Molte volte…
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 11.01.2024 – Vik van Brantegem] – A seguito di un post ieri su X di Edward Pentin [QUI]: «Poco prima della sua morte, un anno fa, ho chiesto al Cardinal Pell se lui e altri membri del Collegio cardinalizio avessero fatto appello in privato a Papa Francesco affinché cambiasse direzione e sostenesse la dottrina e la tradizione apostolica. “Due parole”, rispose. “Molte volte”». Questo conferma quanto mi fu riferito da un altro cardinale di peso, che disse a Papa Francesco: «Non ti abbiamo eletto per questo», ripropongo di seguito l’articolo pubblicato un anno fa, il 13 gennaio 2023.
Il Cardinal Pell fa parlare ancora più che da vivo: il Vaticano oggi, il Sinodo sulla sinodalità e il prossimo Conclave
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.01.2023 – Vik van Brantegem] – L’autorevole vaticanista di lungo corso, Sandro Magister, il 12 gennaio sul suo blog Settimo Cielo ha rivelato [QUI], che l’autore del testo anonimo firmato “Demos” fatto circolare nella scorsa primavera – molto critico del pontificato di Papa Francesco, che circolava tra i cardinali la scorsa primavera, in vista di un futuro conclave e pubblicato su Settimo Cielo il 15 marzo 2022 – era il Cardinale George Pell, deceduto lo scorso 10 gennaio [QUI].
Dopo questa rivelazione di Magister, il testo viene riconsiderato con una diversa importanza. Nel suo testo anonimo (che riportiamo in seguito) il Cardinal Pell diceva, essenzialmente, che la Chiesa ha bisogno di una leadership forte, con un magistero chiaro e senza paura nell’affermare la dottrina cattolica. Il documento viene considerato anche come una mossa del Cardinal Pell per iniziare a formare un consenso sul profilo dell’uomo più adatto per essere eletto come pastore universale della Chiesa, dopo Francesco. Cioè, come una sorta di “piattaforma preliminare” nel tentare di garantire l’elezione di un Papa forte, cattolico e pienamente ortodosso.
L’importanza del testo anonimo – da Magister adesso attribuito al Cardinal Pell – sta nel fatto che è un’accusa molto dura contro l’attuale pontificato, da parte di un ex stretto collaboratore del Papa regnante, che viene preso di mira in particolare. Il promemoria è diviso in due parti – con le preoccupazioni per “il Vaticano oggi” e le raccomandazioni per “il prossimo Conclave” – ed elenca una serie di punti che coprono tutto, dalla predicazione “indebolita” del Vangelo, la repressione della liturgia antica tradizionale, le priorità della misericordia sulla morale, fino alla precarietà delle finanze della Santa Sede e alla “mancanza di rispetto della legge” nello Stato della Città del Vaticano, in particolare nel processo in corso al Tribunale vaticano sulla gestione finanziaria della Segreteria di Stato, che lo stesso Cardinal Pell aveva sostenuto fortemente. Parla anche del coinvolgimento diretto di Papa Francesco nel processo, di cui oggi riprendono le Udienze, che ha portato sul banco degli imputati 10 persone, tra cui l’ex nemesi del Cardinal Pell, il Cardinale Angelo Becciu. Inizialmente, il Cardinal Pell aveva acclamato l’accusa, dato che giustificava i suoi anni di sforzi per terminare la gestione finanziaria opaca nella Santa Sede. Ma nel corso del processo sono state sollevate questioni sui diritti della difesa in un sistema giudiziario in cui il Papa ha un potere assoluto e che Papa Francesco ha esercitato attivamente. Il Cardinal Pell ha osservato, che Francesco aveva emesso quattro rescritti segreti “per aiutare l’accusa” nel corso delle indagini, violando i diritti delle persone indagate, come le difese hanno sostenuto. Il Cardinal Pell è corso anche in difesa del Cardinal Becciu, che Papa Francesco ha cacciato nel 2020, prima ancora che fosse indagato. «Il Cardinale Becciu non è stato trattato con giustizia perché è stato rimosso dal suo incarico e privato delle sue dignità cardinalizie senza alcuna prova. Non ha ricevuto il giusto processo. Tutti hanno diritto a un giusto processo», ha scritto il Cardinal Pell, per il quale la questione è particolarmente cara viste le proprie esperienze. «Il mancato rispetto della legge in Vaticano rischia di diventare uno scandalo internazionale», ha concluso il Cardinal Pell.
