Obama presidente. Le reazioni delle associazioni

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La vittoria di Barack Obama potrebbe essere la vittoria dei diritti umani e di un nuovo futuro per l’Africa, affermano le associazioni del terzo settore. “Oggi è un grande giorno di festa, – fanno sapere la Tavola della pace e l’associazione Libera – la festa degli emarginati, degli esclusi, delle minoranze, degli immigrati, degli africani, dei disabili, dei bambini, dei vecchi, dei più poveri”.

“A loro Barack Obama ha offerto la possibilità di tornare a sperare. E loro lo hanno ricambiato con una partecipazione straordinaria. E’ stata una rivolta popolare contro l’ingiustizia, le discriminazioni, l’arbitrio, la prepotenza e l’arroganza. Con loro ricominciamo a sperare anche noi. Cambiare è difficile ma non impossibile. Contro chi ci vuole dividere in ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, in fortunati e sfortunati, in italiani e stranieri, in bianchi e neri, in privilegiati ed esclusi, in legali e illegali oggi abbiamo una possibilità in più di ricominciare a sperare in una vita e in un mondo più giusto e pacifico. Oggi festeggiamo la fine di un governo che ha fatto tanto male agli americani, all’America e al mondo intero. Oggi festeggiamo l’inizio di una grande opportunità di cambiamento. La vittoria di Barack Obama è la vittoria dei diritti umani. Non è la vittoria di un partito o di una ideologia. E’ una vittoria molto più ampia e profonda. E’ la vittoria di un nuovo modo di fare politica, di un’altra agenda della politica, di un nuovo modo di considerare le persone, la gente, la società civile responsabile. E’ la vittoria di tutti coloro che si impegnano quotidianamente per la giustizia, per l’uguaglianza, per la pace, per le pari opportunità, per promuovere tutti i diritti umani per tutti. E’ giunto il momento del cambiamento per gli Stati Uniti. Lo può essere anche per noi e per il mondo intero. Nessuno si deve aspettare miracoli. Le sfide sono immense. Ci saranno anche delusioni. Ma molto dipenderà anche da noi, dal modo in cui sapremo sfruttare questa straordinaria opportunità per accelerare il nostro cammino, in Italia e in Europa, sulla via della pace e della giustizia”. Con questo spirito, la Tavola della Pace e Libera invitano alla partecipazione, sabato 8 novembre 2008, all’Assemblea nazionale ‘Difendiamo i diritti umani! Realizziamo la Costituzione’, organizzata dalla Tavola della pace, da Libera e da Strada Facendo (Roma, Nuovo Cinema Aquila, Via L’Aquila 68 dalle ore 9.30 alle ore 18.00), che vuole essere un grande incontro di gente diversa impegnata in Italia e nel mondo per difendere la dignità e i diritti delle persone e dei popoli.

Amnesty International ha sollecitato il presidente degli Usa Barack Obama “a mostrare autentica leadership, facendo dei diritti umani un tema centrale della sua nuova amministrazione. Un’azione concreta entro i primi 100 giorni rappresenterebbe la prova di un impegno genuino per allineare gli Usa ai propri obblighi internazionali”. Nei primi 100 giorni di presidenza, Amnesty International chiede in particolare alla nuova amministrazione di: annunciare un piano e una data di chiusura del centro di detenzione di Guantánamo Bay; emanare un ordine esecutivo che metta al bando la tortura e gli altri maltrattamenti così come definiti dal diritto internazionale e che sia applicabile a tutti i funzionari Usa; garantire l’istituzione di una commissione indipendente che indaghi sugli abusi commessi dagli Usa nella guerra al terrore”. Questi provvedimenti fanno parte di un elenco più ampio di azioni, che Amnesty sollecita il nuovo presidente Usa a intraprendere entro i suoi primi 100 giorni di governo. “La presidenza Obama deve rappresentare una chiara inversione di tendenza rispetto alle politiche e alle pratiche sulla detenzione adottate dalla precedente amministrazione. Milioni di persone, esponenti politici e leader religiosi negli Usa e in tutto il mondo chiedono questo cambiamento. Ora è tempo che ci sia!”, ha affermato Irene Khan, segretaria generale di Amnesty international.

Eugenio Melandri, coordinatore della campagna “Chiama l’Africa”, commentando all’Agenzia Sir l’elezione di Barak Obama, spera in un nuovo rapporto tra USA e Africa: “Spero che dal punto di vista dei rapporti tra Usa e Africa ci sia finalmente la capacità, da parte degli Stati Uniti, di avere una attenzione alla voce dell’Africa, di capire le sue parole e le domande politiche ed economiche. E’ un fatto strepitoso che il figlio di un immigrato africano, che ha ancora i familiari in Kenya, diventi presidente degli Stati Uniti. Per l’Africa significa avere finalmente una parola… Sono proverbiali anche alcune gaffe di Clinton, arrivato in un Paese mentre pensava di essere in un altro… Gli interessi americani e del mondo anglofono in Congo sono molto forti perché stavano tentando di creare un’area molto forte dal punto di vista geo-strategico e geo-economico. Se Obama cerca di capire qualcosa di più dell’Africa può darsi che cambi qualcosa anche nella crisi dei Grandi Laghi. Alcuni segnali ci sono già: il fatto che siano andati a Kinshasa e a Goma il ministro degli esteri francese e il ministro degli esteri inglese è una novità. Rappresenta un avvicinamento tra le due posizioni contendenti. Anche il fatto che l’Unione europea, gli Stati Uniti e l’Unione sovietica chiedano a Kagame e a Kabila di incontrarsi manifesta ufficialmente, per la prima volta, che la crisi non è solo interna al Congo”.

Anche padre Piero Gheddo, missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), dà un giudizio positivo sulla vittoria di Barack Obama nel sito missionline.org: “Non do giudizi sulla persona di Obama che non conosco, né su quanto farà come presidente americano (non lo sa nemmeno lui), ma sono contento che abbia vinto le elezioni e sia il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Penso che il nero Obama sia adatto a dare un’immagine diversa e positiva dell’America all’opinione pubblica mondiale. Obama è il primo presidente nero degli Stati Uniti. Il popolo della massima potenza mondiale supera di slancio il pregiudizio razziale, dando a Obama sul suo avversario una schiacciante vittoria. Un fatto che penso avrà un forte impatto positivo contro qualsiasi forma di discriminazione razziale, ancora ben presente, specialmente nei confronti dei neri, dei nostri paesi europei e in altre parti del mondo. Un presidente nero a capo degli Stati Uniti d’America è un avvenimento straordinario”.

Infine il Custode di Terra Santa, Pierbattista Pizzaballa, riferisce all’agenzia Sir che “Obama avrà di fronte tante sfide in Medio Oriente dove gli Stati Uniti hanno giocato e continueranno a giocare un ruolo importante. La sua guida sarà determinante in questo. Ci auguriamo un serio, decisivo e positivo cambiamento ed un sempre maggiore personale coinvolgimento nella politica mediorientale, specialmente in Terra Santa, per arrivare ad una pace negoziata giusta e duratura. La speranza è che sulla scia di Annapolis, che non ha portato risultati, Obama riprenda i discorsi interrotti con determinazione e novità. Ci aspettiamo delle novità, fino ad oggi siamo stati dentro copioni già scritti, oggi, alla luce di questo grande cambiamento, ce ne aspettiamo un altro anche in questa regione”.

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