“Viva la Vida” nel IX anniversario dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus. Il diario di un cambiamento

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 17.11.2022 – Vik van Brantegem] – «Ogni grande libro è stato scritto dall’autore per se stesso», avvertiva il saggista Alberto Asor Rosa, classe 1033. Ammoniva: «I libri vanno letti con la stessa cura e con la stessa riservatezza con cui sono stati scritti». Quindi, quando prendiamo in mano un libro, dobbiamo sentire nella mente l’io narrante del libro. «Leggere un libro non significa solo sfogliare le pagine. Significa riflettere, individuare le parti su cui tornare, interrogarsi su come inserirle in un contesto più ampio, sviluppare le idee. Non serve a niente leggere un libro se ci si limita a far scorrere le parole davanti agli occhi dimenticandosene dopo dieci minuti. Leggere un libro è un esercizio intellettuale, che stimola il pensiero, le domande, l’immaginazione», spiegava il teorico della comunicazione Noam Chomsky, classe 1928.
Quindi, un libro va letto, non recensito e non giudicato. Questo ho risposto a Don Gigi, quando mi ha chiesto – tre mesi fa – di recensire il suo ultimo libro, che mi aveva inviato il 19 agosto scorso, già abbastanza tempo fa, quindi, e la spiegazione (che non è una giustificazione) si avrà fra poco.
A parte del fatto che conosco i miei limiti (non sono capace di recensire un libro), non l’ho mai recensito un libro e non intendo farlo. Presentare un libro, sì. Questo ha fatto sempre e continuo a farlo. E intendo farlo oggi, presentando Viva la Vida. Dal Vaticano a Bergamo: Il Diario di un cambiamento, pubblicato da Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami il 7 giugno 2022.
Inviandomi il libro, Don Gigi ha scritto: «Questo è un libro un po’ speciale: non l’ho scritto per gli altri ma per me… mai scritto in questo modo». Quindi, possiamo supporre che si tratta di un “grande libro”, secondo la valutazione di Alberto Asor Rosa e dobbiamo metterci all’ascolto dell’io narrante di Don Gigi. Attraverso la lettura possiamo verificare il suo cammino interiore e in questo modo farlo diventare una forte medicina per noi, con la quale gridare: Viva la Vida!
Insomma, Viva la Vida è un libro che va letto e si può fare gratuitamente online [QUI] o acquistarlo in forma cartacea [QUI].
Cosa significa leggere un libro, l’ha spiegato Chomsky e Armando Elle, che ha fondato “Gli audaci della Memoria”, in onore delle tecniche di memoria che tanto gli appassionano, ci ha offerto un metodo: «Salta fuori dalla pagina. Che cosa intendo con questa espressione? Che non devi limitare la lettura di un libro, appunto, ai confini del libro stesso. Devi invece continuamente:
- fare associazioni fra quello che stai leggendo e quello che già sai
- valutare se e come quello che c’è scritto si incastra con esperienze passate o altre letture
- fare attenzione alle sensazioni e ai pensieri che la lettura ti suscita
- costruire analogie e contrapposizioni, esprimere giudizi, costruire riflessioni, approfondimenti e sintesi.
Se vuoi ricordare ciò che leggi insomma, devi far sì che il contenuto del libro entri a far parte del tuo mondo, relazionandosi in qualche maniera con le idee, conoscenze e sensazioni che già ne fanno parte».
Il 29 settembre scorso ho concluso, con tre mesi di ritardo, il racconto del 52° viaggio di solidarietà e speranza della Fondazione Santina in Colombia, Bolivia e Peru [QUI], che Don Gigi ha definito “il viaggio più pazzo della mia vita”, facendo una solenne promessa: «AIR CANADA MAI!». Il giorno successivo avevo in programma di concludere il ricordo dei 36.255 chilometri trascorsi con la cronaca dell’evento a Bergamo per il IX anniversario della nascita dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus, con la presentazione del libro Viva la Vida. Però, è iniziato un tempo molto impegnativo, durante il quale sono successe molte cose. Non sono riuscito a terminare l’articolo iniziato e neanche a seguire il 52° viaggio di solidarietà e speranza in Kenya dal 26 settembre al 12 ottobre 2022. Ho letto i report che Don Gigi mi ha inviato. Ho guardato i filmati e le foto, ma non è stato possibile fare gli articoli. Poi, oggi mi ha inviato i primi due report del suo 54° viaggio di solidarietà e speranza in Messico, dal 9 al 23 novembre 2022 in Messico.
Quindi, ho messo mano a quel articolo che doveva essere pubblicato il 30 settembre scorso, con la speranza di trovare il tempo a recuperare il 53° viaggio in Kenya, almeno con un riassunto dei punti salienti e poi anche il 54° in Messico. Perché vale la pena.
IX anniversario della nascita dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus
Presentazione di Viva la Vida. Dal Vaticano a Bergamo: Il Diario di un cambiamento
Il 18 luglio 2022, in occasione del nono anniversario della nascita dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus, si è svolta presso il Monastero benedettino di Santa Grata in via Arena a Bergamo la presentazione del libro Viva la Vida. Dal Vaticano a Bergamo: Il Diario di un cambiamento di Mons. Luigi Ginami, che è stato pubblicato il 7 giugno 2022.
Copertina
Video: L’intervento chirurgico sul cuore di Santina – 4 minuti in sala operatoria il 18 luglio 2005 [QUI]
Introduzione
Don Roberto Ponti, Direttore di Telenova.
Primo intervento
Video: Nuovo libro di Luigi Ginami “Viva la Vida. Dal Vaticano a Bergamo: Il Diario di un cambiamento” [QUI]
Il contenuto del libro: Dottor Emanuele Berbenni, Membro del Consiglio di amministrazione di Fondazione Santina
Secondo intervento
Video: Telenova – Don Roberto Ponti intervista Don Luigi Ginami – “Testa e cuore” – Lunedì 21 febbraio 2022 [QUI]
“Testa e cuore”. Alcune linee di lettura spirituale del libro “Viva la Vida”: Mons. Lino Casati, Vicario episcopale per le Unità Pastorali della Diocesi di Bergamo [QUI]
Terzo intervento
Video: Pro Pontifice et Ecclesia – Mons. Luigi Ginami a servizio per 25 anni di 3 Papi [QUI]
Appendice al libro “Viva la Vida”: la raccolta degli articoli e dei social: Avv. Paolo Amoroso, Membro del Consiglio di amministrazione di Fondazione Santina
Prima comunicazione
Video: Il Cardinale Pietro Parolin ringrazia i bambini di ADASM di Bergamo per l’aiuto ai bimbi in Kenya [QUI]
Dottor Giovanni Battista Sertori, Presidente ADASM di Bergamo
Seconda comunicazione
Video: Inaugurazione di una nuova parte del Seminario di Puerto Maldonado in Perù [QUI]
Don Roberto Trussardi, Direttore della Caritas diocesana di Bergamo [QUI]
Conclusione
Don Roberto Ponti, Direttore di Telenova
Controcopertina
Video: “Ho incontrato Dio per caso”, testo e musica di Claudio e Paola Paone – Canzone per la Fondazione Santina [QUI]

