Riflessioni sparse nell’era dei bambini onnipotenti al potere. Per capire (spiegare non è giustificare) cosa sta succedendo realmente in Ucraina – Parte 1

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In questi giorni con scenari catastrofici, il bombardamento mediatico folle con motivo del Coronavirus cinese di Wuhan è stato sostituito dal bombardamento propagandistico isterico per la guerra in Ucraina. Per gli analfabeti funzionali (sperando che sono in grado di capire quanto segue): qui non è scritto che il Covid-19 non c’è più e qui non è scritto neanche che la guerra in Ucraina è giusta. Le fake news abbondano ed è ancora più difficile distinguere i fatti reali dalle menzogne fabbricate che non la follia da Covid-19. Poi la situazione di complica ancora di più, perché come ci sono i ciarlatani della falsa informazione, ci sono anche i ciarlatani della falsa controinformazione.

Dallo stato di follia “sanitaria” siamo entrati senza interruzione di soluzione in una crisi isterica “bellica”. Come la prima non aveva niente a che fare con la salute, la seconda non ha niente a che fare con guerra e pace. Si tratta sempre di una questione ideologica, che non è in grado di vedere la realtà e non permette di ragionare. Per i talk show e i media asserviti, il Coronavirus cinese di Wuhan non esiste più, sostituito con bombe reali e virtuali (era previsto… dallo stato di emergenza “sanitaria” possiamo continuare con lo stato di emergenza “bellico ed energetico”.

Ci sono in questo istante bombardamenti in corso in diversi Paesi del mondo e si parla solo della Russia. La guerra è una tragedia, un crimine e una sconfitta, sempre, non solo in Ucraina.

Proviamo a mettere in riga alcune informazioni e riflessioni dei giorni scorsi sulle vicende drammatiche a cui stiamo assistendo. Nei giorni scorsi ci siamo principalmente occupato di altro, perché non c’è solo la guerra in Ucraina (a parte de fatto che si bombarda anche in altri parti del mondo). Ovviamente, le interpretazioni su quello che sta accadendo divergono, anche fra coloro che hanno in orrore la guerra (come l’abbiamo anche noi). Ovviamente, quanto segue è una scelta di alcune cose scritto sull’argomento, più o meno condivisibili e non sempre concordanti. Come di consueto il tutto viene offerto per dare un aiuto sulla via della metacognizione. Ribadisco, come dice Augustin Nobile, che la guerra è sempre una mostruosità, ma non possiamo esimerci dall’analizzare le ragioni che hanno causato il conflitto in Ucraina. E spiegare non vuol dire giustificare. Poi, chi siamo noi per giudicare, eh!

Questa serie di articoli (in cui includeremo anche contributi singoli), come sempre, ha come scopo di far RIFLETTERE, MEDITARE e PREGARE. Non si tratta di un invito a maltrattare la tastiera con comportamenti ossessivo-compulsivi Se si sente la necessità impellente di commentare, si prega di rileggere la frase precedente e di fare 10 profondi respiri, ricordandosi che talvolta le guerre virtuali (soprattutto sui social) sono peggiori delle guerre reali.

* * *

«In guerra i politici danno le munizioni, i ricchi danno il cibo e i poveri danno i loro figli. Quando la guerra è finita i politici recuperano le munizioni avanzate, i ricchi coltivano più cibo e i poveri cercano le tombe dei loro figli» (Un detto serbo).

«Quando i ricchi si fanno la guerra tra loro, sono i poveri a morire» (Jean-Paul Sartre).

«In pace i figli seppelliscono i padri, mentre in guerra sono i padri a seppellire i figli» (Erodoto).

«Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato». Ora, purtroppo, comandano nel mondo dei «bambini onnipotenti», con il bottone dell’atomica in mano.

«Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato.
Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!» (1Corinzi 13,1-13).

«Esortiamo tutte le parti a cessare immediatamente le ostilità, a ridurre la tensione e a cercare una soluzione diplomatica per mitigare il rischio di una guerra su larga scala e di un impensabile conflitto diretto tra le due maggiori potenze nucleari del mondo» (Cit.).

