La comunità “pacificata” di Varginha e il suo parroco Padre Marcio

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“Dio ti ama”, é scritto a pennarello su un palo della luce. Ma appena sotto un ragazzo dorme per terra; piove. Ci sono case appena abbozzate, fatte con mattoncini rossi; ogni angolo é sufficiente per costruire un giaciglio di fortuna. “Nella favela di Varginha papa Francesco incontra una comunità pacificata”, spiega il parroco, padre Marcio. 400 famiglie, qualche migliaio di persone, che hanno scelto di abbandonare il traffico di droga e di armi. “Avete presente il mercato?” – spiega padre Marcio – “fino a qualche anno fa avevamo per strada le bancarelle con il crac, oggi siamo nel pieno di un percorso di ricostruzione civile, anche la nostra pastorale é orientata in questo senso”. A Rio de Janeiro le favelas spuntano appena dietro i palazzi della zona bene… Si stima che in tutto il Brasile la popolazione che vive in assoluta povertà sia oltre il 6%. In alcune di queste comunità non c’é giurisdizione delle forze di polizia, sono entità a sé stanti, autonome in tutto, chiuse nella loro povertà, dove quello che conta é sopravvivere ogni giorno. 

padre marcioA Varginha l’inversione di tendenza é cominciata da qualche anno. “Chiediamo al papa una parola di speranza, un incoraggiamento – dice ancora padre Marcio -. Facciamo tanto, ma le povertà sono enormi, e sono di ogni tipo. La gioia che respiriamo in questi giorni ci aiuterà a ripartire con più slancio, non si esaurirà di sicuro”.

Varginha è sorta 73 anni fa, quando nell’area si sono sistemati soprattutto immigranti o sfollati interni provenienti principalmente da Minas Gerais. Il comprensorio ha alle spalle una lunga storia di conflitti, anche armati, tra gruppi di spacciatori e consumatori di droga. Ma l’offensiva della polizia, alla fine dell’anno scorso, ha estromesso i trafficanti di droga e di armi, riducendone di fatto la violenza. Prima della pacificazione era conosciuta anche come la “Striscia di Gaza” di Rio, per la guerra continua tra le diverse bande di trafficanti e le forze dell’ordine. Il Papa si reca nella piccola chiesa intitolata a San Girolamo Emiliani, dove sono presenti alcuni membri della Comunità parrocchiale.

É una delle due cappelle della comunità, qui benedice il nuovo altare e offre un calice come dono alla parrocchia. Quindi Francesco visita una famiglia e si reca a piedi al campo di calcio (dove il campione del mondo Jairzinho allena i ragazzini della favela) per incontrare la comunità. Il terrazzo scelto (“laje”, nel gergo locale) viene di solito usato dai ragazzini della comunità per lanciare al vento gli aquiloni. E un pallone ed un aquilone in questi posti sono spesso l’unica fonte di gioia.

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