Video promo [QUI]
Leggi il libro [QUI]
Viva la Vida. Dal Vaticano a Bergamo: Il Diario di un cambiamento è il diario di Don Gigi, dal 3 maggio 2021 in Vaticano fino al 3 maggio 2022 in Vietnam.
Quasi tutto quello che c’è nelle 216 pagine di questo libro ho raccontato in diversi articoli in questi anni, in occasione dei viaggi di solidarietà (e di speranza, l’ho aggiunto io) di Don Gigi in varie parti del mondo, ma anche in Italia, in particolare in Calabria.
Il libro contiene una Prefazione (di Nicola Gratteri), un’Introduzione (“Para que sigas siendo sempre un pastor que huele a ovejas y non pierda nunca al alma”) e 13 capitoli:
I. Roma: Fiat voluntas tua
II. Bergamo: Mons. Luigi Ginami lascia il Vaticano per la Diocesi di Bergamo e Fondazione Santina. 94ª Newsletter: 4 maggio-15 giugno 2021
III. Madrid-Lima: Non mires atras. Mira adelante!
IV. Lago Titicaca in Perù: Carezza di fuoco
V. Bergamo: Suono di campane e silenzio. 97ª Newsletter: 4 agosto 2021
VI. Malanga in Kenya: L’anello di oro a Malanga
VII. Volo Madrid-Città del Messico: Segni misteriosi
VIII. Montello (BG): Anita ed Anna, le farmaciste
IX. Mantova: Per me vivere è Cristo
X. Un Cardinale con il grande cuore di pastore
XI. La differenza tra l’abbondanza della possibilità e l’offerta del necessario. L’inaugurazione del muro di cinta della Missione di Msabaha
XII. Luce a Khe Nhao: 3 maggio 2022. Love beyond borders
Poi segue la Conclusione (Viva la Vida! Linee di lettura di un bilancio: 29 marzo 2021-13 maggio 2022), la Raccolta degli articoli e dei social e in Appendice, la stampa estera.
Prefazione
Sono contento di aver avuto l’opportunità di conoscere don Gigi, che è una persona veramente straordinaria, di quelle persone che piacciono a me, quelle persone del “fare” che a metà frase già si muovono.
Noi abbiamo bisogno in Italia e nel mondo di questa gente, gente concreta. A prescindere che si sia credenti o meno, questi sono i preti che io ammiro, che girano il mondo, rischiano, ma che soprattutto hanno la capacità della sintesi.
Nicola Gratteri
Il Primo capitolo
ROMA: FIAT VOLUNTAS TUA
Ed ho iniziato a pregare con il versetto numero 4 del salmo 36 (37) לִבֶּֽךָ מִשְׁאֲלֹ֥ת וְהִתְעַנַּ֥ג עַל־יְהֹוָ֑ה וְיִֽתֶּן־לְ֝ךָ֗ Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore.
Salmi 37:4 Trova la tua gioia nel Signore, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore.
Apro queste pagine con una pagina che ho scritto nel cuore, ma che faccio fatica a raccontare perché è davvero misteriosa e riguarda il mio vecchio Vangelo distrutto dalle mie frasi e dai commenti e dalle frasi di amici; mi accompagna da più di 40 anni, esattamente dal 16 ottobre 1982, lo avevo acquistato a Roma all’università Gregoriana per i miei studi di Bibbia ed è in greco. Tra gli autori illustri del classico apparato critico Padre Carlo Maria Martini s.j. Questo Vangelo svolge un ruolo chiave nell’interpretare il mio radicale cambiamento di vita che ha una data dal forte significato, vi chiedo la pazienza di leggere con calma le seguenti pagine.
Avevo mostrato al Sostituto della Segreteria di Stato S.E. Mons. Edgar Peña Parra il mio vecchio Vangelo ed avevo chiesto a Lui di scrivermi una frase che potesse essere significativa per la mia vita sacerdotale, aveva acconsentito e mi aveva detto che ci avrebbe pensato… finché arriva il giorno 28 marzo 2021, è la Domenica delle Palme e mi trovo in ufficio per il mio servizio domenicale. Il Segretario del Sostituto mi chiede se posso andare dal Superiore dopo la recita dell’Angelus di Papa Francesco. Raccolgo le carte del mio lavoro e sul mio tavolo ho aperto come sempre il mio amato Vangelo. Mi viene una ispirazione, lo porto con me e per facilitare la scelta del Sostituto apro la pagina del Vangelo di Matteo al Capitolo 6 versetto 10, è una frase del Padre nostro: “sia fatta la tua volontà” quella frase appare come motto episcopale sullo stemma dell’Arcivescovo e penso che quella frase faccia parte di una Sua convinzione spirituale. Con il pennarello rosso sottolineo la frase: γενηθήτω τὸ θέλημά σου, sia fatta la tua volontà, o come recita il motto episcopale dell’Arcivescovo Fiat voluntas tua.
Io non conosco ancora il motivo del colloquio, immagino che sia per lavoro e penso: appena arrivo prima di parlare di pratiche di ufficio chiedo a Lui di commentare questo versetto. Il Sostituto non si aspetta che io arrivi con il mio Vangelo in greco ed io non mi aspetto che lui abbia un discorso molto diverso da farmi che quello di una normale pratica di ufficio! Questo è il mistero, che rende questa piccola frase di una forza inaudita! Entro nel grande ufficio e prima che il Sostituto mi parli dico a Lui: “Eccellenza, Le volevo chiedere alcuni minuti perché Lei possa commentarmi il versetto di Matteo 6,10 che è il suo motto episcopale.” Il Vescovo mostra un iniziale velato stupore e poi con una calligrafica sottile e minuta scrive vicino alla frase sulla pagina di destra tre parole Uniti nel Signore +Edgar Peña Parra. Sono le 12 e 40. Il Vescovo chiude la stilografica e inizia un discorso molto lontano da me, dai miei pensieri e dalle mie supposizioni: parla di un rientro in Diocesi, della fine di un servizio in Segreteria di Stato: “È una prospettiva Monsignore, ci rifletta, ne riparliamo!” Un turbinio di pensieri nel cervello, quella frase ed il Vangelo completamente dimenticati dal discorso totalmente improvviso e lontano da me, come lo è la volontà di Dio… Esco dal colloquio come un automa, senza neppure ricordarmi che ho il Vangelo in mano, poi quel libro inizia a “scottare” ci litigo! Sicuramente mi tortura e dall’altra parte mi dà una grande pace nel mettermi sul cammino che non scelgo io, ma che qualcun altro sceglie per me. Fiat Voluntas tua: Nella mia vita non ho mai fatto la mia volontà: non ho fatto la mia volontà nella scelta degli studi, nel voler andare in Seminario ad insegnare, oppure alla Conferenza Episcopale Italiana, oppure in Segreteria di Stato alla Sezione italiana e poi all’Ufficio Informazione e Documentazione e tanto, ma tanto meno, questa volta e nel giorno della Domenica delle Palme.