Sul Battaglione Azov che sventola la bandiera NATO insieme alla loro bandiera Nazista. “Quei quattro ebeti che stanno scendendo in piazza e che si riempiono la bocca di diritti umani sull’Ucraina sono gli stessi che si stanno schierando a difesa dei tagliagole nazisti ucraini che vediamo qui. Accanto alla bandiera nazista c’è quella della NATO. È vero. Il nazismo è tornato in Europa. Lo ha portato la NATO. Putin e Trump non stanno facendo altro che spazzare via il nazismo del blocco Euro-Atlantico” (Cesare Sacchetti – Telegram, 26 febbraio 2022).

«Siamo arrivati al punto che i Talebani, dico i Talebani, hanno espresso “preoccupazione” per i civili ucraini. Di più: hanno chiesto “moderazione” a “tutte le parti” e sperano pure che il tutto possa risolversi “tramite il dialogo e in modo pacifico”. L’Apocalisse è vicina» (Cit.).

«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo» (Art. 11, Costituzione italiana).

«I paesi che mandano armi in Ukraine non concorrono al bene e alla pace. I politici che da un lato parlano di pace, e dall’altro spingono i governi a spedire armi, è un triste spettacolo di ipocrisia senza pari. Come dice la Bibbia: “Parlano di pace ma nel cuore hanno la guerra» (Don Salvatore Lazzara).

«Armare i civili, è un atto grave e non ha nulla a che fare con la lotta per la libertà. Sappiamo bene che vi saranno esecuzioni sommarie. Basta un sospetto per azionare il grilletto per scatenare una battaglia fratricida che porterà solo morte. L’uso delle armi non porta pace» (Don Salvatore Lazzara).

«If NATO supplies more weapons and air defenses to Ukraine, does it not mean that all NATO-members are now at war with Russia? Is that what we want? [Se la NATO fornisce più armi e difese aeree all’Ucraina, non significa che tutti i membri della NATO sono ora in guerra con la Russia? é questo ciò che vogliamo?]» (Fernand Keuleneer).

«Gedurende de ganse Koude Oorlog was het topprioriteit om een rechtstreekse militaire confrontatie met de tegenstander te vermijden owv het risico op een kernoorlog. Terecht. Daar wordt nu op een onvoorstelbaar lichtzinnige wijze nonchalant over gedaan en overheen gestapt [Durante l’intera Guerra Fredda, era una priorità assoluta evitare il confronto militare diretto con l’avversario a causa del rischio di una guerra nucleare. Legittimamente. Questo ora viene affrontato con nonchalance e scavalcato in un modo inimmaginabilmente sconsiderato» (Fernand Keuleneer).

«Per dimostrare il presunto caos a Kiev, Mario Giordano ha mandato in onda le immagini del crollo della scala mobile a Roma nel 2018. Durante la sua trasmissione pare che abbia mandato anche in onda le famigerate immagini del videogioco già trasmesse dal Tg2 oltre a quelle del carro armato che schiaccia una macchina. Carro armato ucraino e non russo, per la cronaca» (Cesare Sacchetti – Telegram, 2 marzo 2022).

Pace alla sua anima. Questo giornalista in un anno è morto due volte. L’anno scorso in Afghanistan per mano dei talibani e il 23 febbraio 2022 in Ucraine per una mina russa. Speriamo che ha ancora una terza possibilità. Si ringrazia la CNN per l’informazione.
Questi 13 militari ucraini non sono morti ma si sono arrisi ai Russi.

«Nelle ultime 48 ore, altre 3 nazioni hanno subito bombardamenti dei quali nessuno parla: Syria, Somalia, Yemen. Vittime tanti bambini ed indifesi che non hanno voce. Chi si affida alla logica perversa delle armi, non vuole la pace e annienta la dignità dell’uomo. Basta!» (Salvatore Lazzara). Lo ha ricordato domenica 27 febbraio 2022 Papa Francesco dopo l’Angelus in Piazza San Pietro: «Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina – e non dimentichiamo le guerre in altre parti del mondo, come nello Yemen, in Siria, in Etiopia… –, ripeto: tacciano le armi!».

«Media Propaganda Bombe della Russia sull’ospedale pediatrico di Kiev. No Scusate. Fake news #RussiaUkraineConflict Stesso copione usate sempre oggi come ieri in Siria delle migliaia di fantomatici ospedali pediatrici inesistenti bombardati da Damasco» (Naman Tarca @NamanTarcha – Twitter, 27 febbraio 2022). Le fake news si sprecano. Non basta la guerra reale, con l’isteria galoppante ci fanno pure la guerra virtuale.

