Riflessioni sparse nell’era dei bambini onnipotenti al potere. Per capire (spiegare non è giustificare) cosa sta succedendo realmente in Ucraina – Parte 2

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Prosegue da Parte 1: QUI.

Questa serie di articoli (in cui includeremo anche contributi singoli), come sempre, ha come scopo di far RIFLETTERE, non per indurre a maltrattare la tastiera con comportamenti ossessivo-compulsivi. MEDITARE e PREGARE. Se si sente la necessità impellente di commentare, si prega di rileggere la frase precedente e di fare 10 profondi respiri, ricordandosi che talvolta le guerre virtuali (soprattutto sui social) sono peggiori delle guerre reali.

Ci sarà pure una guerra (e la guerra c’è, purtroppo) e ogni guerra è un’immane tragedia e da scongiurare sempre, ma c’è anche altro, su cui riflettere. Però, non ci aiutano i tuttologi virologi di prima, che sono diventati tuttologi geopolitici e strateghi militare (inutili, anzi, dannosi peggio di prima). Non sanno niente ma non lo sanno. «L’italiano medio non ha smesso di essere fiero odiatore dei no-vax che ha già trovato il suo prossimo nemico, servito su un piatto d’argento dai media: il russo» (Cit.). L’analfabetismo funzionale avanza a ritmi serrati. Motus in fine velocior.

Dallo stato di follia “sanitaria” siamo entrati senza interruzione di soluzione in una crisi isterica “bellica”. Come la prima non aveva niente a che fare con la salute, la seconda non ha niente a che fare con guerra e pace. Si tratta sempre di una questione ideologica, che non è in grado di vedere la realtà e non permette di ragionare. Non permette di vedere che siamo comandati da bambini onnipotenti con il bottone dell’atomica in mano. Non si tratta di chi ha ragione e chi ha torto, ma di follia che si combatte con isteria.

Per quanto riguarda l’ondata di profughi che la guerra – ogni guerra – provoca: “Onore, gloria e una miriade di benedizioni al Popolo Polacco, che avendo nel passato subito l’invasione russa, ora sta accogliendo migliaia e migliaia di profughi provenienti dalla Ucraina” (C.M.). «Mi hanno informato che in Polonia sono arrivati già 400 mila ucraini… L’Europa fa finta di non vedere. Nessuno ne parla della ridistribuzione dei profughi. E c’è chi critica la Polonia per non aver accettato i migranti fatti venire da Lukashenko» (W.R.).

«Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Voi, per primi, avete sostenuto l’Ucraina, aprendo i vostri confini, i vostri cuori e le porte delle vostre case agli ucraini che scappano dalla guerra. State offrendo generosamente a loro tutto il necessario perché possano vivere dignitosamente, nonostante la drammaticità del momento. Vi sono profondamente grato e vi benedico di cuore! E questo frate francescano che fa lo speaker adesso, in polacco: ma lui è ucraino! E i suoi genitori sono in questo momento nei rifugi sotto terra, per difendersi dalle bombe, in un posto vicino a Kiev. E lui continua a fare il suo dovere qui, con noi. Accompagnando lui accompagniamo tutto il popolo che sta soffrendo dei bombardamenti, i suoi genitori anziani e tanti anziani che sono nel sotto terra per difendersi. Portiamo nel cuore il ricordo di questo popolo. E [rivolto a lui] grazie a te per continuare nel lavoro» (Papa Francesco – Udienza Generale, 2 marzo 2022).

La Polonia accoglie i rifugiati ucraini, l’Ue la punisce
Non da ora, ma da ben otto anni, la Polonia sta accogliendo rifugiati ucraini. La Polonia, destabilizzata dalla Bielorussia con una ondata artificiale di emigranti è stata accusata di egoismo. Ancora oggi è sotto accusa all’Ue per il rispetto dello Stato di diritto
di Włodzimierz Rędzioch
La Nuova Bussola Quotidiana, 2 marzo 2022

L’esodo dall’Ucraina in Polonia dura da otto anni. Oggi, quando gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull’Ucraina e la guerra scatenata dalla Russia contro questo Paese, non tutti si ricordano che lo scontro russo-ucraino è cominciato già otto anni fa. Il primo evento di questo scontro fu l’annessione della Crimea da parte della Russia. In seguito alla rivoluzione ucraina del 2014, la Russia inviò proprie truppe a prendere il controllo del governo della Crimea e il nuovo governo filorusso dichiarò la propria indipendenza dall’Ucraina. Lo stesso anno nacquero nell’est dell’Ucraina due repubbliche separatiste di Doneck e di Lugansk. In seguito, iniziarono gli scontri armati tra l’esercito ucraino e le milizie filorusse. Grazie ai due protocolli di Minsk (del 5 settembre 2014 e del 12 febbraio 2015) si arrivò al cessate il fuoco che ridusse l’intensità del conflitto.