Poi, ieri la rivista inglese The Spectator ha pubblicato postumo l’ultimo scritto del Cardinal Pell, non meno critico, riguardo al Sinodo sulla sinodalità in corso, dal titolo The Catholic Church must free itself from this “toxic nightmare” (La Chiesa Cattolica deve liberarsi da questo “incubo tossico”), riportato in italiano da Aldo Maria Valli sul suo blog Duc in altum (traduzione che riportiamo in seguito).
Il punto chiave del contributo postumo del Cardinal Pell è, che la via sinodale attualmente in corso nella Chiesa Cattolica dovrebbe essere fermata, perché è un «incubo tossico» e non condurrà verso una maggiore fedeltà alla fede cristiana, ma porterà invece ad un allontanamento da essa. Si tratta quindi di un attacco durissimo al Sinodo sulla sinodalità, un processo in diverse tappe, voluto e gestito direttamente da Papa Francesco. Il Cardinal Pell definisce il documento di lavoro prodotto dalla Segreteria Generale del Sinodo «uno dei documenti più incoerenti mai inviati da Roma». Non solo è «formulato in gergo neo-marxista», ma è «ostile alla tradizione apostolica» e ignora principi cristiani fondamentali come la fede nel giudizio divino, nel paradiso e nell’inferno. Aldo Maria Valli commenta, che il Cardinal Pell «reduce dalla terribile prova della prigionia nel suo paese d’origine a causa di accuse (poi rivelatesi false) di abusi sessuali, quando esprimeva questi giudici era pronto ad affrontare la furia di Papa Francesco e degli organizzatori del Sinodo». Nel suo scritto il Cardinal Pell non critica direttamente Papa Francesco, ma – visto che è Francesco l’ideatore della via sinodale, Nicole Winfield scrive il 12 gennaio 2023 per The Associated Press, che da «“Catastrofe”: il promemoria segreto del Cardinal Pell colpisce Francesco (…) emergono rivelazioni sulla crescente preoccupazione del prelato australiano per quello che considerava il “disastro” e la “catastrofe” del pontificato di Francesco» e che il Cardinal Pell, «un convinto conservatore, è diventato sempre più disilluso dalla direzione del pontificato di Francesco».
Il Cardinal Pell osserva, che «finora il cammino sinodale ha trascurato, anzi declassato il Trascendente, ha coperto la centralità di Cristo con appelli allo Spirito Santo e ha alimentato il risentimento, soprattutto tra i partecipanti». Il Cardinal Pell afferma chiaramente che l’intero processo sinodale sulla sinodalità – iniziato con una “consultazione” dei laici a cui ha preso parte solo una minuscola percentuale dei cattolici del mondo – è truccato. I partecipanti al Sinodo non potranno votare e le opinioni del comitato organizzatore saranno trasmesse a Papa Francesco «affinché faccia ciò che decide». Il Cardinal Pell descrive questa disposizione come «un abuso della sinodalità, un’emarginazione dei vescovi», «suscettibile di manipolazione». Aldo Maria Valli osserva che il Cardinal Pell – che «un tempo faceva parte della cerchia ristretta del Papa ma in seguito non nascondeva il suo totale dissenso, arrivando a parlare di tradimento di Cristo stesso» – «sottolineava anche lo scarso entusiasmo per il processo sinodale ai “livelli alti della Chiesa”. E dato che una volta era membro del gruppo dei cardinali consiglieri di Francesco, possiamo presumere che Pell avesse effettivamente parlato con figure molto importanti».