«Alimentiamo la tensione mi raccomando… ma robe da matti» (Fabio Dragoni @fdragoni – Twitter, 27 febbraio 2022).

«Bij mijn weten de eerste keer dat regeringen intentioneel een gewapend conflict globaliseren, en doelbewust hysterie onder hun bevolkingen verspreiden. Het gaat dus duidelijk niet over Oekraïne [Per quanto ne so, è la prima volta che i governi hanno intenzionalmente globalizzato il conflitto armato, diffondendo deliberatamente l’isteria tra i loro popoli. Quindi chiaramente non si tratta dell’Ucraina]» (Fernand Keuleneer @FKeuleneer – Twitter, 27 febbraio 2022).

Nobile: la crisi ucraina è la guerra del regime mondialista. Contro Putin
Stilum Curiae, 28 febbraio 2022


Il regime mondialista
La guerra è sempre una mostruosità, ma non possiamo esimerci dall’analizzare le ragioni che hanno causato il conflitto in Ucraina.

Nel 2002, allo storico incontro a Pratica di Mare, Berlusconi cercò di avvicinare la Russia di Putin all’Europa e a Washington. Come sappiamo Berlusconi è stato osteggiato dai signori dell’alta finanza. Dopo una caduta in verticale, è diventato un loro cicisbeo.

Dalla caduta del Muro di Berlino, contravvenendo alle promesse, la NATO ha letteralmente circondato la Russia di basi missilistiche. Dal colpo di Stato del 2014, gestito dagli USA, il governo fantoccio dell’Ucraina ha perpetrato un vero genocidio nella regione filorussa del Donbass. Circa quattordicimila morti, soprattutto civili. Il tutto al fine di provocare la reazione di Putin. Non ci sono riusciti, ma con l’Ucraina sì, data la posta in gioco, perché la Russia sarebbe totalmente accerchiata di missili.

Questa guerra non è altro che il capolavoro dei signori dell’élite. Hanno messo con le spalle al muro Putin per dargli solo due vie d’uscita: la resa al mondialismo o la guerra.

Per Putin sono arrivate anche le sanzioni più pericolose, come il blocco dello Swift, il sistema internazionale di pagamenti. Probabilmente per la Russia, la Cina, l’Iran e altri stati che non hanno mai digerito il monopolio americano, è arrivata l’ora di creare un’altra formula per le transazioni internazionali. D’altro lato l’Europa dovrà fare i conti col grano prodotto in Russia e Ucraina, che rappresenta un terzo del grano scambiato nel mondo. Le aziende export italiane con la Russia perderanno sette miliardi di euro.

Se Putin chiuderà le forniture di gas ne vedremo delle belle. Prepariamoci dunque a una caduta economica drammatica. Il tutto per fare un favore ai mondialisti che ci hanno imposto i lockdown e i vaccini, pagati a suon di milioni di dollari (nostri soldi) alle Big Pharma. Ma non temete. In cambio possiamo scordarci del voto, perché il governo Draghi continuerà con l’emergenza. E, pazzesco, il popolo italiano si difende con grinta manifestando, non contro Draghi, ma contro Putin!

Gli unici a guadagnare da questo ennesimo fratricidio sono coloro che, per motivi economici e geopolitici, non vogliono la naturale unione eurorussa che la renderebbe prima potenza mondiale.

Davvero il comico/presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy è convinto di poter opporsi a una potenza alle porte come quella russa? Sarà incosciente ma non pazzo. Ha certamente avuto ordine di protrarre la guerra più a lungo possibile utilizzando cecchini – come nel colpo di stato ucraino, voluto e diretto dall’élite – e guerriglie ad libitum. Il fatto che in pieno centro abitato di Kiev Zelenskyy abbia schierato carri armati e mezzi antiaerei fa pensare ai famigerati scudi umani. Se Putin cerca di abbatterli rischia di fare una strage di civili, e questo farebbe gongolare l’élite, il presidente ucraino e la NATO. E chissenefrega se uomini, donne e bambini innocenti vengono massacrati dalle bombe. Accusare il “crudele” Putin è molto più importante delle vite di innocenti ucraini. Il deep state, dunque, mira proprio a una guerra prolungata per distruggere l’immagine di Putin e poter finalmente mangiarsi la Russia in un boccone.