Gli sconvolgimenti politici e sociali e l’instabilità economica causarono un grande migrazione degli ucraini, particolarmente di giovani. Una migrazione che non è notata in Europa occidentale perché la stragrande maggioranza di questi migranti si sono fermati in Polonia. La Polonia ha fatto verso questa gente in necessità un gesto di grande generosità: ha concesso agli ucraini non soltanto i permessi di soggiorno ma anche di lavoro. I dati dell’anno scorso dicono che in Polonia si sono stabiliti circa 1.350.000 ucraini di cui più di 800mila lavorano regolarmente.

La Polonia, di fronte a questa marea di gente, non ha chiesto all’Unione Europea di stabilire le quote di migranti ucraini, di accettare una parte di loro: con le proprie forze è riuscita ad accogliere ed integrare quasi 1,5 milioni di stranieri. Il problema che in Occidente nessuno si è accorto o non voleva accorgersi di questo grande fenomeno migratorio affrontato con successo dalla Polonia sola.

La Polonia è stata condannata per la crisi migratoria provocata da Lukashenko. La Bielorussia del dittatore Lukashenko, dopo le elezioni farsa che lo riconfermavano per la sesta volta come presidente, è stata colpita dalle sanzioni economiche dell’Unione Europea. In risposta alle sanzioni, Lukashenko, magari guardando come esempio il presidente turco Erdogan, ha deciso di creare artificialmente la crisi migratoria sulla frontiera con la Polonia che è anche la frontiera esterna dell’UE. Le autorità bielorusse cominciavano a concedere i visti per i cittadini di vari Paesi del Medio Oriente che venivano trasportati, anche con aerei bielorussi nella capitale Minsk e poi nei pressi della frontiera. Gli organizzatori del traffico dicevano ai migranti che avrebbero potuto passare il confine. Per questo “viaggio” verso l’Europa avrebbero pagato migliaia di dollari, anche 10mila. Lo stesso Lukashenko, recatosi nei pressi della frontiera, ha detto apertamente a questa gente: “Se qualcuno vuole andare in Occidente è un suo diritto: non cercheremo di catturarvi, picchiarvi e tenervi dietro il filo spinato, ma anzi lavoreremo con voi per realizzare il vostro sogno”.

Ovviamente le autorità polacche sentivano il dovere di difendere la frontiera esterna dell’UE impedendo ai migranti di attraversare la frontiera. Anche per non essere complici del traffico di esseri umani organizzato dai bielorussi con il beneplacito, se non dietro l’ispirazione, di Putin. Per evitare la crisi umanitaria le autorità polacche hanno cercato di trasferire gli aiuti umanitari ai migranti radunati alla frontiera, ma le forze di sicurezza bielorusse non li hanno lasciati passare. In quella situazione stranieri, ispirati, istigati ed aiutati dai servizi bielorussi, hanno attaccato il confine polacco, distruggendo le recinzioni alle frontiere e attaccando fisicamente i soldati polacchi. Gli agenti dei servizi bielorussi sostenevano apertamente i migranti accecavano soldati polacchi con i laser, sparando in aria o partecipando alla distruzione delle barriere protettive. Tanti soldati polacchi venivano feriti dal lancio di pietre ed altri oggetti. Ma di tutto questo si parlava poco. I media, spesso usando il materiale video preparato dai bielorussi, sottolineavano soltanto la crisi umanitaria causata dal traffico degli esseri umani organizzata dal regime di Lukashenko stesso, ma accusando le autorità polacche di mancanza d’umanità, d’insensibilità, di razzismo. Il motto dei servizi giornalistici è stato: “I nazionalisti/razzisti polacchi non fanno entrare i migranti”. Nessuno amplificava la voce di Sviatlana Tsikhanouskaya, leader dell’opposizione bielorussa in esilio che diceva apertamente: “La Polonia si protegge da un’invasione illegale”.

La Polonia che si apre ai profughi ucraini viene colpita da Brussel. Mentre non si è conclusa la vicenda dei migranti sulla frontiera polacco-bielorussa, la Russia di Putin invade l’Ucraina causando quasi subito un imponente flusso di persone che scappano dalla guerra verso i Paesi confinanti: Romania, Ungheria, Slovacchia ma prima di tutto verso la Polonia. Già i primi giorni fino al 26 febbraio in Polonia si sono rifugiati 120mila ucraini, il giorno dopo il loro numero è salito a 200mila, il 28 febbraio a 300mila e gli ultimi dati del 1° marzo parlano del superamento di 400mila; colonne chilometriche di macchine mostrano che questi numeri sono destinati ad aumentare rapidamente. E il mondo si è accorto che i polacchi – marchiati come nazionalisti, razzisti, ostili agli stranieri – hanno aperto ai rifugiati non solo la frontiera ma anche le loro case, i cuori e i portafogli. Da subito ai posti di frontiera venivano organizzati dal ministero dell’Interno, dalle autorità locali, alle Ong e da tantissimi volontari, i centri di assistenza. Sulla frontiera c’erano anche tante persone di buona volontà che gratuitamente si offrivano per trasportare i rifugiati all’interno della Polonia.

