La Chiesa che accoglie. Separati e divorziati, il messaggio del cardinale Vallini
I divorziati risposati “appartengono a tutti gli effetti alla Chiesa, nonostante l’impossibilità di accedere alla Comunione”. Lo ha ribadito il cardinale Agostino Vallini, vicario del papa per la diocesi di Roma. Una posizione che si rifà alle posizioni del magistero e ai recenti richiami di Benedetto XVI, cercando di tradurre il tutto in azione pastorale.
“Dobbiamo ricordare la distinzione di Giovanni XXIII tra l’errore e l’errante – ha detto il cardinale – l’errore non è condivisibile, ma l’errante va sempre accolto e amato”. E ancora: “Oggi è più che mai urgente uscire dalle nostre parrocchie per annunciare il Vangelo ai lontani”. La Chiesa “non puo’ accontentarsi dei risultati raggiunti, non può mirare a conservare l’esistente, ma deve puntare in alto lontano da ogni mediocrità”. Occorre, continua Vallini, saper “testimoniare la gioia di essere cristiani. E’ da questa testimonianza concreta, non dalle tante parole, che i lontani sono attratti alla fede. Chi ascolta il nostro annuncio deve poter essere trafitto nel cuore dalla potenza della Parola, tanto da poter dire: Dio è il Signore della mia vita”.
Affetto e vicinanza: gli stessi sentimenti espressi nei mesi scorsi da altri vescovi, a cominciare da quello di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi. In una lettera ai separati, l’arcivescovo cercò di presentare il volto di una comunità ecclesiale accogliente, consapevole che tuttora non manca “qualche durezza”. Con un passo in avanti: anche la Chiesa sa che in alcuni casi “non solo è lecito, ma può essere addirittura inevitabile prendere la decisione di una separazione”. La lettera era eloquente a partire dal titolo “Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito” ed era espressione di un approccio pastorale già sperimentato in altre diocesi, anche se non in modo così diretto.
Nel 2007, era stato il cardinale Ennio Antonelli a toccare la questione in una lettera più generica alle famiglie, mentre la diocesi di Pescara aveva affidato il messaggio all’ufficio di pastorale familiare. Il cardinale Tettamanzi, invece, parlava in prima persona, come aveva già fatto all’estero il vescovo di Lugano, Pier Giacomo Grampa. Il messaggio era diretto (“La Chiesa vi è vicina”), così come l’invito a non allontanarsi dalla vita di fede.