Chiesa estone. Il nuovo strappo del Patriarcato di Mosca

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Un nuovo scoglio sulla strada dell’ecumenismo, a riprova di come sia in gioco non solo la teologia, ma anche la politica. Il Patriarcato di Mosca ha annunciato la sua volontà di lasciare la Conferenza delle Chiese europee (Cec), l’organismo che raggruppa 126 comunità cristiane tra ortodosse, protestanti e cattoliche. La decisione è stata presa non per contrasti sui contenuti del dialogo, ma in polemica con l’ammissione della Chiesa ortodossa estone.

Si è presentato lo stesso problema, che aveva portato la delegazione russa ad abbandonare l’ultima sessione di Ravenna della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra cattolici e ortodossi. La Chiesa estone è nata nel 1996 come realtà autonoma in un territorio che Mosca considera sotto la sua legislazione. Nessun riconoscimento, dunque, al contrario di quanto fatto dal patriarcato ecumenico di Costantinopoli, venendo incontro al diritto all’autodeterminazione degli ortodossi dell’Estonia. Nel novembre scorso, il comitato centrale della Cec aveva accolto la domanda di adesione della Chiesa autonoma, suscitando l’irritazione del Patriarcato di Mosca, che oggi ha annunciato il clamoroso abbandono. In una nota, Mosca prende atto ”con profonda tristezza che la Cec sta perdendo il suo ruolo di riconciliazione e di unione, ignorando sempre più le voci delle chiese che si trovano fuori dalla Unione Europea”.

La Cec, da parte sua, per voce del presidente rev. Jean-Arnold de Clermont, ha espresso ”profondo rammarico per la decisione del Patriarcato di Mosca”, decisione che, aggiunge, ”non rispecchia il lavoro svolto dal Comitato Centrale nel corso della sua riunione a Cipro”. La proposta di ammettere un’altra Chiesa estone non era stata messa ai voti – ha spiegato – nell’intento di ”favorire la fraternità ecumenica in Estonia e il riavvicinamento delle due Chiese ortodosse”. L’organismo afferma infine ”la necessità per i due Patriarcati di Costantinopoli e Mosca di giungere ad un accordo prima di arrivare ad una soluzione accettabile per tutte le parti”. Intesa che la Cec ”desidera” arrivare entro la prossima assemblea della Cec, in programma per luglio 2009 a Lione.

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