Terra Madre, Torino capitale delle comunità del cibo

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La terza edizione di Terra Madre si è aperta giovedì 23 ottobre e si svolgerà a Torino fino al 27 ottobre 2008, in concomitanza con il Salone del Gusto. L’incontro mondiale della rete di Terra Madre riunisce per quattro giorni comunità del cibo, cuochi, docenti e giovani provenienti da tutto il mondo impegnati a promuovere una produzione alimentare locale sostenibile.

I numeri di questa manifestazione parlano da soli: 6.882 partecipanti, di cui 6.072 delegati e 810 tecnici e rappresentanti di associazioni e istituzioni locali provenienti da 183 Paesi. Le comunità del cibo presenti saranno 1.678. Grande spazio è riservato come al solito ai contadini, allevatori e pescatori: oltre 3.700. Saranno invece oltre 900 i giovani provenienti da tutto il mondo da coinvolgere nel nuovo progetto Youth Food Movement, lanciato in occasione del quinto congresso internazionale di Slow Food. Perché, questa è la filosofia che sta alla radice del network, è solo attraverso il contributo delle nuove generazioni che si può pensare allo sviluppo di un modello di vita alternativo per un’agricoltura a dimensione locale e a portata di tutti. Insieme ai giovani studenti vi saranno 275 docenti universitari e molti altri rappresentanti del mondo della ricerca: un coacervo di cultura tecnico scientifico, umanistica, economica e filosofica. Il tutto per creare una nuova rete del sapere che unisca le generazioni attraverso la cultura alimentare.

Le conferenze, a numero chiuso, verranno tenute da oltre cento tra accademici, ricercatori e politici, tra i quali spiccano: Vandana Shiva, Serge Latouche, Stefano Zamagni, Mauro Bonaiuti, Luca Mercalli. Vi sarà anche uno spazio per la musica: oltre cinquanta concerti di band provenienti da tutti i continenti (216 musicisti), ma anche un teatro di strada, cantastorie, danza, tutto quanto serve, nel mondo rurale e pastorale, a incrementare gli incontri e la consapevolezza di rappresentare un’alternativa culturale e non solo alla cultura dominante. E si è anche provato a rendere il più sostenibile possibile una fiera dalla dimensioni davvero notevoli, modificando del 50% l’allestimento utilizzando il Celenit, materiale che non viene trattato chimicamente per rispondere ai parametri dell’ignifugazione e che è classificato ecobiocompatibile secondo la certificazione UNI EN 13168 (biodegradabile). Eliminata la moquette (ciclo di vita troppo breve), gli organizzatori hanno sottoscritto accordi con la società Autostrade per riciclare nella costruzione e manutenzione delle strade tutto il materiale utile che avanzerà.

La raccolta differenziata arriverà al 50%, oltre la media della città di Torino. Sarà abbattuto anche l’utilizzo di materiale usa e getta e gli oggetti per la fruizione del cibo saranno completamente biodegradabili, unica attuale alternativa applicabile a eventi fieristici di tale portata che possa sostituire l’uso di componenti plastici. È stata messa a punto infine una strategia di approvvigionamento energetico derivato da fonti rinnovabili locali. Inoltre, nelle “Case Coldiretti” saranno ospitati oltre mille agricoltori dei diversi continenti partecipanti a Terra Madre con lo scopo di favorire un confronto che avrà come filo conduttore un modo diverso di intendere l’agricoltura, più attento alle risorse ambientali, all’origine territoriale dei prodotti, alla dignità dei lavoratori e alla salute dei consumatori. La più grande organizzazione degli imprenditori agricoli in Europa sarà protagonista di incontri e manifestazioni per costruire a un percorso virtuoso dal Sud al Nord, dalla produzione al consumo, dagli agricoltori ai gastronomi fino ai consumatori.

L’agricoltura italiana è una realtà da primato per qualità e sicurezza alimentare con la leadership di ben 174 denominazioni di origine italiane riconosciute nell’albo comunitario (il 21% del totale), con un’impresa biologica europea su tre italiana, con una superficie nazionale coltivata a biologico che, con oltre un milione di ettari, rappresenta più di un quarto del totale coltivato a livello Ue, senza dimenticare il divieto sancito a livello nazionale di coltivare produzioni biotech. Ma anche con il record assoluto del 99% di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge che conferma che la frutta e la verdura Made in Italy sono le più sicure in Europa con una presenza di residui nettamente inferiore a quella di altri Paesi produttori dove le irregolarità rilevate per i prodotti alimentari sono superiori di tre volte in Germania, di quattro volte in Francia e Spagna e di oltre sei volte in Olanda.

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