Il papa all’ambasciatrice d’Egitto: pregare Dio in luoghi di culto appropriati
Nel giorno storico in cui islamici e cattolici hanno firmato una dichiarazione comune, una giovane donna araba presenta le sue lettere credenziali a Benedetto XVI. La nuova ambasciatrice egiziana presso la Santa Sede Aly Hamada Mekhemar ha ricordato nel suo discorso la visita di Giovanni Paolo II nel suo paese e il papa ha ribadito che le religioni non devono essere sfruttate per fini violenti.
Piuttosto, devono essere fattori di pace soprattutto in quelle zone del mondo dove, a causa di differenze culturali e religiose, non può esservi pace se non in un clima di mutuo rispetto. Un lungo discorso in francese quello del papa che ha esortato l’Egitto a permettere ai turisti cattolici di “pregare degnamente Dio in luoghi di culto appropriati nei nuovi siti turistici”. Benedetto XVI ha lodato l’ospitalità dell’Egitto, nelle cui terre “moltissimi rifugiati cristiani e musulmani hanno cercato sicurezza e pace”, dicendosi “convinto” che “presto sarà permesso ai turisti cattolici di pregare degnamente Dio in luoghi di culto appropriati nei nuovi siti turistici sviluppatisi in questi ultimi anni. Questo –ha detto- sarebbe un bel segno che l’Egitto darebbe al mondo favorendo le relazioni fraterne tra le religioni ed i popoli in accordo totale con la sua antica e nobile tradizione.
“Le religioni possono e devono essere fattori di pace, ma sfortunatamente possono essere anche mal comprese ed usate per provocare violenza o morte” e in questo contesto, il dialogo islamo-cristiano, volto “ad una buona conoscenza e al rispetto reciproco” rappresenta “una chance per il mondo” ha spiegato il papa ed ha aggiunto:“Un clima di dialogo e di avvicinamento che potrebbe favorire una cultura di pace” unito al “rispetto della sensibilità e della storia di ogni Paese o comunità umana o religiosa, gli incontri multilaterali e soprattutto una autentica volontà di ricerca della pace favoriranno la riconciliazione dei popoli e la coabitazione pacifica”.