Nella mia testa era ancora molto ma molto lontano il 3 maggio seguente quando questa frase sarebbe diventata drasticamente realtà: se da una parte questa frase brucia, mi distrugge dentro, dall’altra mi sa regalare pace: torno a Bergamo, mi impegno di più nella Fondazione Santina e nella Associazione in accordo con il mio Vescovo che al mio ritorno a Bergamo scrive a me un ricordo di grande conforto: Bentornato e Benedetto + Francesco 19 maggio 2021. Tra queste due frasi di due vescovi gioco il mio essere prete. La prima frase, quella del Sostituto, è carica di Mistero perché chiedendomi di tornare in Diocesi non si sarebbe mai e poi mai aspettato di firmare il mio vecchio vangelo con una frase infuocata che costituiva per me un selfie della mia situazione. Mi chiedeva qualche cosa tanto lontano dai miei pensieri, ma non avrebbe mai pensato che lo Spirito Santo mi avrebbe illuminato al punto di produrre proprio in quel contesto quella frase. Per i primi giorni ho fatto fatica a riaprire quella pagina, poi con coraggio ci sono ritornato ed ho trovato pace. Ed ho iniziato a pregare con il versetto numero 4 del salmo 36 (37) לִבֶּֽךָ מִשְׁאֲלֹ֥ת וְהִתְעַנַּ֥ג עַל־יְהֹוָ֑ה וְיִֽתֶּן־לְ֝ךָ֗ Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore. Io ci litigo spesso con il mio Vangelo, ma penso che il 28 marzo 2021 sia stata una delle litigate più furenti, insieme con il 3 maggio 2021. Una volontà di Dio improvvisa, senza un motivo che si riesca a capire e proprio per questo grande, misteriosa e bella perché sa accontentare i desideri del cuore come quelli di dedicarsi a tempo pieno alla Fondazione Santina e all’Associazione Amici di Santina Zucchinelli. Quella frase sa vincere quella bipolarità tra comoda vita in Vaticano e difficoltà, asprezza, ruvidità di un campo profughi in Kenya ai confini con la Somalia, di una bomba ad Erbil in Iraq sulla pista dell’aeroporto, o in Perù a Delta Uno in mezzo alle miniere illegali, e alla tratta di esseri umani nel cuore di un’Amazzonia rigogliosa di verde, oppure in un terribile carcere messicano dominato dai narcos. Sono passati alcuni mesi da quella frase e da quelle date 28 marzo e 3 maggio ed ho iniziato una nuova Vita nella quale il Signore sembra esaudire i desideri del cuore! La frase che ho scelto per questo 2022 è proprio quella frase וְהִתְעַנַּ֥ג עַל־יְהוָ֑ה וְיִֽתֶּן־לְ֝ךָ֗ מִשְׁאֲלֹ֥ת לִבֶּֽךָ׃ Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore. Il Sostituto non pensava di scrivere in quel giorno il commento ad una frase che stavo per realizzare con la mia vita, prima in modo confuso e incerto come …solo una prospettiva e poi in poche settimane una data irreversibile: 3 maggio 2021. In quel giorno presi la macchina e tornai qui subito a Bergamo in questa casa-rifugio nella quale elaborare la forza di una frase che ti toglie il respiro. Il salmo 36 lo medito tutti i giorni; mi da pace il cercare la gioia del Signore perché solo Lui esaudisce i desideri del cuore.
Certo la frase di Matteo 6,10 è stata un pugno nello stomaco, ma ha chiuso una porta e spalancato un portone e questi mesi sono stati ricchi e pieni di bene, davvero in questi mesi il Signore ha esaudito i desideri del mio cuore. Il futuro cosa mi riserverà? Guardo alla Fondazione ed alla Associazione, alla mia Diocesi ed alla mia vocazione sacerdotale: sono tutte stelle nel cielo buio che mi danno dei riferimenti. Ho guarito la mia vita bipolare: non sono più un Officiale della Segreteria di Stato che frequenta palazzi vaticani, ma un semplice prete che non ha più alcun prestigio, alcuna considerazione da parte di nessuno, ma che nel cuore realizza i suoi desideri, d’altra parte il Cardinale Martini mi diceva “Don gigi cerca di vivere la tua vita per il merito, non per il successo, perché il vangelo è questione di merito e non di successo. Nei Sacri Palazzi Vaticani non ho avuto sicuramente successo, non sono aumentato di grado… ho solo semplicemente fatto il mio dovere ed il 28 marzo e 3 maggio ho reso vita la frase Fiat Voluntas tua! E questo è merito, non successo.
Alcune curiosità? La mia vocazione sacerdotale come ben conoscete è nata da un voto di mia madre a S. Gregorio Barbarigo prima della mia nascita; bene la festa di S. Gregorio Barbarigo è il 18 luglio.
Proprio in quella data, il 18 giugno 1986, Mons. Roberto Amadei nel parcheggio dell’aeroporto di Fiumicino mi comunicava che sarei andato a lavorare in Segreteria di Stato e pensate: io ho lasciato la Segreteria di Stato proprio il 18 giugno 2021.
Inoltre il 18 giugno 2015 in Perù al Machu Picu mi giunge da Roma una telefonata che il Prefetto di Roma aveva autorizzato la nascita di Fondazione Santina… Che coincidenze!
Infine, sono diventato prete il 21 giugno 1986 e proprio il 21 giugno 2021 sono partito per il Perù… infine un’ultima coincidenza?
Domenica 28 marzo ho incontrato il Sostituto che mi ha detto che sarei tornato a Bergamo e il 29 marzo a Roma abbiamo firmato per l’adeguazione al Terzo Settore dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli.
Se da una parte in modo repentino e drastico si chiudeva una piccola porta, il giorno dopo il Signore che realizza i desideri del cuore apriva e spalancava un portone. Sono tutte delle Diosincidencies, altro che coincidenze!
Ora il mio cuore è molto lontano da quegli uffici dove ho vissuto 25 anni, ma non ho rimpianti: ringrazio Dio per il servizio svolto e la carità operata e penso che un milione e seicentomila euro per i poveri sia un buon risultato lasciando Roma. Senza più privilegi e prestigio, mi ritrovo semplice prete, ma un prete che Cerca la gioia del Signore, perché solo Lui esaudisce i desideri del cuore!
La concretezza della Fondazione Santina sulla via della solidarietà e della speranza. “Viva la Vida”
di Vik van Brantegem
Korazym.org/Blog dell’Editore, 5 giugno 2022
Oggi, 5 giugno 2022, solennità di Pentecoste, Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami ha regalato online in formato eBook il suo nuovo libro Viva la Vida (216 pagine) [QUI]. Quando uscirà in libreria, si potrà acquistarlo per 20 Euro anche in forma cartaceo, anche ordinando via Email [QUI]. La spiegazione del titolo e della copertina si possono trovare qui: Oltre le frontiere amore senza limiti. Suono di campane e silenzio. Buon compleanno GG61 caro Don Gigi – 13 gennaio 2022.