Infine, nel suo articolo su Settimo Cielo dell’11 gennaio 2023, Gli ultimi scritti del cardinale Pell. E quei suoi diari di prigionia tanto cari a Benedetto, Sandro Magister rileva anche, che tra il Cardinal Pell e «Joseph Ratzinger c’era una forte prossimità di visione, rasserenata per entrambi da un filo di ironia, pur nella diversità di carattere. Nel libro d’imminente uscita del segretario del papa defunto c’è scritto che nell’ultimo periodo della sua vita, la sera, dopo la recita dei vespri, egli amava che gli venissero letti ad alta voce articoli o libri. E “fra i testi che Benedetto apprezzò tanto ci furono le memorie del cardinale George Pell sul processo e la carcerazione in Australia”». Del diario di prigione del Cardinal Pell, Magister riporta «una piccola antologia, quanto mai rivelatrice» [QUI].
La Chiesa Cattolica deve liberarsi da questo “incubo tossico”
di George Cardinale Pell
The Spectator, 11 gennaio 2023
(Traduzione italiana dall’inglese a cura di Aldo Maria Valli per Duc in altum [QUI])
Il Sinodo dei vescovi cattolici è impegnato nella costruzione di quello che viene considerato il “sogno di Dio” della sinodalità. Purtroppo, nonostante le buone intenzioni professate dai vescovi, questo sogno divino si è trasformato in un incubo tossico.
Hanno prodotto un libretto di quarantacinque pagine che presenta il resoconto delle discussioni della prima tappa (“ascolto e discernimento”) svoltesi in molte parti del mondo: uno dei documenti più incoerenti mai inviati da Roma.
Senza alcun senso di ironia, il documento si intitola Allarga lo spazio della tua tenda, e lo scopo dichiarato è di accogliere non i nuovi battezzati – coloro che hanno risposto alla chiamata a pentirsi e a credere – ma chiunque possa essere abbastanza interessato da ascoltare. I partecipanti sono invitati a essere accoglienti e radicalmente inclusivi: “Nessuno è escluso”.
Il documento non esorta nemmeno i partecipanti cattolici a fare discepoli in tutte le nazioni (Matteo 28:16-20), né tanto meno a predicare il Salvatore (2 Timoteo 4:2).
Il primo compito di tutti, e specialmente degli insegnanti, è ascoltare nello Spirito. Secondo questo recente aggiornamento della buona novella, la “sinodalità” come modo di essere della Chiesa non è da definire, ma solo da vivere. Ruota attorno a cinque tensioni creative, partendo dall’inclusione radicale e andando verso la missione in uno stile partecipativo, praticando la “corresponsabilità con altri credenti e persone di buona volontà”. Si riconoscono le difficoltà, come la guerra, il genocidio e il divario tra clero e laici, ma tutto può essere sostenuto, si afferma, da una vivace spiritualità.
L’immagine della Chiesa come tenda che si allarga con il Signore al centro viene da Isaia, e il punto è sottolineare che questa tenda che si allarga è un luogo dove le persone sono ascoltate e non giudicate, non escluse.
Così leggiamo che il popolo di Dio ha bisogno di nuove strategie; non litigi e scontri ma dialogo, rifiutando la distinzione tra credenti e non credenti. Il popolo di Dio deve realmente ascoltare, si insiste, il grido dei poveri e della terra.
A causa delle divergenze di opinione sull’aborto, la contraccezione, l’ordinazione sacerdotale delle donne e l’attività omosessuale, si ritiene che non si possano stabilire o proporre posizioni definitive su questi temi. Questo vale anche per la poligamia, il divorzio e il nuovo matrimonio.
Tuttavia il documento è chiaro sul particolare problema della condizione di inferiorità della donna e dei pericoli del clericalismo, anche se si riconosce il contributo positivo di molti sacerdoti.
