La celebrazione della solennità di San Giuseppe e la festa del papà 2023

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 19.03.2023 – Vik van Brantegem] – La data del culto di San Giuseppe, che normalmente cade oggi 19 marzo, in alcuni anni viene trasferita. Questo avviene quando cade nella Settimana Santa o coincide con la Domenica delle Palme o con una Domenica di Quaresima (come nel 1995 e nel 2017, anche nel 2023). Quindi, a motivo della coincidenza del 19 marzo quest’anno con la IV Domenica di Quaresima, alla luce del Calendario Liturgico Generale, la solennità di San Giuseppe è trasferita a domani, lunedì 20 marzo.

Ovviamente, questo non impedisce in tante famiglie di fare la festa del papà comunque oggi, che è domenica, quando le famiglie più facilmente si riuniscono al completo a festa.

San Giuseppe, buon padre di famiglia:
“Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre” (Mt 2,14).

Quindi, oggi parliamo in anticipo della celebrazione della solennità di San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria, uomo giusto, nato dalla stirpe di Davide, che fece da padre al Figlio di Dio Gesù Cristo, che volle essere chiamato figlio di Giuseppe ed essergli sottomesso come un figlio al padre. La Chiesa con speciale onore lo venera come patrono, posto dal Signore a custodia della sua famiglia.

Il suo simbolo è il bastone fiorito di gigli, segno di purezza. È protettore della famiglia, dei papà, delle ragazze da marito, dei lavoratori in genere tra i quali, in particolare, artigiani, operai, falegnami, carpentieri, decoratori. Protegge pure i senzatetto, gli esiliati, i viaggiatori e i Monti di Pietà. Dichiarato patrono della Chiesa cattolica, viene invocato per ottenere un buon matrimonio. Come detto, San Giuseppe si celebra normalmente il 19 marzo, giorno in cui si festeggiano i papà, ma anche il 1° maggio, festa dei lavoratori.

La solennità di San Giuseppe ha profonde radici bibliche. Giuseppe è l’ultimo Patriarca che riceve le comunicazioni del Signore attraverso l’umile via dei sogni. Come l’antico Giuseppe, è l’uomo giusto e fedele (Mt 1,19) che Dio ha posto a custode della sua casa. Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre putativo, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall’Egitto, rifacendo il cammino dell’Esodo. Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale e Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano.

Poi, ricordiamo il motivo perché la festa del papà coincide con la festività di San Giuseppe, patrono dei papà, con le parole di Mariella Lentini nel suo libro Santi compagni guida per tutti i giorni (Espansione Grafica 2019, 480 pagine [QUI]):

«Giuseppe rappresenta il padre, non per discendenza biologica, ma nel significato più vero. Il padre è colui che custodisce i figli, li ama, li protegge, se ne prende cura seguendoli nel loro cammino. Le virtù conosciute di San Giuseppe sono la pazienza, l’equilibrio, la dignità, l’ascolto, la bontà, l’ubbidienza. E per ubbidienza accetta la Parola di Dio, assumendo il ruolo di capo famiglia con tutte le responsabilità verso chi gli viene affidato.
Giuseppe, uomo giusto, umile, silenzioso (i Vangeli non riportano nessuna sua parola), pronto ad agire, ma piuttosto schivo, vive a Nazareth in Galilea ed è il fidanzato di Maria. È un artigiano falegname discendente della stirpe di Davide. Venuto a sapere della gravidanza della promessa sposa, Giuseppe decide in segreto di ripudiarla. Nella notte, però, un angelo gli appare in sogno e gli dice di prendere in sposa Maria perché il figlio che ha in grembo, che si chiamerà Gesù, è frutto dello Spirito Santo. Giuseppe crede e ubbidisce sposando Maria. La protegge anche quando dovrà scappare in Egitto per sfuggire alla persecuzione di re Erode, per poi ritornare con Maria e Gesù di nuovo a Nazareth.
Giuseppe è un grande lavoratore ed educa Gesù insegnandogli il mestiere di falegname. La figura di Giuseppe a fianco di Maria è importante per le sue azioni di uomo proteso alla ricerca della legge di Dio, dedito alla custodia della sua famiglia. Un uomo che non vuole essere il detentore del comando, ma l’esempio del padre saggio e amorevole. Non si hanno notizie sulla data della sua morte, ma si presume che si sia spento quando Gesù aveva circa trent’anni. Sulla croce Gesù non avrebbe, infatti, affidato sua madre al suo discepolo Giovanni se Giuseppe fosse stato ancora in vita».

Modesto Faustini, La Sacra Famiglia, 1886/90, Santuario di Loreto, Cappella Spagnola. Giuseppe, padre putativo di Gesù nei Vangeli non appare mai da solo, bensì sempre al fianco di Maria. Giuseppe era falegname. Quindi, Gesù, venendo da una famiglia appartenente ad uno stato sociale non povero, come si è propensi a pensare, bensì “medio” per l’epoca, aveva un buon livello culturale, tale da poter sostenere gli studi per diventare Rabbino.

