La guerra della Russia in Ucraina. Una “provocazione” del Generale Piero Laporta su Stilum Curiae e una nota “altra” di Cesare Sacchetti su Telegram. Con un Postscriptum

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Condividiamo dal blog Stilum Curiae dell’amico e collega Marco Tosatti la riflessione del Generale Piero Laporta sulla guerra della Russia in Ucraina, «come sempre stimolante e provocatoria fino ai limiti del paradosso, come è nel suo stile e nel suo carattere… ma sappiamo leggere dietro il velo delle parole» [QUI]. Inoltre, facciamo seguire un post dal canale Telegram del noto giornalista Cesare Sacchetti una nota sullo stesso tema, che offre un punto di vista “altro” [QUI] (non sarà “tutta la verità e solo la verità”, quanto scrive Sacchetti, ma comunque vale la pena di prenderne conoscenza, come accogliere la “provocazione” di Laporta… perché è poco probabile che quello che scrivono sono “tutte delle menzogne e solo un gomblotto”, come dicono i cospirazionisti e i terrapiattisti).

In questo momento è bene ricordare le parole di Pablo Neruda: «Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi per gli interessi di persone che si conoscono ma che non si uccidono».

Premessa. Ripetiamo quanto già ribadito in un articolo precedente – per evitare gli equivoci da parte dei tuttologhi e onnisapienti – che non è necessario di essere d’accordo con quello che scrive o con tutto quanto scrive Sacchetti (o Laporta) per seguirlo, per avere anche un punto di vista alternativo sulle questioni che tratta. Intanto, ribadisco che so di non sapere e noto che in tanti sanno niente e non lo sanno, pur seguendo le voci della propaganda e quanto diffondano i “grandi media” (con giornalisti che sono qualche cosa di osceno, corrotti, che non sanno e riproducono le veline che arrivano sulla loro scrivania).

Buona lettura e fruttuosa meditazione.

I media britannici parlano di terza guerra mondiale. Un articolo recentemente pubblicato su The Daily Express parla di una possibile terza guerra mondiale scatenata dall’acuirsi del conflitto russo-ucraino nella penisola di Crimea (Foto e testo da Il Giornale del 23 dicembre 2018).
La Russia attacca l’Ucraina: è guerra. Putin parla di «conseguenze mai sperimentate nella storia» (24 febbraio 2022).

Finalmente la guerra! Una “provocazione” del Generale Piero Laporta

Digiuno e preghiera, invitano, per scongiurare la guerra, anzi l’operazione di pace. No. Non credo sia appropriato dire a Nostro Signore che cosa fare, specialmente in questa temperie. Chiediamo a Nostro Signore, come nella preghiera da Lui insegnataci, “che sia fatta la Tua volontà, come in Cielo così in Terra”. In Terra, dove? Certamente nelle repubbliche indipendenti del Donetsk e di Luhansk, come d’altronde a casa nostra, a Washington, come a Bruxelles, a Berlino come a Gerusalemme, ovunque, in Cielo, in Terra e in ogni luogo. Non la pace è importante bensì il compimento della volontà di Dio. D’altronde la guerra è un grande sollievo per quanti, come me, non ne potevano più delle quotidiane geremiadi sul vairus e delle facce di tolla virologiche e del generale siringa con le sue impervie sintassi.

Sette anni fa raccontammo la strage di piazza Maidan a Kiev [QUI], gabellata per rivolta in Ucraina, come accadde in Siria, come in Albania, come in Libia, in Egitto, in Somalia e, non dimentichiamolo, in Iugoslavia, nel Kosovo, in Iraq, nel Caucaso, in Afghanistan. Una montagna di morti per tenere in piedi un complesso militare industriale incapace di sopravvivere a se stesso senza una guerra, altrimenti collassa. A proposito, che cosa ci fanno ancora a Kabul i nostri militari? Il Parlamento è informato? Ha dato il suo assenso? Come? Quando?

