Il papa a Pompei. Un pellegrinaggio per riscoprire il valore della preghiera

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La caratteristica della civiltà cristiana è la carità e la Nuova Pompei è proprio una cittadella della carità non però isolata dal mondo. La vicenda umana e spirituale di Bartolo Longo poi appare oggi di grande attualità. Lo ha ricordato Benedetto XVI davanti al Santuario Pontificio dove ha celebrato la messa per affidare a Maria i lavori del Sinodo dei vescovi e la Giornata Missionaria Mondiale.

Una visita iniziata alle 9 di domenica mattina con la partenza in elicottero dal Vaticano. Al suo arrivo alle 10, il papa è stato accolto dall’arcivescovo prelato di Pompei e delegato pontificio per il Santuario, il vescovo Carlo Liberati, dal Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi, dall’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi; dal Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Giuseppe Bertello; dal Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino; dal Prefetto di Napoli Alessandro Pansa; dal sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, e dal presidente della Provincia di Napoli, Riccardo Di Palma.

Poi, in auto il papa ha raggiunto il santuario e ricevuto il saluto pubblico del Sindaco della città, Claudio D’Alessio. All’ingresso del santuario è stato accolto dal vicario generale, mons. Pasquale Mocerino, e dal rettore, Mons. Francesco Paolo Soprano. A seguire, la celebrazione della messa sul piazzale della Basilica inondato di sole e affollato di fedeli, punteggiato dal giallo dei cappellini stampati per l’occasione.

LA MESSA. Nella omelia, il papa ha ricordato le visite di Giovanni Paolo II a Pompei, ha salutato tutti coloro che lavorano nel Santuario e tutti i sofferenti. Poi, la spiegazione delle letture, da Sofonia e dal salmo che esprimano la gioia del popolo d’Israele per la salvezza donata da Dio, salvezza che è liberazione dal male e speranza di vita nuova. “Vorrei sottolineare, in particolare, ha detto il papa, la stupenda espressione di Sofonia, che rivolgendosi a Gerusalemme dice: il Signore “ti rinnoverà con il suo amore”. Sì, l’amore di Dio ha questo potere: di rinnovare ogni cosa, a partire dal cuore umano, che è il suo capolavoro e dove lo Spirito Santo opera al meglio la sua azione trasformatrice. Con la su grazia, Dio rinnova il cuore dell’uomo perdonando il suo peccato, lo riconcilia ed infonde in lui lo slancio per il bene. Tutto questo si manifesta nella vita dei santi, e lo vediamo qui particolarmente nell’opera apostolica del beato Bartolo Longo, fondatore della nuova Pompei.” Il Vangelo delle nozze di Cana, ha spiegato il papa, ci ricorda che “il simbolo del vino, unito a quello del banchetto, ripropone il tema della gioia e della festa. Inoltre il vino, come le altre immagini bibliche della vigna e della vite, allude metaforicamente all’amore: Dio è il vignaiolo, Israele è la vigna, una vigna che troverà la sua realizzazione perfetta in Cristo, noi siamo i tralci; e il vino è il frutto, cioè l’amore, perché proprio l’amore è ciò che Dio si attende dai suoi figli”.

L’amore è anche il centro del messaggio paolino, ha detto il papa; “la nuova Pompei, pur con i limiti propri di ogni realtà umana, è un esempio di questa nuova civiltà, sorta e sviluppatasi sotto lo sguardo materno di Maria. E la caratteristica della civiltà cristiana, come tante volte hanno ribadito i miei venerati Predecessori, è la carità: l’amore di Dio che si traduce in amore del prossimo”. Questo l’impegno di Bartolo Longo che “spinto dall’amore, fu in grado di progettare una città nuova, che poi sorse attorno al Santuario mariano, quasi come irradiazione della sua luce di fede e di speranza. Una cittadella di Maria e della carità, non isolata dal mondo, non, come si suol dire, una “cattedrale nel deserto”, ma inserita nel territorio di questa Valle per riscattarlo e promuoverlo”.