Viva la Vida, in cui Don Gigi – sacerdote della Diocesi di Bergamo, Presidente dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus – racconta il suo primo anno fuori dal Vaticano, è il diario di un cambiamento, dal Vaticano a Bergamo. Ha lasciato il Vaticano il 3 maggio 2021 e un anno dopo era in Vietnam, dove il 3 maggio 2022 ha inaugurazione la rete elettrica nel villaggio Khe Nhao, vicino alla Cina [QUI]. Nel libro è incluso (pagine 171-177) anche nostro articolo Una vita fatta non di coincidenze ma di “Dioincidenze” dell’8 giugno 2021 su questo Blog dell’Editore [QUI], su Don Gigi che «lascia il suo incarico presso l’Ufficio Informazioni e Documentazione della Segreteria di Stato, per vivere il suo sacerdozio ancora più dedicato alla solidarietà. Rientra nella sua Diocesi di Bergamo per un bellissimo nuovo incarico e per seguire con ancor più passione, dedicandosi a tempo pieno nel prossimo futuro alla Fondazione Santina, da lui creata e presieduta, e all’Associazione Amici di Santina Zucchinelli, intitolate alla sua mamma. Mons. Ginami lascia il servizio alla Santa Sede “con il cuore pieno di gioia”».
Dal 2017 i resoconti dei viaggi di solidarietà e di speranza di Don Gigi vengono pubblicati nella collana #VoltiDiSperanza. Scrive nella Prefazione di Viva la Vida Nicola Gratteri, il Procuratore Capo di Catanzaro: «Sono contento di aver avuto l’opportunità di conoscere Don Gigi, che è una persona veramente straordinaria, di quelle persone che piacciono a me, quelle persone del “fare” che a metà frase già si muovono. Noi abbiamo bisogno in Italia e nel mondo di questa gente, gente concreta. A prescindere che si sia credenti o meno, questi sono i preti che io ammiro, che girano il mondo, rischiano, ma che soprattutto hanno la capacità della sintesi».
Mentre si sta preparando per suo 52° viaggio di speranza e di solidarietà per l’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus, dal 19 giugno all’11 luglio in Colombia e in Perù, oggi presentiamo alcuni esempi di questa concretezza di Don Gigi, con tre progetti finanziati dalla Fondazione Santina:
- la costruzione di una capanna per la piccola Nuru a Msabaha in Kenia;
- l’illuminazione della scuola materna nel barrío Villa San Roman di Juliaca nelle Ande del Perù;
- la ristrutturazione della cucina e del refettorio del seminario di Puerto Maldonado in Perù.
Inoltre, con i video che seguono, ricordiamo altre due progetti della Fondazione Santina, nel sud e nel nord del Vietnam: con il Mai Tam Center a Saigon [QUI] e la rete elettrica a Khe Nhao [QUI].


