Il papa: gli scienziati a volte inseguono un facile guadagno

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La conquista scientifica e tecnologica, con cui la “fides” è sempre più provocata a confrontarsi, ha modificato l’antico concetto di “ratio”. Il papa riceve i partecipanti al Congresso internazionale della Università Lateranense a dieci anni dalla pubblicazione dell’enciclica di Giovanni Paolo II, Fides et Ratio, e rilancia la sfida della ragione e della scienza.


Se il progresso ha emarginato la ragione, è pur vero che la ricerca scientifica ha il suo valore positivo e la fede “non teme il progresso della scienza e gli sviluppi a cui conducono le sue conquiste quando queste sono finalizzate all’uomo, al suo benessere e al progresso di tutta l’umanità”. Il papa mette in guardia però da un pericolo: non sempre gli scienziati indirizzano le loro ricerche verso questi scopi. “Il facile guadagno o, peggio ancora, l’arroganza di sostituirsi al Creatore svolgono, a volte, un ruolo determinante”.

Ecco una vera “hybris della ragione”, che, dice il papa, può assumere caratteristiche pericolose per la stessa umanità. La scienza, d’altronde, non è in grado di elaborare principi etici; essa può solo accoglierli in sé e riconoscerli come necessari per debellare le sue eventuali patologie. La filosofia e la teologia diventano, in questo contesto, degli aiuti indispensabili con cui occorre confrontarsi per evitare che la scienza proceda da sola in un sentiero tortuoso, colmo di imprevisti e non privo di rischi.

Ciò non significa affatto limitare la ricerca scientifica o impedire alla tecnica di produrre strumenti di sviluppo; consiste, piuttosto, nel mantenere vigile il senso di responsabilità che la ragione e la fede possiedono nei confronti della scienza, perché permanga nel solco del suo servizio all’uomo”. Riprende la lezione di Sant’Agostino il papa e spiega che chi sa usare la ragione arriva alla verità, una verità che la ragione “non potrà mai scoprire partendo da se stessa, ma solo ricevere come dono grautito. La Rivelazione non si sovrappone alla ragione, continua Benedetto XVI, ma la purifica e la innalza. La conclusione del papa riporta al Sinodo, con una messaggio: la vera filosofia dovrà condurre per mano ogni persona e farle scoprire quanto fondamentale sia per la sua dignità conoscere la verità della Rivelazione.

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