Non è affatto detto che la pace sia il bene supremo. Non è affatto detto che la guerra sia il male peggiore. Justin Trudeau, per esempio, vuole la pace, nonostante il paese gli stia bollendo sotto il sedere. La sua dittatura è di gran lunga più evoluta, più sconcia quindi, più crudele di tutte le precedenti, inclusa quella di Augusto Pinochet. Alzi la mano chi ha udito la condanna delle galline commissarie di Bruxelles o delle nostrane vestali della pace, della giustizia e, neanche a dirlo, delle garanzie costituzionali.

Non è affatto detto che la guerra sia il male peggiore. Se un missile oggi cadesse su Wall Street molti popoli tirerebbero un sospiro di sollievo; la pressione dello scarpone statunitense sulle loro schiene si alleggerirebbe. Joe Biden ha accelerato parossisticamente le vecchie infezioni dell’impero statunitense.

«Nelle riunioni di governo, dobbiamo stare in guardia contro l’acquisizione di ingiustificata influenza, voluta o non richiesta, del complesso militare-industriale. Il potenziale per la disastrosa ascesa di potere mal assegnato esiste e persisterà. Noi non dobbiamo mai lasciare che il peso di questa combinazione metta in pericolo le nostre libertà o i nostri processi democratici. Non dovremmo dare nulla per scontato. Solo una popolazione in allerta e informata può costringere ad una corretta interazione la gigantesca macchina industriale e militare della difesa con i nostri metodi ed obiettivi di pace, in maniera tale che sicurezza e libertà possano prosperare insieme».

Era il 17 gennaio 1961, sessantuno – diconsi 61 – anni fa, quando Dwight D. Eisenhower pronunciò questo profetico ammonimento, lasciando la Casa Bianca.

Oggi, grazie a Joe Biden e al complesso militare industriale, governante il burattino, l’Impero è un cane morto che puzza e rischia di propalare infezioni, come ha propalato virus senza vaccini. Prima lo si seppellisce, meglio è.

Stilum Curiae lo scrisse il 21 giugno 2021 qual era il futuro [QUI], cioè il presente che oggi viviamo:

«La differenza ancora una volta la fanno le forze terrestri realmente impiegabili e le tecnologie militari. Gli USA hanno investito in massima parte sull’Information Technology, sulle tecnologie di controllo e sulle cosiddette unmanned: aerei, navi e sommergibili senza equipaggi, droni, artiglierie, intere unità militari di grande livello senza uomini sul terreno, grazie alla robotica al più raffinato e sofisticato livello. Con le tecnologie di controllo, sono in grado di registrare, letteralmente, ogni telefonata e ogni sospiro, ovunque nel mondo. […]Putin ha vissuto tutta la parabola discendente dell’Unione sovietica. Nel 1981 era a Berlino Est da giovane ufficiale di collegamento del Kgb. Ha imparato la lezione: la politica esige il consenso e non può prescindere da una capacità militare credibile e sostenibile. Nel 2000 il PIL reale della Russia era non superiore a quelli cumulati da Lombardia e Veneto. Putin ha dato impulso e aggiornato le tecnologie avanzate e segrete sviluppate dall’Unione sovietica. Oggi la tecnologia e l’informatica della Russia sono pari e, in numerosi campi, superiori a quelle statunitensi. Ha ricostruito le forze armate russe dallo sfacelo ereditato da Mikhail Gorbachev e Boris Yeltsin. La crisi Ucraina ha dimostrato che la Russia può fare davvero la guerra terrestre. Putin ha spostato un’Armata, avanzando e ritirandosi, con impressionante disinvoltura manovriera, in una sola settimana. Non è stata un’esercitazione ma una vera manovra di guerra, dietro la quale ci sono equipaggiamenti ultra moderni, addestramento realistico ed efficace, sofisticati sistemi di comunicazione, truppe disciplinate e prontamente impiegabili. La Nato ha portato i missili a ridosso dei confini con la Russia, per ridurne i tempi di intercettazione. I fatti dicono che se scoppiasse una guerra, la Russia sarebbe duramente colpita dal 10-30 forse 40 per cento dei missili lanciati dalla Nato. La reazione missilistica russa devasterebbe le città europee e statunitensi; poi le armate russe penetrerebbero fino all’Atlantico come un ferro rovente nel burro. La Nato e gli USA non hanno infatti forze terrestri in grado di contrastare alcunché, fatta eccezione per l’esercito turco, il cui impiego, niente affatto scontato, non sarebbe tuttavia strategicamente determinante».