La costruzione di una capanna per la piccola Nuru a Msabaha in Kenya

Nel suo recente viaggio in Kenya (1-13 marzo 2022), visitando il villaggio di Nuru, Don Gigi ho visto che la sua capanna era uno sfacelo. Ha fatto una videochiamata a Gianfranco e Novella, che hanno potuto costatare la miseria della povera capanna ed immediatamente hanno finanziato la costruzione di una nuova per 1.300 euro. Una bellissima iniziativa, che Jimmy, il Responsabile per il Kenya, sta portando avanti con passione. In seguito all’invio della somma sul conto della parrocchia di Msabaha, Padre Lukas O. Mongeri, OFM Cap ha inviato alla Fondazione Santina la ricevuta e ha consegnato poi 153.000 scellini a Jimmy per costruire la capanna.




“Se io avessi 13.000 euro – dice Don Gigi – preferirei costruire 10 capanne come questa per 10 famiglie nella miseria, che una casa in cemento! Pensateci bene, in Africa la normalità è vivere in una misera capanna… povera gente. Ecco la bellissima opera di Gianfranco e Novella! È la terza capanna che costruiamo, dopo quella di Everlyne, finanziata da Valentina Alazraki nel 2018 e quella di Dorothy finanziata da Mario e Antonietta Cantuti nel 2020… Chi vuole darmi una mano a costruire la prossima?”.
“Ed ora ecco chi è la piccola Nuru – prosegue Don Gigi suo racconto -. Ha dieci anni e mezzo ed è nata nel settembre 2011. Da tre anni sua madre – che si chiama Priscilla, ha trenta anni ed è HIV – è scappata con un altro uomo. Nuru è accudita dalla zia che si chiama Paris ed ha 36 anni. Anche Nuru è sieropositiva”. “La bimba è particolarmente sfortunata – dice Don Gigi -. Due anni fa nel tempo di Natale nella capanna vi era un grande pentolone di acqua bollente per il te, gli altri bambini giocando hanno urtato il pentolone e l’acqua bollente è caduta addosso a Nuru, devastando tutta la parte sinistra del suo corpo. Oltre allo stigma dell’HIV, per il quale subisce discriminazione, la bambina è discriminata anche per questa menomazione orribile. Insieme con Faith, l’altra bambina cieca da un occhio, sono i due casi più pietosi che raccomando alla vostra generosità”.

Per capire meglio la solidarietà praticata dall’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus, riportiamo di seguito un estratto dal libretto Bendera – N. 30 della collana #VoltiDiSperanza [QUI], in cui Don Gigi parla del 44° Viaggio di solidarietà e di speranza dal 18 al 30 settembre 2020 in Kenya.
Non mi sembra vero! Sono in aereo verso Mombasa? Un viaggio agognato, sognato, voluto ed amato come segno di speranza e forza nel disastro del Covid a Bergamo. Come ho detto nella premessa un viaggio complicato, imprevedibile e denso di ostacoli, ma anche con straordinari segni misteriosi.
A Roma preso dallo sconforto chiedevo alla Madonna calpestata luce ed un segno… Forse sto sbagliando tutto, ma a Bergamo ora ci sono due nostri ventilatori, seimila libretti dal titolo Luca. Ed in Kenya un dormitorio ricostruito, in Vietnam una rete elettrica, in Iraq un ambulatorio: tutto realizzato durante i mesi in cui a Bergamo sono morte migliaia di persone!
Chiedevo comunque un segno, non contento di questi, quanto sono cretino! Ho paura di partire, mi sbaglio, meglio attendere come tutti dicono? Maria dammi una risposta: un segno! E la risposta giunge come un fulmine nel cuore: una telefonata: “Don Gigi, sono Gianfranco… stai organizzando il viaggio vero? Bene ho una sorpresa: io e Novella ti offriamo il biglietto aereo!”.
Attacco il telefono e due lacrimoni mi scendono dagli occhi… E poi? Nei giorni seguenti. Secondo segno: Matteo mi aiuta per il visto sul passaporto e il visto mi giunge in due giorni: mi chiede solo una preghiera per la sua bellissima bimba che sarà battezzata nei prossimi giorni. Altro segno? Nel casino della preparazione mi viene detto che per entrare in Kenya devo avere un test sierologico eseguito con prelievo di sangue, ma poi tre giorni prima… Scopriamo che è un tampone. Cado nella disperazione… E adesso? Un amico prete, Don Dario, in tre ore mi risolve il problema! Se non sono questi tre bellissimi segni?
Cosa voglio di più? Il prezzo di questo viaggio è alto; comporta quattordici giorni di quarantena a Bergamo, tempo prezioso sottratto ad un altro viaggio: ma queste restrizioni sono unico modo di viaggiare oggi! Perché vado in Kenya? Per inaugurare un dormitorio bruciato nell’orfanotrofio di Mambrui: e sono felice!
Vado in Kenya per incontrare la mia piccolina Santina e il cuore mi si riempie di dolcezza, vado in Kenya per pregare sulla tomba di Everlyne nell’anniversario della sua morte. Vado in Kenya per andare a Lango Baya e Chakama, dove Silvia Romano è stata rapita, ed incontrare i missionari per condividere la fede in un luogo dove l’Islam è talvolta furente. Vado a Chakama non per convertirmi all’islam, ma per dire quanto è bello e pericoloso essere cristiani in luoghi dove la fede cristiana spesso è odiata. Vado in Kenya per visitare le povere capanne dei nostri dieci bambini in adozione a distanza e trovare altre dieci famiglie per il prossimo triennio 2021-23. Si sono felice anche se preoccupato, sto nuovamente scrivendo in aereo seduto al posto 24C.
Nel cuore ho veramente la volontà di dedicare più tempo alla preghiera, al confronto con i poveri malati di AIDS, di malaria e… di fame. Eh sì perché la fame da gennaio a settembre ha ucciso 6 milioni e 700mila persone! Mentre il Covid neppure un milione! Guardo dal finestrino, ormai siamo nello spazio aereo del Kenya e dal cuore e dall’Africa vi lancio una forte domanda: perché ogni giorno la televisione ci informa minuziosamente su quanti contagi di Covid sono avvenuti e quanti morti ha causato? Perché la stessa televisione non ci aggiorna sul bilancio di morti per fame? Un’altra domanda: quanti miliardi di euro si stanno buttando per impedire che il Covid uccida un milione di persone? Per trovare un vaccino? E quel vaccino per salvare pochi ricchi? Lo so la domanda mi trapana il cervello da giorni e la ripeto ma mi strappa la pelle: ma con tutti quei soldi quanti morti avremmo salvato di quei sette milioni? La domanda ha sempre la medesima agghiacciante risposta: tutti!
Vi porto nel cuore e vorrei che voi foste qui, tutti! Sono convinto che comunque questo report lo leggerete e mi aiuterete a vivere bene queste giornate sante in cui incontrerò la carne di Gesù. Tolgo dalla tasca il fazzoletto di Ismaele morto di SLA e chiedo il suo aiuto, penso a mio zio Padre Luigi, schiantato è paralizzato dalla SLA a Parma in un letto dell’Infermeria della sua casa religiosa e che mi ha promesso un rosario ogni giorno. Guardo l’anello di oro con il nome di Miroslava, Sofia e Romina in Messico, penso alla mia Olinda in Perù che è venuta qui in Africa con me nel 2011, penso a suor Carolina in Iraq che sta ultimando l’ ambulatorio, a Men Thi Bui in Vietnam e la rete elettrica, a Marco Antonio in un carcere del Brasile e penso soprattutto ai tanti morti di Covid a Bergamo da marzo ad oggi, ai protagonisti del nostro ultimo libretto: Luca, Giovanni e Pina, a Don Angelo Mario e Romana, ad Emanuele, Caterina e Maria; tutti loro sono qui con me ed anche tu che stai leggendo queste righe che ti invierò se riesco a trovare linea qui dallo spazio aereo del Kenya.
Siamo partiti tutti insieme e tutti insieme viaggiamo: ho bisogno di voi perché alla fine vi confesso che ho paura! Ma penso che la vita vada riempita anche di gesti folli come questo di viaggiare per incontrare la carne di Gesù in questo tempo di pandemia per dichiarare che la pandemia vera non è quella del Covid, ma quella della mente umana che non riesce a risolvere il problema della fame, della malaria e dell’Aids mentre è compulsivamente impegnata a trovare un costosissimo vaccino ma trascurando chi oggi muore di fame! Alla fine questo viaggio vuole essere un omaggio a loro, a chi oggi muore di fame senza meritarlo, e a voi perché coltiviate sempre il coraggio di pensare e di riflettere per poi pregare sui drammi più veri dell’umanità. Grazie di cuore Gianfranco e Novella, Matteo e Adriana, Dario e Luigi per aver permesso questo pellegrinaggio di speranza, preghiera e riflessione. Come dico sempre in questi report che scrivo a bordo di un aereo tra Addis Abeba e Mombasa: stiamo per atterrare devo chiudere IPad. E inizia il 44° viaggio di solidarietà il primo dell’era Covid che ha come slogan: il coraggio di ri-partire. E tu nella tua vita, tu mentre leggi hai perso una persona cara per il Covid, o il lavoro, tu che sei in cassa integrazione, nella tua vita hai il coraggio di ri-partire? È dura lo so, ma forza, pensa a loro che muoiono di fame hanno malaria e sono morsi da serpenti velenosi… Quando stai male pensa a chi sta più male di te ed apriti a loro! Coraggio nascerà la speranza, farai del bene a loro e farai bene a te: nel tuo cuore nascerà il coraggio di ripartire! Chiudooo: atterriamo!

