Il dialogo con l’Islam arriva al Sinodo dei vescovi

A pochi giorni dall’incontro vaticano tra leader musulmani e cristiani, al Sinodo dei vescovi “esplode” il tema Islam. Diversi gli interventi a questo riguardo soprattutto in relazione al dialogo sui Testi sacri, ma non solo. Nell’Islam, ha detto la guida di Comunione e Liberazione, Julian Carron, i diritti delle donne, nel matrimonio e nella famiglia, ”non hanno la considerazione prevista dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite”.
No anche alla proposta di un Forum sulla ”Parola di Dio”, insieme ad ebrei e musulmani. ”Con gli ebrei ciò sarebbe possibile – hanno osservato alcuni vescovi di lingua tedesca – ma possiamo noi riconoscere il Corano come Parola di Dio?”. Del resto, un vescovo asiatico ha sottolineato come i musulmani siano scandalizzati da certi comportamenti dei cristiani fuori dal matrimonio. Insomma, la strada del dialogo è ancora lunga è intanto il cardinale Jean Louis Touran ha reso ufficiale il tema della riunione che avrà luogo in Vaticano il 4 e 5 novembre prossimi: “L’amore di Dio nell’amore del prossimo”.
All’evento parteciperanno i delegati dei 138 firmatari — intellettuali e religiosi musulmani guidati dal principe di Giordania Ghazi bin Muhammad bin Talal — della Lettera aperta “Una parola comune tra noi e voi”. Per quanto riguarda il confronto con i musulmani, il cardinale ha anche voluto sottolineare che non si tratta di un cammino iniziato di recente, dopo la citata Lettera dei 138. Esso infatti risale a molti secoli fa. E a proposito di dialogo tra le religioni, il porporato ha voluto precisare che il testo fondamentale rimane la dichiarazione conciliare “Nostra aetate”.
Tra gli altri temi del dibatto sinodale, la necessiità di più traduzioni della Bibbia. La Chiesa Cattolica dovrebbe favorire ”l’istituzione, da parte delle Federazioni bibliche, di un fondo che finanzi tali progetti”. Invece, i padri sinodali hanno accolto solo in parte il suggerimento di organizzare un Congresso mondiale sulla Parola: meglio, si è detto, sfruttare l’occasione offerta dai Congressi eucaristici internazionali. Al centro del dibattito il nodo cruciale delle omelie: i circoli minori hanno detto no ad un compendio omelitico per i predicatori come proposto all’inizio del Sinodo e ricordato dal cardinale Arinze. Affrontata anche la questione degli edifici sacri e da più parti è arrivato l’auspicio che il Sinodo aiuti a costruire nuove Chiese, luogo privilegiato per accogliere la Parola di Dio.