La Chiesa polacca si è mobilita in modo massiccio per offrire assistenza: la domenica si raccoglievano offerte per gli ucraini, tante diocesi hanno chiesto ai parroci di indentificare le strutture parrocchiali dove ospitare i rifugiati e comunicare gli elenchi delle famiglie disposte ad accogliere qualche persona. Viene organizzata la raccolta di cibo a lunga scadenza, coperte, sacchi a pelo, materassini, asciugamani, biancheria, medicinali, prodotti per l’igiene, prodotti per la pulizia, pannolini.

Nell’aiuto agli ucraini il ruolo essenziale lo svolgono le città di frontiera che devono assorbire questa infinita “onda d’urto” dei profughi. Un giornalista che lavora nella città di Przemyśl, dove arriva un’importante linea ferroviaria dall’Ucraina (le ferrovie ucraine usano i binari più larghi del resto dell’Europa, compresa la Polonia allora occorre un binario particolare per far transitare i treni ucraini), riferisce che fino al 27 febbraio alla stazione sono stati accolte 25 mila persone, quasi tutte donne con bambini (da quando l’Ucraina ha mobilitato tutti gli uomini alle armi, partono soltanto appunto donne con i figli e le persone anziane). In attesa erano 14 treni con circa 30mila persone a bordo. Ma l’aiuto non consiste soltanto nell’accoglienza della gente che scappa: le autorità riempiono i treni che ripartono per l’Ucraina di aiuti di ogni genere.

La mobilitazione riguarda anche il mondo dell’impresa: molte banche fanno gratuitamente i bonifici verso l’Ucraina, le ferrovie polacche fanno viaggiare i profughi gratis, molte ditte offrono le somme consistenti alla Caritas e centri assistenza, una nota catena di negozi ha offerto ai suoi dipendenti ucraini una somma una tantum da destinare ai familiari in Ucraina. E le iniziative si moltiplicano ogni giorno anche perché ogni giorno aumenta il numero delle persone scappate dalla guerra: si prevede che il loro numero potrebbe superare un milione.

Mentre l’Ucraina è la vittima della guerra, prima in Europa, di questo genere, dalla Seconda Guerra Mondiale, mentre la Polonia si mobilita con sforzi enormi, anche economici, per aiutare l’Ucraina e i suoi abitanti dentro il Pease e quelli che scappano dalla guerra, a Bruxelles ci sono politici, anche dell’opposizione polacca, che spingono per far attivare subito il meccanismo di “Rule of law conditionality” per privare la Polonia dei fondi europei. È una beffa ma prima di tutto una vergogna che mostra che cosa sta diventano l’UE e chi governa a Brussel.

Una voce dall’Ucraina. In questo contesto vale la pena citare le parole di mons. Jan Sobilo, vescovo ausiliare della diocesi cattolica latina Kharkiv-Zaporizhia.

“Un enorme grazie per il fatto che i polacchi ci hanno aperto i loro confini, le loro case e le loro tasche. Ci sostengono con tutto il possibile, raccolgono donazioni per l’Ucraina per medicinali e cibo. Ringraziamo le autorità polacche per la loro saggia politica, che ha convinto altri paesi che non si tratta solo dell’Ucraina, ma della sicurezza dell’Europa e del mondo intero. Il nostro presidente ha affermato oggi che la Polonia è attualmente il più grande amico dell’Ucraina. La Polonia è stata sempre una sostenitrice dell’Ucraina e ora è un grande protettore e fratello che accoglie gli ucraini a casa sua, proprio come i suoi fratelli e sorelle. Molte grazie per le preghiere dei polacchi, per il loro sostegno, per la loro solidarietà. La Polonia sta prendendo l’iniziativa di difendere l’Ucraina con essa. È anche la difesa del mondo intero. La Polonia è diventata l’etmano (Hetman in polacco, ndr) di tutti coloro che combattono e si battono per la pace”.

Włodzimierz Rędzioch

Un americano a Kiev ci racconta, finalmente, quello che stanno facendo i russi. E perché
Una lettura su Visione TV dal posto di ciò che sta accadendo nella capitale dell’Ucraina
di Marco Tosatti
Stilum Curiae, 1° marzo 2022

Sta facendo il giro della Rete: è il video, girato il 26 febbraio, di cittadino americano a Kiev. Il quale finalmente ci fornisce le risposte alle tante domande che ci siamo posti e che certo non vengono spiegate dai media, troppo impegnati a cucinare falsità, notizie inventate e spezzoni di videogames. Perché non vediamo attacchi aerei? Perché non ci sono bombardamenti? Perché la Russia non ha tagliato elettricità, acqua e internet agli ucraini, come si usa nelle guerre? Come reagiscono gli Ucraini? Cosa sta combinando Zelenski? Da cosa stanno davvero scappando, i profughi? E soprattutto: cosa vuole in realtà Putin? Segue la traduzione della trascrizione originale, un po’ riadattata per facilitare la lettura. Traduzione di Martina Giuntoli (Marco Tosatti).