L’illuminazione della scuola materna nel barrío Villa San Roman di Juliaca nelle Ande del Perù
Riportiamo di seguito le informazioni dal libretto Sol – N. 33 della collana #VoltiDiSperanza [QUI], in cui Don Gigi presenta il progetto.
A Villa San Roman, un barrío molto povero di Juliaca nelle Ande del Peru, la Fondazione Santina ha sistemato una scuola materna, costruendo muro di cinta [QUI], portando acqua e fogne, ha rifatto i servizi igienici, un parco giochi nel quale è stato ricavato un campo di pallavolo protetto da bellissimi tendoni che difendono i bimbi dal sole dei 4.000 m.s.l.m. e che la sera si trasforma in un punto di aggregazione sociale per le giovani mamme che giocano a pallavolo. Inoltre, la Fondazione Santina dotato la scuola materna di un’aula nuova e bellissimi disegni realizzati come murales hanno dato un’atmosfera di pace e serenità.
Il numero degli alunni così è raddoppiato. La mattina dell’ultimo giorno della mia permanenza, abbiamo avuto una lunga riunione con Olinda e Josmel nei locali della scuola materna, colpita anch’esso dalle restrizioni della forte pandemia, e abbiamo parlato del tema della sicurezza.

In altre parole, prima di costruire altre necessarie aule, bisogna mettere in sicurezza tutto l’edificio da ladri ed invasori. La notte l’area della scuola materna è completamente buia e malintenzionati possono facilmente entrare, rompere e rubare. Per evitare questo abbiamo pensato di sovvenzionare un impianto di illuminazione che di notte illumini l’edificio e il cortile. I fari andrebbero messi ai quattro angoli e agli ingressi.

Il progetto semplice ammonta a circa 6.500 euro… ma non ne avevo neppure uno! La richiesta era particolarmente audace, perché tutti siamo vittime della pandemia nei nostri portafogli, ma proprio per questo molto più meritevole! A fronte della firma del protocollo di intesa e del progetto approvato, il nostro tesoriere Dottor Luigi Pacini in data 31 marzo 2022 ha provveduto ad inviare al Vescovo di Puno la somma di denaro come testimonia il documento qui riprodotto. Ringraziamo S.E. Mons. Jorge Pedro Carrión Pavlich, Vescovo di Puno, sotto la cui giurisdizione ecclesiastica appartiene Villa San Roman, per la cura con la quale ci ha inviato la ricevuta del denaro sul conto della Diocesi, in data 5 aprile 2022. Sempre il Vescovo di Puno ha provveduto a dare alla Signora Asunta Olinda Calderon Vega, la Responsabile della Fondazione Santina in Perù, la somma di 25.558 soles convertiti dai 7.080 dollari americani ricevuti dalla Fondazione. Poi l’Ingegnere Josmel Tito Calderon ha eseguito i lavori, inviando fotografie e ricevute, mentre in lingua spagnola potete vedere l’accurato progetto QUI.
I lavori finiranno per la seconda metà di questo mese di giugno, quando si realizzerà il 52° viaggio di solidarietà e speranza in Perù. Tra le finalità di questo viaggio vi è proprio l’inaugurazione dell’impianto di illuminazione.

