “zona italiana”, viene subito dichiarata la caccia agli Ebrei. Aloïs Brunner, responsabile della logistica della Shoah, organizza massicci rastrellamenti e in soli tre mesi vengono deportati 1.810 Ebrei.

Di fronte all’intensità dei rastrellamenti, la resistenza si organizza attorno a Pierre Merli, che passa per un funzionario modello di Vichy e una coppia di profughi ebrei. Di fronte alla minaccia che incombe sulla vita dei più piccoli, Moussa Abadi, appassionato di teatro nato nella Siria ottomana, inventa con la moglie Odette Rosenstock un modo per portare in salvo centinaia di bambini ebrei per evitare il terribile destino che li attende nei campi di sterminio. Incontrò poi il Vescovo di Nizza, già cappellano di Siria e Libano, Mons. Paul Rémond, per convincerlo ad aiutarlo nella sua eroica impresa. «Sono entrato nell’ufficio di Mons. Rémond. Non voglio raccontarvi tutta l’udienza, è durata venti minuti e gli ho detto: “Monsignore, sono Ebreo. Vengo da lontano. Vengo da uno dei ghetti più antichi del mondo. Vengo a chiederti di correre dei rischi; per provare a vivere i tuoi Vangeli come cercherò di vivere la mia Bibbia. Puoi buttarmi fuori, puoi cacciarmi. Ma sappi che senza di te non potrei salvare i bambini”. Mons. Rémond era dietro la sua scrivania. Aveva sul tavolo, lo vedrò per sempre, una mezza dozzina di bicchieri, che rompeva quando era nervoso, o quando si commuoveva. Giocava con un paio di occhiali. “Cercherò di pensarci su”. Ma, quando è arrivato alla porta, mi ha detto: “Credo che mi hai convinto!” E ha aggiunto: “Credo che mi hai convertito!”, ha ricordato Abadi in un discorso del 1995 al Colloquio dei bambini nascosti.

A rischio della propria vita, il clero locale e diverse suore, molti laici così come i pastori evangelici Edmond Evrard, Pierre Gagnier, i loro figli e le loro mogli, si sono riuniti intorno a Mons. Rémond. Insieme ispezionano conventi e istituti religiosi per trasformarli in collegi, mentre Abadi, sotto il nome di Monsieur Marcel, che ha dato il nome alla rete, si finge Ispettore dell’educazione cattolica nella Diocesi di Nizza. Odette, medico di formazione, si fa chiamare Sylvie Delattre, e diventa ufficialmente l’assistente sociale del vescovado. Così sono accolti 527 bambini, sotto falsa identità, nei nuovi convitti della diocesi. Il percorso, se è vitale, è amaro: ai bambini va ancora insegnato a cambiare nome e cognome in una dolorosa spersonalizzazione per chi, molto spesso, ha già perso i genitori.

Il titolo di “Giusto tra le Nazioni”, la più alta onorificenza civile riservata ai non Ebrei, è stato conferito a nome dello Stato di Israele dal Memoriale di Yad Vashem, l’Istituto Internazionale della Memoria della Shoah, a Mons. Rémond, così come ai pastori Evrard e Gagnier, alle loro famiglie e ai sacerdoti e alle suore che hanno rischiato la vita per salvare quella di questi bambini, che la crudeltà degli uomini avevano condannato.

Il fumetto chiude con i nomi di 12 “Giusti tra le Nazioni”, che appaiono nel volume, che è un omaggio a quelli conosciuti e sconosciuti, di tutte le fedi e condizioni che furono luci nel buio della Seconda Guerra Mondiale. È anche dedicato alla memoria di 6.000.000 di Ebrei che furono massacrati durante la Shoah. Precede il testo La memoria ha del futuro di Pierre-François Veil, Presidente del Comitato francese per Yad Vashem (che riportiamo di seguito nella nostra traduzione dal francese).

Justes parmi les nations. Les réseaux de la liberté – Tome 1 (Giusti tra le Nazioni. Le reti di libertà – Volume 1), disegni di Michel Espinosa e Frédéric Allali, colori di Bruno Pradelle, sceneggiatura e documentazione di Éric Stoffel, Serge Scotto e Yvon Bertorello (Editions Plein Vent 2023, 60 pagine), è una storia appassionante e rigorosamente documentata, che immerge il lettore nel cuore delle ore buie della nostra storia. Un fumetto con l’odore del vero, un bellissimo omaggio ai Giusti tra le Nazioni, con una metodologia pedagogica impeccabile e apprezzato dagli esperti della materia.

Il volume è realizzato in collaborazione con il Comitato francese per Yad Vashem, il Dipartimento delle Alpi Marittime, la Metropoli di Nizza-Costa Azzurra, il Comune di Peille, la Diocesi di Nizza e la Congregazione delle Suore di Carità del Buon e Perpetuo Soccorso.

«Da settant’anni, su iniziativa del memoriale di Yad Vashem, che ha iscritto nella Storia i nomi di milioni di Ebrei vittime della Shoah, si onorano anche i Giusti tra le Nazioni che hanno messo in pericolo la propria vita per salvare gli Ebrei dalle barbarie naziste. Nella sola Francia, erano più di 4.200 a nasconderli a proprio rischio. In questo, hanno anche salvato l’onore del Paese, incarnando i valori di giustizia, tolleranza e umanità. Affinché tutte le generazioni ricordino i gesti eroici di pochi nelle ore buie della nostra Storia, questo commovente fumetto rende loro un omaggio tanto meritato quanto essenziale» (Stéphane Bern, Europa 1).

