L’Ufficio della Santa Croce, antica devozione nell’Ordine Costantiniano
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 14.09.2022 – Vik van Brantegem] – In questo Giorno della Croce, ricorrenza speciale per i Cavalieri Costantiniani, riceviamo e siamo felici di condividere una breve Nota ad opera dello stimato Confratello Cav. Costantino Brandozzi, sulla recita giornaliera dell’Ufficio della Santa Croce, antica devozione nel Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Il documento è accompagnato da un Messaggio ai Confratelli delle Delegazione delle Marche e Romagna della Sacra Milizia, il Delegato Nob. Carlo dei Conti Cicconi Massi, Cavaliere Jure Sanguinis con Placca d’Oro, che riportiamo come introduzione.
Carissimi confratelli,
oggi 14 settembre la Chiesa festeggia l’esaltazione della Santa Croce.
L’Esaltazione della Santa Croce è una festività della Chiesa Cattolica ove si commemora la crocifissione di Gesù con il particolare obiettivo di sottolineare la centralità del mistero della croce nella teologia cristiana.
Il termine “esaltazione”, in uso sin dal VI secolo per indicare questo rito, è da intendersi sia come «innalzamento» sia come «ostensione». Il termine nasce dal rito che prevedeva l’innalzamento di una croce e la sua ostensione ai fedeli, in ricordo dell’innalzamento di Gesù Cristo sulla Croce e dell’ostensione del suo corpo sacrificale.
Nella celebrazione eucaristica il colore liturgico è il rosso, il colore della passione di Gesù, che richiama appunto la Santa Croce.
La festività ricorre il 14 settembre, in ricordo del ritrovamento della vera croce di Gesù da parte di Sant’Elena, avvenuto, secondo una tradizione, il 14 settembre del 327: in quel giorno la reliquia sarebbe stata innalzata dal vescovo di Gerusalemme di fronte al popolo, che fu invitato all’adorazione del Crocefisso.
In qualità di Cavalieri Costantiniani e nel ricordarvi sempre le finalità statutarie connaturate al nostro Ordine, cui tutti dobbiamo attenerci, tra le quali appunto la “glorificazione e l’esaltazione della Santa Croce”, ritengo importante condividere con voi tutti un prezioso studio ad opera del Cav. Brandozzi atto ad illustrare l’Ufficio della Santa Croce nell’Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Vi pregherei cortesemente di leggerlo attentamente in quanto è illuminante per la comprensione dell’aspetto teologico connaturato alla nostra Milizia.
Un confraterno saluto.
Carlo dei Conti Cicconi Massi
L’Ufficio della Santa Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è un Ordine equestre religioso di remotissima e nobile origine, ancora fiorente, che ha come primaria finalità statutaria la Glorificazione della Croce, insieme alla Propaganda della Fede ed alla difesa della Santa Romana Chiesa [1].
I Cavalieri Costantiniani, inoltre, sono chiamati a vivere da perfetti cristiani; ad associarsi a tutte quelle manifestazioni che concorrono all’incremento dei principi religiosi nelle masse; a cooperare con tutti i mezzi perché si ridesti nella pratica la vita cristiana; a dare il proprio contributo di azione e attività alle grandi opere eminentemente sociali dell’assistenza ospedaliera e della beneficenza [2].
Questi ulteriori impegni sono condivisi anche da altri Ordini Cavallereschi, quali l’Ordine di Malta e l’Ordine del Santo Sepolcro, sebbene quest’ultimo sia in prevalenza orientato verso la Terra Santa ed il Patriarcato Latino di Gerusalemme.
La Glorificazione della Croce è, invero, richiamata solo nell’Ordine Costantiniano, perché proprio dalla visione celeste del Sacro Segno da parte dell’Imperatore Costantino deriva la sua origine e ne costituisce il simbolo distintivo. Oltre alla festività di San Giorgio Martire (23 aprile) e di San Basilio (14 giugno) era d’obbligo celebrare anche la festività dell’esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre [3], le quali, insieme, rappresentano le tre massime memorie liturgiche proprie dell’Ordine.
Gli antichi statuti e documenti della Milizia Costantiniana prevedevano un altro impegno per i Cavalieri, ovvero la recita giornaliera dell’Ufficio della Santa Croce:
Degli oblighi spirituali e temporali. Cap XII
Esortiamo ogni Cavaliere a dire ogni giorno l’Ufficio della S. Croce e udire la santa Messa. La mattina nel porsi la Croce d’oro al collo dicano l’Antifona: Per signum Sanctae Crucis de inimicis nostris libera nos Deus Noster. Giesù, Croce e Maria, sian la salute e la custodia mia [4].
Annotazioni e dichiarazioni sopra li Statuti d’Isacio
§ 29. L’essorta poi à dirsi ciascun giorno potendo, l’ufficio di Santa Croce [5].
CAP. IX. – Delle altre obbligazioni del Cavaliere
§ II. Recitino ogni giorno l’Officio della S. Croce [omissis] La mattina levandosi di letto, mentre si segnano colla Croce: dicano: Per signum S. Crucis ab inimicis nostris libera nos Deus noster: Jesus, Crux, et Maria, sint mihi salus, custodia, et via [6].
