Bagnasco: la carità di San Lorenzo, un atto di servizio a tutta la società

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“La fede non riguarda solo la vita interiore dei credenti, ma anche i rapporti tra gli uomini e quindi il loro stare insieme, la vita sociale.” Il cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova lo ha ricordato ai genovesi nella festa di San Lorenzo, patrono della città di cui oggi ricorre la memoria liturgica.

Una omelia sempre molto attesa e non solo in diocesi. Bagnasco ha preso spunto dall’affresco dell’abside della cattedrale: Lorenzo presenta i poveri all’imperatore, la vera ricchezza della Chiesa.

La Chiesa, un Popolo di Dio dove c’è posto per tutti, dove beati sono i più bisognosi di misericordia. Perché “non c’è nessun momento, nella parabola terrena, che non veda la vicinanza materna della Chiesa che porta la lampada della fede.”

E anche se nella storia “si è cercato di estirpare la Chiesa dalla vita degli uomini” non si è mai “riuscito a spegnere il senso di Dio. La memoria di Gesù, della Madonna, dei Santi, è sopravvissuta silenziosa: magari nel cuore dei più anziani, in villaggi sperduti, in lande deserte. E questa memoria – a volte un po’ a brandelli – non solo ha resistito alla tirannia, ma spesso, come ha potuto, si è trasmessa alle giovani generazioni.”

La storia del diacono e martire Lorenzo ne è testimonianza. Come ci dice che “Dio è amore e che ha cura di ognuno.” Perché non basta essere “uguali”, il Popolo di Dio è composto di “fratelli” tutti figli di un unico Padre . “Quando la città degli uomini – per costruire se stessa – si affida solo all’uguaglianza, rifiutando l’istanza superiore che è l’essere tutti fratelli perché figli di Dio, allora è come un edificio costruito sulla sabbia: la convivenza si corrompe, e il bene comune diventa una bandiera sventolata ma tradita.” Ecco perchè, spiega il cardinale, il gesto che “Lorenzo ha fatto donando tutto ai poveri, non è stato solo un grande atto di carità, ma anche un servizio all’imperatore e all’impero, cioè alla società di allora. Ha proclamato nei fatti  che una società è vera quando è giusta e fraterna, e che l’autorità non è per se stessa ma per servire.”

Un insegnamento per l’oggi che vede le difficoltà delle famiglie travolte dalla crisi. Segni positivi ci sono, è vero, ma  “mentre la ripresa avanza lentamente, infatti, l’affanno di famiglie, giovani e anziani, morde e non aspetta tempo. Bisogna fare e fare in fretta. Ogni autorità, a qualunque livello, deve accelerare i tempi, semplificare procedure vecchie e dannose, procedere a marce forzate senza distrazioni o retropensieri. Nessuno può chiamarsi fuori o rimandare l’impegno in prima persona.”

A Lorenzo Angelo Bagnasco affida i genovesi perchè  “continui a guardare da questa cattedrale la Città, la nostra gente, il suo impagabile patrimonio di professionalità e di sacrificio. Perderlo per superficialità, imperizia, o interessi particolari, sarebbe imperdonabile davanti agli uomini e grave davanti a Dio.”

 

 

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