Siamo nell’era dei mediocri al potere. Draghi, dopo aver imposto leggi degne delle peggiori dittature, togliendo lavoro e libertà agli italiani, vuole dare lezioni di democrazia a Putin.

Il sindaco di Milano Sala il giorno dopo la prima de La dama di picche, ha minacciato il grande direttore d’orchestra russo Valery Gergiev ingiungendogli di condannare Putin “o addio Scala”. In pratica un nano intellettualmente e insignificante culturalmente si permette di fare il bullo con un gigante dell’interpretazione musicale. E Salvini, ex amico di Putin? Sentite cosa diceva nel 2016 sulla NATO, vedi QUI.

Putin, dicono i media, accusa il presidente dell’Ucraina di essere nazista, ma dato che Zelenskyy è ebreo non può esserlo. In realtà, esistono truppe ucraine, come quelle che mietono vittime nel Donbass, che si ispirano ai nazisti. Il battaglione Azov, costituito anche da militanti di altre nazionalità europee e riconosciuto dal governo ucraino, è un reparto militare dichiaratamente nazista. Vedi QUI. Ma si sa, la confusione è la migliore tattica per addomesticare popoli rimbambiti da delatori che fanno i giornalisti e una Tv degna del Big Brother orwelliano.

La politica dei mondialisti è più che chiara, soprattutto dopo le vessazioni covidiste devastanti per la salute, l’economia, lo spirito e l’equilibrio mentale di milioni di persone. Coloro che hanno spinto Putin e l’Ucraina alla guerra sono gli stessi che per due anni hanno messo in ginocchio il mondo. Gente priva di scrupoli che fonda la propria politica su lavaggi cerebrali di massa. Gestiscono i grandi media del pianeta, governi e Vaticano diffondendo come verità menzogne pesanti come montagne. Probabilmente l’élite e i suoi servi si stanno muovendo per far scoppiare la Terza guerra mondiale. Ma questa volta, almeno ascoltando i discorsi di Putin, la perderebbero tutti.

Lo temo per due motivi. L’élite mira alla riduzione della popolazione mondiale, e non c’é niente di più “rinfrescante” di una guerra dopo una falsa pandemia che può eliminare milioni di esseri umani. Secondo. Nella storia della politica, della Chiesa, dei media e della scuola non c’è mai stata una percentuale così alta di pericolosi imbecilli.

Agostino Nobile

Ucraina: Kiev città aperta, Papa, Tornielli, Martino, Kissinger
di Giuseppe Rusconi
Rossoporpora.org, 27 febbraio 2022


Mentre la situazione in Ucraina si aggrava di ora in ora (deboli gli spiragli di speranza), si susseguono appelli e commenti. Sant’Egidio ha promosso un appello per “Kiev città aperta”; il Papa nel dopo-Angelus di oggi ha ribadito che “la logica diabolica e perversa delle armi è contro l’umanità”. Riflessioni di Andrea Tornielli, Antonio Martino e Henry Kissinger (già del 2014, ma sempre attuale).

La situazione in Ucraina si aggrava sempre più, come dimostrano le notizie che anche questa mattina giungono dall’intero Paese (sebbene l’ultimissima, sull’accettazione da parte ucraina di un negoziato con la Russia ai confini della Bielorussia, lasci ancora aperta la porta a uno spiraglio di speranza). Inoltre si parla già di almeno quattrocentomila profughi che avrebbero varcato le frontiere, soprattutto quella polacca. Nel contempo cresce pericolosamente anche la tensione a livello internazionale, non solo per le sanzioni di carattere economico-finanziario decretate dagli Stati Uniti e da diversi Stati europei, ma anche per la decisione sempre degli Stati Uniti e di alcuni Paesi loro alleati di fornire ufficialmente massicci aiuti (oltre a quelli già consegnati negli scorsi anni) in materiale militare e logistico al governo di Kiev. In tutta questa degradazione dell’umanità che è connessa allo scegliere e imporre la guerra come strumento perverso di relazione tra gli Stati dobbiamo dare atto alla Santa Sede di aver tenuto e di tenere un comportamento coerente, che evidenzia in modo particolare l’urgente necessità di far tacere le armi e di considerare comunque prioritaria la tutela della popolazione civile coinvolta negli scontri armati. E poi, come ha evidenziato papa Francesco nell’Angelus di domenica 20 febbraio 2022, “Com’è triste, quando persone e popoli fieri di essere cristiani vedono gli altri come nemici e pensano a farsi guerra. È molto triste!”. È questo un vero scandalo aggiuntivo alla barbarie connaturata alla guerra.

