Elezioni Politiche 2022. Chi non votare per evitare la deriva

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Se nell’attuale panorama politico è difficile orientarsi per decidere con convinzione a chi dare il proprio voto, non sarà così difficile, soprattutto per chi si dice cristiano, capire chi NON VOTARE all’imminente appuntamento elettorale del 25 settembre.

Mentre gli Italiani, tra la pandemia che sembra non voler finire e una guerra che rischia di diventare un conflitto mondiale, sono alle prese con il caro vita e una crisi economica non ancora del tutto manifesta (un disastro economico è annunciato per il prossimo autunno/inverno), il Partito Democratico presenta nel suo programma alcuni punti del tutto estranei alle necessità impellenti del Paese e contrari alla visione antropologica cristiana.

Ci riferiamo ai temi etici che, al di là di tutto dovrebbero essere un campanello d’allarme per gli elettori che si dicono credenti. Aborto, matrimonio gay, utero in affitto, DDL Zan sono le promesse che il partito di Letta fa agli italiani in cambio del loro voto.

Se è vero, come è vero, che dietro ogni progetto politico c’è un particolare pensiero (e disegno) antropologico, quello che presenta il Partito Democratico unito alle forze più radicali presenti nel panorama politico italiano (tra cui la leader radicale Emma Bonino paladina dell’aborto) è di certo, in maniera affatto velata ma esplicita, agli antipodi della visione antropologica cristiana.

Il cosiddetto “manifesto per l’Italia del 2027” presenta i principali cavalli di battaglia della sinistra: “L’approvazione del ddl Zan e del matrimonio egualitario, la garanzia dell’applicazione della legge 194 sull’aborto, l’introduzione dello Ius scholae e della legge sul fine vita, la legalizzazione dell’autoproduzione di cannabis per consumo personale”. Aborto, matrimonio gay, eutanasia e droga sono dunque le priorità della sinistra che, sventolando la bandiera dei cosiddetti “diritti” propone un’idea di Italia più simile agli USA di Biden e Pelosi, al liberalismo DEM in salsa fluida-arcobaleno, al politicamente corretto della cultura “woke” picconatrice dei valori che hanno fondato l’Occidente che a quella che è la nostra storia e dunque la nostra eredità.

Sono molto tuttavia i cattolici che, per motivi ideologici o per ignoranza (ignoranza, a dire il vero, ormai ingiustificata visto che la sinistra non intende simulare le sue intenzioni), sono molti i cattolici che si recheranno ai seggi, mettendo da parte la loro fede per dare la loro preferenza al blocco progressista. Una coalizione che, mentre rappresenta le forze più progressiste del paese, si presenta allo stesso tempo come partito mainstream, ossequioso e deferente verso i poteri finanziari (Fondo Monetario Internazionale), la agenzie farmaceutiche (Big Pharma), le istituzioni europee e i diktat di Brussel. Lupi travestiti (male) da agnelli che si propongono come unica alternativa ragionevole grazie anche al sostegno dei media nazionali e internazionali, dell’Unione Europea, di Biden, degli intellettuali alla moda e degli influencer sociali più seguiti in Italia.

Tutto questo con la complicità di ampi settori della Chiesa in Italia che, in maniera più o meno esplicita (spesso molto esplicita) rimpiangono il governo Draghi e auspicano una vittoria di Letta come scelta preferenziale per il paese. In questo convergono, non solo le dichiarazioni di alcuni monsignori ed esponenti del giornalismo e dell’editoria cattolica, ma anche il “braccio politico” della CEI – la Comunità di Sant’Egidio, che attualmente occupa ruoli chiave in Vaticano – che col gruppo Demos già siede al Campidoglio nella giunta Gualtieri (PD) e ora sostiene la candidatura e il programma di Enrico Letta.

Ma a denunciare con fermezza il pericolo che Letta e il PD a trazione radicale e progressista rappresentano per l’Italia, per il suo presente e il futuro, l’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus attraverso un breve ma incisivo comunicato firmato dal suo portavoce Jacopo Coghe il 14 agosto 2022:

«Per il Partito Democratico tra le priorità del nuovo Parlamento ci saranno il matrimonio gay e il Ddl Zan, per la prima volta inseriti in un programma elettorale, e una maggiore apertura all’aborto. Mentre gli Italiani fanno i conti con crisi energetica, caro benzina e un’inflazione alle stelle, per il Pd è più importante proporre una legge incostituzionale che violerebbe l’art. 29 sul Matrimonio e aprirebbe così le porte alle adozioni per coppie dello stesso sesso nonché alla pratica inumana dell’utero in affitto.

Parole indigeste per il Partito Democratico che pesano sulla scelta che ogni cittadino italiano dovrà fare nelle urne, trovandosi di fronte alla possibilità di dare una sterzata alle politiche “di genere” o di assecondarle votando per un programma “da estrema sinistra radicale”.

In un programma elettorale da estrema sinistra radicale, il Pd propone poi nuovamente il Ddl Zan, con tutte le sue sfaccettature liberticida e il pericolo dell’ indottrinamento gender nelle scuole che ben conosciamo e come se non bastasse i cosiddetti “democratici” vorrebbero calpestare un diritto costituzionale come l’obiezione di coscienza per i medici, poiché questo sarebbe l’unico modo per il Pd di applicare in toto la legge 194 sull’intero territorio nazionale. In definitiva, dunque, un programma elettorale che è un vero è proprio attentato alla vita nascente, alla famiglia e alla libertà educativa dei genitori».

Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’autore sul suo blog Testa del Serpente [QUI].

Foto di copertina da Nicolaporro.it.

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