San Padre Pio ammirò sempre la grandezza spirituale di San Giuseppe, imitò le sue virtù e a lui ricorse nei momenti più difficili della sua vita ottenendo ogni volta grazie e favori celesti. Egli, come San Giuseppe, pur senza esserlo nell’ordine naturale, si sentiva padre ed avvertiva il peso dei diritti e dei doveri della paternità spirituale. Perciò, si rivolgeva a questo santo, con fiducia, preghiere per i figli e le figlie del suo spirito.

Lo faccio anch’io oggi e inizio la mia festa del papà con questa preghiera del santo cappuccino: «Prego San Giuseppe che, con quell’amore e con la generosità con cui custodì Gesù, custodisca l’anima tua e come lo difese da Erode, così difenda l’anima tua da un Erode più feroce: il demonio! Il Patriarca San Giuseppe abbia per te tutta quella cura che ebbe per Gesù: ti assista sempre con il suo valevole patrocinio e ti liberi dalla persecuzione dell’empio e superbo Erode, e non permetta giammai che Gesù si allontani dal tuo cuore».

San Giuseppe dormiente davanti alla Stanza 201 nel Domus Sanctae Marthae in Vaticano.
La storia di una devozione papale, il “San Giuseppe dormiente” di Papa Francesco: «Una singolare storia su una piccola statua di San Giuseppe dormiente che Papa Francesco custodisce nel suo appartamento nella Casa Santa Marta. L’autore della foto del San Giuseppe dormiente di Papa Francesco è il Parroco Pedro Pergañeda della Parrocchia La Asunción de Arroyo Seco in Argentina, il quale accompagnato dal suo vescovo, Mons. Maulión, si era recato in visita dal Papa. Sono stati ricevuti nell’appartamento privato del Santo Padre nella Casa Santa Marta. “Mentre Francesco scriveva un biglietto di saluti da consegnare a un conoscente in Argentina, spiega Don Pedro Pergañeda, ne approfittai per scattare qualche foto”. Su questa piccola statuetta di Papa Francesco si era avuto già notizia. Padre Antonio Spadaro, nel raccontare l’incontro con il Papa per realizzare una intervista scrive: “Entro nella sua stanza e il Papa mi fa accomodare su una poltrona. Lui si siede su una sedia più alta e rigida a causa dei suoi problemi alla schiena. L’ambiente è semplice, austero. Lo spazio di lavoro della scrivania è piccolo. Sono colpito dalla essenzialità non solamente degli arredi, ma anche delle cose. Ci sono pochi libri, poche carte, pochi oggetti. Tra questi un’Icona di San Francesco, una statua di Nostra Signora di Luján, Patrona dell’Argentina, un crocifisso e una statua di San Giuseppe dormiente, molto simile a quella che avevo visto nella sua camera di rettore e superiore provinciale presso il Colegio Máximo di San Miguel. La spiritualità di Bergoglio non è fatta di ‘energie armonizzate’, come le chiamerebbe lui, ma di volti umani: Cristo, San Francesco, San Giuseppe, Maria”» (Il Sismografo).

Sì, oggi, normalmente se non cade la domenica, è la festa di San Giuseppe, il più grande tra i Santi che veneriamo dopo la Santissima Vergine Maria. Era di stirpe reale, ma la sua vita sublime rimase nascosta e sconosciuta. Nessuno storico scrisse le sue memorie. Però, della sua santità abbiamo la testimonianza della Sacra Scrittura. È padre putativo del nostro Salvatore Gesù Cristo. È sposo e custode della Vergine Madre, che assiste, consola, difende. Al Signore piacque rivelare per mezzo di un Angelo al suo servo fedele il grande mistero della Incarnazione. Con Maria fu il primo ad adorare il Figlio di Dio. Avvertito dall’Angelo in sogno, sorse prontamente, presi Maria e il Bambino e fuggì in Egitto. Avvertito nuovamente dall’Angelo di far ritorno, premuroso, rimpatriò. Fu da Dio avvertito di stabilirsi in Galilea. Si ritirò a Nazaret, dove ricco di meriti, si spense fra le braccia di Gesù e di Maria. Per questo San Giuseppe è il grande protettore dei padri (da cui ha inizio ogni nuova vita) e dei moribondi (che ogni di noi un giorno sarà).

Quel che sia dal punto di visto liturgico, oggi non si può far colazione senza le zeppole di San Giuseppe. Così abbiamo fatto, rigorosamente al forno, con la crema pasticcera e le ciliegine. E non si può fare senza la festa del papà, che faremo dopo.

Orazione a San Giuseppe

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.

Deh! per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.

Proteggi, o provvido Custode della Divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; cessa da noi, o Padre amantissimo, cotesta peste di errori e di vizi, che ammorba il mondo; ci assisti propizio dal Cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo Protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la Santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, acciocchè a tuo esempio, e mercè il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. E così sia.

Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene ogni volta che si recita la detta orazione (Enciclica di Papa Leone XIII Quamquam pluries del 15 agosto 1889). Imprimatur: Genuae, 29 Juli 1909 – C. De Amicis Vic. G.

Foto di copertina: Guido Reni, San Giuseppe e il Bambino Gesù, olio su tela, 126×101 cm, Museo dell’Hermitage, San Pietroburgo.

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