Benedetto XVI al Sinodo: le cose materiali non sono le più solide

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E’ la riflessione del papa sulla crisi finanziaria ad avere i primi titoli delle agenzie nella mattina dei lavori sinodali. Dopo la preghiera in Aula Benedetto XVI ha indicato una sorta di linea di lavoro per l’assemblea. “Dobbiamo cambiare la nostra idea che la materia, le cose solide, da toccare, sarebbero la realtà più solida, più sicura,” ha detto il pontefice, facendo riferimento alle notizie dell’attualità.

”Sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia”.

Benedetto XVI prosegue con una riflessione sulla stessa Storia della Salvezza, non “un piccolo avvenimento, in un pianeta povero, nell’immensità dell’universo. Non è una cosa minima, che succede per caso in un pianeta sperduto. È il movente di tutto, il motivo della creazione. Tutto è creato perché ci sia questa storia, l’incontro tra Dio e la sua creatura. In questo senso, la storia della salvezza, l’alleanza, precede la creazione.” C’è poi il tema sempre spinoso della interpretazione della Scrittura: “Se ci fermiamo alla lettera, non necessaria- mente abbiamo compreso realmente la Parola di Dio. C’è il pericolo che noi vediamo solo le parole umane e non vi troviamo dentro il vero attore, lo Spirito Santo. Non troviamo nelle parole la Parola”.

Ne deriva che “l’esegesi, la vera lettura della Sacra Scrittura, non è solamente un fenomeno letterario, non è soltanto la lettura di un testo”. Piuttosto, “è il movimento della mia esistenza. È muoversi verso la Parola di Dio nelle parole umane. Solo conformandoci al mistero di Dio, al Signore che è la Parola, possiamo entrare all’interno della Parola, possiamo trovare veramente in parole umane la Parola di Dio. Preghiamo il Signore perché ci aiuti a cercare non solo con l’intelletto, ma con tutta la nostra esistenza, per trovare la parola”.

La conclusione del papa è semplice: ”La parola ha un volto, è persona, Cristo. Prima che noi possiamo dire ‘Io sono tuo’, Egli ci ha già detto ‘Io sono tuo’.”Preghiamo il Signore di poter imparare con tutta la nostra esistenza a dire questa parola. Così saremo nel cuore della Parola. Così saremo salvi”.

Il testo integrale della riflessione del papa

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