San Charbel ha lasciato un segno…

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 29.01.2023 – Jarek Cielecki] – I giorni del mio ricovero in ospedale a Napoli hanno fatto sì che in me scaturissero nuove riflessioni e mi hanno dato una nuova luce su ciò che stavo facendo con l’aiuto di Dio, sull’intera Missione dell’Evangelizzazione.

Anche se sono stato sottoposto a molti esami, mi rendo conto ancora di avere la forza per continuare la mia missione. Tuttavia, devo affrontare con Dio me stesso nella verità e ammettere che le mie malattie sono diventate molto pesanti. San Charbel e San Giovanni Paolo II, e specialmente la Madre Celeste devono vegliare su di me. Le reliquie di San Charbel e le immagini della Madonna Assunta del Buon Inizio le avevo con me nell’armadio vicino al letto.
Devo ammettere che le notti in ospedale sono state difficili. Il solo fatto di aumentare la pressione che convoglia l’aria nei polmoni a volte mi faceva soffocare… Però devo abituarmi per mantenere l’ossigenazione del corpo necessarie per funzionare. Il Primario del reparto ha detto che devo mettere la maschera per l’ossigeno anche quando voglio dormire durante il giorno. Mi devo ricordare che in situazioni estreme, potrei passare una notte senza questo dispositivo, ma la successiva mi riporterebbe allo stato precedente in cui la saturazione scenderebbe al 60%.
Non ho detto specificamente alle persone in ospedale che ero un prete. Anche se conoscevo il primario non volevo privilegi per questo. Sono stato messo in una stanza con altri 4 pazienti. Ero così stanco per la strada dalla Polonia a Napoli, e per gli esami nelle varie corsie dell’ospedale, che scendevo solo in cappella per pregare, tornavo, prendevo le reliquie di San Charbel, li baciavo e gli chiedevo di essermi vicino e di farmi abituare a questa nuova situazione di vita.
Quando stavo per uscire dall’ospedale, ho chiesto all’infermiera del reparto se qualcuno mi avrebbe aiutato a portare i bagagli davanti all’edificio, in modo che potessi prendere la macchina dal parcheggio, perché non avrei avuto la forza di portare la mia roba fino al parcheggio. Poi, prima di partire, ho detto: “Non sono solo. Ho con me le reliquie del Santo che mi aiuta: San Charbel”. Quando ho mostrato loro esse, il loro viso si è illuminato. Mi hanno detto: “Non puoi uscire adesso, devi parlarci di lui”.
Immediatamente il corridoio del reparto si è riempito di medici e infermieri desiderosi di conoscere San Charbel… Sapevo già che San Charbel voleva lasciare un segno in quel ospedale.

Ho fatto una catechesi – credo molto profonda – che è stata ascoltata anche dai malati nelle stanze. Parlando di San Charbel, ho raccontato loro dell’Eremo in Polonia a Florencja vicino a Iłża e della sua storia. Nessuno dei presenti conosceva questo Santo: hanno iniziato a inserire il suo nome nei loro telefoni cellulari, cercando una biografia.
San Charbel sia anche il patrono di questo reparto, perché un uomo che ha difficoltà a respirare spesso tace perché gli è difficile parlare. San Charbel taceva per amore di Dio e noi dobbiamo accettare il silenzio a causa della malattia, per lo stesso amore per Cristo.
Tutti hanno ricevuto anche un’immagine della Madonna Assunta del Buon Inizio, dal sui Santuario a Florencja. Ho invitato anche loro a visitarlo e alla fine ho benedetto tutti con le reliquie di San Charbel.
Un infermiere mi ha detto: “Oggi ho ricevuto una risposta. Ho chiesto a Dio se avesse preso la decisione giusta, perché per 16 anni ho lavorato in un altro ospedale di Napoli, e solo 2 giorni fa ho iniziato a lavorare in questo reparto, questo è il mio inizio. Per me, questa è la risposta”. È stato questo infermiere ad aiutarmi a portare i bagagli. Immediatamente è arrivato un suo collega che mi ha chiesto l’olio di San Charbel, perché suo padre è malato di cancro. Non so come sia successo che avevo lasciato 3 bottigliette di olio nella giacca e quando ho messo la mano in essa le ho tirate fuori. Ne ho dato uno alla caposala. Era felicissima: “Lo porto ai malati gravi”, ha promesso. Mentre percorrevo il corridoio verso l’uscita, si è avvicinata un’altra infermiera: “Ho bisogno di parlare, padre… ho una figlia malata di cancro, hai ancora questo olio?”. La terza bottiglietta era per lei.
Sono uscito dall’ospedale e sono stato in un piccolo albergo a Napoli, perché ho ancora problemi di pressione alta e lunedì devo andare a un consulto da un cardiologo a Gragnano, dove mi faranno anche un un Holter per controllare la mia pressione sanguigna. Confido che anche questo problema sarà risolto.
L’ospedale di Napoli probabilmente ha lasciato un segno che il Signore Dio è ancora presente e che conta sempre su di noi. Solo accettando la croce possiamo dire che amiamo Cristo. E non andremo nel mondo, che oggi è così gravemente distrutto dall’azione di Satana, che convince le persone che Dio non esiste.

Padre Jarosław (Jarek) Cielecki, sacerdote della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia che fa capo al Vescovo Adam Rosiek, è parroco e custode della Parrocchia-Santuario di Nostra Signora dell’Assunzione e San Charbel e dell’Eremo di San Charbel a Florencja vicino a Iłża in Polonia.
Questa sera alle 18.30, Padre Jarek celebrerà la Santa Messa in diretta YouTube da Gragnano [QUI].