Con maggiore enfasi l’originaria Regola di San Basilio [7], riportata in numerosi testi storici dell’Ordine ed al giorno d’oggi caduta in oblio, nel primo dei suoi dieci capitoli statuiva: “In primis devote recordari per singulos dies Passionem Domini nostri Iesu Christi, qui liberavit nos per effusionem sanguinis sui a lapsu primi parentis et propterea sexta feria ieiunare”. (Trad. Innanzitutto ricordare piamente, ogni giorno, la Passione di nostro Signore Gesù Cristo che ci liberò dalla colpa del primo genitore per mezzo dell’effusione del Suo Sangue e per questa ragione digiunare il venerdì.)
Memoria di queste pie ed antiche devozioni si rintraccia, tuttavia, anche negli attuali Statuti Costantiniani [8] ed in particolare nell’articolo 5 del Capitolo 10, dedicato ai Cavalieri Professi: “Dal dì della Professione i Cavalieri porteranno sempre indosso la Croce dell’Ordine e nel levarsi al mattino la baceranno col dire: per signum Crucis de inimicis nostris libera nos Deus noster: Iesus Crux et Maria sint mihi salus et custodia in via. Reciteranno pure ogni giorno l’uffizio della S. Croce o almeno cinque Pater ed Ave in memoria delle piaghe di Gesù e delle Stimmate di San Francesco”.
L’Ufficio era inserito nel Libro delle Ore, raccolta utilizzata dai laici per recitare privatamente preghiere e devozioni nel corso della loro giornata, ad imitazione degli usi monastici.
Il Libro delle Ore era in genere di piccole e maneggevoli dimensioni, arricchito da preziose miniature con lo scopo di evidenziare le varie parti testuali e di facilitare la meditazione individuale con una iconografia relativa al testo; esso ebbe una straordinaria diffusione nei secoli XIV e XV.
A differenza della Liturgia delle Ore – che si ricorda essere “parte integrante del Culto divino della Chiesa, non una semplice appendice dei sacramenti. È sacra Liturgia in senso vero e proprio” [9] – l’Ufficio (le Ore) della Santa Croce è una versione abbreviata, ma ripropone lo stesso schema della preghiera nelle sette ore canoniche previste dall’Ufficio Divino antico: Mattutino (oggi Lodi), Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespri, Compieta, ovvero all’alba, alle ore 6:00, 9:00, 12:00, 15:00, al tramonto e prima di coricarsi.
Da un interessante ricerca [10], reperibile in rete, si apprende che l’uso di pregare a certe ore del giorno, radicato nella tradizione ebraica e ripreso nella pietà cristiana, non ha bisogno di essere documentato [nota: ne parla già Ippolito Romano nel suo trattato Traditio Apostolica, III secolo d.C.]. Piuttosto è interessante notare come lo stesso testo evangelico tenda a dare al racconto della passione di Cristo un ritmo liturgico cadenzando lo sviluppo della vicenda sullo schema che sarà poi quello della Ore canoniche.
“Et confestim mane consilium facientes summi sacerdotes…” (Mc 15, 1; Mt 27, 1; cfr. Lc 23, 1; Gv 18, 28). In questo momento i capi ebrei decidono l’arresto e la morte di Gesù e lo consegnano a Pilato mentre i discepoli fuggono abbandonando il maestro.
“Erat autem hora tertia et crucifixerunt eum” (Mc 15, 25). Nel frattempo Gesù è stato processato dal procuratore romano, insultato, flagellato e incoronato di spine.
“Et facta hora sexta, tenebrae factae sunt per totam terram usque in horam nonam” (Mc 15,33; Mt 27,45; Le 23,44). È un tempo di oscurità e di silenzio cosmico poi tutto precipita e le viscere dell’universo sono scosse da un cataclisma.
“Et hora nona exclamavit Jesus voce magna … Jesus autem emissa voce magna exspiravit” (Mc 15, 34-37; Mt 27,46). È il momento della morte, in cui il “sole di giustizia” sembra come affogare in un mare di tenebre.
“Cum autem sero factus esset…” (Mc 15, 42-46; Mt 27, 57-60; cfr. Lc 23, 54). Al tramonto Gesù viene deposto dalla croce e collocato nel sepolcro nuovo di Giuseppe d’Arimatea”.
Il testo dell’Ufficio della Santa Croce è strutturato in modo da contenere un Inno, suddiviso in singole strofe per ogni ora, varie Antifone ed un’Orazione, che si ripete a conclusione di ogni ora.
L’Inno è il famoso Patris Sapientia, composto nel primo quarto del Trecento, diffuso nell’originale latino e in molte versioni in vernacolo in tutta Europa occidentale, variamente attribuito a diversi autori: Egidio Colonna (circa 1245-1316) O.S.A., Arcivescovo di Bourges ed allievo di San Tommaso d’Aquino; Papa Giovanni XXII (1244 – 1334); Papa Benedetto XII (1285-1342).