Che cosa pensare di questo pot-pourri, di questa effusione di buona volontà New Age? Non è un riassunto della fede cattolica o dell’insegnamento del Nuovo Testamento. È incompleto e ostile in modo significativo alla tradizione apostolica. E non riconosce da nessuna parte il Nuovo Testamento come Parola di Dio normativa per ogni insegnamento sulla fede e la morale. L’Antico Testamento viene ignorato, il patriarcato rifiutato e la legge mosaica, compresi i Dieci Comandamenti, non viene riconosciuta.
I due sinodi finali di Roma nel 2023 e nel 2024 dovranno chiarire il loro insegnamento in materia morale, poiché il relatore (capo scrittore e direttore) cardinale Jean-Claude Hollerich ha pubblicamente respinto gli insegnamenti fondamentali della Chiesa sulla sessualità, sostenendo che contraddicono la scienza moderna. In tempi normali questo avrebbe significato che la sua continuazione come relatore sarebbe stata considerata inopportuna, anzi impossibile.
I sinodi devono scegliere se essere servitori e difensori della tradizione apostolica sulla fede e la morale, o se c’è una sovranità del discernimento sull’insegnamento cattolico. Devono decidere se gli insegnamenti di base su cose come il sacerdozio e la moralità possono essere parcheggiati in un limbo pluralista in cui alcuni scelgono di ridefinire i peccati.
Fuori dal sinodo la disciplina si sta allentando, soprattutto nel Nord Europa, dove alcuni vescovi non sono stati rimproverati, anche dopo aver affermato il diritto di un vescovo al dissenso; un pluralismo de facto esiste già più ampiamente in alcune parrocchie e ordini religiosi su cose come la benedizione dell’attività omosessuale.
Il vescovo diocesano è il successore degli apostoli, il maestro supremo in ogni diocesi e il fulcro dell’unità locale per il popolo e dell’unità universale attorno al Papa, successore di Pietro. Fin dai tempi di sant’Ireneo di Lione, il vescovo è anche il garante della continua fedeltà all’insegnamento di Cristo, alla tradizione apostolica. I vescovi sono governatori e talvolta giudici, ma anche insegnanti e celebranti sacramentali, e non sono solo ornamenti o timbri.
Allarga la tenda tiene conto dei fallimenti dei vescovi, che a volte non ascoltano, hanno tendenze autocratiche e possono essere clericali e individualisti. Ci sono segni di speranza, di leadership e cooperazione efficaci, ma il documento ritiene che i modelli piramidali di autorità debbano essere distrutti e che l’unica vera autorità venga dall’amore e dal servizio. Va sottolineata la dignità battesimale, non l’ordinazione ministeriale e gli stili di governo dovrebbero essere meno gerarchici e più circolari e partecipativi.
I principali attori in tutti i sinodi e concili cattolici, e in tutti i sinodi ortodossi, sono stati i vescovi. Ciò va affermato e messo in pratica in modo dolce e collaborativo nei sinodi continentali, affinché le iniziative pastorali rimangano nei limiti della sana dottrina. I vescovi non sono lì semplicemente per convalidare il giusto processo e offrire un “nihil obstat” a ciò che hanno osservato.
Nessuno dei partecipanti al sinodo, laici, religiosi, sacerdoti o vescovi, è ben servito dalla sentenza sinodale che vieta il voto e le proposte. Trasmettere al Santo Padre solo le opinioni del comitato organizzatore perché lui faccia ciò che decide è un abuso della sinodalità, una messa da parte dei vescovi, che è ingiustificata dalle scritture e dalla tradizione. Non è un giusto processo ed è suscettibile di manipolazione.
