Kenya, attivati canali per la liberazione delle suore
In Kenya sarebbero stati attivati due canali, uno istituzionale e uno ‘informale’ per tentare di stabilire un contatto con i rapitori delle due religiose italiane suor Maria Teresa Olivero e suor Caterina Giraudo. A riferirlo è un contatto dell’agenzia Misna che ha chiesto di rimanere anonimo. Intanto, sul rapimento delle due suore in Kenya la Farnesina ha già attivato i propri canali locali attraverso le due ambasciate in Somalia e in Kenya.
“Spero si possano avere notizie in tempi rapidi”, ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini a margine della conferenza internazionale della Cisl. “Non ci sono notizie di rilievo -ha proseguito il ministro- noi crediamo che le due religiose siano state trasferite dalla zona del rapimento, ma ovviamente sugli spostamenti non dico niente”. Il ministro ha aggiunto che non ci sono “ancora indicazioni sull’origine del rapimento, se si tratta di una banda di criminali comuni o di persone legate al fondamentalismo islamico somalo”. Da Frattini è anche giunto un “appello alla sobrietà della comunicazione, perché ogni indicazione fuorviante può essere pericolosa per le stesse suore”.
Il movimento contemplativo missionario padre De Foucauld di Cuneo, da cui le due suore provenivano, ha scritto una lettera di appello: “La nostra presenza qui, come in ogni altra missione in altri paesi, è una presenza di preghiera e di condivisione di vita con gli ultimi, gli emarginati. La Fraternità di El-wak viveva un’accoglienza quotidiana di malati di tubercolosi, di epilessia, di mamme e bambini denutriti, casi di handicappati. Un’amicizia costruita nel tempo, con tanti legami di fiducia, ha costituito il sentiero percorso in tutti questi anni. Fino ad oggi la Fraternità non ha ricevuto minacce, nè ha corso particolari pericoli, nonostante la zona sia carica di tensioni tra diverse etnie… Fin’ora nessun gruppo particolare ha rivendicato il gesto del rapimento. Siamo riconoscenti alle autorità nazionali, internazionali e locali, agli anziani del posto che si stanno attivando per cercare sentieri di collegamento con i rapitori. Sentiamo molta amicizia e vicinanza intorno a noi, tra i cristiani, tra i poveri, tra gli islamici. Non riusciamo a formulare ipotesi sulle motivazioni del rapimento. Chiediamo a tutti riservatezza per non creare interferenze dannose in una situazione così delicata. Stiamo mobilitando una rete molto ampia di amici per chiedere preghiere. Anche il Santo Padre ha già espresso un appello per la liberazione, facendoci sentire la sua preghiera e premura di Padre. Vogliamo sperare, anche se la preoccupazione è forte. Dio è Padre sempre. A Lui affidiamo le nostre due sorelle perchè non subiscano alcun male e possano tornare al più presto tra noi”.
Inoltre le consorelle di madre Giraudo e madre Oliviero contattate a Mandera e Nairobi dall’agenzia Misna, hanno affermato: “Man mano che passano le ore, l’ansia per la sorte delle nostre consorelle cresce ma ci stupisce la sensibilità con la quale la gente di qui ci sta dimostrando la sua stima e il suo affetto. Fin da questa mattina è in corso una processione di tutte le persone che vengono a dimostrarci il loro affetto e la loro vicinanza in questo momento difficile”.
Per il direttore generale della FOCSIV, Sergio Marelli, dietro il rapimento si potrebbe nascondere la volontà di isolare la Somalia: “C’è la chiara e precisa volontà di colpire chiunque porti aiuto alla popolazione somala dietro al rapimento delle due suore a Elwak di colpire il personale straniero e somalo, di ong e organizzazioni umanitarie internazionali per isolare completamente la Somalia. Decine di operatori umanitari somali sono ancora nelle mani dei loro aguzzini e da mesi non si hanno notizie di loro e non ci sono trattative in corso. Il problema è che i nostri organi di informazione si interessano a questi Paesi solo quando accadono episodi estremi. Invece, in una società globalizzata come quella in cui ci troviamo a vivere, sarebbe importante interessarsi di ciò che avviene anche nei cosiddetti Sud del mondo, sempre. Pensare che i problemi delle ‘periferie’ del mondo non ci interessano è un grave errore. Oggi sempre di più, infatti, gli effetti della povertà e dell’ingiustizia sociale che si consumano nei Paesi poveri hanno conseguenze concrete anche nella vita quotidiana delle nostre città, basti pensare agli effetti del terrorismo internazionale, e di tanti nostri connazionali”.
Infine, don Fredo Olivero, fratello di suor Maria Teresa Olivero, dice all’Agenzia Sir: “Da quello che sappiamo i rapitori le avrebbero portate in una città a circa 50 km. dal confine. Al momento non si registrano novità. Risulta che sono state attivate, con gli anziani, anche le donne della zona, che sono quelle che venivano negli ambulatori. Il loro interessamento potrebbe avere un peso nella vicenda. Adesso stanno parlando ma bisogna avere pazienza. Già altre volte, in passato, queste modalità sono servite ad attivare una rete di contatti utili alla soluzione positiva della vicenda”. Anche l’arcivescovo e la diocesi di Torino, hanno espresso l’augurio che “le suore siano liberate quanto prima, senza ulteriori sofferenze. La diocesi aderisce alla richiesta del ministero degli Affari Esteri italiano nel richiedere a tutti e in particolare agli organi di informazione di astenersi dal commentare o divulgare notizie non adeguatamente riscontrate e verificate”.