Le Antifone sono tratte dalla liturgia del giorno delle Festività dell’Invenzione della Santa Croce (3 maggio), dell’Esaltazione della Santa Croce (14 settembre) e del Tempo della Passione; alcune di esse sono di antica origine e già presenti negli Antifonari di Ivrea e di Compiegne del IX secolo [11].
L’Orazione è attribuita [12] a Papa Gregorio Magno (540-604).
Di seguito è riportato l’Ufficio della Santa Croce estratto da un testo del 1609 [13], nella forma originale latina, affiancata da una proposta di traduzione in italiano.
Ascoli Piceno, Festa della Beata Vergine del Rosario di Pompei
8 maggio 2022
Costantino Brandozzi
Note
[1] STATUTI DEL SACRO MILITARE ORDINE COSTANTINIANO DI SAN GIORGIO sotto la regola di San Basilio. Dati in Cannes 20 luglio 1934; modificati 16 luglio 1943: ulteriormente modificati Madrid 31 ottobre 1987 e 31 ottobre 2006 [QUI]https://ordenconstantiniana.org/wp-content/uploads/2017/11/Estatutos-de-la-Sacra-y-Militar-Orden-Constantiniana-de-San-Jorge-Italiano.pdf
[2] Ibidem.
[3] Ordo Divini Officii Recitandi Missaeque Celebrandae in usum ecclesiarum et cleri Sacri Milit. Ordinis Costantiniani S. Georgii. Napoli, 1922.
[4] Statuti et Costituzioni della Sacra Milizia Aureata Angelica Costantiniana di San Giorgio. Bologna, 1621. Gio. Paolo Moscatelli.
[5] Statuti e privilegi della Sacra Religione Costantiniana Aureata Angelica di San Giorgio. Costituzioni e Regole dei Cavalieri di San Giorgio, statuite nella Dieta celebrata l’anno 1190 in Costantinopoli da’ Cavalieri di detto Ordine, regnante Isacio Angelo Felice, per la gratia di Dio Imperadore Cesare sempre Augusto. Roma, 1624. Conte Maiolino Bisaccioni , Gran Cancelliere.
[6] STATUTI DEL SACRO IMPERIAL ORDINE CAVALLERESCO E DELL’INCLITA RELIGIONE ANGELICA, AURATA COSTANTINIANA. Ricompilati per ordine di Sua Altezza Serenissima Francesco Farnese, Duca di Parma e Piacenza, ecc. Gonfaloniere perpetuo della Santa Romana Chiesa Principe eligiosissimo, e Gran Maestro. Nell’anno della comune salvezza. Napoli 1705.
[7] Giuseppe Castrone. Delle speciali caratteristiche dell’Ordine Costantiniano. Napoli, 1877. Statuti farnesiani, 1705. Vedasi nota [6].
Filippo Bonanni. Catalogo degli Ordini Equestri e Militari. 1711
Origen y Fundacion de la Imperial Religion Militar y Cavalleria Constantiniana (Carlos Albertode Zepeda y Guzman. (Siviglia, 1676)
Compendio historico dell’origine, fondazione e stato dell’Ordine Equestre Imperiale Angelico Aureato Costantiniano di San Giorgio. (Venezia, 1696)
Dissertazioni critiche su passi più controversi, che si incontrano nella vita di Costantino il Grande. Tomo II. (Filippo Musenga. Napoli 1770)
Ernest Gilliat-Smith, in “Some notes historical and otherwise concerning the Sacred Constantinian Order”, Londra e Toronto, 1922. Attilio Mordini di Selva, in “La regola basiliana dell’Ordine Costantiniano” (L’Alfiere, Napoli, luglio 1963), ristampato a gennaio 2017.
[8] Vedasi nota [1].
[9] QUI.
[10] Pezzini Domenico. Le Ore della Croce nelle liriche inglesi tardo-medievali. Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Aevum: Rassegna di scienze storiche, linguistiche e filologiche: LXXXIII, 3, 2009.
[11] Manuel Garrido-Boñano, O.S.B. La teología de la cruz en las liturgicas occidentales. Scripta Theologica, Vol. 9, Fasc. 3, 1977, págs. 885-950. Servicio de Publicaciones. Universidad de Navarra.
[12] QUI.
[13] OFFICIUM BEATAE MARIAE VIRGINIS, Pii V Pont. Max. jussu editum. Antverpiae, ex Officina Plantiniana, apud Ioannem Moretum, MDCIX.
Articolo collegato
14 settembre, il Giorno della Santa Croce – 14 settembre 2022
Foto di copertina: Michelangelo Buonarroti (attribuito), Crocifissione per Vittoria Colonna, 1545 circa, carboncino su carta, 37×27 cm, British Museum, Londra. Il tema della Crocifissione è qui risolto in una composizione fortemente emotiva, con il Cristo che sembra sollevarsi dalla croce con un movimento rotatorio e diretto verso l’alto, ottenuto con una parziale rotazione del busto e delle anche. La sua figura giovane e sensuale forse alludeva alle teorie riformiste cattoliche, che vedevano nel Sacrificio del sangue di Cristo l’unica via di salvezza individuale. Ai lati si trovano due angeli dolenti.