I nodi vengono al pettine, diceva Leonardo Sciascia, se c’è il pettine. Vladimir Putin è il pettine dei nodi occidentali. Sta facendo un’«operazione di pace» in Donetsk e in Luhansk, come le innumerevoli elencate in precedenza, per gran parte delle quali abbiamo conferito un preventivo e lugubremente grottesco premio Nobel per la Pace al Goebbels cameriere dei Rothschild.

Se Satana ti promette pace, adotta la in vigile attesa. A proposito, guardati se Satana ti promette la fine dell’emergenza: un nuovo virus, peggiore del precedente sarebbe più verosimile della tregua di cui ti illudi. Anche questo fu previsto da Stilum Curiae. A meno che non arrivi sul serio il Giorno del Giudizio, come il buon Vladimir ha promesso. Sia fatta la volontà di Dio, in Cielo, in Terra, ovunque, anche in Donetsk, Luhansk e, non dimentichiamolo, in casa nostra.

Generale Piero Laporta

Cosa sta accadendo veramente in Ucraina? Una nota “altra” di Cesare Sacchetti

Se chiudiamo per un istante la voce della propaganda Euro-Atlantica riportata dal solito trittico Corriere-Stampa-Repubblica, riusciamo a vedere cosa sta accadendo veramente in Ucraina. Non c’è una “invasione russa”. Invasione vuol dire entrare in un Paese straniero per poi procedere alla sua occupazione. Questo è quello che vuole far credere la macchina della menzogna dei media Occidentali, e a quanto pare c’è ancora qualcuno che ci crede. Quello che ha fatto Putin è dare il via ad una precisa operazione militare chirurgica per mettere in sicurezza il Donbass e il Lugansk. La Russia non sta colpendo città o altri luoghi sensibili dove si trovano i civili. La Russia sta colpendo le postazioni delle fazioni naziste ucraine e sta accadendo anche un fatto ovviamente taciuto dai media Occidentali.

I soldati ucraini al confine non oppongono la minima resistenza. Stanno deponendo le armi [QUI]. Il ragionamento che sta facendo il soldato ucraino è piuttosto semplice. Perché mai dovrebbe suicidarsi per difendere un burattino ex comico nelle mani della lobby atlantista e sionista? Venga lui a combattere contro Putin. Alla fine di questa storia, non solo Putin avrà assicurato la protezione del Donbass e del Lugansk, ma avrà liberato l’Ucraina da un corrotto regime al soldo di Bruxelles che non ha fatto altro che portare miseria e disperazione nei confronti del popolo ucraino.

Cesare Sacchetti

Postscriptum

1. Colui che scrive continua a pregare il Signore della Pace che ci dia pace (la SUA Pace, secondo la SUA Volontà) e continua a supplicare l’intercessione di San Gabriele Arcangelo e la sua Milizia Celeste, e di San Giorgio, contro il Drago del Male. V.v.B.

