Mafia, un miliardo e mezzo di beni confiscati

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La crisi economica non spaventa mafia, camorra e le altre organizzazioni criminali che rischiano invece di diventare ancora più pericolose. Questo è l’allarme che è stato lanciato in modo documentato nel corso della presentazione, a cura del presidente Lino Busà, del rapporto SOS Impresa sulla criminalità che si è tenuto presso la sede della Confesercenti.

Il X Rapporto di Sos Impresa ‘Le mani della criminalità sulle imprese’ conferma e rafforza una tendenza già emersa in precedenza riguardo il crescente condizionamento esercitato delle organizzazioni criminali di stampo mafioso nel tessuto economico del Paese. Mafia SpA. si conferma la prima azienda italiana, il cui fatturato è alimentato da estorsioni, usura, furti e rapine, contraffazione e contrabbando, imposizione di merce e controllo degli appalti. Dalla filiera agroalimentare al turismo, dai servizi alle imprese a quelli alla persona, agli appalti, alle forniture pubbliche, al settore immobiliare e finanziario, la presenza si consolida in ogni attività economica tanto che il fatturato del ramo commerciale dell’Azienda Mafia si appresta a toccare i 90 miliardi di euro, una cifra intorno al 7% del PIL nazionale, pari a 5 manovre finanziarie, 8 volte il mitico ‘tesoretto’.

Ed i commercianti e gli imprenditori subiscono 1300 fatti reato al giorno, praticamente 50 l’ora. Nelle campagne, sottolinea la Coldiretti, si assiste al moltiplicarsi di furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, del cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell’Unione europea e caporalato. Tra i fenomeni preoccupano le intromissioni nel sistema di distribuzione e trasporto dei prodotti alimentari, carne e ortofrutticoli soprattutto, che danneggiano gli operatori sotto il profilo del corrispettivo pagato agli imprenditori agricoli e aumentano in modo anomalo i prezzi al consumo. Tali comportamenti, specie quando si registrano nei mercati in cui si concentra molta della produzione nazionale, causano effetti distorsivi su tutto il mercato nazionale; contribuiscono, in conseguenza dell’aumento ingiustificato dei prezzi al consumo che da essi deriva, alla diminuzione dei consumi delle produzioni nazionali e alla contrazione delle esportazioni. Si registra anche il ritorno dell’abigeato con il furto di circa 100mila animali da allevamento all’anno, quello dell’usura aggravato dall’andamento sfavorevole del settore in alcune aree, gli atti di vandalismo collegati ad estorsioni, mentre ha raggiunto dimensioni allarmanti anche la sottrazione di trattori e delle altre attrezzature agricole spesso con la formula del ‘cavallo di ritorno’ che prevede di dover pagare per farsi restituire il mezzo.

La criminalità organizzata che opera nelle campagne secondo la direzione antimafia “incide più a fondo nei beni e nella libertà delle persone, perchè, a differenza della criminalità urbana, può contare su un tessuto sociale e su condizioni di isolamento degli operatori e di mancanza di presidi di polizia immediatamente raggiungibili ed attivabili”. Si tratta dunque di lavorare per il superamento della situazione di ‘solitudine’ invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando il ruolo delle associazioni di rappresentanza attraverso il confronto e la concertazione con la pubblica amministrazione, perché la mancanza di dialogo costituisce un indubbio fattore critico nell’azione di repressione della criminalità. Non si può accettare che un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune, sia vittima, conclude la Coldiretti, di inquietanti fenomeni malavitosi e di mafia che umiliano uomini e il proprio lavoro e mettono a rischio la sicurezza dei cittadini in termini economici e sanitari. La qualità del Made in Italy dipende dalla qualità e dalla trasparenza dei processi produttivi che concorrono a realizzarlo.

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