E prosegue il papa :”Chi avrebbe potuto pensare che qui, accanto ai resti dell’antica Pompei, sarebbe sorto un Santuario mariano di portata mondiale? E tante opere sociali volte a tradurre il Vangelo in servizio concreto alle persone più in difficoltà? Dove arriva Dio, il deserto fiorisce! Anche il beato Bartolo Longo, con la sua personale conversione, diede testimonianza di questa forza spirituale che trasforma l’uomo interiormente e lo rende capace di operare grandi cose secondo il disegno di Dio”.

La vicenda umana e spirituale di Bartolo Longo, e la sua crisi spirituale “appare oggi di grande attualità. Egli infatti, nel periodo degli studi universitari a Napoli, influenzato da filosofi immanentisti e positivisti, si era allontanato dalla fede cristiana diventando un militante anticlericale e dandosi anche a pratiche spiritistiche e superstiziose. La sua conversione, con la scoperta del vero volto di Dio, contiene un messaggio molto eloquente per noi, perché purtroppo simili tendenze non mancano nei nostri giorni”. La Nuova Pompei è diventata un esempio “ricolmando di carità il cuore dell’uomo e facendone un “motore” di rinnovamento religioso e sociale.” Ha detto il papa: “Qui a Pompei si capisce che l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili. Qui il genuino popolo cristiano, la gente che affronta la vita con sacrificio, trova la forza di perseverare nel bene senza scendere a compromessi.

Singolare dono di Maria è la preghiera del Rosario “preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici, colti e poco istruiti. E’ vincolo spirituale con Maria per rimanere uniti a Gesù, per conformarsi a Lui, assimilarne i sentimenti e comportarsi come Lui si è comportato. Il Rosario è “arma” spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo.” L’omaggio di Benedetto si è concluso al termine della Santa Messa e prima della recita Angelus, con la recita della Supplica alla Madonna di Pompei, la cui immagine era posta sul palco dove si è celebrata l’Eucaristia, e con l’offerta della “Rosa d’oro” alla Madonna. Le parole del papa

L’ANGELUS. All’Angelus, l’invito alla preghiera, perché ”è innanzitutto pregando che si prepara la via al Vangelo”, ”si aprono i cuori al mistero di Dio e si dispongono gli animi ad accogliere la sua Parola di salvezza”. In particolare, il papa ha affidato alla protezione della Madonna il Sinodo dei vescovi in corso in Vaticano, ma anche i missionari e le famiglie. Ricordando la beatificazione dei genitori di santa Teresa di Lisieux, Benedetto XVI ha evidenzato il ruolo della famiglia ”nell’educazione dei figli ad uno spirito universale, aperto e responsabile verso il mondo e i suoi problemi, come pure nella formazione delle vocazioni alla vita missionaria”. Le parole del papa

IL ROSARIO. Dopo il pranzo con i vescovi della Campania e la preghiera sulla tomba del beato Bartolo Longo, nel pomeriggio la visita del papa è proseguita con la recita del Rosario nella basilica, un’occasione per invitare i fedeli a non dimenticare il “silenzio interiore” che deve accompagnare la preghiera. “Il rosario è scuola di contemplazione e di silenzio”, ha detto il papa. “A prima vista, potrebbe sembrare una preghiera che accumula parole, difficilmente quindi conciliabile con il silenzio che viene giustamente raccomandato per la meditazione e la contemplazione. In realtà – ha proseguito – questa cadenzata ripetizione dell’Ave Maria non turba il silenzio interiore, anzi, lo richiede e lo alimenta”. Così, ha raccomandato il Papa, “recitando le Ave Maria occorre fare attenzione a che le nostre voci non coprano quella di Dio, il quale parla sempre attraverso il silenzio, come ‘il sussurro di una brezza leggera’. Quanto è importante allora curare questo silenzio pieno di Dio sia nella recita personale che in quella comunitaria! Anche quando viene pregato da grandi assemblee, come abbiamo fatto ora e come ogni giorno fate in questo santuario, è necessario che si percepisca il rosario come preghiera contemplativa, e questo non può avvenire se manca un clima di silenzio interiore”. Si è chiusa così la giornata mariana di Benedetto XVI, che è ripartito da Pompei alla volta di Roma intorno alle 18. Le parole del papa

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