Oggi è sabato 26 febbraio ed è il terzo giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

La gente in USA non sembra capire niente di quello che concerne siffatta invasione, continuano a dire che la Russia sta fallendo nel suo attacco perché non ha preso le infrastrutture, non ha colpito ad esempio il sistema elettrico, non ha distrutto i ripetitori del telefono oppure ancora non ha colpito le riserve idriche, continuano a dire che non capiscono perché la Russia sembra avanzare per poi fermarsi ogni volta che incontra qualche una resistenza. È davvero mancanza di immaginazione da parte dei commentatori americani.

Perché vedete il modo americano di fare le cose è andare e distruggere una nazione, distruggere tutto, distruggere il sistema elettrico, i ripetitori telefonici, le riserve idriche, basta distruggere tutto, per poi avanzare, ma questo non è fare la guerra, questo è spianare tutto, annichilire il nemico. E lo abbiamo visto fare così tante volte in Afghanistan, in Iraq, in Libia, in Siria, cioè hanno provato a farlo in Siria.

Ma allora cosa vogliono fare i russi? Non vogliono distruggere l’Ucraina, la vogliono prendere intatta, e non vogliono fare del male ai civili, perché dovrebbero voler far loro del male? Dal loro punto di vista se fanno male ai civili si creano dei nemici, quindi vogliono prendere l’Ucraina intatta, cambiarne la leadership politica e mettere una leadership che sia in linea con la Russia per ricavarne un alleato sulla lunga distanza. Ma se nel fare questo fanno del male ai civili, poi saranno proprio loro a mandare via il regime diretto da Mosca, non prendiamoci in giro. Vogliono un regime di marionette a cui gli ucraini siano più o meno indifferenti, non vogliono mettere nessuno al potere dopo aver reso la vita degli ucraini miserabile.

Quindi come stanno mettendo in atto la loro strategia? Stanno invadendo il paese in maniera molto rapida ed è sotto gli occhi di tutti quanto velocemente stiano invadendo l’Ucraina, senza colpire alcuna infrastruttura civile, ma solo colpendo obiettivi militari, e ogni volta che raggiungono una città e trovano una resistenza, intendo una seria resistenza da parte dell’esercito ucraino, si fermano e arretrano. In questo modo stanno li accerchiando, basta guardare una mappa. È una strategia tanto semplice quanto efficace, e stanno facendo questo in tutte le maggiori città, tipo a Kiev e Karkov, accerchiano le città e poi che fanno? Semplice: aspettano. Se circondi una città alla fine cadrà, non c’è un finale diverso.

Altra cosa che la gente sembra non capire è che vogliono prendersi l’esercito, e questo è il motivo per cui se vedete non ci sono state battaglie con centinaia o migliaia di morti o feriti. I russi è come se stessero prendendo l’Ucraina in punta di piedi. Per quel che riguarda lo spazio aereo, i russi posseggono lo spazio aereo ucraino al 100%. Ogni aereo che passa è russo. Non possiamo pensare all’esercito russo come all’esercito arretrato della seconda guerra mondiale, quello che vediamo oggi è l’esercito russo moderno, con una strategia ben precisa per catturare Ucraina ed esercito ucraino intatti. I russi hanno capito che una volta che avranno cambiato la leadership politica al paese, dovranno avere un esercito in loco che si prenda cura della nazione e delle persone.

È per questo che, come ho già detto, quando incontrano una resistenza maggiore, si fermano e arretrano. In occidente questa cosa è interpretata come debolezza, dicono che la Russia avanza molto velocemente ma poi non concretizza, perché è debole. Per la gente i russi sono deboli perché non sbaragliano l’esercito ucraino, e questo solo perché gli americani quando vanno in guerra fanno questo. distruggono l’esercito, e qualsiasi cosa che incontrino sul loro cammino, a loro non interessa. Ma ai russi si. ai russi invece interessa.

Una cosa che un mio amico mi ha fatto notare, una cosa che se ci si pensa è anche ovvia, è che i vertici militari ucraini, i generali e gli altri sono andati all’accademia militare insieme ai russi, erano compagni di scorribande fin da quando magari avevano 18 o 19 anni, bevevano insieme, uscivano insieme, si conoscono, si conoscono bene e non si vogliono uccidere tra di loro. Magari le loro vite si sono separate, ma gli anni passati insieme li mettono in una posizione in cui hanno qualcosa in comune e di certo non vogliono uccidersi l’uno con l’altro.

Una volta che i russi posseggono il cielo, lo sappiamo, ci mettono un attimo a colpire una zona e annichilirla causando una crisi umanitaria dalle proporzioni gigantesche ma loro non lo hanno fatto e non lo faranno. Come so questo? Perché hanno avuto tre giorni per farlo e niente, non l’hanno fatto. Sto facendo questo stupido video da un motel in centro a Kiev, pensate che potrei mai fare un video e avere linea internet se i russi facessero sul serio con l’Ucraina?