«In questo fumetto, i lettori incontreranno persone che non si sono mai considerate eccezionali per le loro azioni. Dopo la guerra cercheranno più di essere dimenticati che di farsi avanti. Tuttavia, senza queste belle anime, molti destini sarebbero andati in frantumi. Molti anni dopo, è giusto ricordare le azioni di coloro che preferirono l’azione al conforto attendista dell’occupazione» (Géant Vertaillas Fabrice, B&D Magazine).

«Congratulazioni per aver immaginato un tale progetto che contribuirà, ne sono certo, a conoscere meglio queste persone eccezionali che sono i Giusti tra le Nazioni» (David Sztabholz, Delegato Generale Yad Vashem Francia).

Lettera pastorale Et clamor Jerusalem ascendit [*] del 13 agosto 1942 di Mons. Jules-Géraud Saliège, Arcivescovo metropolita di Toulouse, letta nelle chiese della Haute-Garonne il 23 agosto 1943
(Nostra traduzione italiana dal francese)

«C’è una morale cristiana, c’è una morale umana che impone doveri e riconosce diritti. Questi doveri e questi diritti sono dovuti alla natura dell’uomo. Vengono da Dio. Possiamo violarli. Non è in potere di nessun mortale sopprimerli.
Che i bambini, le donne, gli uomini, i padri e le madri fossero trattati come un vile gregge, che i membri di una stessa famiglia fossero separati gli uni dagli altri e imbarcati per una destinazione sconosciuta, era riservato al nostro tempo per assistere a questo triste spettacolo.
Perché il diritto d’asilo nelle nostre chiese non esiste più?
Perché siamo dei perdenti?
Signore, abbi pietà di noi.
Madonna, prega per la Francia.
Nella nostra diocesi si sono verificate scene di orrore nei campi di Noé e Récébédou. Gli Ebrei sono uomini, le Ebree sono donne. Non tutto è permesso contro di loro, contro questi uomini, contro queste donne, contro questi padri e madri di famiglia. Fanno parte della razza umana. Sono nostri fratelli come tanti altri. Un cristiano non può dimenticarlo.
Francia, Paese amato. Francia che porti nella coscienza di tutti i tuoi figli la tradizione del rispetto per la persona umana. Francia cavalleresca e generosa, non ho dubbi, non sei responsabile di questi orrori».
[*] Libro di Geremia 14,2: «… il grido di Gerusalemme sale…».

La memoria ha del futuro
di Pierre-François Veil, Presidente del Comitato francese per Yad Vashem

(Nostra traduzione italiana dal francese)

«Riportare in vita la memoria della Shoah e trasmetterla è un esercizio a diversi livelli. Onorare le vittime, ovviamente. Condannare i loro carnefici. Ma celebrare anche coloro che hanno salvato vite umane. Questi eroi ordinari che erano baluardi contro l’orrore. Granelli di sabbia negli ingranaggi della macchina di sterminio nazista. (…)
È quindi anche una missione di Yad Vashem, e del Comitato francese per Yad Vashem, identificare questi eroi in modo che siano riconosciuti e onorati con questo titolo di “Giusto tra le Nazioni”, la più alta onorificenza civile dello Stato di Israele. Per mantenere viva la memoria del loro coraggio. Per ricordare instancabilmente che “chi salva una vita salva l’universo intero”.
Cattolici o protestanti, alti dignitari della Chiesa o comunisti, contadini, artigiani, insegnanti, a volte gendarmi o anche funzionari dello Stato francese, molti furono coloro che si opposero alla barbaria nazista. Se non dobbiamo dimenticare i fatti della collaborazione, di coloro che hanno tradito i propri concittadini e l’umanità denunciando e consegnando, servendo il nemico nazista, dobbiamo anche ricordare che, nel nostro Paese, quasi 4.500 Giusti per le Nazioni onorati da Yad Vashem, e insieme ad altri rimasti sconosciuti, ebbero un ruolo decisivo nel salvataggio degli Ebrei di Francia. 70.000 deportati di cui solo 3.000 rientrati dai campi di sterminio. La cifra è insopportabile, ma su una popolazione di 330.000 persone all’inizio della guerra, avrebbe potuto essere anche più pesante, come nel resto dell’Europa occupata.
Questo è ciò che racconta il fumetto Giusti tra le Nazioni, scrupolosamente fondato sul piano storico. Il primo volume ripercorre l’azione della rete Marcel, creata a Nizza da Moussa Abadi e Odette Rosenstock, che salva 527 bambini dalla deportazione nei campi di sterminio. Racconta il coraggio di individui soli o organizzati in rete. Racconta di nascondigli, bambini nascosti, rintracciati nei conventi di piccoli villaggi sperduti. Racconta le false identità, le fughe in extremis, gli ebrei arrestati, quelli che si sono salvati.
Il Comitato francese per Yad Vashem ha voluto associarsi a questo ambizioso progetto che, per la grandezza dell’opera quanto per la sua portata, ha deliberatamente scelto, utilizzando il fumetto per raccontare la storia dei Giusti, di raggiungere un pubblico più vasto, forse più giovane. Questo progetto è diventato una magnifica realtà: si inserisce brillantemente nella grande sfida che ci attende oggi: quella di mantenere viva la memoria della Shoah, mentre le voci dei suoi ultimi testimoni, ahimè, si stanno spegnendo».

151.11.48.50