Cecilia Galatolo propone riflessioni sulla sessualità e sulla verginità
Grazie all’editrice ‘Punto Famiglia’ è uscito un libro per giovani sulla dimensione della sessualità umana (‘Amore, sesso, verginità. Le risposte e le domande che cerchi’), scritto da Cecilia Galatolo, che ha spiegato l’impostazione del testo:
“Tutti abbiamo il desiderio di essere amati e non usati. Nel libro propongo molte storie vere… e offro domande, non solo risposte… Più che di un libro si tratta di un quaderno… Ci sono delle domande a cui il lettore stesso deve rispondere negli spazi bianchi…
Il mio testo non vuol certo esaurire un argomento di una portata gigantesca, è solo un mattoncino. Un semplice strumento che possa aiutare insegnanti, catechisti, genitori coraggiosi a formulare delle domande e a cercare delle risposte, dialogando coi ragazzi (perché i monologhi non servono a nulla!)”.
L’autrice del libro ha spiegato che non si tratta di un manuale di teologia morale e che la realtà della fede cristiana è volutamente lasciata in secondo piano, favorendo un terreno comune, dal punto di vista antropologico: “E’ paradossale ciò che sta accadendo: si parla di sesso ovunque, o meglio lo si sbandiera nei film, nelle canzoni, nei social…
ma si fa fatica a parlarne in modo costruttivo, a riflettere su quale mistero racchiuda la sessualità umana. Ho pensato anche a ragazzi che in questo momento non si identificano con la Chiesa cattolica. Tutti abbiamo il desiderio di essere amati. Di essere amati e non usati. Sono voluta partire da lì”.
A lei abbiamo chiesto di spiegarci il significato del titolo: “Il titolo è molto diretto, me ne rendo conto. Se è vero che un libro non si giudica dalla copertina, io volevo che già dalla copertina fosse chiaro il tema, senza tanti giri di parole. Ci tengo a specificare che non è un trattato di psicologia, non è un libro di teologia morale, né un’autobiografia.
E non è pensato specificamente per un pubblico cattolico: il linguaggio è volutamente ‘laico’ e la prospettiva è antropologica. Ho evitato di tirare in ballo Dio e la fede (a differenza di quanto ho fatto in ‘Casti alla meta’, Mimep Docete, ed in ‘Voglio donarmi completamente a te’, Punto Famiglia) perché potesse essere un valido strumento di confronto e condivisione con i ragazzi di ogni credo e vissuto religioso, magari anche a scuola (so che gli insegnanti di religione cercano testi di questo tipo e scrivendolo pensavo anche a loro).
Per quanto riguarda il contenuto, propongo delle storie, delle riflessioni, degli stralci di interviste su temi legati alla sessualità e all’intimità. Per ogni tema lascio degli spazi bianchi, dove la lettrice o il lettore può scrivere quello che pensa. Potremmo dire che è più un quaderno attivo, che non un libro.
Un testo che invita alla riflessione personale su temi cruciali per ognuno di noi. Se qualcuno volesse saperne di più, invito a leggere l’indice completo che trovate nello store di Punto Famiglia”.
In quale modo comunicare le informazioni sul sesso ai ragazzi?
“Io penso che non si tratti solo di dare informazioni, ma ancor prima di iniziare un dialogo e tenerlo sempre aperto. E’ molto importante ascoltare i ragazzi, conoscere i loro pensieri e dubbi. Le informazioni certamente devono essere date, ma appunto in un contesto di dialogo e di fiducia.
E l’iniziativa spetta all’adulto. La ragazza o il ragazzo devono capire che si può parlare di sesso, di amore, di relazioni. Una psicoterapeuta una volta mi ha detto: ‘Tutto ciò che si percepisce come tabù alla fine si vive male’. La maggior parte dei ragazzi trovano le loro prime informazioni sul sesso su Internet. Questo è allucinante.
E’ grave, a mio avviso, che in contesti educativi e formativi non si abbia il coraggio di affrontare l’argomento. Quindi, prima di tutto, la vera sfida per un genitore, un catechista o un insegnante è rompere il ghiaccio e avviare un dialogo”.
Per quale motivo in famiglia si è restii a parlare di sessualità?
“Forse perché a propria volta, in casa, lo si è vissuto come un tabù. Oppure per timidezza, per un senso di inadeguatezza (alcuni genitori temono di non capire il mondo giovanile). Però credo che sia soprattutto per imbarazzo: è un tema intimo, delicato”.
Quale valore assume oggi la verginità?
“Dipende. Per tanti, purtroppo, la verginità è un’etichetta di cui disfarsi. ‘Sei ancora vergine?’, è una domanda che terrorizza molto adolescenti. Per altri, però, la verginità è un dono. E come ogni dono importante non può essere dato a chiunque”.
Su quali basi costruire una relazione ‘solida’?
“Come dicono Alessandra e Francesco di ‘5pani2pesci’, bisogna anzitutto essere risolti affettivamente. Altrimenti, non si potrà amare nessuno in modo libero. Nel libro, poi, propongo quelli che a mio avviso sono i pilastri di una relazione sana: rispetto, fiducia, sincerità, reciprocità.
Anche se in questo testo non lo dico (perché come dicevo ho scelto la prospettiva laica) per vivere, per incarnare questi quattro aspetti, può essere di grande aiuto la fede, il lasciarsi plasmare, giorno dopo giorno, da Gesù.
Non sono una moglie perfetta, non lo sarò mai, ma ricevere la comunione e confessarmi con regolarità di sicuro mi hanno fatto compiere dei passi in avanti nell’amare mio marito. E viceversa, senza dubbio. La fede, il sapersi piccoli davanti a Dio, ci rende più umili. Senza umiltà non esistono progressi”.
Cosa scrivere ai giovani su questa tematica?
“Che dietro al sesso c’è molto più di una ginnastica. Di ascoltare il loro cuore e di usare la testa. Non bevetevi tutto quello che vi dicono sul sesso nei social o nei film. Ragionate, interrogate la vostra coscienza ed ascoltate i desideri profondi che avete. Solo così troverete risposte sensate e non preconfezionate”.