Mentre in occidente pensano che Putin e la Russia siano il male, la personificazione dell’anticristo. Non capiscono, non lo capite, e i vostri leader occidentali non vogliono di certo che capiate, leaders come Boris Johnson, Joe Biden, vogliono che vi immaginiate questa storia come un film della Marvel dove c’è il cattivo da demonizzare ed il cattivo è Putin, mentre gli americani insieme agli altri sono i cappelli bianchi, i bravi ragazzi che vinceranno il confronto.

Quello che mi da fastidio, e forse non è una cosa saggia da dire finché mi trovo qui in Ucraina, è che il regime di Zelensky invece vorrebbe vedere gli ucraini morti, non avrebbero problemi ad avere una crisi umanitaria. E come lo so? Lo so perché hanno dato le munizioni alla gente, da quel che so almeno 10 mila ak47. Se non hai pratica con un’arma del genere, puoi diventare molto pericoloso per la gente intorno a te e anche per te stesso. ci vogliono anni di training per imparare e sapere dove stai mettendo le mani, non è come nei film, è una cosa davvero pericolosa e davvero puoi farti seriamente male. Il regime di Zelensky non solo distribuisce le armi ma insegna alla gente come fabbricare ed utilizzare le molotov, vogliono fomentare la guerra, vogliono che la gente comune combatta contro i russi.

I russi hanno un esercito professionista, per cui se incontrano qualcuno di armato per la strada, sia un civile oppure un militare, gli sparano, non fanno discorsi. E se è un civile sarà il soggetto perfetto per una operazione fotografica in cui ritrarranno il civile morto per colpa del russo cattivo, e sarà presentato al mondo come scusa per le altre nazioni che verranno coinvolte come ad esempio gli Stati Uniti, fino a far arrivare la situazione ad un punto tale che le conseguenze potrebbero essere inimmaginabili.

È il regime di Zelensky che sta facendo qualcosa di demoniaco, perché deve essere demoniaco il fatto di incoraggiare i civili a fare qualcosa di così pericoloso e irresponsabile. Inoltre il regime di Zelensky ha di fatto messo nelle mani dei civili artiglieria pesante, e come è normale e giusto, i russi hanno il diritto di distruggere queste armi, e quindi saranno costretti a colpire anche dei civili. Mettiamo il caso che una cosa del genere avvenga in mezzo a dei condomìni, ci saranno i russi che nel tentativo di disarmare gli ucraini si troveranno costretti ad uccidere i civili. Il regime di Zelensky ha distribuito queste armi in aree popolose proprio perché vuole che una cosa del genere accada.

Vi racconterò anche qualcos’altro che il regime di Zelensky sta facendo: stanno impedendo a tutti gli uomini tra 18 e 60 anni di lasciare la nazione, se provano ad andarsene sono arrestati e arruolati immediatamente nell’esercito ucraino. Così succede che molti uomini stanno scappando dalle città. Ma non scappano dai russi, scappano dall’essere arruolati a forza. Non hanno paura che i russi distruggano le loro abitazioni o facciano loro del male.

Ora le donne, i bambini e gli anziani stanno nascondendo gli uomini tra i 18 ed i 60 anni, e non è una cosa che ho sentito dire, ma che so personalmente di gente che conosco, con cui lavoro, con cui sono uscito, sono andato a bere insieme, al ristorante insieme, ci ho fatto affari. Hanno dovuto lasciare Kiev per la paura di essere costretti con la forza ad entrare nell’esercito ucraino. Gente di mezza età come me, bravissimi business men magari, che però sono delle schiappe a fare i soldati con in mano un’arma, senza un briciolo di esperienza.

Il governo ucraino, il regime di Zelensky sta facendo tutto questo. E perché lo stanno facendo? Beh non costringi certo i tuoi uomini ad arruolarsi a forza se pensi che stai vincendo, o sbaglio? No di certo. E seconda cosa, attraverso questo sistema coatto crei un’intera classe di rifugiati che ha paura di te, governo, non certo dei russi. Così in occidente si rivendono quei filmati di gente che scappa dalle città e vi dicono e voi dite ”guarda scappano perché hanno paura dei russi”, no, assolutamente, non è così, hanno paura del regime di Zelensky.

Ma se dovessi dire cosa mi spaventa di più, è dare armi in mano ai cittadini che non sanno nemmeno come utilizzarle, perché il solo fatto di dar loro delle armi non li rende assassini perfetti. Poi accade che li trovano i russi e cosa succede? Cosa succede con un’arma che nemmeno sanno come utilizzare? Succede che i russi sparano, e così si ha inutile spargimento di sangue, per un’arma che nemmeno dovrebbero avere tra le mani. E questo è davvero diabolico. Da qui come ho già detto il regime ci può costruire una photo op perfetta.

