Donne vescovo anglicane. La Santa Sede: è uno strappo alla tradizione apostolica

E’ un nuovo ”strappo” e un ulteriore ”ostacolo per la riconciliazione” con la Chiesa cattolica, la decisione della Chiesa d’Inghilterra che ha dato, la scorsa notte, il via libera all’ordinazione delle donne a vescovo. Lo afferma in una nota il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, presieduto dal cardinale Walter Kasper. ”Abbiamo appreso con rincrescimento – si legge nella nota diffusa dalla sala stampa della Santa Sede – la notizia del voto della Chiesa di Inghilterra che apre la strada all’introduzione della legislazione che conduce all’ordinazione delle donne all’episcopato”.
Ricordando che la posizione nel merito della Chiesa cattolica è rimasta immutata dai tempi di Paolo VI, il Pontificio consiglio afferma che ”una tale decisione significa uno strappo alla tradizione apostolica mantenuta da tutte le Chiese del primo millennio, ed è perciò un ulteriore ostacolo per la riconciliazione tra la Chiesa cattolica e la Chiesa d’Inghilterra”. ”Per il futuro – prosegue la nota vaticana – questa decisione avrà conseguenze per il dialogo, che finora aveva portato buoni frutti”. Il cardinale Kasper, che il 5 giugno 2006 aveva parlato ai Vescovi della Chiesa d’Inghilterra su invito dell’arcivescovo di Canterbury rimarcando i passi avanti fatti in questo fino ad allora, è stato ora invitato, dallo stesso arcivescovo, a presentare la posizione cattolica alla prossima Conferenza di Lambeth, in programma per fine luglio.
Accanto al “rincrescimento” espresso dal Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, rimane però la disponibilità ad accogliere la minoranza contraria. Lo afferma l’Osservatore Romano che dedica un’approfondita analisi alla vicenda, rilevando che a York è emersa l’impossibilita’ di trovare “una soluzione per quanti, in consistente minoranza, nella Chiesa d’Inghilterra non intendono riconoscere l’autorità delle donne-vescovo”. “Tutto questo – scrive il giornale vaticano – potrebbe creare profonde crisi di coscienza per quei vescovi, quei pastori e per i fedeli che sono comunque contrari all’ordinazione delle donne. Non si deve escludere, infatti, che un certo numero di queste persone travagliate da crisi religiose possano trovare la soluzione ai loro problemi spirituali con un’adesione alla Chiesa cattolica o ad altre confessioni cristiane”.
L’articolo rileva anche che l’attuazione della decisone di York prevede tempi lunghi: “Per arrivare alla prima ordinazione effettiva di una donna a vescovo della Chiesa di Inghilterra saranno probabilmente necessari non meno di cinque anni”. E dunque anche le reazioni e le difficoltà che potranno emergere si vedranno con il tempo.