Tra le tante dichiarazioni e i tanti commenti su quanto sta accadendo in Ucraina abbiamo fatto una scelta ragionata. Riproduciamo perciò in successione, a beneficio della riflessione di chi ci legge, l’appello per “Kiev città aperta” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio (difficilmente porterà a un rinsavimento dei signori della guerra, ma le vie del Signore sono infinite) e le accorate considerazioni di Papa Francesco nel dopo-Angelus di oggi, domenica 27 febbraio 2022. Poi tre citazioni da testi di Andrea Tornielli (L’Osservatore Romano, 23 febbraio 2022), Antonio Martino (Libero, 25 febbraio 2022), Henry Kissinger (Washington Post, 5 marzo 2014).

L’appello di Sant’Egidio per “Kiev città aperta”, 25 febbraio 2022 (che sottoscriviamo)

(da notare che la Comunità di Sant’Egidio da anni cura l’adozione a distanza di circa 250 bambini ucraini ospitati in una rete di case-famiglia nel Paese). Alla frontiera polacca poi Sant’Egidio offre alimentari e generi di prima necessità ai profughi ucraini).

“Kiev, una capitale di tre milioni di abitanti, in Europa, è oggi un campo di battaglia.

La popolazione civile, inerme, vive in una condizione di pericolo, terrore, mentre trova riparo nei rifugi sotterranei. I più deboli, dagli anziani ai bambini, ai senza dimora, sono ancora più esposti. Ci sono già le prime vittime civili.

Kiev è una città che rappresenta un grande patrimonio culturale. Non si può pensare alla cultura europea, alla storia dell’Europa senza Kiev, così come non si può pensare alla cultura russa, alla storia della Russia, senza Kiev. La città, tra tanti monumenti, ospita siti che sono patrimonio dell’umanità.

Kiev è una città santuario per tanti cristiani, in primo luogo per i cristiani ortodossi del mondo intero. A Kiev ha avuto inizio la storia di fede dei popoli ucraino, bielorusso, russo. A Kiev è nato il monachesimo ucraino e russo. Il grande monastero della lavra delle grotte che sulla collina sovrasta il grande fiume Dnepr è un luogo santo di pellegrinaggio e preghiera millenario. Kiev è una città preziosa per tutto il mondo cristiano.

Il destino di Kiev non lascia indifferente chi, da oriente e da occidente, guarda con passione e coinvolgimento alla città e alla sua gente. Dopo Sarajevo, dopo Aleppo, non possiamo assistere nuovamente all’assedio di una grande città. Gli abitanti di Kiev chiedono un sussulto di umanità. Il suo patrimonio culturale non può essere esposto al rischio di distruzione. La santità di Kiev per il mondo cristiano esige rispetto.

Imploriamo chi può decidere di astenersi dall’uso delle armi a Kiev, di dichiarare il cessate il fuoco nella città, di proclamare Kiev “città aperta”, di non colpire i suoi abitanti con la violenza delle armi, di non violare una città a cui oggi guarda l’umanità intera. Possa accompagnare questa scelta la ripresa di un percorso negoziale per arrivare alla pace in Ucraina”.

