Alla scoperta dello spazio sacro

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Sacro è un termine storico religioso, fenomenologico religioso e antropologico che indica una categoria di attributi e realtà che si aggiungono o significano ulteriormente il reale ordinariamente percepito e indicato come profano. L’esperienza del ‘sacro’ è al cuore di tutte le religioni, come affermava lo storico delle religioni, Mircea Eliade: “Il sacro è un elemento della struttura della coscienza e non un momento della storia della coscienza. L’esperienza del sacro è indissolubilmente legata allo sforzo compiuto dall’uomo per costruire un mondo che abbia un significato. Le ierofanie e i simboli religiosi costituiscono un linguaggio preriflessivo. Trattandosi di un linguaggio specifico, sui generis, esso necessita di un’ermeneutica propria”. E Julien Ries si esprimeva così: “In conclusione, il sacro e la santità nella vita del cristiano cominciano con i riti di iniziazione cristiana per estendersi poi ai diversi ambiti: dominio delle forze cosmiche, sviluppo delle culture, consacrazione del mondo”.

Per riscoprire questo spazio vitale per l’uomo abbiamo chiesto all’artista Rodolfo Papa, esperto alla XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, docente di Storia delle teorie estetiche alla Pontificia Università Urbaniana ed Accademico Ordinario Pontificio, di spiegarci lo spazio sacro:  “Questa domanda potrebbe essere tradotta in un’altra ‘Dove celebrare?’, ed una risposta adeguata, ovvero complessa ma chiara, non può che partire dal Catechismo della Chiesa Cattolica,e precisamente dalla ‘Celebrazione sacramentale del mistero pasquale’ (capitolo II), entro l’ ‘Economia sacramentale’ (sezione I), nella ‘Celebrazione del mistero cristiano’ (Parte II). Occorre considerare innanzitutto che la liturgia è ‘azione’ di ‘Cristo tutto intero’, dunque chi celebra la liturgia è già ‘nella liturgia celeste’ (n. 1136), partecipa alla ‘liturgia eterna’ (n. 1139). La celebrazione sacramentale è ‘intessuta di segni e di simboli’ il cui significato ‘si radica nell’opera della creazione e nella cultura umana, si precisa negli eventi materiali dell’Antica Alleanza e si rivela pienamente nella persona e nell’opera di Cristo’ (n. 1145)”.

Come esiste un tempo liturgico, così esiste uno spazio per la liturgia? “Occorre prioritariamente considerare che nella prospettiva cristiana ‘tutta la terra è santa’. I fedeli sono le ‘pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale’, come afferma Pietro nella prima lettera. Il vero tempio è il corpo di Cristo Risorto (n. 1179). Proprio per questo, i cristiani costruiscono ‘chiese visibili’, che sono molto più che ‘luoghi di riunione’, sono manifestazione della Chiesa viva, ‘dimora di Dio con gli uomini riconciliati e uniti in Cristo’ (n. 1180). La chiesa è la Casa di Dio, ed in essa tutti i segni devono ‘manifestare Cristo che in quel luogo è presente e agisce’ (n. 1181)”.

Ed in questo spazio sacro quale posto ‘occupa’ l’altare? “Il segno fondamentale è l’altare, che è il vero centro della chiesa, in cui ‘viene reso presente il sacrificio della croce sotto i segni sacramentali. Esso è anche la Mensa del Signore, alla quale è invitato il popolo di Dio’ (n. 1182). Inoltre ‘in luogo distintissimo, col massimo onore’, come ha scritto papa Paolo VI nella lettera enciclica ‘Mysterium fidei’, deve essere collocato il tabernacolo eucaristico, in modo da ‘favorire l’adorazione del Signore realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare’. Anche il sacro crisma, ‘la cui unzione è il segno sacramentale del sigillo del dono dello Spirito Santo’ (n. 1183) dovrebbe essere conservato in un luogo sicuro della chiesa. Importante poi è la sede del Vescovo o del presbitero, segno del compito ‘di presiedere l’assemblea e di guidare la preghiera’ (n. 1184). L’ambone è il luogo per l’annuncio della parola di Dio, come è scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica.

Poiché il ‘radunarsi del popolo di Dio ha inizio con il Battesimo’ deve esserci un luogo per celebrarlo, e poiché il ‘rinnovamento della vita battesimale esige la penitenza’ deve esserci un luogo adatto per il sacramento della riconciliazione. Inoltre la chiesa deve anche invitare ‘al raccoglimento e alla preghiera silenziosa, la quale prolunga e interiorizza la grande preghiera dell’Eucaristia’ (n. 1185). Infine occorre sottolineare il significato escatologico della chiesa: ‘per entrare nella casa di Dio bisogna varcare una soglia, simbolo del passaggio dal mondo ferito dal peccato al mondo della vita nuova al quale tutti gli uomini sono chiamati. La chiesa visibile è simbolo della casa paterna verso la quale il popolo di Dio è in cammino e dove il Padre ‘tergerà ogni lacrima dai loro occhi’, come è scritto nel libro dell’Apocalisse (n. 1186)”.

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