In netta maggioranza, i cattolici che adorano regolarmente ovunque non avallano le attuali conclusioni sinodali. Né c’è molto entusiasmo agli alti livelli della Chiesa. I continui incontri di questo tipo approfondiscono le divisioni e pochi possono sfruttare la confusione e la buona volontà. Gli ex-anglicani tra noi hanno ragione a identificare la crescente confusione, l’attacco alla morale tradizionale e l’inserimento nel dialogo del gergo neo-marxista sull’esclusione, l’alienazione, l’identità, l’emarginazione, i senza voce, la causa LGBTQ, così come lo spostamento delle nozioni cristiane di perdono, peccato, sacrificio, guarigione, redenzione. Perché il silenzio sull’aldilà della ricompensa o della punizione, sulle quattro ultime cose: morte e giudizio, paradiso e inferno?
Finora il cammino sinodale ha trascurato, anzi declassato il Trascendente, ha coperto la centralità di Cristo con appelli allo Spirito Santo e ha alimentato il risentimento, soprattutto tra i partecipanti.
I documenti di lavoro non fanno parte del magistero. Sono una base per la discussione; devono essere giudicati da tutto il popolo di Dio e specialmente dai vescovi con e sotto il Papa. Questo documento di lavoro necessita di cambiamenti radicali. I vescovi devono rendersi conto che c’è del lavoro da fare, in nome di Dio, prima piuttosto che dopo.
Tra i cardinali circola un memorandum sul prossimo conclave. Eccolo
di Sandro Magister
Settimo Cielo, 15 marzo 2022
(s.m.) Dall’inizio della Quaresima passa di mano in mano tra i cardinali che eleggeranno il futuro papa questo memorandum. Il suo autore, che si firma col nome di Demos, “popolo” in greco, è sconosciuto, ma risulta sicuro padrone della materia. Non si può escludere che sia egli stesso un cardinale.
* * *
IL VATICANO OGGI
I commentatori di ogni scuola, anche se per ragioni diverse, con la possibile eccezione di padre Spadaro SJ,, concordano sul fatto che questo pontificato è un disastro sotto molti o più aspetti, una catastrofe.
1. Il successore di san Pietro è la roccia su cui è edificata la Chiesa, una grande fonte e causa di unità mondiale. Storicamente, a partire da sant’Ireneo, il papa e la Chiesa di Roma hanno un ruolo unico nel preservare la tradizione apostolica, la regola della fede, nel garantire che le Chiese continuino a insegnare ciò che Cristo e gli apostoli hanno insegnato. In precedenza il motto era: “Roma locuta. Causa finita est” [Roma ha parlato, la causa è finita]. Oggi è: “Roma loquitur. Confusio augetur” [Roma parla, cresce la confusione].
(A) Il sinodo tedesco parla di omosessualità, di donne sacerdote, di comunione per i divorziati. E il papato tace.
(B) Il cardinale Hollerich rigetta l’insegnamento cristiano sulla sessualità. E il papato tace. Ciò è doppiamente significativo perché il cardinale è esplicitamente eretico; non usa parole in codice o allusioni. Se il cardinale continuasse senza la correzione romana, ciò rappresenterebbe un’altra più profonda rottura della disciplina, con pochi (o nessuno?) precedenti nella storia. La congregazione per la dottrina della fede deve agire e parlare.
(C) Il silenzio è ancor più in evidenza quando stride con la persecuzione attiva dei tradizionalisti e dei monasteri contemplativi.
2. La centralità di Cristo nell’insegnamento si indebolisce; Cristo viene rimosso dal centro. A volte Roma sembra addirittura confusa sull’importanza di uno rigoroso monoteismo, alludendo a un certo concetto più ampio di divinità; non proprio panteismo, ma come una variante del panteismo indù.
(A) Pachamama è idolatrica, anche se forse non era intesa come tale inizialmente.
(B) Le monache contemplative sono perseguitate e sono fatti tentativi per cambiare gli insegnamenti dei carismatici.