2. La guerra in Ucraina. Pessimo, ma vogliamo usare la testa?

Segue la riflessione di Paolo Deotto sugli eventi che si stanno svolgendo in Ucraina da Stilum Curiae, introdotto da Marco Tosatti: «Una valutazione equilibrata di una situazione complessa. A cui vorrei aggiungere solo, a mo’ di memoria, che esistono almeno due elementi permanenti nella politica estera di Mosca, indipendentemente dal tipo di governo o di governante. Il primo è costituito dalla sindrome dell’accerchiamento (basta ricordare il Great Game di Kipling, così bene espresso in Kim…); il secondo – legato al primo – è l’accesso ai mari caldi, che costituiscono una via di comunicazione con il mondo. Un’Ucraina nella Nato, e magari impegnata a riprendere la Crimea, costituirebbe un’evidente minaccia a questo elemento».

Nessuno, purché sia sano di mente, ama la guerra, perché comunque la guerra comporta distruzione e morte, anche di innocenti non combattenti. Però nella Storia degli uomini si generano situazioni che diventano come il famoso nodo di Gordio. E il colpo di spada diventa inevitabile.
Putin potrà essere simpatico o antipatico. Il Pensiero Unico ci dice da anni che Putin è un dittatore assetato di sangue, che stermina gli avversari politici, che regna come uno Zar spietato, mentre il suo popolo soffre e medita la rivolta. Già questa valutazione del Pensiero Unico ci dice che in Putin c’è di sicuro del positivo, altrimenti non sarebbe così inviso al putrefatto mondo occidentale.
Ma, a parte ciò, mi limito a sottolineare due aspetti di questa triste vicenda:

  • Dopo la caduta del Muro di Berlino e la rapida liquefazione dell’impero sovietico, l’Occidente promise alla Russia che la NATO non si sarebbe espansa a Est. Bene. Guardiamo questa piantina e vediamo l’espansione della NATO dal 1989 al 2020. Ha torto la Russia quando accusa l’Occidente di avere mentito e aver portato i missili a due passi da Mosca?
  • Qualcuno ricorda la vicenda dei missili a Cuba nel 1962? L’Unione Sovietica aveva iniziato a installare a Cuba dei missili in grado di colpire il territorio degli Stati Uniti. Il presidente americano Kennedy impose un blocco navale a Cuba, impedendo alle navi sovietiche di rifornire ulteriormente l’arsenale missilistico del vassallo cubano. Il mondo trattenne il respiro, perché si arrivò a un passo da un confronto diretto USA – URSS. Poi il buon senso prevalse e Kruscev, dominus dell’URSS, fece fare dietro front alle navi e in seguito fece anche smantellare le basi missilistiche già impiantate a Cuba. Allora il mondo applaudì Kennedy. Scusate, ma ci sono molte differenze tra la situazione degli USA nel 1962 e quella della Russia oggi? Perché la Russia deve assistere imperterrita al proliferare di attrezzature militari ai suoi confini?

A ciò aggiungiamo la fine diplomazia del Prresidente ucraino – del resto, pover’uomo, c’è da dubitare che possa agire di testa sua – che dichiara che l’Ucraina vuole entrare nella NATO, buttando così benzina sul fuoco.
E a ciò aggiungiamo le considerazioni non così peregrine di Putin circa la natura “artificiale” dell’Ucraina, e non scordiamoci che la famosa “Rivolta di piazza Maidan”, che nel 2014 portò al potere un presidente filo-Ue, tutto fu salvo che una “spontanea” rivolta di popolo.
Ripetiamo: nessuno ama la guerra. Ma vogliamo guardare la situazione nella sua realtà?
Comunque, il mondo occidentale, sdegnato dall’attacco della Russia, che fa? Muove armate di cielo e di terra? No. Proclama le “sanzioni”, con cui in buona parte saremo danneggiati tutti. Quando resteremo senza gas, ne riparleremo. Del resto, UE e Stati Uniti, mentre il mondo rischia di andare a rotoli, sono impegnati ad affermare i diritti LGBTXYZ, a promuovere l’aborto e le vaccinazioni perpetue…
In definitiva, se siamo buoni cristiani, preghiamo perché i combattimenti cessino rapidamente. Ma essere buoni cristiani non comporta rinunciare a usare la testa. Anzi, comporta proprio il contrario: saper guardare la realtà. E affidarsi al Signore.