Papa Francesco: dal dopo-Angelus del 27 febbraio 2022

“Cari fratelli e sorelle! In questi giorni siamo stati sconvolti da qualcosa di tragico: la guerra. Più volte abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada. E non smettiamo di pregare, anzi, supplichiamo Dio più intensamente. Per questo rinnovo a tutti l’invito a fare del 2 marzo, Mercoledì delle ceneri, una giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina. Una giornata per stare vicino alle sofferenze del popolo ucraino, per sentirci tutti fratelli e implorare da Dio la fine della guerra.
Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio. E si distanzia dalla gente comune, che vuole la pace; e che in ogni conflitto è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra. Penso agli anziani, a quanti in queste ore cercano rifugio, alle mamme in fuga con i loro bambini… Sono fratelli e sorelle per i quali è urgente aprire corridoi umanitari e che vanno accolti.
Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina – e non dimentichiamo le guerre in altre parti del mondo, come nello Yemen, in Siria, in Etiopia… –, ripeto: tacciano le armi! Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, ‘ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’ (Art. 11)”.
(NdR: sarebbe bene che l’art. 11 della Costituzione fosse riletto anche dal Governo italiano).
Francesco ha poi aggiunto: “Vedo anche tante bandiere dell’Ucraina. Dio sia lodato (in ucraino)” (NdR: Bandiere dell’Ucraina in Piazza San Pietro, con comprensibile e chiaro messaggio politico… e allora sorge spontanea la domanda: perché il divieto di accesso a piazza San Pietro per le bandiere nazionali degli esuli cubani in occasione dell’Angelus del 24 ottobre 2021?).

Andrea Tornielli (corsivo su L’Osservatore Romano del 23 febbraio 2022)

Scrive il Direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede:
“La prospettiva di nuova guerra in Europa è un incubo per tutti, e in particolare per la generazione che ha conosciuto le speranze innescate dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989. Dopo gli anni della distensione, continuando ad applicare al nuovo mondo i vecchi schemi militari, prima è tornata la Guerra Fredda, poi la guerriglia e ora siamo alle soglie della guerra guerreggiata. Nei giorni scorsi anche Romano Prodi ha ricordato che nel 2008 Francia e Germania votarono contro l’adesione dell’Ucraina alla Nato perché avrebbe rappresentato un atto ostile verso la Russia. La responsabilità della guerra è sempre di chi la fa invadendo un altro Paese.
C’è però da domandarsi: qual è la strada per trovare una soluzione pacifica? Va ricercata dentro gli schemi bellici delle alleanze militari che si espandono e si restringono o piuttosto in qualcosa di nuovo in grado di farsi anche carico degli errori del passato (che non stanno da una parte sola) restituendo una prospettiva realistica alla speranza di una diversa convivenza tra i popoli?”.

Antonio Martino (intervista su Libero del 25 febbraio 2022)

Sotto il titolo “Parla Antonio Martino: “Questo è il disastro di Biden e della NATO”, su Libero del 25 febbraio 2022 si sviluppa una pagina di intervista a cura di Fausto Carioti all’ex-ministro italiano degli Esteri e della Difesa (figlio di Gaetano Martino, uno dei promotori dell’idea europea).

Domanda: “La vecchia idea, Sua e di Silvio Berlusconi, di includere la Russia nella NATO. Nessun ripensamento, alla luce di quanto accaduto in Ucraina?”.

Risposta: “No. (…) Putin avrebbe potuto essere prezioso e la sua Russia sarebbe stata utilissima se inserita in un’organizzazione per la sicurezza. Gli accordi di Pratica di Mare del 2002, con cui Berlusconi voleva avvicinare la Russia alla NATO, erano una cosa saggia”. Ma “la Nato non è riuscita a trasformarsi e Mosca ha continuato a percepirla come la vecchia alleanza difensiva, creata contro l’URSS e ‘riconvertitasi’ contro la Federazione russa.

Domanda: “L’Occidente si compone degli Stati Uniti governati da Biden, del quale ha detto (NdR: “Considero Biden peggiore del suo maestro Barack Obama. Costui era stato sinora il peggior presidente degli Stati Uniti, Biden è riuscito a superarlo”) e dell’Unione europea. Sulla quale il suo giudizio non è mai stato tenero”.

Risposta: “Ancora meno lo è adesso. E’ un’insensata organizzazione di Paesi che si comportano in modo demenziale. Malgrado tutte le sue arie di superiorità Ursula von der Leyen è incapace e inadeguata. Non rappresenta nulla”.