(C) L’eredità cristocentrica di san Giovanni Paolo II nella fede e nella morale è oggetto di attacchi sistematici. Molti docenti dell’istituto romano per la famiglia sono stati allontanati; la maggior parte degli studenti se ne sono andati. L’accademia per la vita è gravemente disastrata, ad esempio alcuni suoi membri hanno recentemente sostenuto il suicidio assistito. Le pontificie accademie hanno membri e oratori ad invito che sostengono l’aborto.
3. Il mancato rispetto della legge in Vaticano rischia di diventare uno scandalo internazionale. Questi problemi sono stati concretizzati nel processo in corso in Vaticano a dieci accusati di negligenza finanziaria, ma il problema è più vecchio e più ampio.
(A) Il papa ha cambiato la legge quattro volte durante il processo per aiutare l’accusa.
(B) Il cardinale Becciu non è stato trattato con giustizia perché è stato rimosso dal suo incarico e privato delle sue dignità cardinalizie senza alcuna prova. Non ha ricevuto il giusto processo. Tutti hanno diritto a un giusto processo.
(C) In quanto capo dello Stato vaticano e fonte di ogni autorità di legge, il papa si è servito di questo potere per interferire nei procedimenti giudiziari.
(D) Il papa a volte, se non spesso, governa con decreti pontifici, motu proprio, che eliminano il diritto di appello delle persone colpite.
(E) Molti membri del personale, spesso sacerdoti, sono stati sbrigativamente cacciati dalla curia vaticana, spesso senza una valida ragione.
(F) Le intercettazioni telefoniche sono regolarmente praticate. Non sono sicuro di quanto spesso ciò sia autorizzato.
(G) Nel processo inglese contro Torzi, il giudice ha criticato aspramente i pubblici accusatori vaticani. I quali o sono incompetenti e/o sono stati condizionati, impediti di fornire il quadro completo.
(H) L’irruzione della gendarmeria vaticana al comando del dottor Giani, nel 2017, nell’ufficio del revisore dei conti Libero Milone, in territorio italiano, era probabilmente illegale ed è stata in ogni caso intimidatoria e violenta. È possibile che le prove contro Milone siano state fabbricate.
4. (A) La situazione finanziaria del Vaticano è grave. Negli ultimi dieci anni (almeno) ci sono stati quasi sempre deficit finanziari. Prima del COVID, questi deficit erano di circa 20 milioni di euro all’anno. Negli ultimi tre anni sono stati circa 30-35 milioni di euro all’anno. I problemi datano a prima sia di papa Francesco che di papa Benedetto.
(B) Il Vaticano ha di fronte un pesante deficit del fondo pensioni. Intorno al 2014 gli esperti della COSEA stimavano che nel 2030 il deficit sarebbe stato di circa 800 milioni di euro. Questo prima del COVID.
(C) Si stima che il Vaticano abbia perso 217 milioni di euro sul palazzo di Sloane Avenue a Londra. Negli anni ‘80 il Vaticano fu costretto a sborsare 230 milioni di dollari dopo lo scandalo del Banco Ambrosiano. A causa dell’inefficienza e della corruzione, negli ultimi 25-30 anni il Vaticano ha perso almeno altri 100 milioni di euro, e probabilmente parecchi di più, forse 150-200 milioni.
(D) Nonostante la recente decisione del Santo Padre, i processi di investimento non sono stati centralizzati (come raccomandato dalla COSEA nel 2014 e tentato dalla segreteria per l’economia nel 2015-16) e restano privi del consiglio di esperti. Per decenni, il Vaticano ha avuto a che fare con finanzieri di cattiva reputazione, evitati da tutti i banchieri che godono di stima in Italia.
(E) Il rendimento delle 5261 proprietà immobiliari vaticane resta scandalosamente basso. Nel 2019 il ricavo medio (prima del COVID) era di quasi 4.500 dollari all’anno. Nel 2020 era di 2.900 euro per proprietà.
(F) Il ruolo mutevole di papa Francesco nelle riforme finanziarie (progressi incompleti ma sostanziali nella riduzione della criminalità, molto meno riusciti, tranne che allo IOR, in termini di redditività) è un mistero e un enigma.