Paolo Deotto

3. Dichiarazione del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin – 24 febbraio 2022 ore 15.00
Di fronte agli sviluppi odierni della crisi in Ucraina, risaltano ancora più nette e più accorate le parole che il Santo Padre Francesco ha pronunciato ieri al termine dell’Udienza generale. Il Papa ha evocato “grande dolore”, “angoscia e preoccupazione”. Ed ha invitato tutte le Parti coinvolte ad “astenersi da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni”, “destabilizzi la convivenza pacifica” e “screditi il diritto internazionale”. Questo appello acquista una drammatica urgenza dopo l’inizio delle operazioni militari russe in territorio ucraino.
I tragici scenari che tutti temevano stanno diventando purtroppo realtà. Ma c’è ancora tempo per la buona volontà, c’è ancora spazio per il negoziato, c’è ancora posto per l’esercizio di una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte, tuteli le legittime aspirazioni di ognuno e risparmi il mondo dalla follia e dagli orrori della guerra. Noi credenti non perdiamo la speranza su un barlume di coscienza di coloro che hanno in mano i destini del mondo. E continuiamo a pregare e digiuniamo – lo faremo il prossimo mercoledì delle Ceneri – per la pace in Ucraina e nel mondo intero.

Quando si dice, le sacre chiacchiere dalla Terza Loggia.

4. «Ci sarebbe bastato un centesimo dell’attenzione che oggi il mondo riserva alla crisi in Ucraina quando nel 2020 l’Azerbajgian bombardava le città dell’Artsakh e colpiva obiettivi anche in Armenia. Ma tutti si voltarono dall’altra parte… #Bastaguerre» (Iniziativa italiana per l’Artsakh @IArtsakh – Twitter, 24 febbraio 2022).
Azerbajgian ha fatto la guerra dei 44 giorni con cui ha occupato gran parte della Repubblica di Artsakh con l’indispensabile aiuto militare da parte della Turchia, che oggi protesta contro la guerra della Russia in Ucraina.
Le ragioni dello Zar. Ma Putin mostra al mondo l’ipocrisia dell’Occidente – 23 febbraio 2022

5. «Ministro Esteri turco: “L’attacco russo all’Ucraina è inaccettabile, una violazione del diritto internazionale e una minaccia alla sicurezza globale”. Turchia Paese Nato Grande alleato Usa e Ue occupa illegalmente nord Cipro dal 74 e nord Siria» (Naman Tarcha @NamanTarcha – Twitter, 24 febbraio 2022).
Le ragioni dello Zar. Ma Putin mostra al mondo l’ipocrisia dell’Occidente – 23 febbraio 2022

6. «Come spesso accade durante i grandi avvenimenti vissuti in diretta, quando le notizie scarseggiano prolifera la disinformazione. Questo video pubblicato dal @sole24ore non mostra la Russia che “bombarda Kiev”, ma una parata militare del 2020» (Simone Fontana @simofons – Twitter, 24 febbraio 2022).
Il video fake news [QUI] è stato rimosso.

7. E noi paghiamo il canone. Altissimo livello di giornalismo RAI.«Lo stesso servizio del @tg2rai contiene almeno un’altra topica clamorosa. Questa non è “una pioggia di missili” che cade sull’Ucraina, ma un filmato del videogame War Thunder. Lo stesso video è stato mandato in onda anche durante le edizioni principali del Tg1» (Simone Fontana @simofons – Twitter, 24 febbraio 2022).
«Non è possibile che TUTTE LE VOLTE che c’è una notizia importante arrivi puntuale la cialtronata» (Paolo Attivissimo @disinformatico – Twitter, 24 febbraio 2022).

8. Siamo orgogliosi di essere degnamente rappresentati sulla scena internazionale dal bibitaro.

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