“Democrazia per la nuova cittadinanza sociale”. A Roma la decima assemblea del MEIC

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“Riprendiamoci la democrazia per un nuovo patto di cittadinanza sociale”. Con questo messaggio Renato Balduzzi ha aperto la decima assemblea nazionale del Meic, il Movimento ecclesiale di impegno culturale, iniziata questo pomeriggio a Roma. Oltre 250 i delegati, in rappresentanza dei 110 gruppi locali diffusi in tutta Italia, che discuteranno le linee del movimento per i prossimi tre anni.

Domani l’attesa visita del neo segretario generale della CEI, monsignor Mariano Crociata che celebrerà la messa per tutti i presenti. Domenica, invece, la visita del vescovo Domenico Sigalini, assistente generale dell’Azione Cattolica. Nella relazione con cui si chiude il suo mandato di presidente nazionale, il costituzionalista Balduzzi ha lanciato un severo allarme sullo stato di salute del sistema politico italiano. ”Una sana convivenza civile è quella in cui le leggi sono l’espressione di una giustizia al servizio di tutti e non il prodotto della pretesa di essere nel diritto solo perchè si detiene il potere su di esso”, ha detto, parafrasando un celebre discorso del 2004 dell’allora cardinale Ratzinger.

Balduzzi ha sottolineato come ”lo stato della legislazione ordinaria nel nostro Paese sia ben lontano da questo modello, quale che sia la maggioranza parlamentare del momento” e come ”una democrazia ridotta a mera indicazione del governante, invece che trama di inclusione delle categorie sociali, non e’ certamente in condizione di generare pratiche di giustizia efficaci e condivise”. La proposta del Meic, ha spiegato, e’ quella di ”un nuovo Patto per la cittadinanza sociale, che interessi, con il coinvolgimento dei poteri locali, tutti i residenti sul nostro territorio nazionale, nativi e migranti’. Il presidente uscente ha chiesto “una profonda correzione culturale dell’orientamento di fondo e dei messaggi lanciati all’opinione pubblica” in campo economico-finanziario, rimettendo “in primo piano il significato stesso della socialità dello Stato”.

“Nella scuola, nella sanità, nell’università, nei servizi sociali, questo dovrebbe essere il tempo favorevole per investimenti mirati e convinti – ha rilevato il presidente del Meic – piuttosto che il tempo di tagli alla cieca”. “Sottolineare la qualità pubblica o prevalentemente pubblica di tali servizi”, ha ribadito, dovrebbe essere “non il programma di questa o quella corrente partitica o di questa o quella coalizione, ma la base culturale per ragionare su come irrobustire il senso di cittadinanza sociale e la gioia di far parte di un ordinamento che si prende cura dei bisogni reali, che stimola in via sussidiaria l’autonoma iniziativa dei cittadini per finalità di interesse generale, che non oppone mai il doveroso intervento della collettività all’altrettanto doveroso spirito solidaristico dei consociati”.

Al centro del dibattito assembleare c’è il “Rapporto Camaldoli”, frutto del lungo lavoro di studio portato avanti dal Meic che vuole collocarsi, con forme e contenuti nuovi, in continuità con il celebre “Codice di Camaldoli”, contributo fondamentale per la rinascita democratica italiana negli anni ’40 del Novecento. Il documento chiede un “nuovo umanesimo”, partendo dalla constatazione “della necessità di una nuova unità dei saperi scientifici”, ed essendo consapevoli che tale proposta “ha espliciti fondamenti cristiani”.

Questo perché, come si legge nel documento,  “la proposta non significa indebita invasione della religione in campi a essa non propri. Se va infatti accettata la realtà che le religioni sono ormai parte della sfera pubblica, va altrettanto accettato l’assunto che i principi fondanti della democrazia (…) vanno salvaguardati non riducendo al silenzio le religioni, ma rendendo dialogica e non intollerante la loro compresenza nella convivenza comune”.

Il documento sarà approfondito ed emendato dalle commissioni di lavoro sui quattro ambiti del “Rapporto”. La prima, su antropologia e bioetica, sarà guidata da Francesco Paolo Casavola, presidente del Comitato nazionale di bioetica, e dall’arcivescovo di Oristano Ignazio Sanna; la seconda, su lavoro ed economia, dall’economista Lorenzo Caselli e da Ferdinando Charrier, vescovo emerito di Alessandria; la terza, sull’ambiente, sarà condotta dall’urbanista Luigi Fusco Girard e dal vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero; la quarta, che ha per tema cittadinanza e istituzioni, avrà come coordinatori il filosofo morale Marco Ivaldo e il vicepresidente della Cei e arcivescovo di Potenza Agostino Superbo.

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