Alla profanazione blasfema del sacramento del battesimo studiata a tavolino, dal Vaticano una risposta bella, ma troppo debole al cantante che col suo gesto ha colpito tanti credenti
Com’è arcinoto, Achille Lauro ha terminato la sua esibizione al Festival di Sanremo, simulando su sé stesso il battesimo cristiano. Alzando una conchiglia, come si vede nei quadri di Piero della Francesca, si è rovesciato addosso un versetto del Vangelo, fatto di acqua e Spirito Santo. Magari voleva rendere omaggio alla sua maniera a una certa sua idea di Dio, adornandosi dei gesti di Cristo, rubandogli con destrezza, per renderli attuali: una sconsacrazione orribile, che come tutte le maledizioni ha il pregio di richiamare l’originale, di evocare qualcosa di perduto nelle nebbie dell’infanzia.
Ma certo, come dice Romani 8,28 «tutto coopera al bene», scrive San Paolo e Sant’Agostino aggiunge: «anche il male». D’accordo. Persino l’abuso del sacro, il rotolarlo negli escrementi, costringe a farsi delle salutari domande.
Provocazioni
Ma io mi permetto anche delle risposte. Poco caro Achille Lauro, non si fa. Hai trasformato in “provocazione” estetica, in occasione voluta di baruffa ad uso di marketing, alla quale sono consapevole di partecipare, qualcosa – un Sacramento, un sigillo divino – che non va sfiorato da mani che si intrufolano sudaticce nell’intimo della coscienza, non hanno chiesto permesso: è molestia sessuale – i colti direbbero meta-sessuale – dell’intimità più riposta, un palpeggiare quel segno-simbolo che congiunge l’Eterno con la carne di noi mortali, per cui tanti sono stati ammazzati e ancora sono bruciati vivi (in India) e decapitati (in Indonesia). Ma no, straziate il battesimo, sputategli in faccia, Gesù ha subito di peggio, ma non trattatelo come un’oliva nel Martini, che va shakerato e non mescolato, per carità. Come ha detto qualcuno che protestava contro gli interventi di vescovi e di credenti scandalizzati, non capiscono che fanno il gioco di Lauro, è spettacolo, gli fanno pubblicità. Al diavolo la pubblicità, se grazie alle polemiche vende un po’ di più, buon pro gli faccia, chi se ne importa. Ma i fatti contano, esistono, incidono nella pietra. Non sono innocui anche se inseriti in uno spettacolo fatuo.
Amadeus, di cui non discuto certo la finezza d’animo e l’umanità, si è lasciato andare a una considerazione: «Io che sono molto credente non mi sono sentito offeso». Che cosa vuol dire «molto credente». Da uno a dieci che numero si dà. Io sono pochissimo credente, diciamo sto a livello 2 +, mi limito ad essere stato battezzato. Eppure sono molto offeso. Perché offendere delle persone miti, fino a farle piangere? Martedì sera ho ricevuto la telefonata di una signora di 88 anni, che giace a letto da anni, e alle nove della sera che fa? Guarda il Festival di Sanremo. Aveva visto la prima canzone, quella di Achille Lauro, e non trovava parole, la sua voce singhiozzava. Conta qualcosa la sensibilità di Giovanna di Barzago, provincia di Lecco, che paga il canone in bolletta, o solo quella di Amadeus, il quale dice pure che tanti hanno approfittato della polemica per far sapere che esistono. Anche Giovanna una esibizionista?
Fiorello, intelligente com’è, espertissimo di marketing, ha indovinato subito l’interlocutore perfetto per uscirne alla grande. Ha detto, pochi minuti dopo la canzone di Achille Lauro: «Chissà cosa dirà L’Osservatore Romano della sua performance». Ecco la risposta del Direttore Andrea Monda, veramente bella, all’altezza di un sicuro invito in passerella all’Ariston: «Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra su Achille Lauro. In punta di piedi. Volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta».
Qualcosa più in alto
Ma dai. Alla strusciata elegante, al pizzicottino perfetto per i salotti dove essere considerati cattolici sì, ma del giro che sa stare al mondo, e accidenti dialoga, eccome se dialoga, preferisco attingere ai profeti dell’iradiddio. Chi fa del male a coloro cui voglio bene non merita il fiorellino della battuta fine, ma di essere messo di fronte al male che ha fatto. Il problema cari Lauro, Amadeus e Fiorello non è cosa risponde L’Osservatore Romano, ma come la prende uno che sta un tantino più su e vuol bene alla Signora Giovanna.
Questo articolo è stato pubblicato oggi su Libero Quotidiano.
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“Scempio indecoroso, osceno e blasfemo”. Anche quest’anno Sanremo si conferma il Festival della blasfemia anticristiana. “La decadenza delle élite italiane” – 2 febbraio 2022
Foto di copertina: «È finita l’epoca di Achille Lauro? Si battezza sul palco a Sanremo ma la sua performance non convince. Per Achille Lauro è il quarto anno consecutivo al Festival di Sanremo. Forse troppe 4 partecipazioni di seguito al Festival della Canzone Italiana, tra concorso e fuori concorso, almeno a giudicare dai primi risultati di ieri. Dopo aver preso parte alla kermesse da ospite fisso, Achille Lauro torna in gara quest’anno ed è il primo dei Big in gara ad esibirsi nel corso della prima serata. Sulle note della spensierata Domenica apre ufficialmente la nuova edizione della kermesse canora. Ma è proprio il suo brano la prima cosa ad attirare qualche critica: ricorda eccessivamente un altro dei suoi brani, Rolls Royce. Il ritornello è del tutto simile e l’associazione con il brano precedente, un vero successo nel repertorio del cantante, è immediata. Ma stavolta non funziona: la prima votazione e il risultato della classifica provvisoria parziale, riferita esclusivamente alle prime 12 canzoni in gara al Festival, lo penalizzano. Achille Lauro si posiziona nella parte più bassa della classifica. Domenica viene messa al nono posta dalla stampa votante, un totale di 150 persone tra radio, TV, carta stampata e web, che si sono espresse nella serata di ieri. Il nono posto nella classifica provvisoria, però, e le critiche sui social in diretta portano a chiedersi se l’epoca della sua originalità sfrontata ormai sia da considerare acqua passata» (Optimagazine.com, 2 febbraio 2022).