Inizialmente il Santo Padre ha sostenuto con forza le riforme. Poi ha impedito la centralizzazione degli investimenti, si è opposto alle riforme e alla maggior parte dei tentativi di smascherare la corruzione e ha sostenuto (allora) l’arcivescovo Becciu, al centro dell’establishment finanziario vaticano. Poi, nel 2020, il papa si è rivoltato contro Becciu e alla fine dieci persone sono state messe a processo e accusate. Nel corso degli anni, sono state avviate poche azioni penali a partire dalle segnalazioni di infrazioni dell’AIF.
I revisori dei conti di Price Waterhouse and Cooper sono stati allontanati e il revisore generale Libero Milone è stato costretto a dimettersi nel 2017 con accuse inventate. Si stavano avvicinando troppo alla corruzione in segreteria di Stato.
5. L’influenza politica di papa Francesco e del Vaticano è trascurabile. Intellettualmente, gli scritti papali mostrano un declino rispetto ai livelli di san Giovanni Paolo II e di papa Benedetto. Le decisioni e le linee politiche sono spesso “politicamente corrette”, ma ci sono stati gravi fallimenti nel sostenere i diritti umani in Venezuela, Hong Kong, Cina continentale e ora nell’invasione russa.
Non c’è stato alcun sostegno pubblico per i fedeli cattolici in Cina che sono stati perseguitati a intermittenza per la loro fedeltà al papato per più di 70 anni. Nessun sostegno pubblico vaticano alla comunità cattolica in Ucraina, in particolare ai greco-cattolici.
Questi temi dovrebbero essere rivisitati dal prossimo papa. Il prestigio politico del Vaticano è ora a un livello basso.
6. A un livello diverso, minore, dovrebbe essere regolarizzata la situazione dei tradizionalisti tridentini (cattolici).
A un livello ancora più modesto, dovrebbe essere nuovamente consentita la celebrazione delle messe “individuali” e con piccoli gruppi al mattino nella basilica di San Pietro. Al momento, questa grande basilica di prima mattina è come un deserto.
La crisi del COVID ha coperto il forte calo del numero di pellegrini presenti alle udienze papali e alle messe.
Il Santo Padre ha scarso appoggio tra seminaristi e giovani sacerdoti e nella curia vaticana esiste una diffuso malcontento.
IL PROSSIMO CONCLAVE
1. Il collegio dei cardinali è stato indebolito da nomine eccentriche e non è stato più riconvocato dopo il rifiuto delle posizioni del cardinale Kasper nel concistoro del 2014. Molti cardinali sono sconosciuti l’uno all’altro, aggiungendo una nuova dimensione di imprevedibilità al prossimo conclave.
2. Dopo il Vaticano II, le autorità cattoliche hanno spesso sottovalutato il potere ostile della secolarizzazione, del mondo, della carne e del diavolo, specialmente nel mondo occidentale e hanno sopravvalutato l’influenza e la forza della Chiesa cattolica.
Siamo più deboli di 50 anni fa e molti fattori sono al di fuori del nostro controllo, almeno a breve termine, ad esempio il calo del numero dei credenti, la frequenza delle presenze alla messa, la scomparsa o l’estinzione di molti ordini religiosi.
3. Il papa non ha bisogno di essere il miglior evangelizzatore del mondo, né una forza politica. Il successore di Pietro, in quanto capo del collegio dei vescovi, che sono anche i successori degli apostoli, ha un ruolo fondamentale per l’unità e la dottrina. Il nuovo papa deve capire che il segreto della vitalità cristiana e cattolica viene dalla fedeltà agli insegnamenti di Cristo e alle pratiche cattoliche. Non viene dall’adattamento al mondo o dal denaro.