Non pensate che le cose che vi sto dicendo le stia dicendo perché sono pro Russia o pro Putin, a me non interessano le opinioni qui, ma solo i fatti, e questa è la verità. Sono qui a Kiev in centro e sto ancora aspettando che i russi invadano la città, quindi so ciò di cui sto parlando. E nulla di ciò che sto dicendo viene detto dai media mainstream, o sbaglio? Guardate, tiro ad indovinare perché nemmeno li seguo i media americani o europei perché so che sono solo un ammasso di menzogne.

Probabilmente quello che state ascoltando qui non lo avete mai sentito altrove, benissimo, lo sentite adesso. Cosa vi ho sempre detto in questo canale? Pensate con la vostra testa e chiedetevi sempre perché qualcosa che sta avvenendo, sta avvenendo nel modo in cui avviene. Qui non ci sono casualità, c’è sempre chi pensa alle cose affinché avvengano in un certo modo, e sicuramente questo è ciò che hanno fatto i russi, i russi hanno pensato ad ogni singola mossa.

L’unica cosa che c’è da sperare è che il regime di Zelensky fallisca nel tentativo che sta mettendo in atto di coinvolgere in questo conflitto America ed Europa, e che il regime crolli o se ne vada, e che la Russia sia in grado quindi di prendere l’Ucraina intera senza feriti o morti, o con il numero minore possibile. Se le cose non vanno così, la nazione intera sarà distrutta, milioni di persone verranno ricollocate, milioni di persone verranno uccise e questa è esattamente la stessa cosa avvenuta in Iraq. Speriamo di non avere un secondo Iraq.

Un cittadino americano a Kiev

Mons. Ics e la crisi ucraina. Due perplessità, e ironia sul Vaticano
Stilum Curiae, 28 febbraio 2022


Mons Ics a Tosatti.

Sarò brevissimo, limitandomi a esporre un paio di perplessità e una ironica considerazione.

Le due perplessità:
– Trovo poco credibile che nel XXI secolo si invada una nazione, in Europa, con i carri armati e la si difenda con controffensiva cybernetica gestita da hackers. Ciò non è credibile.
– Trovo poco credibile che il signor Putin, prima della turpe e folle messinscena, non abbia disegnato gli scenari, analizzando la strategia degli attori coinvolti: dalla Nato alla Cina, fino ai suoi compagni oligarchi preoccupati delle sanzioni, cioè i cosiddetti nemici interni. Avendo preparato la turpe e folle messinscena da almeno un anno, non è assolutamente credibile.

L’ironica considerazione:
– Sia Repubblica che il Corriere riportano la intervista (la stessa) del card. Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede. Il cardinale sostanzialmente dice solo che la Santa Sede si offre per un negoziato. Ah! Ecco! mi son detto, finalmente uno spiraglio di soluzione, quella del dialogo, l’ascolto e la conoscenza delle ragioni reciproche. Perbacco, questa è vera grande diplomazia proposta da una Autorità morale del prestigio dell’attuale pontificato. Ora possiamo dormire sonni tranquilli. Bergoglio si prepara a dialogare. Magari con un tantino di imbarazzo però… perché la credibilità di Bergoglio per questo dialogo è a dir poco “bassina”. Spiego di seguito il perché.
– L’Europa e l’Italia dichiarano di esser pronte a fornire armi alla Resistenza ucraina, militari, bombe e missili. Accipicchia, ma allora produrre e vendere armi per difendersi è buono e opportuno. Ma chi l’avrebbe mai detto? E che dirà perciò Bergoglio che afferma il contrario da nove anni? Non solo, invita a non investire in chi produce armi. Cosa spiegherà al popolo ucraino? spiegherà che per difendersi deve chiedere aiuto a Greta Thumberg? E che dirà Bergoglio quando gli spiegheranno che solo il suo amico Salvini si era bergoglianamente opposto alla fornitura di armi? Lo inviterà a far parte della Pontificia Accademia delle scienze in Vaticano?
– Ma è possibile che il romano pontefice in una situazione come questa si limiti a deprecarla e esortare a occuparsi (noi) di accoglienza, anziché (loro) di resistenza?
– Ma vi immaginate un San Giovanni Paolo II che avrebbe fatto? Sarebbe andato a Kiev, si sarebbe messo di fronte ai carri armati, aspettando Putin, e avrebbe tuonato: “guai a voi …cattocomunisti!!!”.
Amen

Mons. Ics

Giovanni Lazzaretti: rompere la cornice, prima che sia troppo tardi
Stilum Curiae, 28 febbraio 2022


Samizdat dal paesello
Rompere la cornice, prima che sia troppo tardi


Il “frame”, la cornice

Quando c’è un evento di grande portata, che coinvolge grandi movimenti di potere e di denaro, che ha fonti di notizie fisicamente lontane (e quindi gestite solo da rilanci di agenzia) oppure inaccessibili per il popolo normale (e quindi gestite solo dagli “esperti”), i grandi media cartacei e televisivi (ora autodefinitisi “editori responsabili”) hanno qualche giorno di assestamento e poi confezionano il “frame”, la cornice dalla quale nessuno può sfuggire.