La ristrutturazione della cucina e del refettorio, e la realizzazione di una nuova ala di 15 stanzette nel Seminario di Puerto Maldonado in Perù
Per Puerto Maldonado invece, l’impegno economico era di 15.000 euro. Come a Villa San Roman la Fondazione Santina piano piano sta ricostruendo l’intera scuola materna, così a Puerto Maldonado vuole piano piano rifare gli ambienti. Non tutti insieme con cifre fuori di testa di 100 o 150 mila euro: no, assolutamente no! Ma piano piano negli anni giungere a tale cifra verificando che ogni opera sia fatta alla perfezione e nell’assoluta chiarezza finanziaria ed economica. Questo avviene non solo in Perù ma anche in Kenya, a Lango Baya, con la costruzione di un’altra scuola: aula per aula la Fondazione Santina ha costruito 5 aule scolastiche. Oppure nell’orfanotrofio di Mambrui dove, dopo aver ricostruito il dormitorio, ora la Fondazione Santina sta concludendo i locali della scuola materna, che Don Gigi presto andrà ad inaugurare. Infine in Iraq, dalle suore del Sacro Cuore di Erbil, con infermeria e generatore di elettricità per la scuola materna… “Torna anche qui la domanda – ha scritto Don Gigi -: chi regala 15.000 euro? Non ne abbiamo neppure uno, ma la lettura di questo libretto troverà una persona generosa che ci aiuterà nelle nostre imprese per i luoghi più poveri del mondo. E poi, se oltre a dare un’offerta aggiungete per questo un altro rosario, penso che in Paradiso qualcuno ci ascolti di più… Non preoccupatevi, ho incaricato mia madre Santina, Everlyne, Chi Vuong ed il Viejo Paco di dare l’assillo al Padre Eterno e tutti loro penso che su in Paradiso faranno una testa impossibile al Padrone di Casa… saranno tutti loro, i nostri santi morti, a costruire insieme con noi! E di loro mi fido ciecamente”.

Padre Carlos Castillo Flores, il Rettore del Seminario Maggiore e Minore San Juan Maria Vianney di Puerto Maldonado, lo scorso anno ha presentato alla Fondazione Santina un progetto di ristrutturazione della cucina e del refettorio del Seminario.

Poi, il 27 giugno 2021 c’è stata l’inaugurazione della nuova ala di undici stanzette nel seminario di Puerto Maldonado, finanziato dalla Fondazione Santina. Riportiamo di seguito testo di Don Gigi che appare nel libretto Sol.

Il caldo umido si sente anche nella sera di incanto qui, al seminario sulle rive del grande fiume Rio Madre de Dios. È stata una giornata intensa e chiedo a padre Persi un luogo tranquillo in cui scrivere. Si carica una sedia di legno con tanto di braccioli e mi fa strada fra la fitta vegetazione di bambù, banani, palme da cocco, verso riva del fiume. Percorriamo una cinquantina di metri e mi si apre un panorama spettacolare che per molti versi mi ricorda il Vietnam con la sua vegetazione lussureggiante. Il grande Rio Madre de Dios scorre tranquillo e dall’ alto di una ventina di metri lo ammiro nella sua maestosità. Questi enormi fiumi danno vita ad una vegetazione che non si incontra in Europa. Alla mia destra quattro bambù e alla mia sinistra, a pochi metri, cinque alveari dove le api depongono il miele. Mi sono cosparso di repellente per evitare le punture degli insetti. Cala la sera, recito la preghiera del vespro e nel cuore scende la pace di un Dio che mi vuole bene. Veramente il Creato è il segno dell’esistenza di Dio! In mezzo al verde e alla natura ogni preoccupazione, ogni ansia si spengono e se ti metti in ascolto della natura, lei ti calma. Intorno a me, i grilli cantano in coro, gli uccelli cantano ognuno a modo proprio, un tucano rosso e giallo si appoggia su un ramo e le luci delle stelle in cielo incominciano a brillare tenuemente tra nubi cariche di rosso per il tramonto. Un momento prolungato di silenzio e preghiera ridanno calma al cuore e mettono in ordine le giornate frenetiche.

Anche scrivere aiuta a riordinare i pensieri, a fissare le emozioni importanti, a descrivere il cuore. È stata la giornata più importante di questo lungo viaggio, il viaggio più lungo dei quarantasei e che dura ben 19 giorni. Oggi c’è stata l’attesa inaugurazione di un’ala del Seminario minore, che servirà non solo ai seminaristi ma anche ai sacerdoti per corsi di formazione e di esercizi spirituali. La Messa risente di tutte le norme di sicurezza per il contenimento del Covid: siamo tutti con la mascherina, anche perché qui è facile prendere la variante brasiliana del coronavirus. Siamo vicini al Brasile: ad otto ore di macchina c’è Porto Velho, dove abbiamo realizzato una cappella in una discarica … Vecchi ricordi bellissimi.

La mattina si apre dunque con la Messa alle 09.00 che presiedo e che viene ripresa sulla pagina Facebook del Seminario e di una parrocchia di Puerto Maldonado. Gli otto seminaristi del minore indossano un camice; con me concelebrano Padre Carlos, il Rettore; Padre Persy, il Padre spirituale; e un anziano padre domenicano. Ci sono circa settanta persone e rispettiamo il distanziamento sociale. I canti e le preghiere sono bene animati e danno un profondo senso di condivisione. Dopo questo primo momento di preghiera ce n’è un secondo, quello nel quale formalmente inauguriamo l’ala nuova del Seminario nella quale siamo ospitati con Hernan ed Olinda. Ancora con i paramenti liturgici indosso, usciamo dall’auditorium e ci rechiamo davanti alla porta che è ornata a festa.

Nel centro pende una bottiglia di spumante e più in basso un nastro colorato è pronto per essere tagliato, e poi c’è la targa in marmo di Fondazione Santina da scoprire. Padre Carlos ringrazia con semplici parole tutti, in modo particolare la Caritas di Bergamo che ha contribuito all’opera. Poi è la volta di Olinda che legge una traduzione in spagnolo della lettera di augurio del Direttore della Caritas di Bergamo, Don Roberto Trussardi. Padre Carlos mi guarda e mi dà la parola. Ho nel cuore tanti sentimenti, dopo tanti progetti inaugurati nel mondo, di cui ben sei in Perù; vorrei dire un milione di cose, ma alla fine il mio discorso dura meno di un minuto: “Questa bella inaugurazione non è un punto di arrivo, bensì è un punto di partenza: prometto che realizzeremo qui per voi i lavori per rinnovare la cucina e il refettorio, e per questo vi do un appuntamento: ci vediamo il prossimo anno, per inaugurare la nuova struttura!”.