Henry Kissinger (articolo pubblicato sul Washington Post del 5 marzo 2014… ma sempre attuale)

Osserva tra l’altro l’ex-Segretario di Stato americano (tra il 1969 e il 1977, è nato nel 1923) a proposito dell’allora già esistente crisi ucraina (dal blog di Massimo Borghesi):
“Se l’Ucraina vuole sopravvivere e prosperare, non deve essere l’avamposto di nessuna delle due parti contro l’altra: dovrebbe fungere da ponte tra di loro. La Russia deve comprendere che tentare di costringere l’Ucraina a diventare un satellite, e quindi spostare di nuovo i confini della Russia, condannerebbe Mosca a ripetere la sua storia di cicli che si autoavverano di pressioni reciproche con l’Europa e gli Stati Uniti.
L’Occidente deve capire che, per la Russia, l’Ucraina non può mai essere solo un paese straniero. La storia russa iniziò in quella che fu chiamata Kievan-Rus. Da lì si diffuse la religione russa. L’Ucraina fa parte della Russia da secoli e le loro storie si sono intrecciate prima di allora. Alcune delle battaglie più importanti per la libertà russa, a cominciare dalla battaglia di Poltava nel 1709, furono combattute sul suolo ucraino. effetti, della Russia.
(Gli ucraini) vivono in un Paese con una storia complessa e una composizione poliglotta. La parte occidentale fu incorporata nell’Unione Sovietica nel 1939, quando Stalin e Hitler si divisero il bottino. La Crimea, la cui popolazione è per il 60 per cento russa, divenne parte dell’Ucraina solo nel 1954, quando Nikita Khrushchev, ucraino di nascita, lo assegnò come parte della celebrazione del 300° anno di un accordo russo con i cosacchi. L’ovest è in gran parte cattolico; l’est in gran parte russo-ortodosso. L’occidente parla ucraino; l’est parla principalmente russo. Qualsiasi tentativo da parte di un’ala dell’Ucraina di dominare l’altra – come è stato il modello – porterebbe alla fine alla guerra civile o alla rottura. Trattare l’Ucraina come parte di un confronto est-ovest farebbe affondare per decenni qualsiasi prospettiva di portare la Russia e l’Occidente, in particolare Russia ed Europa, in un sistema internazionale cooperativo.
Per l’Occidente, la demonizzazione di Vladimir Putin non è una politica; è un alibi. (…) Putin dovrebbe rendersi conto che, qualunque siano le sue lamentele, una politica di imposizioni militari produrrebbe un’altra Guerra Fredda. Da parte loro, gli Stati Uniti devono evitare di trattare la Russia come una realtà aberrante a cui vengono insegnate con pazienza le regole di condotta stabilite da Washington. Putin è uno stratega vero, sulla base della storia russa. Comprendere i valori e la psicologia degli Stati Uniti non sono i suoi punti forti. Né la comprensione della storia e della psicologia russe è stata un punto di forza dei politici statunitensi. I leader di tutte le parti dovrebbero tornare a esaminare i risultati, non competere nella posizione.

Giuseppe Rusconi

Venti di guerra pure in Vaticano
La bomba: Papa Francesco all’ambasciata russa scatena il Cardinale Parolin
di Luigi Bisignani
Il Tempo, 27 febbraio 2022


Venti di guerra anche a San Pietro, dove la diplomazia vaticana pare non abbia apprezzato la visita sine notitiam di Bergoglio all’Ambasciatore russo nonché ex Ministro della Cultura di Putin, Alexander Avdeev. Una decisione suggerita, sembra, da Andrea Riccardi, potente capo della Comunità di Sant’Egidio, alla ricerca smaniosa di ruoli diplomatici nella crisi ucraina, e dal discusso sostituto venezuelano della Segreteria di Stato, Edgar Peña Parra.

Mentre, pare, che il Segretario dì Stato della Santa Sede, cardinale Parolin, sia stato invece avvertito dalla Gendarmeria solo quando la Fiat 500 lasciava il Cortile di San Damaso.

Una questione di sostanza, non solo di forma

Il disagio della diplomazia vaticana non si traduce solo in una questione di forma, ma soprattutto di sostanza. Di forma, in quanto il secolare Protocollo vaticano prevede che il Santo Padre, in caso di colloquio con un diplomatico, debba “invitare” quest’ultimo domi suae in udienza e non, come è accaduto, che il Papa esca e vada come “un turista per caso” dall’ambasciatore russo, quasi fosse un fedele da evangelizzare, peraltro in un palazzo dove si svolgono diverse attività e di fronte ad una nutrita presenza di dipendenti vaticani increduli. Di sostanza, invece, perché in questo modo un eventuale ruolo di facilitatore dell’avvio del processo di mediazione da parte del Papa, auspicato peraltro anche dal premier Draghi, non verrebbe più giudicato super partes. Il nostro Premier, tra l’altro, pur rimediando in extremis una telefonata, non dimenticherà lo scherno via Twitter del presidente ucraino Volodymyr Zelensky per la call non concordata.

