Speranza oltre la crisi. La proposta di Ernesto Olivero

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In questo momento difficile, innescato dalla crisi dei mercati finanziari con una recessione che sta coinvolgendo milioni di famiglie, il Sermig – Arsenale della Pace di Torino intende portare una parola chiara che aiuti a fare verità e dia speranza per rispondere alle attese dei giovani e della gente. Se ne è parlato giovedì sera durante una tavola rotonda, a cui hanno partecipato tra gli altri Massimo D’Alema, Rosy Bindi ed Enrico Salza. Ecco la proposta del fondatore Ernesto Olivero.

LA CRONACA DELLA SERATA

La riflessione di Ernesto Olivero

Le gravi ricadute sull’economia reale e sulla società provocate dal crollo dei mercati finanziari sono sotto gli occhi di tutti. C’è bisogno di trasformare questo problema in opportunità. L’incontro di questa sera vuole essere un atto di speranza. Ricordiamoci che è la luce che annulla il buio.

L’Arsenale della Pace incontra e ascolta ogni giorno migliaia di persone. Anni di esperienza a fianco di chi fa più fatica ci danno l’autorevolezza morale di chiedere un posto per tutti su questa terra. Oggi non è così a motivo dell’avidità e della superbia: nel mondo milioni di famiglie sono risucchiate verso la povertà (15 milioni in Italia). Non possiamo lavarcene le mani. La gente si aspetta una parola chiara che aiuti a fare verità e dia speranza e la proposta di una svolta fondata su un’etica del servizio. Il mondo sta cambiando, non si può continuare con i vecchi sistemi, con le lobbies segrete, con le mafie.Ci vogliono gesti forti, di rottura, gesti che restituiscano fiducia alla gente, in particolare ai giovani. Per questo l’Arsenale della Pace fa due proposte.

1. Al mondo finanziario, alla politica, alla società chiediamo un cambiamento, cominciando dalla effettiva sobrietà nel guadagno. Come possiamo considerare normale, ad esempio, che un manager percepisca stipendi e liquidazioni di milioni di euro anche quando i suoi risultati sono fallimentari? Che un giudice, un politico, un imprenditore… cumuli più pensioni e liquidazioni, o incassi gettoni di presenza in più consigli di amministrazione? Siamo convinti che l’avidità e la superbia possano essere “perdonate” solamente se restituiscono ciò che hanno preso in più, solamente se si mettono a servizio della gente con iniziative che non abbiano il sapore amaro dell’elemosina, ma il respiro della giustizia e del bene comune. Chiediamo alle banche e alle fondazioni di istituire dei “prestiti d’onore” per tutti i giovani che vogliono sposarsi, finire gli studi o iniziare un’attività. Chiediamo prestiti d’onore anche per gli anziani, i più esposti alle conseguenze della crisi, e per le famiglie impoverite e senza tutele.

2. Chiediamo che in ogni banca, in ogni fondazione e impresa finanziaria ci sia un comitato etico – composto anche da giovani impegnati nel settore del non profit e del volontariato – che svolga un ruolo di sorveglianza. Troppe volte i soldi sono diventati un “crimine contro l’umanità”. Non vogliamo “banche armate”, banche che finanzino armi, pornografia, inquinamento e sfruttamento indiscriminato dell’ambiente, ideologie che vanno contro l’uomo e la vita. Chiediamo che ogni banca, ogni impresa finanziaria tratti con “religiosità” il denaro che la gente le affida. In questo periodo il tema dell’economia sta catalizzando l’attenzione di tutti. Ma questa casa vuole riportare l’attenzione sui giovani: sono i giovani il vero “patrimonio dell’umanità”. Non possiamo accettare che tanti giovani si mettano fuori gioco da soli, o vivano in un’indifferenza, voluta dal “potere”, che impedisce loro di pensare. Per questo vogliamo organizzare con loro e per loro il terzo “G8 alla rovescia”: un grande incontro in cui i giovani abbiano la possibilità di presentarsi ai cosiddetti “grandi” della terra a viso aperto, a mani nude, con le loro storie per stimolarli a cambiare un po’ la politica, un po’ l’economia, un po’ la società…

Non ci convince chi a Torino nei giorni scorsi ha detto che il dialogo è retorica, è un fastidio e che la vera strada è il conflitto. Crediamo nel dialogo come strumento per affrontare la complessità del mondo e percepire meglio la realtà che sta cambiando. Un vero dialogo può portare a un mondo un po’ più giusto. In un orizzonte che è sempre più buio dobbiamo allenarci ad allargare lo sguardo ed impegnarci a diventare un faro di speranza.

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