Dal papiro al digitale. La Santa Sede al Salone del Libro di Torino
Il Salone del Libro spalanca le sue porte alla Santa Sede, che sarà il Paese ospite d’onore della XXVII edizione di quest’importante kermesse culturale, in programma dall’8 al 12 maggio 2014. La notizia è arrivata dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, che nella mattina di venerdì 12 luglio ha consegnato una lettera al governatore della regione Piemonte, Roberto Cota, al termine di una visita al Museo Egizio del capoluogo piemontese. L’organizzazione dell’evento sarà curata da un’apposita Commissione presieduta dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, e dal direttore della Libreria Editrice Vaticana, don Giuseppe Costa, in qualità di rappresentante della Santa Sede come dirigente operativo.
Dopo la presenza di un padiglione vaticano alla Biennale di Venezia, ora la Santa Sede interviene al Salone torinese per offrire quella che il cardinale Bertone definisce una proposta in grado di “declinare l’immensa storia della Chiesa”. L’evento, inizialmente atteso per il 2015, si svolgerà l’anno prossimo per evitare la coincidenza con il bicentenario della nascita di Don Bosco, oltre alla riapertura del nuovo Museo Egizio e i 130 anni della morte di don Giacomo Alberione, fondatore della congregazione dei Paolini, mentre non si esclude entro questo biennio una visita a Torino di Papa Francesco, che ha radici astigiane.
“Anche nell’era digitale il libro non scompare” ha rilevato il segretario di Stato. “Nella visita al Museo Egizio ho potuto ammirare magnifici papiri che ci ricordano come il libro e la scrittura affondino in radici molto remote, collegando così il Salone del Libro a una tradizione millenaria” ha osservato ancora Bertone. “Ieri abbiamo celebrato la festa di San Benedetto, che attraverso l’Ordine benedettino ha salvato i codici antichi della letteratura greca e romana – ha proseguito il cardinale –. E con pazienza e dedizione certosina ha tramandato non solo i codici della tradizione cristiana ma anche quelli di un’altra religione del libro come l’Islam”.
Secondo il cardinale Ravasi, la partecipazione della Santa Sede al Salone del Libro di Torino “sarà un’occasione per mostrare la ricchezza e la complessità del tema religioso. Penso anche – ha dichiarato all’Osservatore Romano – a un dialogo tra due grandi scrittori, uno credente e uno non credente, attorno a un tema fondamentale, un tema ‘ultimo’, in modo da far scaturire e mettere a confronto due letture diverse. Una sorta di emblema del dialogo, una riflessione profonda aliena da formalità e superficialità. Questa potrebbe essere l’apertura, seguita da una serie di altri appuntamenti”.
Due i capisaldi della presenza vaticana al Salone del Libro, illustrati da don Giuseppe Costa: “Stiamo lavorando per presentare la produzione culturale complessiva della Santa Sede, quindi non solo libri, ma anche antesignani del libro: papiri, cinquecentine, fino a prodotti digitali più vicini alla sensibilità di un pubblico giovane”. Dal papiro al digitale, insomma. “Inoltre – aggiunge il direttore della Lev – studieremo iniziative con i Musei Vaticani, la Biblioteca e tutte le istituzioni culturali del Vaticano”. “La nostra aspirazione – spiega don Costa – è fare il meglio, dato che lo stand è una vetrina del Paese ospite. Vorremmo rappresentare sia la storia del libro che la produzione complessiva della nostra cultura, compresi musica e altre arti, per cui la collaborazione con i Musei e le altre istituzioni è fondamentale”. 400mila la media dei visitatori, soprattutto giovani, che il Salone attrae a ogni edizione, per i quali già si pensa a “esposizioni didattico divulgative da affiancare al catalogo della Lev”.