Un disagio che anche Parolin ormai ben conosce, stando almeno a quanto affermano i soliti corvi che aleggiano su Santa Marta, e sarebbe il motivo per cui oggi a Firenze il Cardinale non parteciperà, al posto del Santo Padre – a sua volta bloccato da un ginocchio dolorante – alla messa e alle celebrazioni per la cosiddetta “Carta di Firenze”, sottoscritta da sindaci e vescovi del Mediterraneo.

Quell’incidente diplomatico tra il Papa e Putin

Forse, con la visita all’ambasciatore russo, Bergoglio ha cercato di riprendere un filo diretto con lo Zar dopo un piccolo incidente diplomatico di qualche tempo fa. Quando Putin, infatti, venne in visita dal Papa, espresse il desiderio di ricevere la Consacrazione Papale della Russia alla Madonna. Richiesta a cui Bergoglio non diede seguito, innervosendo così Putin. E poco ha potuto fare il Patriarca Kirill il quale, nonostante sia in buoni rapporti con Francesco, è considerato anche lui un ‘suddito’ dello Zar. Ma perché c’è tanto sconforto per la mossa russa del Pontefice, che molti invece hanno letto come un gesto di straordinaria umiltà in nome della Misericordia? Forse perché questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una diplomazia, riconosciuta come una delle più autorevoli del mondo, oramai allo sbando. Viene sempre più criticata la decisione di mettere a capo della terza sezione della Segreteria di Stato, che governa tutto il personale diplomatico, l’Arcivescovo poliglotta polacco Jan Romeo Pawlowski.

Da molti anni, infatti, vengono tenuti al palo diplomatici di prim’ordine, con il solo torto di essere nati lontani dalla Vistola. La Congregazione dei Vescovi, organo che sceglie e propone al Papa i futuri vescovi, in passato ha sempre svolto pienamente la sua funzione, ma dagli anni di Wojtyla ad oggi è divenuta una delle strutture meno attive della Santa Sede: regolarmente estromessa dalle scelte degli ordinari, per intervento diretto del Papa, vede spesso chiamate a guidare le diocesi persone non sottoposte a rigorose verifiche. Nell’era Bergoglio vengono privilegiati i cosiddetti “preti di strada” che, dai campetti di periferia, sono promossi in Champions, creando le solite grandi attese e, puntualmente, devastanti delusioni.

Nei confronti dell‘Est Europa, inoltre, c’era una grande tradizione di collegamento tra la diplomazia vaticana di Roma e i cardinali e i vescovi francesi e tedeschi capaci di far sentire fortissimo il peso della Chiesa. Basti pensare ai Papi del passato che svolsero opera di mediazione in momenti delicatissimi, come Papa Pacelli che, per fermare il massacro degli ebrei, fece parlare in privato il suo Segretario di Stato, cardinal Maglione, con Von Weiszacker, senza andare in ambasciate o chiamare la radio. Ma con Francesco, tutta questa tradizione è saltata: una vera e propria corazzata in giro per il mondo sostituita da una Fiat 500 in giro per via della Conciliazione. Le vie del Signore sono infinite.

Luigi Bisignani

La scommessa mortale dell’Ucraina
Legandosi a un’America spericolata e pericolosa, gli Ucraini hanno commesso un errore che gli stati clienti studieranno negli anni a venire
di Lee Smith
Tabletmag.com, 25 febbraio 2022


… Mentre la tempistica dell’attacco di Putin all’Ucraina è senza dubbio collegata a una varietà di fattori, tra cui la lettura del dittatore russo sulla politica interna degli Stati Uniti e le preferenze del suo sponsor della superpotenza a Pechino, la sensazione che l’Ucraina rappresenti una minaccia significativa per la Russia non è un prodotto della paranoia di Putin – o di un improvviso desiderio di ripristinare il potere e il prestigio dell’Unione Sovietica, per quanto Putin possa desiderare che ciò accada. Piuttosto, è una minaccia geopolitica che è diventata costantemente più pressante ed è stata impiegata con maggiore imprudenza da americani e ucraini negli ultimi dieci anni…

Segue la parte 2: QUI.

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