Prendo il martello e come per le altre sei bottiglie dei sei progetti precedenti assesto un colpo forte e secco, la bottiglia si rompe e così bagniamo la struttura. La gente applaude… Ora è la volta del taglio del nastro, chiamo anche Olinda: da un lato c’è Padre Carlos, dall’ altro Olinda e io. Lentamente togliamo il velo ed appare la targa della nostra Fondazione. Questo per me è il momento più commovente: la firma di Santina che forma il logo della Fondazione è una firma tremula di una donna ferita dalla sofferenza e dal dolore! Non riesco a trattenermi e mentre la gente applaude, racconto: “Vedete? Questa firma, la firma di mia madre Santina, non è chiara immediatamente e questo è dovuto al fatto che la mano che scrisse questa firma era quella di una donna disabile divorata dal dolore, piena di cicatrici, muta, incapace di muoversi, di mangiare, di cambiarsi… ma che ha sempre conservato un sorriso incantevole. E questa firma oggi si trova sulle targhe di opere compiute in Perù, Messico, Brasile, Kenya, Iraq, Gaza, Italia e Vietnam. Dio usa proprio la debolezza di alcuni per celebrare la sua forza!

E Santina è conosciuta nel mondo per la sua fragilità, non per la sua forza. Questo ci ricorda che nel momento in cui ci sentiamo deboli, fragili, in un momento in cui la vita ci toglie tutto, proprio in quel momento la vita si presenta a noi con il suo mistero, come è successo a Santina! Quando siamo deboli, è allora che siamo forti”. Dico queste parole, ma le dico prima di tutto a me stesso, in realtà, e alla mia grande debolezza di questi mesi, lo dico alla mia incapacità di capire, di vivere con più fede, di dare forza alla mia debolezza.

Con gesto lento taglio il nastro e mi viene in mente il Kenya, a settembre dell’anno scorso, quando con la mia piccola Santina in braccio inauguravo il dormitorio a Mambrui; mi viene in mente l’Iraq, in aprile, quando a Erbil ho tagliato il nastro rosso di una nuova infermeria. Durante la spietata era del Covid questa è la terza opera che inauguriamo all’estero – senza dimenticare i due ventilatori polmonari regalati all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. E ce ne saranno subito altre: in Vietnam, dove abbiamo costruito una rete di elettricità per il piccolo villaggio delle risaie di Khe Nhao sulle montagne del Nord, a pochi chilometri dalla Cina, e ancora in Messico, dove stiamo costruendo una palestra nel terribile carcere di Las Cruces [QUI], senza dimenticare l’Italia dove a Sant’Andrea Ionio, in Calabria, inaugureremo presto un bagno assistito in una casa per anziani.

Molte altre opere ci attendono ancora, e la cosa singolare è che ognuna di queste opere porta la firma tremula non di una donna potente, di prestigio, ma di Santina: Santina, che ha fatto solo la terza elementare e che a ottanta anni è divenuta esperta di sofferenza. Questo è lo strumento che Dio usa per fare del bene, quello che il mondo scarta e reputa inutile o addirittura dannoso. Santina ha saputo costruire con la sua fragilità una serie incredibile di buone opere nel mondo e forse l’opera migliore che ha compiuto è stata quella di cambiare il cuore del figlio, che dal 2005 è un’altra persona: 16 lunghi anni di nuovo “seminario” per arrivare ad oggi, in cui ha plasmato nel figlio un cuore libero e capace di verità è disposto a sacrificare per la verità il proprio personale prestigio scegliendo di vivere per il merito e non per il successo. Il Cardinale Martini sempre mi raccomandava: Gigi, vivi per il merito, mai per il successo, perché il Vangelo ha merito, non sempre successo! E Santina con la sua fragilità è l’icona di una vita di povertà, austerità e dolore vissuta solo per il merito, perché Santina nella vita non ha mai avuto successo, ma le sue opere hanno merito e queste opere non le dobbiamo cercare, perché sono sotto gli occhi di tutti. E a voi così lontani questa notte giunga questo report.

Ho finito di benedire tutto il complesso rinnovato; i ragazzi del Seminario minore hanno preparato alcuni spettacoli, usciamo nel grande campo sportivo: bellissime danze, vestiti colorati degli indios dell’Amazzonia, ore liete e belle per fare festa; il Vescovo David ci raggiunge telefonicamente e tutti possono sentire la sua voce: è un messaggio di augurio a tutti e di benvenuto a Olinda, Hernan e Don Gigi, “lo accogliamo con gioia”: davvero siamo sulla strada giusta, la strada del bene! Ma la strada del bene è stretta e faticosa e forse io questo non riesco a capirlo ancora, in questi giorni. Si è fatto buio e non distinguo più le piante, è meglio ritornare al Seminario: uso l’IPad sul quale ho scritto come torcia e riesco a tornare al Seminario per inviare a tutti voi questo terzo report, che vi arriva nel cuore della vostra notte dalla Regione Madre de Dios, nell’Amazzonia del Perù. A questo Paese sono debitore perché una donna peruviana, Olinda, per sette anni ha assistito mia madre con slancio e dedizione, ed ora è tornata a vivere a Villa San Roman a Juliaca: anche Olinda forse non ha avuto troppi successi nella vita, ma il merito sì! Come la mia amata Santina!

Chi di voi che leggete, aiuta Don Gigi con i progetti?
Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus
via di Porta Pinciana 6
00187 ROMA
Email
Coordinate Bancarie:
Intestatario: Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus
IBAN: IT78Y0503403210000000180713
Banco Popolare Società Cooperativa
via Ludovisi 46
00187 ROMA
Per la destinazione del 5 per mille all’Associazione, Codice fiscale: 12499711005
Opuscolo informativo sull’Associazione: QUI.
Modulo adesione socio: QUI.