Il covid, ad esempio, ha mandato avanti nel tempo tre cornici.

La prima, anno 2020: «virus naturale // covid incurabile // intensive scoppiano // vaccino ci salverà».

La seconda, anno 2021 fino a fine luglio: «vaccino testato // vaccino sicuro // vaccino efficace // non c’è bisogno di imporre obblighi, basta arrivare al TOT% di inoculati».

La terza, da luglio 2021 a oggi: «green pass strumento per le riaperture // green pass garantisce ambienti di non contagiati // il vaccinato non contagia e non si contagia // oppure se si contagia ha la malattia lieve e la trasmette poco // le intensive sono intasate da NoVax // il NoVax è un pericolo per la società».

Tutto ciò che dicono e scrivono gli “editori responsabili” sta in queste cornici. Il dissidente in TV viene progressivamente espulso: ne conservano solo alcuni, per rappresentanza.

Il destino dei dissidenti in TV è quello di essere sovrastati (proporzione 5 a 1 in trasmissione) oppure sbeffeggiati (libertà di ironia e di insulto da parte degli altri partecipanti).

In questo modo gli “editori responsabili” cessano di essere informazione, ma sono semplicemente il filtro per espellere le idee e per confezionare una versione precotta, fatta normalmente di slogan.

Ucraina? No, grazie.

Mi hanno chiesto se scrivo sull’Ucraina. La risposta è «No, grazie». Il che non significa che non scriverò, ma che scriverò col mio metodo, ossia dopo aver studiato.

Ho scritto molto sul covid. Ma chi mi ha seguito fin dall’inizio sa che sono partito con “meditazioni sussurrate”. Poi mi sono concentrato sugli aspetti di economia e nOmismatica © [1] al tempo delle segregazioni covid.

Solo il 10 aprile 2020 mi sono sbilanciato pesantemente, perché avevo materiale sufficiente per espormi, pur essendo un “alieno” della medicina (ma avevo le spalle ben coperte).

Ho avuto un’esperienza passata di “scrittore di guerra”, anno 2011, guerra di Libia. Le vicende libiche iniziarono a metà febbraio 2011, e Taglio Laser allora non esisteva. Scrissi 6 lettere ai giornali tra marzo e giugno, poi mi sbilanciai su un testo di 13 pagine, scritto dal 19 giugno al 9 luglio.

Testo che rileggo anche oggi con una certa soddisfazione perché, stando totalmente fuori dalla cornice, descrissi la guerra di Libia come “guerra bancaria”. Testo scritto con calma, dopo aver studiato.

La consapevolezza della “guerra bancaria” non l’avevo all’inizio. Anzi, a dirla tutta, della Libia non me ne fregava niente: la catalogavo come uno dei tanti spezzoni delle “primavere arabe”. Invece non era così: era una guerra unica nel suo genere; seguirla e studiarla mi portò a conoscere tante cose e a stimare fortemente l’intelligenza di Gheddafi.

Sull’Ucraina non sono pronto a scrivere. Ma sono pronto a rompere la cornice.

La cornice ucraina

La cornice ucraina è semplicissima: «Ogni Stato può aderire all’alleanza che vuole // noi democratici siamo buoni // Putin l’autoritario è cattivo // il discorso di Putin per l’inizio della guerra è “delirante” // l’integrità territoriale è sacra».

Mattarella ha ricominciato l’uso della parola “inaccettabile”.

È iniziato il teatrino televisivo del “tutti unanimi, tranne uno al massimo per ogni trasmissione”.

È iniziata l’esposizione del “dolore ucraino occidentale”, dimenticando che da 8 anni c’è un “dolore ucraino orientale”. Draghi era da tempo preparato alla guerra (nuovo “stato di emergenza” per 3 mesi, così ci raccordiamo direttamente col covid).

Rompere la cornice, prima che sia troppo tardi

Noi, mammolette occidentali, ci crediamo amanti della pace.

1999: la NATO bombarda Belgrado per favorire il distacco del Kosovo dalla Serbia; abbiamo creato uno stato mussulmano in Europa.

2001: USA, Gran Bretagna, Canada, Australia, invadono l’Afghanistan, col pretesto delle Torri Gemelle, dalle quali i Talebani si sono sempre chiamati fuori. 20 anni di guerra. Persa.

2003: Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Polonia invadono l’Iraq, avendo come motivazione la bugia delle “armi di distruzione di massa” (mai trovate, essendo inesistenti). Da 733.000 a 1.446.000 morti. Finita la fase dell’invasione nel 2011, inizia la fase dell’ISIS.

2011: La NATO realizza la “no-fly-zone” a modo suo, distruggendo la Libia. Il paese più prospero dell’Africa, con un Indice di Sviluppo Umano (ISU) superiore a 10 stati europei, diventa sede di destabilizzazione e di guerra permanente fino a oggi.

