Il papa all’udienza generale: Cristo è una persona, non un principio astratto

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L’incontro di Paolo con Cristo sulla via di Damasco è l‘incontro con una “persona”, non con un “principio astratto”. La catechesi del papa all’udienza generale prosegue la serie di riflessioni dedicata all’Apostolo delle genti che afferma la ”centralità di Cristo risorto nel mistero della salvezza”. Cristo, dice il papa, è al centro di ogni riflessione, è il criterio di valutazione degli eventi e delle cose, il fine di ogni sforzo di san Paolo”.

Ma ”anche se è criterio – ha sottolineato Benedetto XVI – non diventa mai principio astratto, è sempre la persona Gesu’ che mi ha amato, con la quale posso parlare, che mi ascolta, mi risponde: e’ questo il principio di capire il mondo e di trovare la strada nella storia”. L’intento di san Paolo soprattutto nelle varie Lettere, e’ ”soprattutto teso alla edificazione delle nascenti comunita’ concentrare tutto su Cristo vivo e presente in mezzo ai suoi. Altro tema quello della superbia che porta l’uomo non alla ”felicita’ di Dio” ne’ al ”cielo”, ma alla ”autodistruzione”. Il papa ha speigato che ”il vero figlio di Dio e’ caratterizzato dall’umilta’ e dalla realizzazione dell’amore che e’ divino. E questo gesto di abbassamento e di umilta’ radicale che contrasta la superbia umana e’ realmente espressione dell’amore divino, al quale segue l’elevazione al cielo alla quale ci attira con il suo amore”.

Quello di Cristo, ha proseguito il pontefice, e’ ”un movimento contrario a quello di Adamo che vuole farsi Dio, o dei babilonesi che voglio costruire un ponte verso il cielo e farsi la loro divinita”’. Il papa si e’ soffermato sulla figura di Cristo come ”mediatore unico sullo sfondo dell’unico Dio dell’Antico Testamento, il vero ponte che ci guida al cielo”.

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