4. I primi compiti del nuovo papa saranno il ripristino della normalità, il ripristino della chiarezza dottrinale nella fede e nella morale, il ripristino del giusto rispetto del diritto e la garanzia che il primo criterio per la nomina dei vescovi sia l’accettazione della tradizione apostolica. La competenza e la cultura teologica sono un vantaggio, non un ostacolo per tutti i vescovi e soprattutto per gli arcivescovi.
Questi sono fondamenti necessari per vivere e predicare il Vangelo.
5. Se i raduni sinodali continuano in tutto il mondo, consumeranno molto tempo e denaro, probabilmente distogliendo energie dall’evangelizzazione e dal servizio piuttosto che approfondendo queste attività essenziali.
Se ai sinodi nazionali o continentali sarà data autorità dottrinale, avremo un nuovo pericolo per l’unità della Chiesa mondiale, per cui, ad esempio, la Chiesa tedesca ha già ora posizioni dottrinali non condivise da altre Chiese e non compatibili con la tradizione apostolica.
Se non ci sarà una correzione romana di simili eresie, la Chiesa si ridurrebbe a una vaga federazione di Chiese locali, con visioni diverse, probabilmente più vicina a un modello anglicano o protestante, rispetto a un modello ortodosso.
Una immediata priorità per il prossimo papa deve essere quella di eliminare e prevenire uno sviluppo così pericoloso, richiedendo unità nell’essenziale e non permettendo differenze dottrinali inaccettabili. La moralità dell’attività omosessuale sarà uno di questi punti critici.
6. Mentre il giovane clero e i seminaristi sono quasi completamente ortodossi, a volte piuttosto conservatori, il nuovo papa dovrà essere consapevole dei cambiamenti sostanziali apportati alla leadership della Chiesa dal 2013, forse soprattutto in Sud e Centro America. C’è un nuovo balzo nell’avanzata dei protestanti “liberal” nella Chiesa cattolica.
È improbabile che uno scisma avvenga a sinistra, dove abitualmente non fanno drammi sulle questioni dottrinali. Uno scisma è più probabile che arrivi da destra ed è sempre possibile quando le tensioni liturgiche sono infiammate e non smorzate.
Unità nelle cose essenziali. Diversità in quelle non essenziali. Carità in tutto.
7. Nonostante il loro pericoloso declino in Occidente e l’intrinseca fragilità e instabilità in molti luoghi, si dovrebbe prendere in seria considerazione la fattibilità di una visita apostolica all’ordine dei Gesuiti. Sono in una situazione di catastrofico declino numerico, da 36 mila membri durante il Concilio a meno di 16 mila nel 2017 (con probabilmente il 20-25 per cento di loro sopra i 75 anni di età). In alcuni luoghi, c’è anche un catastrofico declino morale.
L’ordine è altamente centralizzato, suscettibile di riforma o rovina dall’alto. Il carisma e il contributo dei Gesuiti sono stati e sono così importanti per la Chiesa che non dovrebbe essere loro consentito di scomparire indisturbati dalla storia o di ridursi semplicemente a una comunità afroasiatica.
8. Occorre affrontare il disastroso calo del numero dei cattolici e l’espansione dei protestanti in Sud America. Ciò è stato pochissimo menzionato nel sinodo amazzonico.
9. Ovviamente occorre lavorare molto sulle riforme finanziarie in Vaticano, ma questo non dovrebbe essere il criterio più importante nella selezione del prossimo papa.
Il Vaticano non ha debiti sostanziali, ma i continui disavanzi annuali alla fine porteranno al fallimento. Ovviamente, si prenderanno provvedimenti per rimediare, per separare il Vaticano da complici criminali e bilanciare entrate e spese. Il Vaticano dovrà dimostrare competenza e integrità per attirare consistenti donazioni che aiutino a risolvere questo problema.
Nonostante il miglioramento delle procedure e una maggiore trasparenza, le continue difficoltà finanziarie rappresentano una grande sfida, ma sono molto meno importanti dei pericoli spirituali e dottrinali che la Chiesa deve affrontare, specialmente nel Primo Mondo.
Demos
Quaresima 2022