2011: Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna supportano i cosiddetti “ribelli moderati” in Siria. La Siria è distrutta, ma ancora il presidente Assad regge. Nel 2013 Obama era pronto a fare della Siria ciò che fecero della Libia. Fermato dalla giornata di preghiera e digiuno indetta da Papa Francesco? Chissà.

Siamo [2] i maggiori produttori di cadaveri in giro per il mondo. La cornice si può quindi rompere con questi passaggi.

«Ogni Stato può aderire all’alleanza che vuole». Vero, chi può impedirlo? Ma se l’alleanza a cui aderisci ha mostrato in passato un’indole aggressiva e violenta, l’aderirvi “contro” qualcuno è un atto di ostilità e di pre-guerra.

«Noi democratici siamo buoni // Putin l’autoritario è cattivo». A parte l’azzeramento della democrazia attuato durante il covid in Italia, noi democratici NON siamo i buoni. Per maggiori informazioni chiedere in Siria sotto embargo da 11 anni. Chiedere in Libia. Chiedere in Afghanistan. Chiedere in Iraq.

«Il discorso di Putin per l’inizio della guerra è “delirante”». Il titolo “delirante” lo trovate in 206.000 siti. Altri 183.000 hanno la variante “raggelante”. La realtà è che nessuno lo ha letto, mentre è un buon discorso di geopolitica, che descrive tra l’altro cosa l’occidente avrebbe dovuto fare dopo la calma fine dell’URSS [segue il testo nella Parte 3].

«L’integrità territoriale è sacra». Sì, come no. A Siria, Libia, Afghanistan, Iraq, aggiungere anche la Serbia per ulteriori informazioni.

Tornano le “bandiere della pace”

Tornano le “bandiere della pace” arcobaleno. Esplosero nel 2003, quando l’attaccante era Bush. Tacquero nella radiosa era Obama, Nobel per la pace, quando la Libia veniva distrutta. Tornano quando l’attaccante è Putin.

“Pace senza se e senza ma” era lo slogan 2003. Smentito lo slogan con la guerra di Libia, della cui distruzione nessuno si interessò, oggi quelle bandiere ritornano, ma sono poco più che stracci.

Si svegliano anche i sonnolenti sindacati: «Non vogliamo più bandiere neonaziste» Sono comparse due giorni fa nella manifestazione che era organizzata dai sindacati: «Ora bisogna vigilare». Non si sono ancora resi conto a Reggio Emilia che Pravyj Sektor e le sue bandiere sono parte in causa nella guerra del Donbass da 8 anni?

Spezzata la cornice, è tempo di studiare

Spezzare la cornice è la precondizione necessaria. Altrimenti saremo lì a guardare la TV credendo per l’ennesima volta che ci stia dicendo la verità. Dopo due anni di bugie sul covid, è possibile crederci ancora?

Se anche le cose che ci fanno vedere fossero vere, sono ugualmente false perché non fanno mai vedere la controparte. Se vedo il dolore di una donna ucraina occidentale sul TG1, mentre per vedere il dolore di una donna ucraina orientale devo andare su “ArezzoNotizie”, capite che la disparità di trattamento è violenta.

Cosa vuol dire studiare? All’inizio significa raccogliere la cornice vera, ossia l’insieme di nomi, luoghi, date, avvenimenti. Parametri, senza alcun giudizio. Per questa prima cernita Wikipedia è utilissima. Quindi ho scaricato:

Elezioni parlamentari ucraine dal 1994 al 2019
Elezioni presidenziali ucraine dal 1991 al 2019
Rivoluzione arancione 2004, rivoluzioni colorate varie
Euromaidan 2014, strage di Odessa
Guerra del Donbass 2014-2022
Accordi di Minsk, gruppo di contatto Trilaterale sull’Ucraina
Gasdotto Nord Stream 2, Morawiecki (il “banchiere” che guida la Polonia)
Azarov, Janukovic, Juscenko, Kucma, Ostrovsky, Turcynov, Tymoscenko, Zelenskyj
Pravyj Sektor, Brigata Azov, Stepan Bandera

Ne avrò per un po’.

Chi non vuole studiare ha sempre un’alternativa. Va su Youtube, fa partire [QUI] poi, al minuto 1 e 38” si alza in piedi e si mette a cantare: «E sempre in fila per tre // marciate tutti con me // e ricordatevi i libri di storia // noi siamo i buoni e perciò // abbiamo sempre ragione // andiamo dritti verso la gloria».

Così la questione è chiusa in un attimo. Poi si accende la TV. Dentro la cornice, sempre.

Giovanni Lazzaretti

Note

[1] La parola nOmismatica dal 20 gennaio 2022 è soggetta a Copyright DEP637782881742246265 // nOmismatica // La parola nOmismatica definisce la disciplina logico-matematica che studia la moneta all’atto dell’emissione.

[2] Uso il plurale perché non mi chiamo fuori. Non è colpa mia ciò che FA l’occidente. È colpa mia ciò che NON FACCIO come cattolico: preghiera e digiuno costante per la pace.

Segue la parte 3: QUI.

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